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Musica

La saga canterina dei Carrisi prosegue con Jasmine… che non chiede nulla a papà

Jasmine Carrisi ha deciso di conquistare la Spagna, senza passare dal “via” di casa Albano. La giovane cantante, figlia del leggendario Albano Carrisi e di Loredana Lecciso, ha lanciato il suo primo singolo in spagnolo, “Non adesso”. E a chi le chiede se il celebre papà le abbia dato qualche dritta, lei risponde con un sorriso: “No, grazie. Io vado per la mia strada”. D’altronde, che c’entrano le romantiche serenate di Cellino San Marco con il pop contemporaneo e urban che piace ai giovani? Aspettiamo curiosi di ascoltare la canzone., anche se in molti si chiedono, con sottile tono provocatorio, se ce ne fosse bisogno…

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    Quando il talento è di famiglia, ma il consiglio parterno non è richiesto. La 23enne Jasmine Carrisi ci prova con la musica, puntando sulla Spagna, terra adorata dal padre, ma che potrebbe presto accogliere anche lei tra le nuove voci emergenti. Non adesso è un brano che promette di essere un mix esplosivo tra melodia e innovazione, con un tocco di indipendenza femminile che piace ai media locali.

    Una produzione dal sapore ispanico

    La produzione? Affidata a Jordi Cubino, nome noto nel panorama musicale spagnolo, già collaboratore di artisti del calibro di Miguel Bosé e Alejandro Sanz. E per non farsi mancare nulla, il videoclip è stato girato tra Barcellona e la Catalogna, con un elemento decisamente fuori dal comune: un cavallo “gigante”. “Sembrava piccolo nel video, ma vi assicuro che mi faceva una paura incredibile!”, ha confessato la cantante a Hola!.

    Nel processo creativo nessuna influenza di famiglia

    Jasmine ha le idee chiare: la sua musica è tutta farina del suo sacco. “Quando scrivo, cerco di non lasciarmi ispirare da nessuno in particolare”, racconta. Nessuna influenza, neanche paterna. “Mio padre ascolta il mio lavoro quando è già finito. Facciamo generi troppo diversi, quindi non credo potremmo darci consigli utili”. Un’affermazione che trasuda indipendenza, ma che conferma anche quanto in casa Carrisi le note musicali scorrano su binari paralleli.

    L’obiettivo? Brillare di luce propria

    Non c’è dubbio che portarsi appresso un cognome così ingombrante rappresenti una bella sfida, ma Jasmine sembra pronta ad affrontarla con determinazione. Niente nostalgiche Felicità all’orizzonte ma un sound che si annuncia, almeno nelle intenzioni, fresco e personale. La Spagna sarà pronta ad accoglierla? Staremo a vedere…. e ad ascoltare. Nel frattempo, papà Albano può dormire sonni tranquilli: Jasmine cammina con le sue gambe… e ogni tanto scappa da cavalli troppo grandi.

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      Musica

      Emma Marrone domina con “Brutta Storia”: il singolo vola in classifica e conquista Sarah Toscano ed Elisa

      La canzone di Emma Marrone non solo guida le chart italiane, ma scatena un effetto domino tra artiste che decidono di reinterpretarla: Sarah Toscano ed Elisa hanno già reso omaggio al brano, trasformandolo in un piccolo cult condiviso. Un successo che cresce ogni ora, tra streaming, cover spontanee e un entusiasmo che sembra inarrestabile.

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        “Brutta Storia” non è solo l’ultimo singolo di Emma Marrone: è la canzone che sta ribaltando le classifiche e infiammando il pop italiano. Lanciato da poche settimane, il brano ha scalato le chart con una velocità che ha sorpreso persino i fan più ottimisti, diventando il pezzo più ascoltato del momento e un trend fisso sui social.

        La consacrazione in vetta alle classifiche
        La corsa del singolo è inarrestabile: streaming alle stelle, radio che lo programmano a ripetizione e una community online che ne amplifica ogni passaggio. “Brutta Storia” ha il tiro emotivo dei pezzi migliori di Emma, quelli che mescolano energia, vulnerabilità e una scrittura che ti resta addosso. La scelta di rilasciarlo a fine anno ha fatto il resto: un titolo forte, un ritornello che spacca e un mood perfettamente in linea con questi mesi sospesi tra bilanci e ripartenze.

        Sarah Toscano e il primo omaggio virale
        Tra le prime a renderle omaggio c’è stata Sarah Toscano, che ha reinterpretato il brano in una versione intima e potente. Una cover che ha fatto subito il giro del web, convincendo tutti che “Brutta Storia” è quel tipo di canzone capace di cambiare forma senza perdere un grammo della sua forza. La giovane cantante ha trasformato il pezzo in un confessionale emotivo che ha emozionato la stessa Emma.

        E poi arriva Elisa: il sigillo d’autore
        Se Sarah ha acceso la miccia, Elisa ha messo il timbro della consacrazione. La sua interpretazione — elegante, pulita, quasi sospesa — ha dato al singolo una nuova dimensione, come sempre accade quando decide di prestare la voce ai brani che le parlano davvero. L’effetto è stato immediato: “Brutta Storia” si è trasformata in un fenomeno condiviso, un pezzo che unisce generazioni e stili.

        Un fenomeno pop che cresce ogni ora
        La forza di “Brutta Storia” non sta solo nella melodia o nel testo, ma nella capacità di evocare qualcosa di universale. Emma ha centrato un punto emotivo che vibra allo stesso modo nelle playlist dei ventenni e nelle casse degli adulti. Le reinterpretazioni delle colleghe hanno amplificato l’eco del brano trasformandolo in un mini-caso della musica pop italiana. E la sensazione, guardando gli ascolti e la velocità delle condivisioni, è che la storia — brutta o bella — sia appena iniziata.

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          Musica

          Tiziano Ferro, “Sono un grande”: il ritorno della verità dopo la tempesta

          Pubblicato il 24 ottobre con Sugar Music, Sono un grande racconta due anni di vita vissuta tra crisi, ansia, amore e paternità. “Mi vergogno di alcune parole, ma non le ho cambiate. La verità è il mio unico obbligo verso chi mi ascolta.”

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          Tiziano Ferro

            Tiziano Ferro torna con un nuovo album e una nuova consapevolezza. Sono un grande — uscito venerdì 24 ottobre — è il settimo lavoro in studio dell’artista, anticipato dal singolo Cuore rotto. Un disco intimo e coraggioso che segna non solo il passaggio a una nuova etichetta, la Sugar di Caterina Caselli, ma anche l’inizio di una fase personale diversa, dopo il divorzio dall’ex marito Victor Allen e anni di silenzio forzato.

            Il cambio di etichetta, spiega Ferro all’Ansa, è nato quasi per caso: “Io e Universal ci siamo accorti che il contratto era scaduto… come il latte”, racconta con ironia. “Nessuno se n’era accorto, né io né loro. E così quello che doveva succedere, non è successo.”

            Ma questo disco, nato “quasi per caso”, è diventato la sua forma di terapia. “Dentro c’è tutto ciò che è accaduto in questi due anni, un grande disastro ma non solo”, spiega il cantautore in una nota. Le undici tracce di Sono un grande parlano di amore finito, attacchi di panico, paura e speranza, e lo fanno con una sincerità a tratti spiazzante.

            Nel brano Quello che si capisce, Ferro lascia spazio alla rabbia e alla delusione: “Ci sono frasi molto forti, alcune delle quali oggi un po’ mi imbarazzano, ma non le ho volute cambiare”, ammette. “Volevo che il racconto restasse vivo e reale.” I versi — “Chiamali i soccorsi se hai il coraggio, spiegagli questi anni da ostaggio” — sono un ritratto diretto e vulnerabile del dolore che segue la fine di un amore.

            Il titolo dell’album, Sono un grande, non è un atto di presunzione, ma un modo per ritrovare forza dopo l’autodistruzione. “Non è megalomania,” spiega Ferro. “È più un autoconvincimento, un modo per ricordarmi che se sono ancora qui, forse un motivo c’è.”

            In Fingo e spingo, l’artista riflette invece sul rapporto con la fama: “La tua gente ti aspetta e ti rispetta con la stessa voglia del primo giorno… c’è chi si fida di te, che tu li possa curare.” Una frase che rivela tutto il peso di chi è diventato, nel tempo, una figura di riferimento per molti fan.

            La lotta con l’ansia è raccontata in 1-2-3, un brano uptempo che trasforma l’esperienza del panico in energia musicale: “Conto fino a tre, non svengo più,” canta, rievocando le tecniche che usa davvero per gestire le crisi.

            Il disco si chiude con un tocco di tenerezza in Le piace, dedicata alla figlia Margherita: “Quando crolla dal sonno su me e crollo anch’io… quando ballo e lei balla, però non si sa mai.”

            Intervistato da Il Messaggero, Ferro ha parlato apertamente anche del rapporto con l’ex marito: “Siamo in buoni rapporti, nessuna guerra. Potrei portare via i bambini, ma sarebbe cattiveria, e non me la sento.” Parole che confermano la volontà di non trasformare la fine di un amore in un campo di battaglia.

            Oggi Tiziano vive a Los Angeles, dove si occupa dei figli e continua a scrivere: “Mi ritrovo incastrato qui, come un cretino,” dice con amarezza, “ma forse da questo silenzio è nato l’album più sincero della mia vita.”

            Con Sono un grande, Tiziano Ferro chiude un cerchio e ne apre un altro. Dopo la tempesta, non c’è trionfo né redenzione: solo un uomo che prova, finalmente, ad accettarsi per quello che è.

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              X Factor, volano schiaffi metaforici: Viscardi stravolge Gino Paoli e Achille Lauro perde la pazienza

              A X Factor è andato in scena uno dei dibattiti più accesi della stagione: Viscardi porta una versione jazz di Il cielo in una stanza che manda su tutte le furie Achille Lauro, convinto che l’esperimento abbia “svuotato il sentimento” del brano di Gino Paoli. Paola Iezzi, sua coach, replica accusandolo di “ignoranza musicale”, mentre Gabbani prova a nobilitare l’arrangiamento evocando Chet Baker. Risultato: scintille, irritazione e un momento televisivo che farà discutere.

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                A X Factor capitano serate tranquille, e poi capitano quelle in cui un concorrente riesce a scatenare un putiferio con tre minuti di musica. È il caso di Viscardi, che ha portato sul palco una versione jazzata — molto jazzata — de Il cielo in una stanza di Gino Paoli. Un esperimento ardito, quasi provocatorio, che ha polarizzato la giuria come non accadeva da settimane.

                Achille Lauro, notoriamente il giudice più incline alle rivisitazioni, questa volta non ha fatto sconti. Appena terminata l’esibizione, ha gelato lo studio: «Sapete quanto io ami Viscardi e quanto ami gli esperimenti, ma questo in particolare è sbagliato. Questa interpretazione ha svuotato il sentimento di questa canzone». Un giudizio netto, definitivo, quasi un cartellino rosso artistico.

                A quel punto Paola Iezzi, coach del giovane concorrente, non ha resistito e ha risposto con un affondo che ha subito infiammato l’atmosfera: «Era un mio desiderio portarla così. È una reazione così ignorante la tua. Permettimi, ma stai facendo una figuraccia, te ne renderai conto quando rivedrai questo video». Parole cariche, una stilettata diretta che ha fatto mormorare il pubblico.

                Ma la serata non era ancora finita. Jake La Furia ha provato a raddrizzare la situazione, sostenendo che la critica di Lauro fosse comprensibile. Sembrava un tentativo di riportare equilibrio, almeno finché Gabbani non ha aggiunto il suo contributo poetico: «Questa è una versione dichiaratamente jazz, è una rivisitazione credibile. A me hai fatto venire in mente Chet Baker».

                È bastato quel nome per mandare Lauro su tutte le furie. Si è irrigidito, ha scosso la testa e ha sbottato: «Baker? Non scomodare certi personaggi, ti prego. Era una versione cantata bene, ma a me della voce non frega un cavolo!».

                Il clima, da lì in poi, è diventato incandescent­­e. Un piccolo caso musicale in diretta, una collisione fra poetiche opposte: chi rivendica la libertà assoluta della reinterpretazione, chi difende il culto dell’originale e chi si affida ai paragoni illustri per salvarne una versione al limite del sacrilego.

                Viscardi, nel mezzo, ascoltava tutto con l’espressione di chi capisce di aver fatto centro, nel bene e nel male. E forse è proprio questo il punto: in un talent dove tutto rischia di assomigliarsi, a volte basta una dissonanza per accendere la notte.

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