Musica
Matia Bazar, scontro aperto: Piero Cassano accusa Antonella Ruggiero di “mancanza di rispetto e verità”
Il fondatore della band risponde con un post infuocato alle parole della cantante, contestandone i ricordi e accusandola di aver dimenticato i nomi dei compagni scomparsi.

Tra i Matia Bazar e Antonella Ruggiero volano ancora stracci, a cinquant’anni dalla nascita della band. L’ultima scintilla l’ha accesa un’intervista dell’artista genovese al Corriere della Sera, in cui ha ripercorso l’esordio, il rapporto con la Pfm e la vita nel gruppo. Un racconto che non è piaciuto a Piero Cassano, fondatore e storico autore della formazione di Vacanze romane.
Il musicista, 76 anni, ha replicato con un lungo post su Facebook, senza giri di parole: “Gentilissima Sig.ra Ruggiero, certe tue dichiarazioni non ti fanno onore. Hanno fatto venir fuori la persona che, seppur bravissima nel cantare, non racconta molte verità, se le gira e le racconta alla sua maniera. Irriconoscente verso un grande passato di gruppo e priva di rispetto per Giancarlo Golzi e Aldo Stellita, che non hai nemmeno nominato”. Cassano le rimprovera anche di aver dimenticato Mauro Sabbione, Carlo Marrale, Sergio Cossu e lui stesso: “Se sei la grandissima Antonella Ruggiero lo devi alla tua voce, ma anche a tutti noi indistintamente”.
Particolarmente duro il passaggio sui “due funerali” citati dalla cantante come unico contatto con l’ex band: “Imperdonabile la tua insensibile risposta. Due di loro? E i nomi? Inaccettabile”. Cassano contesta anche la versione dell’ingresso della Ruggiero nei Matia Bazar: “Non fu la Pfm a presentarti, ma il tuo ragazzo di allora, Eros. Ti feci fare i cori nel disco Fede Speranza Carità, poi passammo un mese nelle sale prova a lavorare su Cavallo Bianco”.
Parole che smontano la narrazione della cantante, la quale nell’intervista aveva detto che il gruppo “si sarebbe dovuto fare i fatti propri” e che non aveva mai sognato di fare la cantante. Dichiarazioni che, per Cassano, confermano un “carattere poco sensibile” e un atteggiamento da diva.
A decenni di distanza, la frattura resta aperta. E se le canzoni restano nella storia, i rancori, a giudicare dai toni, non sembrano avere intenzione di andare in pensione.
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Musica
Spagna: quando le canzonette ti permettono di superare il 27…
Spagna si racconta, partendo da un’infanzia di povertà – ma felice – e la grande passione per il suo lavoro. Ivana sarà tra gli ospiti de La macchina del tempo 80, show evento del 28 luglio a Mirano, al quale parteciperanno alcune star della musica di quegli anni.
Indimenticabili quegli anni
Periodo di grande fermento, gli anni 80 hanno visto l’ascesa del punk, della musica elettronica, della new wave, senza dimenticare il soft rock e soprattutto la pop music. Ognuno di questi hanno dato un contributo essenziale per rendere il decennio davvero indimenticabile. La musica di quel periodo è rappresentata da leggende della musica che continuano anche oggi (in alcuni casi) a essere grandi artisti.
Spagna… in tanti pensano che il suo sia un nome d’arte ma non è così, giusto?
Esatto… era il cognome di mio padre, un uomo che assomigliava a Gary Cooper, bellissimo. All’inizio del mio percorso, nelle balere e nelle discoteche adottavo pseudonimi inglesi, la lingua che usavo a quel tempo per cantare.
Poi è arrivato il primo “tormentone”… Easy Lady!
Sì, posso dire senza problemi che è partito tutto da lì, dopo una dozzina d’anni di gavetta e cambiali. Tempi eroici, dove concluse le serate, ci restavano solamente i soldi per l’affitto e per mangiare. Il resto, tutto il resto… serviva a pagare i debiti. Ma era comunque bellissimo.
Quindi il successo l’ha toccata cantando in un’altra lingua: che effetto le ha fatto?
Mi ero intestardita di cantare in inglese perchè volevo far ballare la gente e con gli pseudonimi cominciai ad entrare nelle classifiche in Germania e Olanda. In più con mio fratello Theo, per guadagnare qualcosa in più, realizzavamo anche jingle per la pubblicità. Io ho sempre fatto di tutto pur di farcela, prima dei concerti scaricavo anche le casse, a volte saldavo anche i jack col saldatore a stagno, che peraltro so usare molto bene.
E’ vero che rifiutò Sanremo perchè non volevano farla cantare in inglese?
Certo, ho sempre rifiutato perchè tutti volevano che cantassi in italiano. Se avessi voluto ottonere il successo rapido, sarebbe bastato accettare… però sarei diventata solamente una brava cantante italiana come tante. E non mi bastava.
Che ricordi ha della sua infanzia?
Papà era proprietario di un caseificio che poi fallì e lui andò poi a lavorarci come operaio. Mi reda, è stata dura, a volte non avevamo neanche i soldi per mettere in tavola un piatto di minestra. Una condizione che però ritengo mi abbia aiutato a considerare una grazia tutto quello che è venuto in seguito. E poi… quando si è piccoli non ci si rende conto che in casa mancano i soldi. Per questo dico sempre di essere stata una bambina molto felice.
Lei è una donna piena di talenti, ha fatto numerosi progetti diversi… ma alla fine la chiamano sempre per cantare quelle due/tre canzoni con le quali il pubblico la identifica: come giudica questa cosa?
E’ vero, quando mi chiamano in tivù vogliono sempre Easy Lady, Call me o Il cerchio della vita. E quindi diventa difficile se non impossibile proporre dell’altro. E comunque continuo a cantarle con soddisfazione, faccio tantissime serate che sono parte della mia vita e mi sento ancora felice: questa è la chiave di tutto… la gioia del proprio lavoro e la fortuna di poterlo svolgere.
E’ stata chiamata da Elton John per il Re Leone: sono soddisfazioni, no?
E’ andata così: la Walt Disney mi chiamò per un provino per la colonna sonora del film. Quando mi dissero che avrei dovuto cantare in italiano, come al solito dissi no. Però loro mi spiegarono che sarebbe stato un cartone animato molto importante, convincendomi ad accettare. Seguirono alcuni mesi senza che accadesse nulla, alla fine mi richiamarono per il provino e mi mandarono il nastro sul quale registrare la canzone: avrei dovuto incidere la mia voce su uno spazio bianco, nella traccia dove già si erano esibite alcune tra le più importanti artiste italiane. Ma i nomi non li faccio. L’importante è che la scelta è caduta su di me.
Musica
Laureati col microfono: i cantanti italiani che possono vantare un dottorato in tasca
Se pensi che per fare musica bastino talento e fortuna, forse ti sorprenderà sapere quanti cantanti italiani hanno deciso di completare il loro percorso universitario, spesso con risultati eccellenti. In questo articolo ti raccontiamo le storie più curiose e ispiranti: da Annalisa, laureata in Fisica, a Aiello con due lauree in tasca, passando per Noemi, Baglioni, Nannini e molti altri. Ecco chi sono i “dottori” della musica italiana!

In un mondo dove spesso si pensa che per far musica basti talento, questi artisti dimostrano che lo studio può essere una risorsa preziosa, sia come “piano B” sia per arricchire la propria arte. I cantanti “dottori” italiani ci insegnano che investire nella propria formazione non è mai tempo perso… e può fare la differenza anche sotto i riflettori. Come per Claudio Baglioni, Noemi, Elio, Edoardo Bennato, Gianna Nannini e tanti altri.









Che “fisica” Annalisa!
Chi l’avrebbe mai detto che dietro la voce di Bellissima ci fosse una scienziata? Annalisa Scarrone, dopo essere arrivata seconda ad Amici nel 2011, ha continuato la sua carriera musicale, senza però trascurare la formazione. È infatti laureata in Fisica presso l’Università degli Studi di Torino. La sua passione per la scienza l’ha portata anche a condurre Tutta colpa di…, un programma di divulgazione scientifica su Italia 1. Sull’argomento università, la cantante ha dichiarato al Corriere della Sera:
“La laurea è una di quelle cose che rifarei subito, perché è stato un training di vita, una volta che raggiungi un traguardo così ti senti di poter fare qualunque cosa. Almeno io mi sono sentita così. E poi sono sempre stata curiosa, amante della scienza e degli esperimenti, anche un po’ nerd, quella vena un po’ pazza ce l’ho nel sangue.”
Dal DAMS con lode alla musica d’autore
Veronica Scopelliti, in arte Noemi, ha dimostrato che passione per la musica e formazione artistica possono andare a braccetto. Dopo il liceo classico si è laureata con 110 e lode al DAMS dell’Università Roma Tre con una tesi dal titolo originale: Un corpo per Roger Rabbit. Non solo: ha anche conseguito una laurea magistrale in regia cinematografica e televisiva.
Il poliglotta della musica pop
Anche se ha iniziato studiando Ingegneria, Tiziano Ferro ha poi seguito un’altra strada. Dopo aver frequentato Scienze della Comunicazione, senza però laurearsi in Italia, ha ottenuto il titolo in Interpretariato e Traduzione in inglese e spagnolo in California. Questo gli ha permesso di conquistare anche il pubblico sudamericano.
Aiello: due lauree e un cuore rock
Il cantante cosentino Aiello non è solo anima e voce, ma anche cervello. Dopo il diploma scientifico, si è laureato in Scienze della Comunicazione all’Università della Calabria e poi ha completato una magistrale in Economia alla LUISS. Un vero “cantautore economista”!
Claudio Baglioni è un architetto
Nel 2004, a 50 anni, Claudio Baglioni ha conseguito la laurea in Architettura presso La Sapienza di Roma. La sua tesi sul restauro del Gasometro di Roma dimostra quanto abbia preso sul serio l’università, nonostante una carriera musicale già affermata.
Brunori Sas: il cantautore ragioniere
Dario Brunori, noto come Brunori Sas, ha percorso prima la strada più razionale. Dopo il diploma in Ragioneria, si è laureato in Economia e Commercio all’Università di Siena. Poi ha scelto la musica, ma con metodo e visione imprenditoriale.
Olly: una laurea tra un beat e l’altro
Olly, giovane rivelazione della musica italiana, è riuscito a ottenere una laurea in Economia e Management all’Università di Milano mentre costruiva la sua carriera artistica. Celebre la sua dichiarazione: “Mi mancavano sei punti, ho fatto i conti, ho preso 101. Mi sono tatuato un dalmata!”. Matematica e passione, un mix vincente.
Gianna Nannini: filosofia e rock
Nel 1994, al culmine del successo, Gianna Nannini ha scelto di laurearsi in Filosofia all’Università di Siena. La sua tesi, “Il corpo nella voce”, riflette perfettamente la profondità del suo legame con la musica. Laurea con lode e un curriculum che unisce studio e ribellione.
Cesare Cremonini: laureato ad honorem… con merito
Cesare Cremonini non ha frequentato l’università, ma la sua carriera gli è valsa una laurea honoris causa in Musica e Spettacolo dall’Università di Bologna. Un riconoscimento alla sua poesia in musica e al contributo alla cultura pop italiana.
Musica
Renato Zero re degli incassi: batte Vasco, Ultimo e Fedez con 17,8 milioni e punta a un nuovo record nel 2025
Con 17,8 milioni di euro di fatturato nel 2024, l’etichetta indipendente di Renato Zero supera tutti i big della musica italiana. Meno brillante però il guadagno netto: 859 mila euro, lontano dai 2 milioni dell’anno precedente.

Altro che Vasco, Ultimo o Fedez: il numero uno della musica italiana, quando si parla di fatturato, si chiama Renato Zero. A dirlo non sono i fan, ma il bilancio 2024 della sua Tattica srl, etichetta indipendente e macchina perfettamente rodata che ha gestito ogni dettaglio del tour dell’anno scorso. Un giro d’Italia in 14 città che ha spinto i ricavi fino a quota 17 milioni e 862 mila euro, contro i 13,8 milioni del 2023. Una crescita vertiginosa che consolida il primato di Renato davanti a giganti come Vasco Rossi e Fedez – quest’ultimo con entrate diversificate anche fuori dal mondo musicale.
Il rovescio della medaglia? L’utile netto. Dopo la corsa del fatturato, il guadagno effettivo si ferma a 859.370 euro, decisamente meno degli oltre 2 milioni messi a segno dodici mesi prima. Colpa dei costi di produzione del tour, curato in ogni minimo aspetto e capace comunque di registrare il tutto esaurito nella maggior parte delle date.
A gonfiare le entrate anche lo sfruttamento online del catalogo editoriale, la vendita di prodotti fonografici e due contributi Covid a fondo perduto da 58.722 euro ciascuno, incassati tra febbraio e marzo 2024. Una strategia, quella digitale, su cui la società ha investito sempre più risorse, ottenendo “brillanti risultati”, come si legge nella nota integrativa.
Ma Zero non si ferma alla musica. A Roma possiede un ufficio, tre case, pertinenze e nuovi permessi edilizi tra centro storico e Camilluccia. E il 2025 potrebbe superare il record: il fratello, nella relazione al bilancio, parla di una programmazione in linea con i piani di rilancio nazionale legati al Pnrr, con un nuovo tour dal vivo in varie città italiane. Obiettivo dichiarato: consolidare il trono del Re dei sorcini anche sul fronte economico.
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