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Musica

Miley Cyrus confessa: “Durante il tour spendevo più in droghe che in abiti. Ho imparato a conviverci”

Miley Cyrus torna a parlare delle sue difficoltà con la droga e dell’impatto che hanno avuto i rapporti familiari sul suo percorso personale. Ora dice: “Se questo è il prezzo da pagare, lo accetto”

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    Miley Cyrus non ha mai avuto paura di mettersi a nudo e ancora una volta torna a raccontare la parte più fragile e difficile della sua vita. In un’intervista al podcast “The Ringer’s Every Single Album”, la popstar ha rivelato un dettaglio sorprendente: “Durante il tour del 2015, la voce di spesa più grande erano le droghe, e per nasconderle alla mia commercialista le mettevo sotto la voce ‘abiti vintage’”. Un escamotage che le ha permesso di celare una delle fasi più oscure del suo percorso.

    “Lei continuava a chiedermi come facessi a spendere così tanto in abiti vintage – ha raccontato Miley – e io riuscivo sempre a convincerla, ma dentro sapevo di vivere un periodo terribile”. Le dichiarazioni sono un nuovo passo avanti nella storia di una ragazza che ha saputo affrontare la fama e i suoi eccessi senza mai perdere la propria autenticità.

    In un’altra intervista al New York Times, Miley ha aperto il cuore parlando della sua famiglia e del difficile rapporto con il padre, Billy Ray Cyrus. “Ho imparato a vedere i miei genitori come persone – ha detto – Mia madre ha sempre amato mio padre e ha sopportato tanto. Essere sposata con un uomo dell’industria musicale senza farne parte è davvero difficile”. Miley ha anche confidato di aver assorbito il dolore della madre durante il periodo della separazione: “Era un dolore più suo che mio, ma l’ho vissuto come fosse mio”.

    La separazione tra Tish e Billy Ray Cyrus nel 2022 ha segnato un momento di svolta. Oggi entrambi hanno voltato pagina: Tish ha sposato l’attore Dominic Purcell, mentre Billy Ray ha trovato l’amore con Elizabeth Hurley. Un equilibrio che anche Miley sembra aver raggiunto, come racconta con sincerità.

    “Negli anni ’90 se qualcosa finiva sui tabloid se ne parlava per un anno. Oggi invece tutto passa molto più in fretta – ha detto – e io mi sento a mio agio. Ho imparato a convivere con questa esposizione, fa parte della vita che ho scelto”. Un’ammissione che mostra come, nonostante i demoni interiori e le difficoltà, Miley Cyrus abbia trovato la forza di riprendere in mano la propria vita, accettandone il prezzo senza più rimorsi.

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      Musica

      Taylor Swift perseguitata da uno stalker: “Dice di vivere con me”. Il giudice le concede l’ordine restrittivo

      Taylor Swift ha ottenuto un ordine restrittivo contro Brian Jason Wagner, 45 anni, che ha più volte cercato di entrare nella sua casa di Los Angeles sostenendo di viverci insieme a lei. Il provvedimento vieta all’uomo di avvicinarsi alla cantante e alla sua famiglia

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        Taylor Swift ha deciso di dire basta. Dopo mesi di episodi inquietanti, la cantante ha ottenuto un ordine restrittivo temporaneo contro un uomo che da tempo la perseguita, affermando – senza alcuna base reale – di avere una relazione con lei e addirittura di vivere nella sua casa. L’uomo in questione è Brian Jason Wagner, 45 anni, originario del Colorado, già noto alle forze dell’ordine per precedenti comportamenti ossessivi.

        L’episodio più grave è avvenuto a Los Angeles, dove Swift possiede una delle sue residenze. Wagner ha più volte raggiunto la proprietà, cercando di entrare, sostenendo di avere diritto ad “accedere alla sua abitazione” perché, a suo dire, Swift sarebbe la madre di suo figlio. Una narrazione tanto assurda quanto preoccupante. Secondo quanto scritto nella petizione presentata dalla cantante lo scorso 6 giugno, “vivo con la paura di un danno imminente. Quest’uomo ha manifestato comportamenti pericolosi e deliranti, con comunicazioni minacciose anche verso il mio staff”.

        Il giudice della Corte Superiore di Los Angeles ha accolto la richiesta della popstar e lunedì 9 giugno ha imposto a Wagner un divieto assoluto di avvicinarsi alla cantante, alla sua abitazione, al suo veicolo e al suo posto di lavoro. Dovrà mantenere una distanza di almeno 100 metri, non potrà contattarla in alcun modo né tentare di interagire con i suoi familiari o collaboratori.

        Tra le prove presentate dagli avvocati di Swift, alcune sono inquietanti: lettere manoscritte inviate mentre l’uomo si trovava in carcere, messaggi in cui affermava di avere una “relazione romantica” con lei e persino un tentativo di modificare l’indirizzo sulla sua patente per far apparire la casa della cantante come sua residenza. Non solo: Wagner avrebbe anche cercato di intercettare la posta di Swift, tentando di ottenere accesso alle sue comunicazioni personali.

        “Non ho mai condiviso il mio indirizzo con lui – ha scritto Swift nella petizione – e non c’è mai stato alcun tipo di rapporto. È riuscito a trovare dove vivo e si è presentato più volte senza essere invitato, rifiutandosi di andarsene”.

        Non è la prima volta che Taylor Swift si trova a dover affrontare episodi del genere. Come molte altre celebrità, è spesso costretta a difendere la propria sfera privata da intrusioni violente, a volte patologiche. Il caso di Wagner, però, sembra aver superato la soglia dell’allarme.

        L’udienza definitiva è fissata per il 30 giugno, ma nel frattempo l’ordine restrittivo rappresenta una prima barriera di protezione. Perché, come ha sottolineato la stessa cantante, “non è normale dover temere per la propria sicurezza solo per il fatto di essere una persona famosa”. Una frase amara, che mette a nudo il lato più oscuro della celebrità.

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          Musica

          Dove riposerà ora Brian Wilson: paradiso o inferno? God only knows…

          Il mondo della musica dice addio a una leggenda che, con la sua arte, ha fatto sognare la California a milioni di persone. Wilson ha insegnato al mondo che anche la fragilità può diventare armonia e che il dolore può generare dtraordinaria bellezza. Con la sua scomparsa, non perdiamo solo un artista, ma un pezzo di cultura musicale del Novecento, che rimane viva nelle sue note, tra spiagge, nostalgia e infinite “Good Vibrations”.

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            Il geniale fondatore dei Beach Boys, è scomparso all’età di 82 anni. Musicista visionario e pioniere del pop-rock, ha rivoluzionato il suono degli anni ’60 con melodie indimenticabili e innovazioni tecniche di straordinaria inventiva. Malgrado un’esistenza segnata da profonde fragilità personali, Wilson ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della musica. Tra i commossi tributi dei suoi compagni di band e l’eredità immortale di capolavori come Pet Sounds, il suo nome rimane simbolo di un sogno americano che continua a risuonare tra le onde del tempo.

            Un addio che commuove il mondo della musica

            A stroncarlo, un disturbo neurocognitivo simile alla demenza, reso noto all’inizio di quest’anno. La notizia ha scosso il mondo della musica, generando una serie di tributi toccanti da parte dei suoi compagni storici di band e da figure iconiche del panorama musicale. Al Jardine, cofondatore dei Beach Boys e amico d’infanzia di Wilson, ha espresso il suo dolore con parole toccanti:

            “Mi sentirò sempre fortunato ad averti avuto nella nostra vita. Eri un gigante umile che mi faceva sempre ridere. Ti sei riunito a Carl e Dennis, e ora cantate di nuovo quelle bellissime armonie.”

            Anche Mike Love e Bruce Johnston hanno ricordato come, insieme a Brian, regalarono al mondo il sogno americano di libertà, ottimismo e gioia:

            “La sua eredità vivrà attraverso le sue canzoni e nei nostri ricordi.”

            L’uomo che fece sognare la California

            Brian Wilson non era solo la voce e l’anima dei Beach Boys: era un compositore geniale che, pur non avendo mai davvero cavalcato le onde con un surf, riuscì a tradurre in musica l’essenza della California. Dai primi successi come I Get Around e Help Me, Rhonda fino alla perfezione armonica di Good Vibrations, Wilson ha trasformato il pop in arte. Durante il periodo d’oro della band (1962-1966), i Beach Boys infilzarono 13 hit nella Top 10 di Billboard, diventando il simbolo musicale di una generazione. Il suo capolavoro, Pet Sounds (1966), ha influenzato i Beatles e cambiato per sempre il modo di concepire un album.

            Paul McCartney dichiarò:

            “È stato Pet Sounds a farmi perdere la testa. Nessuno è davvero istruito musicalmente finché non ha ascoltato quell’album.”

            Genio fragile: tra ombre, abusi e rinascita

            Dietro la genialità di Wilson si nascondeva un’anima tormentata. Vittima di abusi paterni, afflitto da crisi di panico e da una fragilità mentale crescente, Brian si allontanò dalle scene per rifugiarsi nello studio, tra eccessi di ogni tipo e isolamento forzato. Il controverso rapporto con lo psicoterapeuta Eugene Landy divenne quasi una prigionia, fino alla liberazione legale nel 1992. Ma la sua storia non finisce nel buio: nel 2004 completò Smile, l’album maledetto iniziato nel 1967 e poi abbandonato. Accanto a lui, Melinda Ledbetter, l’ex modella e venditrice di Cadillac che divenne la sua ancora di salvezza e moglie:

            “Mi ha salvato la vita. Mi ha restituito fiducia e voglia di vivere.”

            In pochi conoscono il rapporto della famiglia Wilson con Charles Manson

            Un aspetto indiretto e inquietante era quello che legava i Wilson – più precisamente il fratello di Brian, anche lui membro dei Beach Boys – e Charles Manson, il famigerato criminale e leader della “Family” responsabile degli omicidi Tate-LaBianca nel 1969. Nel 1968, Dennis Wilson fece inconsapevolmente entrare Manson nella sua vita che, all’epoca, cercava di lanciare la sua carriera musicale. Dennis, affascinato dalla sua personalità carismatica e dal gruppo di donne che lo seguivano, lo ospitò per mesi nella sua villa a Sunset Boulevard, a Los Angeles. Manson e la sua “Family” si trasferirono nella casa di Dennis, causando danni enormi (si parla di oltre 100.000 dollari tra abusi di proprietà, spese, furti e distruzioni) e instaurando una presenza sempre più inquietante. Manson voleva diventare una rockstar. Incise alcune demo, e Dennis inizialmente tentò di aiutarlo, portandolo in studio e presentandolo ad alcuni produttori. I Beach Boys arrivarono persino a riarrangiare e pubblicare una sua canzone, Cease to Exist, ribattezzata Never Learn Not to Love, inclusa nel loro album 20/20 (1969). Tuttavia, non accreditarono Manson come autore, cosa che lo fece infuriare.

            La rottura e le conseguenze

            Quando Dennis iniziò a percepire il lato oscuro e minaccioso di Manson, anche sotto consiglio di Brian, tagliò i ponti. Non lo affrontò direttamente: cambiò casa senza dirgli nulla, lasciando l’abitazione con i Manson ancora dentro. Poco dopo, Manson si allontanò dal mondo della musica e virò verso la follia e la violenza che culminò negli omicidi dell’estate 1969.

            Un’eredità musicale immortale

            Anche dopo aver lasciato i Beach Boys negli anni ’80, Wilson non smise mai di fare musica. Tornò con la band nel 2012 per l’album That’s Why God Made the Radio, e recentemente aveva partecipato al documentario The Beach Boys di Frank Marshall, su Disney+, tornando simbolicamente sulla spiaggia di Malibu dove tutto era cominciato. La sua incredibile musica rimarrà eterna: non solo per i nostalgici del surf ma per tutti coloro che sanno riconoscere l’arte quando l’arte riesce a parlare al cuore.

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              Musica

              Altro che “Bagno a mezzanotte”: ecco il cachet da bagno d’oro di Elodie

              Fra look da passerella sexy e hit che spopolano ovunque, Elodie è oggi una delle artiste italiane più pagate e richieste. Dopo il clamoroso successo del concerto a San Siro, il suo cachet è letteralmente schizzato alle stelle. Ma quanto guadagna davvero per un concerto? Non è una cifra per comuni mortali…

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                Qualche giorno fa Elodie ha fatto la storia diventando una delle poche artiste italiane a esibirsi come headliner sul palco di San Siro. Uno show memorabile, sold out, con scenografie spettacolari, outfit iconici e un’energia da superstar internazionale. Un traguardo che non solo l’ha consacrata regina del pop italiano, ma ha anche dato una bella spinta verso l’alto al suo già generoso cachet.

                Quanto guadagna Elodie per un concerto? Cifre da standing ovation

                Secondo stime del settore, Elodie percepisce tra i 60.000 e i 70.000 euro per una singola esibizione dal vivo, ma il successo di San Siro potrebbe far lievitare ulteriormente la cifra. Per eventi privati o brand esclusivi si arriva facilmente a 100.000 euro a serata. Insomma, se voleste Elodie al vostro matrimonio… forse vi conviene optare per una playlist su Spotify.

                Musica, moda e milioni: un business che non si ferma

                Elodie non è solo una cantante. È un fenomeno di costume, un’icona di stile, un brand vivente. Ha collaborato con marchi di alta moda, è apparsa sulle più importanti copertine italiane ed è diventata testimonial per diversi brand di lusso. Tra concerti, campagne pubblicitarie e diritti d’immagine, le sue entrate annue superano il milione di euro. E la cifra è destinata a crescere: ogni outfit da red carpet diventa virale, ogni post sponsorizzato fa impazzire i social.

                Diva sì, ma con i piedi per terra… su tacchi imperiosi

                Nonostante la fama e i numeri da capogiro, Elodie resta un personaggio autentico. Parla apertamente di tematiche sociali, sostiene i diritti civili e ha sempre mostrato orgoglio per le proprie origini. È proprio questo mix tra schiettezza e glamour che la rende così amata nel panorama musicale italiano.

                Canta, incanta… e incassa alla grande

                Con il trionfo milanese ( si replica stasera a Napoli allo Stadio Maradona), Elodie ha mandato un messaggio chiaro: non è più una promessa, è una certezza. E con un cachet che fa girare la testa, ogni sua nota vale oro. Altro che bagno a mezzanotte… qui si nuota nel lusso a ogni battito di cassa.

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