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Musica

Pamela Prati canta ancora: sarà la Beyoncé di Ozieri o solo un karaoke estivo? (video)

Chi l’avrebbe mai detto? Pamela Prati, storica regina del Bagaglino e di innumerevoli prime serate anni ’90, oggi si reinventa cantante pop(olare), con tanto di tormentone estivo e invito ufficiale a Mahmood per un improbabile duetto in lingua sarda. L’idea? Cantare “un pezzo della storia della Sardegna” insieme, unendo le loro radici isolane. Mahmood non ha ancora risposto.

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    Il nuovo singolo, intitolato Narciso, è appena uscito e, contro ogni previsione, si prende la scena estiva tra mojito e infradito. Scritto con Daniele Piovani, il brano racconta l’incontro tossico con un narcisista da manuale – da qui il fiore simbolico – e la conseguente rinascita personale. Un inno alla libertà, alla consapevolezza e, ovviamente, a se stessi. D’altronde, chi meglio della Prati per parlarci di narcisismo?

    Il videoclip: sensualità a cinque stelle

    Girato all’esclusivo Hotel Adoro di Roma, il video ufficiale è una sinfonia di danza, sguardi intensi e outfit da passerella. Pamela si mostra in una coreografia sensuale e magnetica, circondata da un corpo di ballo energico. Il tutto confezionato in stile fashion, promette atmosfere da videoclip internazionale. Il risultato? Un mix tra Donatella Rettore meets Beyoncé con accento barbaricino.

    Duetto in sardo: sogno o provocazione?

    Ma il vero colpo di scena è la proposta a Mahmood. Durante un’intervista ad All Music Italia, Pamela ha suggerito all’artista milanese con origini sarde di cantare con lei un pezzo in sardo. Una mossa audace, più culturale che musicale. E se Mahmood dicesse sì? Potremmo ritrovarci con il primo vero tormentone in lingua sarda della storia della musica pop italiana. Brividi alla sola idea…

    L’arte di reinventarsi, sempre e comunque

    Pamela Prati ci insegna una lezione fondamentale: reinventarsi non ha scadenza. Dai finti matrimoni alle vere canzoni, la diva di Ozieri ha ancora voglia di stupire. Sarà una hit da classifica o solo un’operazione nostalgica con basi dance? Poco importa. Nel dubbio, balliamoci sopra. Con o senza Mahmood.

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      Lennon-Mc Cartney 2.0: i figli sulle orme dei padri

      Sembrano i Beatles con un velo di modernità in più: sono i figli di John Lennon e Paul MCartney che hanno unito le forze per realizzare una nuova canzone. E la leggenda continua…

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        Alzi la mano chi non ha mai sognato che, un giorno, i figli dei Beatles si organizzassero per creare una band di scarafaggi 2.0. Una canzone firmata Lennon-McCartney spicca oggi sulle piattaforme Spotify e YouTube. Non si tratta però di intelligenza artificiale, neanche di un demo ritrovato in chissà quale sperduto cassetto… stavolta i tre minuti e dodici secondi di Primrose Hill – così si intitola il brano – sono la realizzazione di un connubio forse inatteso ma, per certi versi, assolutamente naturale.

        Chi volesse collaborare al video può iscriversi al contest

        James McCartney, figlio di Paul McCartney e Sean Ono Lennon, figlio di John Lennon e Yoko Ono, hanno unito gli sforzi sulle illustri orme paterne per partorire un nuovo brano dall’iconica firma a quattro mani. McCartney junior ha pure lanciato un concorso rivolto a tutti coloro che vorranno creare un video ispirato alla canzone.

        Non solo un’occasione isolata

        Il brano non è certo epocale… anche se si tratta di una traccia piacevolmente soave e romantica. La cosa davvero più importante è che Primrose Hill rappresenta solo il primo atto di una collaborazione più strutturata con Sean Ono Lennon, autore del recente lavoro Asterism. Che i Beatles possano in futuro risorgere grazie proprio ai figli dei quattro baronetti?!? Immaginare non costa niente, come cantava John… “non è difficile da fare”.

        Primrose Hill (letteralmente Collina delle Primule) è una collina di 78 metri che si trova nella parte nord di Regent’s Park, a nord di Londra. È anche il nome del distretto nel quale sorge. Dalla collina si gode di un’ottima vista del centro della city. Come Regent’s Park la zona è stata una parte della grande riserva di caccia riservata al re Enrico VIII d’Inghilterra e divenuta proprietà della Corona nel 1841. Nel 1842 un atto del Parlamento rese il luogo pubblico e aperto a tutti.

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          Quella notte che Milano diventò la Capitale del Reggae

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            Il 27 giugno 1980 lo stadio di San Siro a Milano fu testimone di uno degli eventi musicali più straordinari della storia italiana. Circa 90.000 persone provenienti da ogni angolo d’Italia si riunirono per assistere al concerto di Bob Marley. La folla, carica di energia elettrizzante, anticipava con fervore l’arrivo dell’icona reggae, in un momento storico in cui la musica di Marley rappresentava un potente simbolo di resistenza e speranza.

            Esibizioni indimenticabili

            Il concerto iniziò con le esibizioni di Roberto Ciotti e Pino Daniele, che prepararono il terreno per l’entrata trionfale di Marley sul palco. Quando finalmente Marley salì sul palco, la folla esplose in un tripudio di gioia. Con la sua presenza carismatica e la voce inconfondibile, Marley incantò il pubblico con brani iconici come One Love, Survival, Jammin e No Woman No Cry. Ogni canzone trasmetteva messaggi potenti di unità, resistenza e speranza, avvolgendo gli spettatori in un’esperienza musicale e spirituale senza precedenti.

            Vibrazioni positive e partecipazione collettiva

            Una notte magica resa ancora più speciale dalla luce di migliaia di accendini accesi sugli spalti, in grado di creare un’atmosfera suggestiva e partecipativa. Questo gesto simbolico rappresentava l’impegno e la connessione tra Marley e il pubblico, uniti in un’esperienza di vibrazioni positive. Il concerto non fu solo una esibizione artistica… ma un rito partecipativo di massa in cui le persone ballavano, riflettevano e si emozionavano, sentendosi parte di un movimento di resistenza contro le ingiustizie sociali. Col senno di poi, si può considerare come l’ltimo atto epico di un sogno di movimento che aveva infiammato di rivoluzione il mondo giovanile. Il sipario più degno che si potesse immaginare, anche se in quel momento nessuno era in grado di capirlo…

            L’omaggio di Antonello Venditti a Marley

            Quel concerto ha avuto un impatto così profondo sulla cultura italiana che, anni dopo,Antonello Venditti gli ha reso omaggio nella sua canzone Pietro e Cinzia, nel quale il cantautore romano fa riferimento a Marley e alla sua influenza culturale.

            L’Eredità di Marley

            Il concerto di Bob Marley a San Siro ha segnato uno degli ultimi grandi eventi della sua carriera prima della sua prematura scomparsa nel 1981. Lasciando un segno indelebile nei cuori di molti, Marley ha consolidato la sua eredità come icona di pace, uguaglianza e resistenza. La sua musica e il suo messaggio continuano a ispirare e influenzare generazioni di persone in tutto il mondo, promuovendo un impegno duraturo per un mondo più giusto e equo.

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              Rino Gaetano, in vendita la sua casa dei sogni a Mentana: un pezzo di storia musicale

              La villa, che Rino Gaetano scelse come rifugio creativo e luogo di condivisione, conserva intatta l’atmosfera degli anni ’70. Ora in vendita, necessita di ristrutturazione ma offre una vista affascinante sulle colline romane.

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                Un pezzo di storia musicale è ufficialmente in vendita: la villa di Mentana che fu dimora di Rino Gaetano, uno dei più iconici cantautori italiani. Situata in via delle Molette, questa residenza di circa 300 metri quadri rappresenta non solo un rifugio personale, ma anche un simbolo della vita e della creatività dell’artista calabrese, scomparso prematuramente nel 1981 a soli 30 anni.

                Una casa intrisa di storia e memoria
                Rino Gaetano acquistò la villa nel 1980, immaginandola come il luogo dove vivere con la fidanzata Amelia Conte, con cui progettava il matrimonio. La casa divenne un centro di condivisione e creatività, un luogo dove l’artista amava organizzare cene, feste e serate musicali.

                Il cuore della dimora era il salone principale, un’ampia area di 100 metri quadri al primo piano, dove Rino componeva e accoglieva amici e familiari. Immersa nel verde delle colline romane, la villa offriva tranquillità e ispirazione, pur restando a breve distanza dagli studi di registrazione della RCA sulla Tiburtina.

                Una storia tra arte e cultura
                Negli anni ’70 e ’80, la zona delle Molette era un vivace enclave musicale, frequentata da artisti del calibro di Sergio Endrigo, Ennio Morricone e Luis Enriquez Bacalov. La villa, scelta da Rino Gaetano per il suo fascino e la vicinanza a Roma, divenne un simbolo della sua breve ma intensa carriera.

                Dopo la tragica scomparsa del cantautore in un incidente stradale nel giugno 1981, la proprietà passò in eredità ai genitori e alla sorella Anna. Nel 1985, la famiglia vendette la villa ai nuovi proprietari, chiedendo di mantenere vivo il ricordo di Rino e il valore simbolico del luogo.

                In vendita: un’occasione per pochi
                Oggi, la villa è tornata sul mercato. L’annuncio immobiliare descrive la proprietà come unica, ma bisognosa di importanti interventi di ristrutturazione. Gli interni, infatti, conservano l’atmosfera degli anni ’70 e ’80, con finiture di lusso per l’epoca.

                Il prezzo richiesto, inferiore ai 300.000 euro, risulta competitivo rispetto agli standard della zona, rendendola un’opportunità interessante per chi desidera possedere una parte della storia musicale italiana. La posizione strategica e il fascino intramontabile della villa ne fanno una scelta ideale per gli amanti dell’arte e della cultura.

                Un luogo da riscoprire
                Questa dimora non è solo una casa, ma un rifugio intriso di storia e creatività. Per chi acquisterà la villa, non sarà solo un’opportunità immobiliare, ma anche un modo per rendere omaggio a uno dei più grandi cantautori italiani, mantenendo vivo il ricordo di Rino Gaetano e delle sue indimenticabili canzoni.

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