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Musica

Renato Zero e la storia con Enrica Bonaccorti: un amore giovanile tra passione e spettacolo

Dalla manager Lucy Morandi all’intensa relazione con Enrica Bonaccorti: gli amori che hanno accompagnato il percorso umano e artistico di Renato Zero.

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    Renato Zero è un’icona della musica italiana, capace di conquistare intere generazioni con il suo talento unico e i suoi brani indimenticabili. Ma oltre alla sua carriera stellare, anche la sua vita privata ha lasciato spazio a relazioni significative che hanno contribuito a definirlo non solo come artista, ma anche come uomo.

    I grandi amori di Renato Zero
    Il primo grande amore di Renato Zero è stato Lucy Morandi, sorella di Massimo Morante, il chitarrista dei Goblin. I due si conobbero negli anni ’70, in un periodo in cui Zero muoveva i primi passi nel panorama musicale italiano. Lucy non fu solo la sua compagna, ma anche un’importante collaboratrice: per anni fu la sua manager, aiutandolo a costruire una carriera che sarebbe poi diventata leggendaria.

    Nonostante la fine della loro relazione, Renato Zero conserva un bellissimo ricordo di Lucy, sottolineando il legame speciale che li ha uniti in passato.

    La relazione con Enrica Bonaccorti
    Dopo la rottura con Lucy Morandi, nella vita di Renato Zero arrivò Enrica Bonaccorti, nota conduttrice e autrice televisiva. Il loro fu un amore giovanile, intenso e ricco di passione. “Ricordo la nostra passione per lo spettacolo, l’ingenuità dei nostri vent’anni, i baci rubati nei portoni. Ho riconosciuto il suo talento da subito,” ha raccontato Enrica in alcune interviste.

    La loro relazione, seppur breve, lasciò un segno indelebile in entrambi. Tuttavia, le ragioni della loro separazione non sono mai state rese pubbliche, lasciando un alone di mistero su uno dei capitoli più affascinanti della vita privata di Renato Zero.

    Un uomo riservato ma generoso
    Nonostante le sue relazioni passate, Renato Zero ha sempre mantenuto un forte riserbo sulla sua vita privata. Tuttavia, ciò non gli ha impedito di costruire legami profondi. Tra questi spicca il rapporto con Roberto Anselmi Fiacchini, il figlio che Zero ha adottato. Negli anni, il loro legame è diventato indissolubile, mostrando un lato umano e generoso dell’artista che pochi conoscono.

    L’eredità di un artista completo
    Renato Zero non è solo un simbolo della musica italiana, ma anche un uomo capace di vivere con intensità i suoi rapporti umani. Dalle storie d’amore del passato alla dedizione verso il figlio adottivo, la sua vita privata riflette la stessa passione e autenticità che hanno caratterizzato la sua carriera artistica. Un artista e un uomo che continuano a ispirare, lasciando un’impronta indelebile nel cuore di chi lo ama.

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      Musica

      Annalisa compie 40 anni: dalla bocciatura a X Factor al trono del pop italiano

      Da ragazza respinta ai provini di X Factor a regina delle classifiche: la parabola di Annalisa Scarrone è una storia di talento, tenacia e intuizioni vincenti. Oggi festeggia il suo compleanno con un nuovo album in arrivo, un duetto con Marco Mengoni e la consapevolezza di aver trasformato ogni ostacolo in successo.

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        Annalisa compie oggi 40 anni, e il suo compleanno ha il sapore di un nuovo inizio più che di un bilancio. Con una voce potente, un repertorio di hit che hanno dominato le classifiche e una carriera costruita passo dopo passo, la cantante savonese è ormai una certezza del pop italiano.

        Il traguardo arriva in un momento di grande fermento: questo autunno uscirà il suo nuovo progetto discografico, Ma io sono fuoco, anticipato dal duetto con Marco Mengoni, Piazza San Marco, in arrivo il 5 settembre. Due tasselli che confermano una stagione d’oro per l’artista, capace di trasformare ogni singolo in un fenomeno virale.

        Il viaggio musicale di Annalisa Scarrone, classe 1985, inizia presto. A otto anni studia chitarra classica, a 14 si avvicina al canto con la maestra Danila Satragno. Prima ancora della popolarità televisiva, è già autrice e frontwoman della band rock Malvasia, poi ribattezzata Le Noire. Quando il gruppo si scioglie nel 2008, lei non si arrende e continua a inseguire il suo sogno.

        Paradossalmente, il primo “no” della sua carriera arriva da X Factor: Annalisa non supera i provini. Ma il rifiuto diventa carburante. Tre anni dopo entra ad Amici di Maria De Filippi e nel 2011 conquista il secondo posto e il premio della critica, aprendo la porta a un percorso che non si fermerà più.

        Dai primi album fino alla consacrazione come regina dei tormentoni estivi, Annalisa ha saputo reinventarsi senza perdere identità. Brani come Bellissima (2022), Mon Amour e Disco Paradise (2023), Euforia (2023), Sinceramente e Storie brevi con Tananai (2024) hanno scandito la sua ascesa, fino al recente Maschio (2025), che l’ha riportata ai vertici dello streaming e delle radio.

        Oggi Annalisa guarda avanti con la stessa determinazione di sempre. A 40 anni, la sua carriera dimostra che il talento vince sulle porte chiuse e che la tenacia, nella musica come nella vita, può trasformare un rifiuto in un trionfo.

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          Musica

          Sfera Ebbasta interrompe il concerto per una rissa tra fan: “Non sapete divertirvi”

          Durante l’ultima canzone del live a Cinquale scoppia una rissa sotto il palco. L’artista ferma tutto e abbandona l’esibizione. Crescono le preoccupazioni sulla sicurezza ai concerti.

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          Sfera Ebbasta

            Concerto finito in anticipo per Sfera Ebbasta sabato 2 agosto all’Arena della Versilia, in provincia di Massa-Carrara. A causa di una rissa scoppiata tra alcuni spettatori nelle prime file. Lepisodio, avvenuto durante il gran finale del live, ha costretto il rapper milanese a interrompere bruscamente l’esibizione e ad abbandonare il palco visibilmente contrariato.

            Le immagini diffuse sui social documentano il momento esatto in cui il pubblico, inizialmente intento a godersi l’ultima canzone, viene scosso da una violenta lite scoppiata sotto al palco, degenerata rapidamente in calci, pugni e spintoni. A quel punto, Gionata Boschetti – vero nome dell’artista – ha fermato la musica, rivolgendosi ai presenti con parole dure. “Siete dei babbi, non sapete divertirvi”, ha detto, mostrando delusione e rabbia.

            “Questa era l’ultima canzone e qualcuno ha voluto rovinarla. Mi dispiace davvero”, ha aggiunto. Il rapper, che si esibiva a torso nudo e con i caratteristici occhiali da sole, ha poi sottolineato l’irresponsabilità di certi comportamenti. “Ci sono bambini, ci sono ragazzine… e tu parti con il pogo? Che c…o fai? Siete dei babbi. Ve lo dico con il cuore”. Dopo queste parole, ha salutato il pubblico e ha lasciato il palco. Tra fischi e cori di delusione, ma anche urla contro i responsabili del caos.

            L’episodio ha scatenato un acceso dibattito sui social e riaperto la questione della sicurezza nei concerti dal vivo, soprattutto nei live ad alta affluenza giovanile. Non è la prima volta che Sfera Ebbasta si trova coinvolto – indirettamente – in episodi critici durante i suoi eventi. La mente corre inevitabilmente alla tragedia di Corinaldo del 2018. Quando, durante l’attesa di un’esibizione del trapper in discoteca, persero la vita sei persone a causa del panico generato da uno spray urticante.

            Sebbene in questo caso non si siano registrati feriti gravi, l’episodio riaccende l’allarme su come vengono gestite le folle nei concerti e sulle responsabilità che gravano su organizzatori e forze dell’ordine. Sfera Ebbasta, nel frattempo, ha scelto il silenzio sui social, forse per lasciar parlare i fatti e prendere le distanze da una serata che avrebbe dovuto essere una festa – e che invece si è chiusa tra amarezza e polemiche.

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              Da Ultimo a Numero Uno: il ragazzo di San Basilio che ha staccato 250 mila biglietti in tre ore

              In un’Italia musicale che fatica a riempire gli stadi, con tournée naufragate tra spalti vuoti e conti in rosso, Niccolò Moriconi – in arte Ultimo – firma l’impresa: 250 mila biglietti venduti in tre ore per il maxi-concerto di Tor Vergata del 2026. Da figlio di San Basilio con studi al conservatorio e senza santi in paradiso, a nuovo numero uno della musica pop: il ragazzo schivo e allergico alle luci della tv ha costruito la sua “chiesa” parlando agli ultimi, che oggi diventano una folla oceanica.

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                Il pop italiano sanguina, affonda tra tour cancellati e spalti deserti. Eppure, nel mezzo di un deserto di biglietterie, un ragazzo di 29 anni nato a San Basilio si prende la scena come nessuno prima di lui. Ultimo – all’anagrafe Niccolò Moriconi – ha venduto 250 mila biglietti in tre ore per il “Raduno degli Ultimi”, il concerto che il 4 luglio 2026 trasformerà la spianata di Tor Vergata in un oceano umano. È già un record: supera Vasco Rossi e il suo Modena Park 2017, fermo a 225 mila presenze.

                L’annuncio è arrivato sui social, con la sobrietà di chi non ha mai cercato riflettori inutili: «Il concerto più grande di sempre». E i fan, che lo seguono con una devozione quasi liturgica, hanno risposto trasformando l’evento in un sold out immediato. La scena è paradossale: mentre decine di artisti devono fare i conti con tournée sovradimensionate e buchi economici, l’ex “ultimo della fila” diventa Numero Uno senza neanche dover bussare ai salotti televisivi.

                Ma chi è davvero Ultimo? Figlio di una piccola borghesia romana, musicista cresciuto tra conservatorio e tentativi andati a vuoto nei talent show, il ragazzo dal carattere chiuso ha trasformato la sua normalità in un marchio vincente. Nessuna esposizione mediatica, poche interviste, zero personaggio: la sua forza è l’anti-star, l’amico del “parchetto di San Basilio” che canta il mal di vivere dei ragazzi comuni. E funziona.

                Le cifre parlano per lui: 1 milione e 750 mila biglietti venduti nella carriera, 84 dischi di platino, 17 d’oro, 3,5 miliardi di streaming su Spotify. Ma la vera consacrazione non è nelle statistiche: è in quella identificazione collettiva che lo ha reso portavoce di chi si sente invisibile, degli “ultimi” che trovano nelle sue ballate – fatte di sofferenza, resilienza e rivincita – uno specchio fedele.

                E così, mentre il pop italiano cerca disperatamente di reinventarsi tra sponsor e coreografie, Ultimo può permettersi di restare ciò che è sempre stato: il ragazzo qualunque che canta a squarciagola la vita che fa male. Nessun effetto speciale, nessuna sovrastruttura. Solo la promessa di un rito collettivo: ci vediamo a Tor Vergata, e sarà la notte in cui l’Ultimo diventa davvero Primo.

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