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Musica

Rose Villain e “Radio Vega”, il disco della rivincita: “Le donne ambiziose intimidiscono”

Rose Villain presenta il suo nuovo lavoro Radio Vega, un disco nato tra Italia e Stati Uniti, dove racconta storie struggenti con il suo inconfondibile “animo blu”. Tra featuring di peso e una visione chiara della sua carriera, l’artista si toglie qualche sassolino dalle scarpe: “Mi dicevano che non ce l’avrei fatta, ora mi godo la rivincita”.

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    Rose Villain è tornata. Dopo il successo di Fuorilegge a Sanremo, la cantante pubblica Radio Vega, un album che chiude la trilogia iniziata con Radio Gotham e proseguita con Radio Sakura. Un disco che nasce tra New York e l’Italia, che mescola mitologia e introspezione, confermando il talento e la determinazione di un’artista che ha sempre saputo quello che voleva, anche quando in molti le dicevano che non ce l’avrebbe fatta.

    «Sono caotica, disordinata. Ma sulla musica mi si centra tutto, sono sicura di quello che voglio», racconta con la sicurezza di chi ha finalmente trovato il proprio spazio nella scena musicale italiana. In Radio Vega, disponibile dal 14 marzo, ci sono tredici nuove tracce e una lista di featuring da far invidia: Fabri Fibra, Guè, Lazza, Chiello e Geolier. Al suo fianco, nella produzione e nella vita privata, c’è sempre Sixpm (Andrea Ferrara), con cui condivide non solo la musica ma anche il quotidiano.

    Un viaggio tra stelle e miti

    Il titolo Radio Vega richiama la mitologia greca e l’amore tragico tra Orfeo ed Euridice, una storia di passione, perdita e rimpianti. «È la storia d’amore più triste, per me», racconta Rose. «Anche se io sono felice con Andrea, mi piace raccontare storie struggenti e difficili, c’è questo animo blu nelle mie canzoni».

    Ed è proprio quell’animo blu a rendere Radio Vega un viaggio musicale profondo, tra suoni urban, contaminazioni elettroniche e testi che raccontano di relazioni intense e di sentimenti contrastanti. È un disco che parla d’amore, ma non nel modo tradizionale: l’amore qui è tormento, sfida, rinascita. È un amore che, come Vega, brilla di luce propria, ma è anche destinato a rimanere sospeso nel tempo.

    Donne e musica: una battaglia ancora aperta

    Il successo di Rose Villain è una conferma del suo talento, ma anche un segnale di come le cose stiano cambiando, seppur lentamente, per le donne nella musica italiana. «In studio non c’è genere, ma il gender gap è reale», sottolinea.

    Il problema, spiega, non è solo la mancanza di spazio, ma il modo in cui le artiste vengono percepite: «Vedo che spesso mi si dà attenzione per il fatto di essere una ragazza carina a cui piace la moda, mentre dovrebbe essere la musica al centro». Un pregiudizio che conosce bene e che ha imparato a combattere con la sua stessa carriera.

    «Le donne spesso sono sottovalutate, c’è sicuramente un lavoro da fare: dobbiamo essere più unite e confident delle nostre capacità e del nostro essere artiste». Il suo non è solo un discorso sul successo personale, ma un messaggio chiaro a tutte le ragazze che vogliono intraprendere questa strada.

    La rivincita di Rose Villain

    Oggi Rose Villain è un’artista affermata, ma il suo percorso non è stato facile. «Capisco chi in passato sbarrava gli occhi quando dicevo che volevo fare gli stadi. Ma le porte in faccia mi sono servite moltissimo», racconta.

    La sua è stata una scalata fatta di determinazione e sacrifici, con il costante peso del pregiudizio sulle spalle. «Le persone sono spesso intimidite dalle donne ambiziose», ammette. E tra coloro che non hanno creduto in lei c’era anche un ex fidanzato: «Mi diceva che non ce l’avrei fatta: ora non sapete la goduria».

    Quello che per altri era un sogno irraggiungibile, per Rose Villain è diventato realtà. Con Radio Vega, dimostra ancora una volta che la musica non ha bisogno di etichette, di compromessi o di conferme: basta sapere chi sei e lottare per quello che vuoi. E lei lo ha fatto, senza mai voltarsi indietro.

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      Musica

      Noemi, dal talento alla resilienza: “Il dolore mi ha insegnato a sciogliere i nodi”

      La cantante romana sarà giurata nella nuova edizione di Io Canto Family, in onda dal 16 settembre su Canale 5. In un’intervista ha raccontato la sua battaglia contro la derealizzazione e la sua visione della musica e della vita.

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      Noemi

        Non più solo voce, ma anche esempio di forza personale. Noemi, 42 anni, tra le interpreti più amate del panorama italiano, si prepara a un nuovo capitolo televisivo: sarà infatti nella giuria del talent Io Canto Family, accanto a Patty Pravo e ad altri volti della musica italiana. Prima del debutto in tv, però, l’artista ha scelto di raccontarsi a cuore aperto in un’intervista a La Stampa, svelando le difficoltà che ha affrontato e la strada che l’ha portata a trasformare le fragilità in risorse.

        La battaglia contro la derealizzazione

        Noemi ha rivelato di aver sofferto di un disturbo neurologico poco conosciuto, la derealizzazione: «All’improvviso non riuscivo più a mettere a fuoco la realtà intorno a me. Mi sentivo come un fantasma in un mondo ovattato. Era il corpo che mi costringeva a guardarmi dentro». Un blocco che l’ha costretta a fermarsi, ma anche ad affrontare ciò che cercava di ignorare.

        Nessun vittimismo, però: la cantante ha trasformato quel momento in un’occasione di crescita. «Le difficoltà ci insegnano chi siamo. Nel buio sei solo, perché solo tu puoi cambiare ciò che non va. Se eviti il dolore diventa un’armatura pesante, se lo affronti impari a crescere».

        La riflessione sull’arte e sul mercato discografico

        Dalle sue esperienze personali Noemi trae una visione più ampia sul mondo della musica. «Molti giovani artisti oggi si trovano in crisi: il mercato non concede loro il tempo di costruire un’identità. Si lavora sul singolo, nella logica del “buona la prima o tutti a casa”. È naturale che qualcuno crolli», osserva.

        La cantante sottolinea anche come la musica stia rischiando di ridursi a semplice intrattenimento. «Adoro Lady Gaga e i tormentoni estivi, ma credo che una canzone debba anche far riflettere. Non tutto può esaurirsi in un ballo da spiaggia».

        Un cambiamento personale radicale

        Noemi non nasconde di aver compiuto scelte profonde anche sul piano personale. «Sono sempre stata una giovane vecchia, rigida e discreta. Ora però sono stanca: ieri ero quadrata, oggi ho deciso di essere tonda», afferma con una metafora che ben rappresenta la sua voglia di leggerezza e rinnovamento.

        Dalla pubblicità al successo in musica

        La carriera di Noemi non è stata immediata. Prima del debutto musicale, la sua presenza sul piccolo schermo si era notata quasi per caso, in uno spot televisivo. Oggi invece è tra le voci più riconoscibili della scena italiana, con un percorso che unisce il pop d’autore a collaborazioni prestigiose e numerose partecipazioni al Festival di Sanremo.

        Il nuovo ruolo da giurata a Io Canto Family rappresenta un’ulteriore tappa di una carriera che non ha mai smesso di evolversi. Non solo artista, ma anche donna capace di raccontare le proprie vulnerabilità senza paura, trasformandole in un messaggio di forza e autenticità.

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          Musica

          Laura Pausini tra carriera, maternità e regole digitali: “Mia figlia? Niente social fino a quando posso”

          La cantante romagnola si racconta in un’intervista al Corriere della Sera: dal rapporto con la figlia dodicenne alla riflessione sul mondo dei giovani, passando per ricordi scolastici e sogni artistici mai realizzati.

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          Laura Pausini

            Laura Pausini non è soltanto una delle voci italiane più amate al mondo, ma anche una madre attenta e consapevole delle sfide educative del nostro tempo. In una lunga intervista al Corriere della Sera, la cantante 51enne ha parlato della sua vita privata, del rapporto con la figlia Paola – dodici anni, avuta dal compagno e collega Paolo Carta – e del difficile equilibrio tra regole, libertà e nuove tecnologie.

            «Con il primo telefono che ha avuto poteva solo chiamare noi», racconta Pausini. «Poi le abbiamo dato un vecchio smartphone, vietandole però i social. Lei però si è aperta un profilo Instagram da sola. A quel punto ho fatto la mamma severa: le ho ritirato il telefono». La vicenda si è risolta con un compromesso: un uso limitato a un paio d’ore al giorno e, successivamente, più libertà la sera per parlare con un’amica che vive a New York. «Io non vedo l’ora che torni a scuola e ricominci le attività extrascolastiche che la tengono lontana dallo schermo», ha ammesso la cantante.

            Un tema, quello dei cellulari tra i giovanissimi, oggi più che mai attuale: in Italia lo scorso anno il Ministero dell’Istruzione ha introdotto il divieto di utilizzo fino alla scuola media, estendendolo da quest’anno anche alle superiori. Un segnale che Pausini sembra condividere.

            Una generazione che corre veloce

            Guardando a sua figlia, la cantante nota un ritmo di crescita molto diverso da quello della sua generazione: «A 12 anni è già come me a 25. È una generazione che va veloce, e Paola lo è ancora di più: ha studiato in quattro nazioni diverse, in quattro lingue. È indipendente. Durante il concerto di Capodanno è salita sul palco e ha suonato il basso per 21 minuti».

            Non mancano le riflessioni sul ruolo dei genitori: «I ragazzi di oggi conoscono certe cose troppo presto. Io vorrei che fosse lei a chiedermi, è il sogno di ogni madre e padre. Cerco di stimolare la sua curiosità, soprattutto per le lingue, e di capire cosa davvero le interessa».

            L’ironia sui banchi di scuola

            L’artista si concede anche un ricordo personale degli anni scolastici, con il suo tipico tono ironico: «Ero più brava nelle materie umanistiche, che era un modo per dire che eri un somaro. In chimica e fisica non ero portata, la mia materia preferita era storia dell’arte: mi piaceva scoprire le follie degli artisti».

            Un amore per l’arte che, confessa, avrebbe voluto coltivare all’Accademia di Belle Arti: «Sognavo di fare l’architetto o l’interior designer. Poi è arrivato Sanremo e la mia vita ha preso un’altra strada. Ma quell’impronta artistica non l’ho mai persa: guardo tutto con un occhio creativo».

            Una mamma rock ma con i piedi per terra

            Dietro la star internazionale che ha venduto milioni di dischi, c’è una madre che si confronta con le stesse difficoltà di tanti genitori. La sfida con i social, la preoccupazione per l’età precoce in cui i ragazzi si confrontano con certi contenuti, la volontà di bilanciare regole e libertà: «Cerco di essere presente, anche quando significa dire no. Mio marito è più morbido, ma credo che Paola sappia che lo facciamo per lei».

            Così Laura Pausini, tra tournée mondiali e premi internazionali, mostra il lato più intimo e quotidiano della sua vita: quello di una madre che, come tante, cerca di crescere una figlia libera e responsabile, senza mai dimenticare che il palco più importante resta quello di casa.

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              Laura Pausini: “I miei difetti li nascondo, ma sul palco non ho paura”

              La cantante romagnola si confida al Corriere della Sera: tra insicurezze mai superate, un nuovo album in arrivo e l’apertura del suo museo a Solarolo, ripercorre i capitoli più intimi e professionali della sua carriera.

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              Laura Pausini

                «Non sono mai arrivata ad accettarli o ad amarli, ho sempre cercato di nasconderli», ha raccontato in un’intervista al Corriere della Sera. La musica è stata la sua via di fuga: «Il palco è l’unico posto dove non ho paura».

                Un nuovo album e due versioni

                Nel frattempo, l’artista è al lavoro su Io Canto 2, il nuovo progetto discografico che uscirà in due edizioni distinte: una in italiano e una in spagnolo, con scalette completamente differenti. Una scelta che conferma il doppio legame della cantante con il pubblico italiano e latinoamericano, che l’ha seguita con entusiasmo sin dagli esordi.

                Solarolo come Graceland

                Parallelamente alla musica, il 13 settembre Laura ha aperto le porte del suo museo personale a Solarolo, il paese natale. «Mio padre ha conservato tutto della mia carriera e da fan di Elvis ha pensato: facciamo come Graceland. Io inizialmente ero contraria, ma poi mi ha convinta il parere dei fan», ha confessato.
                Ogni stanza avrà un tema: la cucina sarà dedicata ai programmi tv, il soggiorno alle tournée, un’intera sala ai memorabilia a rotazione e un ultimo spazio raccoglierà gli oggetti usati nel docufilm, come i fogli originali con le modifiche al testo di La solitudine, il brano che lanciò la sua carriera a Sanremo.

                Tra salute e cambiamento personale

                La Pausini ha parlato anche del percorso di trasformazione fisica che l’ha portata a perdere peso. «Ho iniziato a dimagrire durante l’ultimo tour e ho capito che affidarsi ai medici è fondamentale. Mi alleno tre volte a settimana alternando aerobica e stretching», ha spiegato. Con una battuta, ha aggiunto: «Per una vita sana bisogna eliminare non solo i carboidrati, ma anche le persone tossiche».

                Paola, una figlia già sul palco

                Non è mancato un accenno al rapporto con la figlia Paola, che ha ereditato la passione per la musica e una certa determinazione. «A Capodanno è salita sul palco e ha suonato il basso per 21 minuti. Poi ci ha detto: “Ho sbagliato solo tre volte, voi di più”».
                Laura ha anche raccontato il suo approccio all’educazione digitale: dal primo telefono limitato alle chiamate, al vecchio smartphone senza social, fino alle regole condivise con il marito Paolo Carta. «Io ero la più severa, ma alla fine lei ha trovato un equilibrio, usando il telefono solo in determinate fasce orarie».

                Una vita sempre in corsa

                Tra ricordi di soffitta trasformati in esposizione, nuovi brani in studio e allenamenti per restare in forma, Laura Pausini si racconta oggi con più consapevolezza. Restano le insicurezze di sempre, ma la musica continua a essere il rifugio sicuro da cui partire per ogni nuova sfida.

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