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Musica

Tony Effe, dove vai se la radio non c’è l’hai…

Un’assenza nelle scalette radiofoniche che balza subito agli occhi, anzi… alle orecchie: quella di Nicolò Rapisarda, per le cronache music-rap italiane Tony Effe!

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    C’è una mancanza che spicca nelle rituali classifiche radio di fine anno. Un silenzio che fa un rumore assordante: quella di Tony Effe. E a ben guardare non è l’unico a non essere presente nelle playlist che rappresentano in musica l’anno appena trascorso. Dove sono finiti tutti quei rapper e trapper sessisti e gender shamer, dai proclami oltraggiosi ed osceni?

    Dov’è finito?

    Nella Top 10 dei brani più trasmessi nel 2024 Tony Effe è presente solo con Gaia per la suonatissima Sesso e samba. Anche nei primi giorni dell’anno appena iniziato il trend si conferma: nelle prime cinquanta poizioni neanche l’ombra di suoi brani tratti dal suo disco da solista Icon (né quelli di altri trapper o rapper similari). Soltanto in pochi – una è Radio Zeta – lo mettono in rotazione, anche se con passaggi davvero poco frequenti.

    Sessismi da bandire

    La radio come termometro nazionalpopolare che fa da filtro (leggete bene: abbiamo detto filtro e non censura). In radio passano tantissimo rap (Marracash uno su tutti) e tanta trap (Ghali, se può avere qualche significato considerarlo trapper). Ma, fortunatamente, non si stanno ascoltando versi tipo «metti un guinzaglio alla tua ragazza» sbraitati (“cantati” sarebbe un complimento non di competenza) da uno che «canto quello che vivo». E il “povero” Tony, già tagliato fuori dal concerto di Capodanno di Roma, non trova sbocco per le sue idee neanche tra le frequenze dell’etere.

    La prova del nove dell’Ariston

    La radio rappresenta ancora un punto d’arrivo anche per il mondo della trap, anche per quelli che hanno sempre detto di snobbarla o di disprezzarla. Perchè radio vuol dire fama, vuol dire visibilità, vuol dire lasciapassare per altre situazioni. Nel percorso artistico o pseudo-tale di Tony Effe sarà a questo punto fondamentale la partecipazione al Festival di Sanremo. Una vera e propria “prova del nove”, da superare con un brano si spera pulito, che possa essere trasmesso in radio. Trasformando un finto ribelle in un cantante che vuol farsi ascoltare dal maggior numero di persone possibile.

    Un piccolo segnale di speranza?

    In un mondo perfetto (e quindi molto lontano dal nostro), in cui l’umanità non dovesse avvertire il bisogno di imporre supremazia e controllo su altri, non ci troveremmo a dibattere di testi di canzoni zuppi di sessismo. Nell’amara realtà, invece, la società che viviamo si è sviluppata alimentando stereotipi e ruoli di genere, riducendo specco il valore di un individuo alla sua identità di genere. E, alla peggio, promuovendo l’idea che un sesso o un genere sia superiore all’altro. Siamo nel ventunesimo secolo, da tempo molti hanno lottato e lottano per affermare l’ideale di una società equa. Resta però ancora da chiedersi: quanta consapevolezza abbiamo realmente acquisito? Ci piace pensare che l’assenza di Tony Effe dalle trasmissioni radio possa rappresentare un piccolo ma significativo segnale di crescita.

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      Musica

      Lady Gaga pronta alle nozze con Michael Polansky: «Forse già durante il tour, ne parliamo sempre»

      Lady Gaga ha confessato a Rolling Stone che lei e Michael Polansky stanno pianificando il loro matrimonio. La cantante lo definisce «riservato, romantico e incredibilmente presente», e racconta che parlano spesso delle nozze, immaginando un evento piccolo, lontano dalla grandeur hollywoodiana. L’idea più sorprendente? Potrebbero sposarsi addirittura durante una pausa del tour.

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        Quando Lady Gaga parla d’amore, lo fa senza filtri. Nell’intervista rilasciata a Rolling Stone, la popstar ha raccontato che lei e il compagno Michael Polansky non solo sono più uniti che mai, ma stanno pensando seriamente al matrimonio. Un dettaglio che ha fatto drizzare le antenne ai fan: questa volta non si tratta di un sogno vago, ma di un vero countdown, anche se imprevedibile come tutto ciò che riguarda Gaga.

        La cantante descrive Polansky come «riservato, romantico, un uomo che ama proteggere ciò che conta davvero». Una definizione che suona come una dichiarazione d’amore adulta, lontana dal clamore delle sue storiche relazioni finite troppo presto sotto i riflettori. «Stiamo programmando tutto», racconta. «Forse accadrà già durante il tour, o magari dopo. La verità è che ne parliamo in continuazione». Un dialogo costante che svela una complicità solida, fatta di scelte concrete più che di effetti speciali.

        E poi la frase che ha fatto impazzire il web: «Abbiamo queste pause, e sono allettanti. Spesso diciamo: “Ok, possiamo sposarci quel fine settimana?”». Un amore che vive nel presente, capace perfino di immaginare un sì spontaneo, infilato tra una data sold-out e un cambio città. Niente cattedrali hollywoodiane, nessuna cerimonia con invitati in tripla fila: «Non vogliamo un matrimonio in grande stile, ma vogliamo godercelo».

        Un rito intimo, quindi. Un momento sottratto al rumore del mondo, come se Gaga volesse proteggere il suo equilibrio più prezioso. E Polansky? È l’uomo che ha saputo ridare stabilità alla star, un compagno lontano dalle dinamiche dello showbiz, solido, abituato alla discrezione del suo lavoro nell’industria tech.

        L’idea di una Gaga che sceglie un matrimonio minimalista affascina e sorprende. Ma forse è proprio questa la sua rivoluzione più autentica: amare senza spettacolo, costruire una vita privata mentre tutto attorno rimane un palcoscenico.

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          Musica

          Kevin Federline torna all’attacco: «Britney Spears rischia la vita, i miei figli sono terrorizzati»

          Kevin Federline rompe ancora il silenzio e lancia accuse gravissime contro Britney Spears: sostiene che la popstar si recherebbe in Messico per procurarsi droghe «di ogni tipo» e che i figli Jayden e Sean Preston sarebbero «terrorizzati» da un possibile epilogo tragico. Dichiarazioni che arrivano dopo il flop del suo libro e che, secondo l’ex ballerino, rappresentano un tentativo disperato di “salvarla”. «Se devo passare per il cattivo, lo accetto», dice, evocando i casi Whitney Houston e Amy Winehouse.

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            Non c’è pace per Britney Spears. E non c’è tregua nemmeno per il pubblico che da anni assiste, quasi puntata dopo puntata, a una delle saghe personali più esposte e delicate dello showbiz. A riaccendere i riflettori ci ha pensato Kevin Federline, che dopo il tonfo editoriale del suo libro è tornato in tv con nuove accuse contro l’ex moglie.

            Federline sostiene che Britney viaggerebbe regolarmente in Messico per procurarsi droghe «di ogni tipo», una dichiarazione che ha immediatamente incendiato il dibattito. «Lei mi accusa di mentire? Mi dispiace che lo pensi, ma non è così», afferma. E aggiunge: «Se il costo di salvare la madre dei miei figli è essere visto come il cattivo, allora lo accetto».

            L’ex ballerino racconta anche un episodio che – a suo dire – avrebbe fatto scattare l’allarme definitivo: la telefonata del figlio Jayden, in lacrime. «Papà, non so cosa fare, mamma morirà», avrebbe detto il ragazzo. Parole che Federline definisce «spaventose», una frase che gli avrebbe gelato il sangue. «Ero terrorizzato», racconta. «I ragazzi hanno tentato di aiutarla, ma non è stato possibile».

            Federline arriva perfino a evocare casi tragici come quelli di Whitney Houston e Amy Winehouse, sostenendo che il rischio per Britney «non è un’esagerazione, ma una possibilità reale». Una narrativa forte, quasi un ultimatum morale, che lui presenta come un atto di responsabilità paterna.

            Il racconto, però, non è neutrale. Ogni sua apparizione mediatica divide: per alcuni vuole davvero proteggere Britney, per altri cavalca la sua immagine in declino per restare sotto i riflettori. E non aiuta il fatto che arrivi dopo la delusione per le vendite del suo libro, né che la popstar continui a respingere le accuse definendole invenzioni.

            Intanto, al centro di tutto, restano Sean Preston e Jayden, ormai adolescenti cresciuti nel mezzo di una battaglia narrativa infinita. Federline dice di volerli proteggere da un altro dramma hollywoodiano, ma ogni sua intervista alimenta un circo mediatico che sembra allontanare sempre più l’idea di una pace vera.

            La domanda, inevitabile, rimane sospesa: Kevin sta davvero cercando di aiutare Britney o sta cercando – di nuovo – di salvarsi lui?

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              Da Madonna a Lady Gaga fino a Rosalía: quando le popstar copiano Loredana Bertè senza saperlo, e la storia si ripete

              Dal vestito da sposa di Madonna alla gravidanza scenica di Lady Gaga, fino alla Rosalía in versione suora per la cover di “Lux”: tutti gesti che richiamano, quasi in fotocopia, idee già portate sul palco da Loredana Bertè tra Festivalbar, Sanremo e l’iconico “Traslocando”. Come direbbe Agatha Christie, tre indizi fanno una prova: Bertè è stata davvero un passo avanti.

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                C’è una regola non scritta della musica pop: quello che oggi fa scalpore, spesso Loredana Bertè l’ha già fatto. E puntualmente, quando una star internazionale decide di giocare con simboli, provocazioni e iconografie forti, spunta fuori un déjà-vu italiano che riporta tutto a lei. Un cerchio che continua a chiudersi, dagli anni Ottanta fino a oggi.

                Madonna in abito da sposa? Bertè lo aveva già fatto
                Nel 1984 Madonna conquista il mondo con la copertina di Like a Virgin, vestita da sposa tra tulle e guanti di pizzo. Un’immagine diventata epocale. Eppure, due anni prima, la stessa mossa l’aveva già fatta Loredana Bertè: al Festivalbar, con Non sono una signora, sfoggia un wedding look ribelle che ribalta l’estetica da brava ragazza. Il parallelo è evidente: ciò che per Madonna è rivoluzione globale, per Bertè era già un capitolo chiuso.

                Lady Gaga col pancione? Anche qui c’era arrivata Loredana
                Poi arriva il 2011: Lady Gaga sale sul palco con un pancione finto e un minidress di pelle nera, creando un’immagine potente che scatena i commenti di mezzo mondo. Ma basta tornare al 1986, sul palco del Festival di Sanremo, per ritrovare la stessa intuizione. Loredana l’aveva già messa in scena durante Re, tra body scuri, teatralità e un finto ventre che, allora, sembrava pura follia. Ancora una volta, anticipatrice inconsapevole.

                Rosalía suora per “Lux”? Un’altra eco di Bertè
                E oggi tocca a Rosalía. Per la cover del nuovo album Lux sceglie un ritratto monacale, velo in testa e atmosfera sacrale. Una scelta forte, simbolica, diversa da tutto ciò che ha fatto prima. Ma anche questa immagine trova il suo precedente italiano: nel 1982, per l’album Traslocando, Bertè posava già così, tra veli e richiami religiosi, un manifesto fotografico che oggi torna improvvisamente attuale.

                Tre indizi fanno una prova
                Il gioco dei rimandi fa sorridere, ma è più che un semplice caso. In tre decenni diversi, tre popstar globali hanno acceso i riflettori su intuizioni creative che Loredana aveva già portato sui palchi italiani molto prima che diventassero mainstream. Coincidenza? Forse. Ma la somma è irresistibile: Bertè come pioniera silenziosa, anticipatrice naturale dei codici visivi che oggi il mondo definisce iconici.

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