Musica
Vasco Rossi, autoritratto ironico di un “tossico indipendente”
Dopo l’ultima impresa estiva dei concerti sold out a Milano, nel catino di San Siro, si torna a parlare del rocker di Zocca per un aspetto che lo accompagna da sempre: il suo rapporto con la droga. Lui ne approfitta per fare un excursus, sul filo dell’ironia, di una vita “al massimo”.

Vasco Rossi non ama particolarmente le interviste e, di conseguenza, ne concede di rado. Preferendo il dialogo diretto e senza filtri instaurabile con il suo “popolo” attraverso la sua pagina Facebook. Nonostante l’età quello di vasco è un uso intelligente e creativo del mezzo, sempre presente con video, foto ed anticipazioni varie.
La prima volta negli stadi, ignaro di quello che gli avrebbe riservato la fama
Col passato ha un rapporto sano, almeno così parrebbe: lucidi ricordi senza sciocche nostalgie, ma con il desiderio di crescere, anche da eventuali errori e ingenuità. Le date di qualche mese fa sono, comunque, ancora motivo di riflessione: “Sono passati 24 anni dalla prima volta che ho messo piede in uno stadio da protagonista: era il 1990 e lo stadio era, allora come oggi, il San Siro di Milano. A quei tempi, gli stadi li facevano solo gli stranieri, noi italiani suonavamo nelle grandi discoteche o alle feste dell’Unità. Alla fine degli anni Ottanta ricordo che feci 15 mila persone a Reggio Emilia. Pensavo di aver raggiunto il massimo”. E’ chiaro che ai tempi non si sarebbe neanche potuto lontanamente immaginare il ruolo che oggi tutti gli riconoscono: il primo rocker d’Italia!
Il matrimonio con la sua Laura
Anche se il tempo, è quasi sciocco ricordarlo, ti cambia e il “Blasco” è un uomo diverso, rispetto a quegli anni. Col tempo s’è calmato è un certo gusto per l’introspezione ha preso il sopravvento, aspetto che si evidenzia anche nelle sue canzoni più recenti. Sicuramente un ruolo importante su tutto questo l’ha giocato il matrimonio con Laura Schmidt, sul quale scherza: “La fede non la porto, ma solo perché ho il terrore degli anelli”.
Una fobia che è legata ad un racconto paterno
Un dettaglio che però, non lo sanno in molti, è legato ad un ricconto che gli fece suo padre. “Mi disse che un tizio si era strappato un dito saltando giù da un camion perché l’anello era rimasto impigliato da qualche parte. Ma, comunque, la fede la porto sempre con me in una borsina, è il mio portafortuna”.
Il suo rapporto con le “sostanze”
Con 3 milioni di fan che lo idolatrano e che per lui sono in grado di fare “pazzie”, il rocker può vanntare una sorta di esercito personale e fedelissimo, paragonabile ad un movimento politico. Già… la politica, sulla quale ha idee precise: “In Italia bisognerebbe cambiare praticamente tutto. Intanto la burocrazia: farraginosa, costosa e inefficiente. E poi la giustizia, con processi troppo lenti”. Non si reputa certo un militante in materia: “La politica o la fai o stai zitto, perché è lo stesso che discutere di calcio davanti alla Tv: non serve a niente, visto che l’allenatore non siamo né io né lei. E poi meglio cambiar discorso sennò finisco nei guai. Già l’estrema sinistra mi odia… ma io mi ritengo un artista libero e indipendente”.
Marco Pannella era il mio alter ego politico
Pochi giorni fa la città di Torino ha deciso di omaggiare il grande Marco Pannella dedicandogli un viale. Lui commenta: “Un’idea straordinaria. Era il mio alter ego politico, un uomo sempre in contatto con la gente. Grazie a lui abbiamo ottenuto diritti civili fondamentali”. Il viale alberato di circa 300 metri, recentemente ristrutturata, si trova in una zona simbolica del centro storico di Torino, tra via Garibaldi e via Cernaia, vicina ai luoghi delle prime sedi del Partito Radicale negli anni ’70 e all’obelisco dedicato alle Leggi Siccardi del 1853, emblema della laicità del nostro Stato.
Gli insulti sul web e la sua risposta intelligente
Una volta Vasco trovò sotto ad uno dei suoi video sulla piattaforma YouTubeche diceva: “Spero che ti venga un ictus, vecchio drogato di merda”. Dopo una notte di turbamento, grazie anche alla sua ironia, rispose: “Vecchio, beh, non posso certo dire di essere giovane. Drogato lo ero vent’anni fa, se lo ero, perché sono sempre stato un tossico indipendente, nel senso che l’eroina non l’ho mai toccata. Diciamo che ho fatto le mie esperienze, non me ne vanto, ma neanche me ne vergogno. Quanto all’ictus, anch’io spero che mi venga”.
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Musica
Lady Gaga incanta Milano: l’opera pop che trasforma la musica in teatro
Due ore e mezza di musica, 30 brani e cinque atti: Lady Gaga torna in Italia con un tour che mescola opera lirica, cultura pop e introspezione. Un viaggio visionario che conferma il suo ruolo di regina della performance contemporanea.

Un concerto di Lady Gaga non è mai solo un concerto. È un’esperienza totale, un viaggio sensoriale e teatrale che travolge ogni spettatore. L’Unipol Forum di Milano, gremito fino all’ultimo posto per la prima delle due date italiane, si è trasformato in una cattedrale pop, dove il confine tra spettacolo, arte e rito collettivo si è dissolto.
Fin dalle prime ore del pomeriggio, centinaia di Little Monsters — come la stessa Gaga chiama i suoi fan — hanno affollato i dintorni del palazzetto, molti truccati e vestiti in omaggio ai look iconici della cantante. Tra loro, anche volti noti: Donatella Versace, Elodie e Stefano De Martino, accolti da applausi e selfie.
L’attesa e l’ingresso in scena
Prima che la star salisse sul palco, sul megaschermo scorrevano messaggi dei fan provenienti dalla community ufficiale, dediche e perfino proposte di matrimonio. Poi, il silenzio. Sullo schermo è apparsa lei, Lady Gaga, seduta a un grande tavolo di legno, intenta a scrivere con una penna d’oca rossa. Un’introduzione cinematografica durata oltre venti minuti, accompagnata da brani di Berlioz, Bizet e Rossini — un preludio che ha preparato il pubblico a quella che si sarebbe rivelata una vera e propria opera pop in cinque atti.
Un racconto in cinque atti
La struttura dello spettacolo richiama la forma del melodramma: “Velvet and Vice”, “The Beautiful Nightmare That Knows Her Name” e “Every Chessboard Has Two Queens” sono solo alcuni dei titoli che scandiscono la narrazione. La protagonista è Lady Gaga stessa, divisa tra luce e ombra, incarnazioni opposte che dialogano e si sfidano per tutto lo show.
L’apertura è affidata a una versione orchestrale di Bloody Mary, durante la quale l’artista emerge da un’enorme crinolina rossa di sette metri, simbolo di rinascita e prigionia. I ballerini si muovono sotto la gonna in una scenografia di acciaio e luci cremisi: un’immagine potente, tra gotico e futurismo.
In Perfect Celebrity, Gaga balla circondata da scheletri e doppi defunti, evocando il tema della morte della fama, mentre in Disease affronta la sua controparte oscura, la Mistress of Mayhem. Nel terzo atto, riemerge da un gigantesco teschio in abito nero e rose rosa, interpretando Killah, uno dei momenti più intensi del concerto.
La metamorfosi continua
Il quarto atto porta una virata rock: chitarre elettriche e luci stroboscopiche accompagnano Shadow of a Man, Kill for Love e Summerboy, con Gaga e i suoi danzatori in total black. La sezione finale è invece dominata dall’emozione: Born This Way, cantata insieme al pubblico, diventa un inno alla libertà e all’autenticità. Poi arriva Million Reasons, eseguita in duetto simbolico con la sua “ombra”.
Il gran finale, Eternal Aria of the Monster Heart, mette in scena la vittoria della luce sulle tenebre: Gaga sconfigge la Mistress of Mayhem e chiude con Bad Romance, in un’esplosione di luci bianche e rosse che ricordano una sala operatoria futurista.
Un’opera pop gotica e visionaria
Quello che Lady Gaga ha portato a Milano non è solo intrattenimento, ma una riflessione visiva sulla dualità umana, sulla fama e sull’identità. Con riferimenti al mito greco, al noir e al teatro barocco, la popstar statunitense dimostra ancora una volta la sua capacità di fondere linguaggi artistici diversi in un unico linguaggio universale: il suo.
Biglietti e reazioni
I biglietti per le due date milanesi, con prezzi compresi tra 64 e 231 euro (escluse prevendite), sono andati esauriti in poche ore. Sui social, i fan raccontano di un’esperienza “mistica”, “ipnotica”, “indimenticabile”. Alcuni hanno atteso fuori dal Forum sperando in un biglietto last minute, mentre su X (ex Twitter) l’hashtag #LadyGagaMilano è rimasto in tendenza per tutta la notte.
Lady Gaga, ancora una volta, ha dimostrato di essere molto più che una popstar: è una regista di emozioni, un’artista totale che trasforma ogni concerto in una narrazione collettiva. A Milano, il suo “Monster Heart” ha battuto forte — e il pubblico, estasiato, ha risposto all’unisono.
Musica
Britney Spears confessa: «Ho subito un danno cerebrale». E attacca l’ex marito Kevin Federline: “Vuole solo guadagnare dal mio dolore”
Nel memoir in uscita, Federline l’accusa di violenza e abuso di droghe. Lei replica: «Mi spaventa la rabbia con cui parla di me». Una nuova guerra di parole riaccende la battaglia tra i due ex coniugi più discussi di Hollywood.

Britney Spears torna al centro della scena con una confessione che ha scioccato i suoi fan. In un lungo post pubblicato su Instagram, la cantante di Toxic ha rivelato di aver subito «un danno cerebrale» in seguito a un trauma vissuto negli anni più bui della sua carriera, quelli raccontati nel libro The Woman in Me.
«Per quattro mesi non ho potuto muovermi liberamente. Il mio corpo e la mia mente non comunicavano più», scrive Britney accanto a una foto che la ritrae a cavallo. «Le mie ali sembravano spezzate. Credo di aver subito un danno cerebrale molto tempo fa, ma oggi mi sento fortunata a essere viva». Parole che descrivono un periodo di paralisi fisica e psicologica, culminato in un lento ritorno alla consapevolezza di sé.
La popstar, oggi 43 anni, non cita esplicitamente episodi o responsabili, ma il momento scelto per la rivelazione non è casuale. Il suo ex marito Kevin Federline sta per pubblicare il memoir You Thought You Knew, nel quale promette di “raccontare la verità” sulla loro relazione. Nel libro, Federline descrive la Spears come instabile e pericolosa, accusandola di comportamenti violenti e di aver fatto uso di cocaina persino durante l’allattamento. Tra le rivelazioni più inquietanti, il racconto di una notte in cui Britney avrebbe vegliato i figli «con un coltello in mano».
Federline sostiene di aver temuto per la sicurezza dei bambini e di aver cercato aiuto, ma la cantante non ci sta. In un messaggio pubblicato sui social, ha replicato duramente: «Kevin vuole solo guadagnare dal mio dolore. Se ami davvero qualcuno, non lo umili. Mi spaventa la rabbia con cui parla di me». Poi aggiunge: «Nessuno può immaginare quanto sia stato peggio di così».
Britney e Kevin si erano sposati nel 2004, separandosi tre anni dopo. Dal loro matrimonio sono nati Sean Preston e Jayden James, oggi ventenni. Dopo anni di battaglie legali e la lunga vicenda della tutela che l’ha privata della libertà per oltre un decennio, la tensione tra i due non si è mai spenta.
Il nuovo libro di Federline, in uscita questa settimana, promette di riaprire vecchie ferite e di rilanciare la saga più tormentata dello showbiz americano. Ma Britney, con la sua confessione inattesa e dolorosa, sembra voler dire una cosa soltanto: nonostante tutto, è ancora viva. E pronta a difendere la propria verità.
Musica
Centinaia di fan truffati al concerto di Lady Gaga: «Ho speso mille euro per biglietti falsi, l’abbiamo scoperto ai cancelli»
La piattaforma olandese, che si definisce “il modo più sicuro per comprare e vendere biglietti”, è finita nella bufera dopo decine di segnalazioni e recensioni negative. I fan parlano di «codici inesistenti» e chiedono rimborsi immediati.

Doveva essere una serata indimenticabile, e invece per molti fan di Lady Gaga è diventata un incubo. Centinaia di persone, accorse all’Unipol Forum di Assago per le due date italiane del Mayhem Ball Tour del 19 e 20 ottobre, sono rimaste fuori dai cancelli con biglietti falsi in mano. Tutti acquistati — o almeno così credevano — tramite TicketSwap, la piattaforma di rivendita olandese che promette acquisti “sicuri e garantiti”.
Secondo le prime stime, solo nella serata di sabato sarebbero state oltre duecento le persone truffate. Molti avevano pagato cifre altissime, in alcuni casi anche 500 o 1000 euro a biglietto, pur di non perdere l’occasione di assistere allo spettacolo della popstar americana. Ma ai controlli elettronici dei tornelli la beffa: «Il codice non esiste», spiegavano gli addetti alla sicurezza. Nessuna possibilità di entrare, solo incredulità e rabbia.
«Sulla piattaforma TicketSwap sono stati venduti biglietti falsi», racconta un fan a Milano Today. «Siamo rimasti bloccati ai cancelli dalle 19, senza alcuna assistenza. Gli addetti erano dispiaciuti, ma avevano le mani legate».
La delusione si è presto riversata online. Su TrustPilot, la piattaforma di recensioni internazionali, le segnalazioni negative si moltiplicano. Un utente scrive: «Ho acquistato tre biglietti per Lady Gaga da tre venditori diversi, per un totale di 1000 euro. Tutti falsi! Allo scanner compariva “codice inesistente”. Alla biglietteria ufficiale mi hanno confermato che erano contraffatti».
TicketSwap, da parte sua, non ha ancora diffuso una nota ufficiale sull’accaduto. Sul proprio sito si definisce “il modo più sicuro per acquistare biglietti elettronici”, grazie a un sistema di verifica automatica e collaborazione con gli organizzatori. Ma i fan traditi ora chiedono spiegazioni e rimborsi immediati.
«Se avessi voluto farmi truffare — scrive un altro utente — li avrei comprati su Facebook, non su una piattaforma che si vanta di essere sicura».
All’esterno dell’arena, tra lacrime e rabbia, la serata che doveva essere una festa si è trasformata in una lunga attesa sotto la pioggia. Mentre dentro il Forum Lady Gaga cantava The Edge of Glory, fuori centinaia di fan scoprivano il lato più amaro della musica live.
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