Spettacolo
Pechino Express 2025: due ex GF Vip 7 pronte a sfidare la giungla?
Manca poco per l’annuncio del cast della nuova edizione di Pechino Express tra indiscrezioni, conferme e smentite.
Manca sempre meno all’annuncio ufficiale del cast della nuova edizione di Pechino Express e le indiscrezioni si fanno sempre più insistenti. Costantino Della Gherardesca attende. Dopo aver elencato dei possibili partecipanti come Ronn Moss e Alessandro Greco, sono state svelate alcune novità che faranno sicuramente discutere i fan dei reality.
Dopo le voci su Ronn Moss e Alessandro Greco, un nuovo colpo di scena
Stando alle ultime indiscrezioni lanciate da Deianira Marzano, tra i prossimi concorrenti di Pechino Express in onda su Sky Uno alla prossima primavera ci saranno ben due ex protagoniste del Grande Fratello Vip 7! Dopo la smentita di Edoardo Tavassi, che aveva manifestato il desiderio di partecipare al programma, sembra che gli autori abbiano deciso di puntare su due volti femminili uscite dalla casa più spiata d’Italia.
L’inaspettata svolta di Pechino Express 2025
Inizialmente si era parlato di una coppia di ex vipponi maschi, ma successivamente è emerso che la produzione avrebbe preferito puntare su due donne. E proprio Deianira Marzano ha svelato un primo indizio sul nome di una delle due concorrenti: la sua iniziale è G.
Indizi e supposizioni: Ginevra o Giaele?
Subito dopo questa rivelazione, i fan del GF Vip 7 hanno iniziato a fare i nomi delle possibili protagoniste, concentrandosi su due in particolare: Ginevra Lamborghini e Giaele De Donà. Entrambe le ex gieffine hanno dimostrato di avere un carattere forte e determinato, caratteristiche fondamentali per affrontare un’avventura come Pechino Express.
Le due ex gieffine sono le più papabili per l’avventura in Asia
Ovviamente, si tratta ancora di indiscrezioni e non ci sono conferme ufficiali. Tuttavia, la presenza di due ex gieffine nel cast di Pechino Express potrebbe portare una ventata di freschezza e di dinamismo al programma, aumentando ulteriormente l’attesa per la nuova edizione.
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Televisione
Fiorello chiude con Sanremo: “Dopo cinque edizioni basta. Non lo farei per rispetto ad Amadeus”
Lo showman esclude un ritorno all’Ariston nel 2026, anche se ammette: “Mai dire mai”. Poi la stoccata ironica alla tv di oggi: “I varietà? Dovrei iniziarli alle 23 e finire alle sei del mattino”.
Fiorello chiude il cerchio. Dopo cinque edizioni da protagonista tra palco e retropalco del Festival di Sanremo, lo showman ha escluso un ritorno all’Ariston, almeno nel prossimo futuro. “Un altro Sanremo? Dopo cinque edizioni basta, non lo farei per rispetto ad Amadeus, io con un’altra persona non ci posso andare”, ha dichiarato durante il Festival dello Spettacolo al Superstudio Più di Milano, rispondendo al direttore di Tv Sorrisi e Canzoni Aldo Vitali.
“Conti è una persona straordinaria, lui stesso lo sa — ha aggiunto — ma non sarebbe giusto, anche per chi lo guarda, vedermi sempre lì”. Parole che chiudono, almeno per ora, l’era del duo che ha rivoluzionato il Festival della canzone italiana.
Un addio pieno di ironia
Con la consueta leggerezza, Fiorello ha scherzato anche sulle sue condizioni fisiche: “Con l’alluce rigido e malanni vari, può bastare così”. Battute da vero mattatore, ma anche un messaggio chiaro: dopo anni di trionfi televisivi, è tempo di voltare pagina. L’intesa con Amadeus — tra gag, improvvisazioni e momenti memorabili, come la celebre “scena di John Travolta” — ha segnato un’epoca. E ora i due, come ha ironizzato qualcuno, “lasciano Sanremo in carrozza”.
La tv che cambia (e lui che se ne accorge)
Durante l’incontro, Fiorello ha riflettuto anche sull’evoluzione della tv di oggi: “I varietà? Pensate a farlo oggi uno show che dura tre ore… A che ora dovrei iniziare, alle 23? Finirebbe alle sei del mattino!”. Poi la frecciatina al pubblico moderno: “Una volta alle 20.30 annunciavano il programma e noi già partivamo. Oggi è un’altra epoca, e va bene così”.
Un commiato elegante, senza rancore: lo showman osserva il cambiamento con la sua solita ironia. Perché, anche lontano da Sanremo, Fiorello resta sempre Fiorello — l’uomo capace di far ridere e riflettere con una sola battuta.
Televisione
Sigfrido Ranucci: “Non voglio che ritirino le querele, voglio vincere sul campo”. Report riparte con nuove inchieste scomode
Ranucci risponde alle querele e rilancia: “Se un politico denuncia un giornalista sapendo che dice il vero, deve pagare”. La prima puntata tocca temi sensibili: dai fondi al ministero di Lollobrigida alle ombre sui finanziamenti internazionali anti-Ue.
«Io non voglio che ritirino le querele contro di me, voglio vincere sul campo. Però, se un politico denuncia un giornalista sapendo che quello che ha detto è vero, deve pagare. E paghi anche salato». Così Sigfrido Ranucci alla vigilia del ritorno di Report, intervenendo all’assemblea dell’Associazione nazionale magistrati. Parole dure, arrivate a pochi giorni dall’attentato che ha distrutto le auto sue e della figlia, dopo l’esplosione di un ordigno davanti alla sua abitazione. Ma il conduttore non arretra e prepara una nuova stagione che si annuncia infuocata.
Inchieste scomode per il governo
La prima puntata di Report, in onda domenica sera su Rai 3, affronterà temi che, con ogni probabilità, faranno discutere Palazzo Chigi. Tra questi, un’inchiesta sul Ministero dell’Agricoltura, guidato da Francesco Lollobrigida, e su un finanziamento da 120 mila euro destinato a una società con appena 100 euro di capitale sociale, incaricata di promuovere la Sagra del fungo porcino a Lariano.
Secondo il servizio firmato da Andrea Tornago, a suggerire il nome della società sarebbe stata un’associazione locale con esponenti vicini a Fratelli d’Italia. Ranucci promette anche un’indagine sui legami internazionali tra fondazioni conservatrici americane e movimenti anti-europei, con riferimenti indiretti anche alla premier Giorgia Meloni.
Tra querele, sanzioni e pressioni
Non solo politica. Report affronterà anche la vicenda della sanzione da 150 mila euro inflitta dal Garante della Privacy per la messa in onda di un audio tra l’ex ministro Gennaro Sangiuliano e la moglie Federica Corsini. Su questo punto, Ranucci ha già denunciato un clima ostile verso la libertà di stampa: “C’è chi tenta di armare le Autorità contro i giornalisti”, aveva detto.
La replica di Fratelli d’Italia non si è fatta attendere: il senatore Costanzo Della Porta ha definito le sue parole “bizzarre”. Ma Ranucci, ancora una volta, non arretra: il giornalismo d’inchiesta — dice — “si fa sul campo, non nei tribunali”.
Cinema
Johnny Depp e Tim Burton: l’amicizia che ha resistito al dolore
Durante le riprese di Sweeney Todd nel 2007, la figlia di Depp, Lily-Rose, si ammalò gravemente. Il regista interruppe la produzione per stargli accanto. Oggi, una docuserie racconta quell’episodio che ha cementato un legame umano oltre il set.
Johnny Depp e Tim Burton condividono da oltre trent’anni uno dei sodalizi più affascinanti del cinema contemporaneo. Ma dietro le atmosfere gotiche e visionarie dei loro film, si nasconde una storia di amicizia profonda, segnata anche dal dolore.
A raccontarla è Depp nella docuserie in quattro parti Tim Burton: Life in the Line, diretta dalla regista Tara Wood, che esplora la carriera e l’universo creativo del cineasta americano.
Nel terzo episodio, l’attore ricorda il 2007, anno in cui la sua vita si fermò bruscamente. Durante le riprese di Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street, sua figlia Lily-Rose — allora di appena sette anni, nata dalla relazione con Vanessa Paradis — fu colpita da una grave infezione da Escherichia coli che compromise i reni, costringendola alla dialisi.
“Tim ha fatto enormi sacrifici durante Sweeney,” racconta Depp. “Lo consideravo già parte della famiglia. Quando gli dissi che dovevo lasciare il film, lui mi fermò subito: ‘Non dirlo nemmeno, amico. Troveremo un modo’.”
La produzione si fermò per quasi un mese. “Siamo rimasti in ospedale più di tre settimane,” ricorda l’attore. “Tim venne a trovarci il giorno dopo la telefonata, portando fiori. Si comportò da vero zio, da padrino amorevole. Non lo dimenticherò mai.”
Derek Frey, storico produttore di Burton, conferma l’episodio nella docuserie: “La malattia di Lily-Rose cambiò l’atmosfera sul set. Era un film oscuro, e Johnny stava vivendo il suo personale incubo. Credo che quel dolore autentico abbia influenzato la sua interpretazione.”
Fortunatamente, la storia ha avuto un lieto fine. Lily-Rose Depp si è completamente ristabilita e oggi, a 26 anni, è un volto emergente del cinema. Dopo il successo della serie The Idol, sarà tra le protagoniste del nuovo Nosferatu di Robert Eggers, in uscita nel 2025.
“Quell’esperienza ci ha segnati per sempre,” ha dichiarato Depp. “Tim è rimasto vicino a me quando tutto sembrava crollare. Da allora, ogni film con lui è anche un atto di gratitudine.”
La docuserie, che include interviste a Helena Bonham Carter, Danny Elfman e Michael Keaton, mostra un Tim Burton più umano che mai — e un Johnny Depp finalmente disposto a ricordare che, dietro il mito, c’è un uomo che ha imparato a sopravvivere anche grazie all’amicizia.
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