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Personaggi e interviste

Affranta da roghi della “sua” L.A., Elisabetta Canalis rigrazia il cane Nello

In Italia per qualche giorno, il pensiero dell’attrice sarda è per la sua casa a Los Angeles e per una città flagellata dai roghi. Meno male che ci sono i suoi cani a consolarla…

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    Elisabetta Canalis ritorna a Los Angeles dopo gli incendi che hanno flagellato la città americana la scorsa settimana. La showgirl infatti, che risiede proprio nella città californiana insieme alla figlia Skyler Eva, avuta con l’ex marito Brian Perri, ha annunciato attraverso i social il suo rientro in città, dopo aver trascorso alcuni giorni in Italia.

    Un quattrozampe che trasmette gioia di vivere

    Si tratta di un annuncio nascosto tra le roghe di un messaggio che “Eli” dedica al suo cane, spesso protagonista negli ultimi mesi sui suoi social, ricordando tuttavia quanto accaduto nei giorni scorsi e la coincidenza della partenza per l’Italia nelle stesse ore in cui la costa californiana veniva interessata dai devastanti incendi: “Siamo partiti da Los Angeles durante gli incendi, lasciandoci alle spalle tante preoccupazioni… Per fortuna tu sei sempre al mio fianco, compagno di avventure e antidoto alle preoccupazioni! Mi rendo conto che condividiamo veramente tutto, i miei amici ti amano e le persone per strada quando ti vedono sorridono perché tu trasmetti allegria, cosa farei senza di te? Altre 24 ore qui e poi si torna a casa a LA , sempre insieme, sei il mio cuore Nello”.

    Il vero motivo del temporaneo rientro in Italia

    La sua casuale partenza per l’Italia rispetto agli incendi, era parsa quasi coincidente, tanto che proprio lei aveva rassicurato i fan in quei momenti, sc rivendo: “Sono atterrata in Italia. So che mia figlia è al sicuro e che il mio compagno insieme ai miei animali sono pronti a partire se la situazione degenerasse, l’ultimo posto dove vorrei essere adesso è in viaggio”.

    Per stare accanto ad una persona cara

    Le motivazioni del suo temporaneo ritorno in Italia erano altre: “Una persona a me cara affronta domani un intervento medico e degli impegni di lavoro mi terranno qui per qualche giorno. Il mio cuore, però, è a Los Angeles. Apro e chiudo le news ma precipito in stati d’ansia quando vedo animali tratti in salvo e case di fronte alle quali guidavo fino a ieri, piene di fiamme”.

    Una “Foster mom” a tutti gli effetti

    La passione della showgirl sarda per gli animali è risaputa: l’attrice ha più volte rimarcato questa precisa sensibilità non solo nei confronti del suo cane, ma in generale nei confronti del mondo animale. Mesi fa aveva raccontato di essere diventata una Foster mom. Le cosiddette famiglie Foster – molto diffuse negli Stati Uniti – sono quelle che accolgono temporaneamente cani, che sono stati salvati da situazioni di abbandono o maltrattamento, fino a quando non si trova per loro una sistemazione stabile. Eisabetta, tra l’altro, ha accolto in casa col compagno Georgian Cimpeanu e la figlia Skyler una nuova pelosetta di nome Josie.

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      Personaggi e interviste

      Perfetti solo in posa: la verità filtrata secondo Aurora Ramazzotti… e i social che ci ingannano

      La “Ramazzottina” smaschera ancora una volta le bugie patinate dei social network. Con la solita ironia, mette a nudo il mito della perfezione, ricordandoci che ciò che vediamo online non è realtà, ma posa, filtro e strategia. E mentre continuiamo a scrollare, dimentichiamo che la vera vita… non si ritocca.

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        Benvenuti nel meraviglioso mondo di Instagram, dove nessuno suda, nessuno ha un brufolo e tutti sono sempre in vacanza. È questo l’universo che Aurora Ramazzotti ha deciso di smontare con un “friendly reminder”: no, non siamo tutti perfetti. Lo sembriamo. Ma solo in posa. La perfezione che vediamo ogni giorno nei feed non è altro che il risultato di luci giuste, angoli studiati e filtri furbi. È uno show permanente in cui nessuno sbaglia scatto. Semplicemente, lo scatto sbagliato non si pubblica… e il gioco è fatto.

        La dittatura del “mi piace”

        Nel nuovo millennio non contano più i voti a scuola o le strette di mano sincere. A decretare il nostro valore è un numerino sotto la foto: i like. È lì che si gioca la nostra autostima. Se piaci, vali. Se non piaci… be’, forse è il filtro sbagliato. Aurora lo sa bene. Cresciuta sotto i riflettori e bersagliata dagli haters, ha imparato presto che dietro ogni post perfetto si nasconde spesso una fragilità. Per questo continua a usare l’ironia come scudo e come lente per mostrarci quanto tutto sia distorto.

        Quando “essere veri” diventa rivoluzionario

        In un’epoca in cui il corpo naturale è diventato un atto sovversivo, Aurora prova a rimettere al centro la normalità. Non è una battaglia di Photoshop, ma una rivoluzione silenziosa fatta di smagliature, occhiaie e risate vere. Ha parlato di salute mentale, di body shaming, di pregiudizi e tabù. E lo ha fatto senza filtri, anche quando sarebbe stato più comodo tacere. Perfetta? No. Umana? Sì, e proprio per questo necessaria.

        La foto non respira (ma tu sì)

        Una fotografia congela un istante. Ma è un istante scelto, costruito, isolato dal resto. Niente respiri, niente movimento. Nessun difetto. Ma la vita vera è un flusso: ci si muove, si cambia, si sbaglia. È fatta di prospettive sbilenche e risate fuori tempo. Ecco perché confrontarsi con le immagini dei social è una trappola: non c’è verità nello scatto perfetto. C’è solo l’illusione di ciò che vorremmo essere, e che, spoiler, nessuno è davvero.

        Essere imperfetti non è un difetto: è vita vera!

        Aurora Ramazzotti ci ricorda che la vera ribellione, oggi, è mostrarsi per ciò che si è. E dirlo senza vergogna. Tra filtri ed eccessi, c’è bisogno di persone che usino i social non per mostrare una favola, ma per raccontare una realtà. Anche quando è un po’ disordinata. In fondo, la vera perfezione sta proprio nell’abbracciare ogni imperfezione. Anche se non è instagrammabile.

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          Personaggi e interviste

          In ospedale è orario di visita: arriva il Capitano Jack Sparrow!

          Johnny Depp ha visitato in incognito l’ospedale Niño Jesús di Madrid, regalando sorrisi nei panni del celebre pirata. In occasione del suo soggiorno a Madrid per le riprese del film “Day Drinker”, Depp ha infatti fatto visita ai piccoli pazienti dell’ospedale pediatrico Niño Jesús. Travestito da Jack Sparrow, ha trascorso oltre cinque ore tra giochi, battute e momenti di commozione con i bambini malati e le loro famiglie. Un gesto sincero e toccante, che conferma come anche le star di Hollywood possano, con semplicità e cuore, fare la differenza nella vita delle persone.

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            Una giornata che resterà impressa nei cuori di tanti bambini e dei loro genitori. Johnny Depp ha fatto una visita a sorpresa al reparto di oncologia pediatrica dell’ospedale Niño Jesús di Madrid. Non come una celebrità qualunque, ma calato nei panni di Jack Sparrow, il leggendario pirata che ha conquistato milioni di fan in tutto il mondo.

            Un gesto di cuore durante le riprese di “Day Drinker”

            Depp si trova attualmente nella capitale spagnola per girare Day Drinker, film diretto da Marc Webb con Penélope Cruz. Nonostante i numerosi impegni sul set, ha voluto prendersi una pausa per realizzare un gesto profondo: ha richiesto personalmente che la visita fosse tenuta segreta, per non creare clamore mediatico e garantire un momento autentico con i bambini.

            Più di cinque ore con i piccoli pazienti

            Durante l’incontro, l’attore ha mantenuto il personaggio di Sparrow per tutta la durata della visita. Ha scherzato, raccontato storie e posato per foto, regalando un’esperienza indimenticabile ai piccoli pazienti. In molti hanno riso, qualcuno si è commosso, e tutti hanno ricevuto un momento di felicità in un contesto spesso segnato dalla sofferenza.

            L’importanza del sorriso in corsia

            La visita di Depp ha dimostrato ancora una volta quanto la presenza di personaggi amati possa fare la differenza nei reparti pediatrici. Un sorriso, una parola gentile o un abbraccio possono avere un impatto terapeutico reale, sia per i bambini che per le loro famiglie.

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              Personaggi e interviste

              Arianna David, dai fasti di Miss Italia al baratro: «Ho tentato il suicidio, mi ha salvata mio marito»

              Ospite della trasmissione condotta da Monica Setta su Rai2, Arianna David condivide un racconto toccante e inedito: il tentato suicidio durante il periodo più acuto dell’anoressia, la violenza subita da un ex compagno e la lenta, dolorosa risalita verso la vita. Un’intervista sincera e potente, che accende i riflettori su disturbi alimentari e violenza sulle donne.

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                Durante l’intervista, Arianna David – Miss Italia 1993 – rivela per la prima volta il momento più drammatico della sua vita. «Nel periodo più acuto dell’anoressia ho tentato il suicidio. Una sera, in preda alla disperazione, sono corsa verso il balcone per buttarmi. Mio marito mi ha afferrata al volo, salvandomi letteralmente la vita». Un’ammissione che scuote e commuove, resa ancor più potente dalla sincerità con cui l’ex reginetta parla delle proprie fragilità.

                Una spirale di violenza e dolore

                Il dramma di Arianna David affonda le radici in una relazione tossica, iniziata in un momento di estrema vulnerabilità. Rimasta sola, con figli a carico e problemi economici, si fidò dell’uomo sbagliato: «Sembrava gentile, ma è diventato il mio aguzzino. Mi ha spezzato il ginocchio con una mazza da baseball, mi ha trascinata per strada, ha tentato di strangolarmi». Un racconto crudo di violenza domestica, che culmina in un grido di aiuto e coraggio: «Ho dovuto trovare la forza per denunciarlo».

                L’anoressia e il senso di colpa

                A seguito dei traumi, Arianna è caduta in una spirale di autocolpevolizzazione e disturbi alimentari: «Mi dicevo “sono una fallita”, e smettevo di mangiare. Un pezzo di insalata, uno yogurt dopo ore di palestra. Pesavo 40 chili». La malattia, come racconta, era invisibile all’esterno ma devastante dentro. Una forma di autopunizione che l’ha consumata per anni.

                La rinascita grazie all’amore

                Il cambiamento è arrivato con l’incontro dell’uomo che sarebbe diventato suo marito: «Con il suo amore mi ha curata. Ha accettato me e i miei figli, mi ha portata a curarmi. Con lui ho ricominciato a mangiare, un po’ alla volta, anche una fettina di patata». Oggi Arianna sorride, consapevole di avere affrontato un lungo percorso: «Ora più che mai so che l’amore cura». La sua storia è un potente esempio di resilienza. Dalle tenebre della violenza e della malattia, è riuscita a risalire, testimoniando con coraggio quanto sia fondamentale parlare, chiedere aiuto e credere che un futuro migliore sia possibile.

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