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Personaggi e interviste

Barbara De Rossi: non fatela arrabbiare perchè anche gli angeli tirano cazzotti

Per lei vale una regola d’oro: quella di non avere mai rapporti amorosi con i colleghi di lavoro. E quando qualcuno ci prova… per i lumaconi possono essere guai!

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    Le acque chete sono quelle che rompono i ponti. Un proverbio popolare che sembra coniato su misura per l’attrice romana classe 1960. Lo conferma lei stessa senza problemi: “Sembro una donna dolce, ma davanti all’aggressività sono capace di tirare cazzotti e sberle. L’ho fatto con Klaus Kinski che sul set mi strappò la camicia e mi diede un morso al seno”.

    Mai storie con colleghi di set

    Questa è una delle rivelazioni che Barbara De Rossi ha raccontato a Monica Setta in una puntata di Storie di donne al bivio week end su Rai2. “Non ho mai avuto storie con colleghi – dice l’attrice – Anzi, quando qualcuno si innamorò di me come Jean Dalric feci tagliare tutte le scene di sesso e amore”.

    Il rimpianto per la corte non assecondata da parte di Amendola

    Durante il colloquio con la Setta ha parlato anche di Claudio Amendola: “Si innamorò di me sul set di Storia d’amore e d’amicizia, io però ero fidanzata con Massimo Bonetti e non lo guardai nemmeno. Avevamo scene in cui eravamo a letto insieme e Claudio commentava con grande simpatia: ‘Pensa chi me lo doveva dire, sto a letto con la De Rossi!”. Pentita? “Forse un po’ si – prosegue – perché poi la storia con Massimo non andò bene e sarebbe stato meglio guardare a Claudio Amendola”, aggiunge ridendo.

    Quel pazzo di Brad Davis, dal quale fuggì

    Tra le varie frequentazioni di Barbara viene citata anche quella con Brad Davis, il divo del film cult Fuga di mezzanotte. “Voleva fare colpo su di me e mi invitò in camera sua a Palermo mentre giravamo Il cugino americano. Mi accolse mentre scendeva da una sbarra che si era fatto costruire sul soffitto, come Richard Gere in American Gigolo. E mi offrì da bere. Rimasi senza parole e quasi scappai senza salutare. L’anno seguente me lo ritrovai su un altro set a Roma. Mi fece chiamare nella sua roulotte, mi offrì un drink e mi disse che era lo stesso bicchiere di quella sera a Palermo. lo aveva conservato perché era pazzo di me. Anche qui me ne andai di corsa e non me ne sono mai pentita”.

    Con l’amica zia Mara condivide un segreto

    Circa il tradimento del suo primo marito, Andrea Busiri Vici, al matrimonio Barbara invitò due amiche e una delle due ebbe una stoerilla con il marito. “Non dirò mai il nome – dichiara – E’ un segreto che condivido con Mara Venier – anche lei alle nozze – perché la mia ex amica fu molto dolce anche con Jerry Calà e Mara lo sa…”

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      Addio alle gemelle Kessler: il legame indissolubile che ha segnato una vita intera e un ultimo gesto scelto insieme

      Le celebri gemelle tedesche, protagoniste assolute della tv anni Cinquanta e Sessanta e amatissime dal pubblico italiano, avevano espresso da tempo il desiderio di “morire nello stesso giorno”. La polizia bavarese conferma che non ci sono terze persone coinvolte e che le due artiste avevano lasciato disposizioni chiare sulle loro volontà.

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        La notizia della morte di Alice ed Ellen Kessler ha attraversato l’Europa come un’eco familiare, malinconica, quasi inevitabile. Le due sorelle, inseparabili per natura e per scelta, sono state trovate senza vita nel loro appartamento di Gruenwald, vicino a Monaco. Avevano 89 anni. Secondo quanto riportato dalla Bild, avrebbero optato per il suicidio assistito, una possibilità prevista dalla legge tedesca in condizioni specifiche e con decisione autonoma.

        Un legame oltre la scena
        Per oltre sessant’anni le gemelle Kessler hanno condiviso palcoscenici, camerini, tournée e applausi. Cantanti, ballerine, attrici: amavano definirsi “un’unica storia in due corpi”, un’immagine che oggi pesa di un significato diverso. Nel loro testamento avevano chiesto che le ceneri fossero conservate nella stessa urna, un’ultima conferma di una vita vissuta rigorosamente in duo.

        Le star del varietà internazionale
        Dalla Germania agli Champs-Élysées, il percorso delle Kessler è stato un salto costante verso l’alto. Notate giovanissime a Düsseldorf, conquistarono Parigi nel 1955 con il Lido e da lì si imposero come vere protagoniste dei varietà internazionali. In Italia diventarono volti popolarissimi, tra gambe interminabili e una presenza scenica che pareva scolpita per la televisione dell’epoca. Hanno condiviso il palco con nomi come Frank Sinatra, Fred Astaire e Harry Belafonte, portando la loro eleganza in tutto il mondo.

        Dalla fuga alla libertà alla scelta finale
        La loro storia, però, non è solo spettacolo. A 16 anni fuggirono dalla Germania dell’Est per raggiungere l’Occidente, convinte che la libertà fosse l’unico terreno possibile per il loro futuro. Nel 2024 avevano dichiarato al Corriere della Sera di voler “morire nello stesso giorno”. Così è stato. La Kriminalpolizei di Monaco ha confermato che non vi sono responsabilità esterne: una scelta consapevole, presa insieme, come sempre.

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          Christian Bale costruisce un villaggio da 22 milioni per tenere uniti i fratelli in affido: il suo progetto nel deserto della California

          Per Christian Bale non esiste ingiustizia più grande che vedere bambini divisi dal sistema di affido. Così, a Palmdale, nel cuore della California, sta nascendo un villaggio da 22 milioni di dollari progettato per tenerli insieme e offrirgli una nuova possibilità di vita, sotto lo stesso tetto.

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            Christian Bale, uno che potrebbe limitarsi a godersi i frutti dei suoi film milionari, ha deciso invece di investire tempo, denaro e visione in qualcosa di molto più concreto di un nuovo set hollywoodiano. A Palmdale, in California, l’attore sta costruendo Together California: un villaggio pensato per ospitare bambini in affido senza separarli da fratelli e sorelle. Un progetto dal valore complessivo di 22 milioni di dollari che, giorno dopo giorno, prende forma nell’assolato paesaggio del deserto.

            Bale conosce bene il sistema di affido degli Stati Uniti e ne ha più volte denunciato le fragilità, soprattutto quando costringe i minori a crescere lontani dai propri familiari. Per lui non è una statistica: è una ferita aperta. «Non c’è nulla di più doloroso per un bambino che essere separato da chi ama», ha ripetuto negli anni. Ed è proprio da questa convinzione che è nato il villaggio: un luogo sicuro dove i legami non si spezzano.

            Il progetto prevede abitazioni accoglienti, spazi verdi, centri educativi e un team di operatori specializzati. Un modello nuovo, pensato per ridurre i traumi e dare continuità affettiva ai piccoli ospiti. Quando sarà completato, Together California offrirà un ambiente stabile a decine di minori che oggi vivono in condizioni difficili o rischiano la separazione forzata.

            Bale segue personalmente ogni fase dei lavori, lontano dai riflettori, com’è nel suo stile. Nessuna conferenza stampa, nessun tappeto rosso: solo il rumore dei cantieri e un obiettivo chiaro. Perché per lui questo non è un progetto benefico da aggiungere al curriculum, ma una battaglia che tocca il cuore della sua idea di giustizia sociale.

            Nella città di Palmdale, questo villaggio è già considerato un piccolo miracolo che cresce giorno dopo giorno. Per i bambini che lo abiteranno, potrebbe diventare il luogo dove ricominciare, senza dover rinunciare alla cosa più preziosa che hanno: la propria famiglia.

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              Debbie Rowe oggi, irriconoscibile dopo nove anni di lotta contro il cancro: il ritorno della ex moglie di Jackson

              Debbie Rowe, la donna che per anni è rimasta nell’ombra nonostante il legame con Michael Jackson, è stata fotografata a Palmdale mentre saliva sulla sua auto di lusso. Segnata da nove anni di cure, appare profondamente cambiata, ma accanto a lei oggi c’è di nuovo la figlia Paris Jackson, con cui ha ricostruito un rapporto definito “da adulti”.

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                Debbie Rowe è tornata al centro dell’attenzione dopo anni di silenzio. Una donna dal destino complesso, finita suo malgrado nella mitologia pop come la seconda ex moglie di Michael Jackson e madre di Paris Jackson. Oggi, a 66 anni, la stampa americana l’ha fotografata nuovamente in pubblico, e le immagini hanno destato preoccupazione: Rowe è apparsa molto provata, irriconoscibile dopo una battaglia contro il cancro al seno che va avanti da quasi un decennio.

                Gli scatti arrivano da Palmdale, in California, dove i paparazzi l’hanno sorpresa mentre si avvicinava alla sua Range Rover Vogue da 200mila dollari. Una scena apparentemente normale, se non fosse per l’evidente trasformazione fisica che la malattia e le terapie le hanno imposto negli ultimi anni. Debbie, che da tempo vive lontana dai riflettori, ha sempre mantenuto un profilo riservatissimo, limitando al minimo le uscite pubbliche.

                Il suo nome, però, continua a esercitare un fascino mediatico inevitabile. Il matrimonio con Jackson, le polemiche sul ruolo nella vita dei figli del cantante, il successivo allontanamento e la lunga assenza hanno contribuito a costruire attorno a lei un’aura di silenzio e mistero. Una storia complessa, fatta di scelte difficili e di un rapporto con la fama mai cercato davvero.

                A riportare Debbie Rowe al centro della narrazione, questa volta, è anche la presenza di Paris Jackson. La modella e cantante, oggi 26enne, negli ultimi anni ha cercato di ricucire il rapporto con la madre biologica dopo un passato turbolento. In più occasioni, Paris ha parlato delle diverse figure femminili che l’hanno cresciuta, spiegando però che con Debbie il legame è diverso, più maturo, costruito passo dopo passo: «È un rapporto da adulti», ha confidato.

                Una definizione che dice molto sull’evoluzione di un legame che per anni è rimasto sospeso. Paris, oggi affermata nel mondo dello spettacolo, sembra aver ritrovato un equilibrio nel rapporto con la madre proprio mentre Rowe affronta una delle pagine più fragili della sua vita.

                La riapparizione pubblica di Debbie Rowe, così segnata ma presente, racconta una donna che continua a combattere, lontana dai riflettori ma non più sola. E forse, per la prima volta, davvero libera di essere soltanto se stessa.

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