Personaggi e interviste
Basta con l’alcol, faceva male a chi mi vuole bene: i buoni propositi di Mauro Corona
L’opinionista a “Verissimo”: “Sono in cura da due mesi per il vino, alcool è tragico”. Dalla Toffanin Mauro Corona confessa la dipendenza dal vino, i processi subiti, il percorso di cura iniziato dopo la sospensione della patente. “Ho smesso perché facevo male a chi mi voleva bene”.
 
																								
												
												
											Ospite di Verissimo, Mauro Corona, noto alpinista, scrittore e opinionista di È Sempre Cartabianca, ha aperto il suo cuore parlando della sua battaglia contro l’alcol. “Sono in cura da due mesi per il vino – ha spiegato – dico vino perché è poetico, alcool è tragico”. Un modo delicato per raccontare un dramma personale che per anni ha segnato la sua vita e le sue relazioni.
Ha perduto la patente
Corona ha rivelato di aver perso la patente proprio a causa dell’alcol e che quella sospensione è stata il vero punto di svolta: “Non guido da due mesi. È stato difficile, ma non tanto per l’astinenza fisica, quanto per la mancanza di allegria e della compagnia degli amici. Dopo una scalata si andava a bere qualcosa, ora invece ho detto stop, e stop è stato”.
I processi e gli eccessi: “Vedevo il demonio”
Parlando senza filtri, Corona ha ripercorso gli episodi più bui del suo passato, causati dalle cosiddette “bevute strane”. Non tutte, racconta, erano caratterizzate da violenza o eccessi: alcune erano tranquille, ma altre degeneravano. “Mi succedeva di vedere il demonio e fare terra bruciata intorno a me”, ha ammesso.
Le ripercussioni legali
A causa di questi comportamenti, negli anni Mauro Corona ha dovuto affrontare numerosi problemi legali: “Ho avuto tanti processi: ubriachezza molesta, interruzione di funzione religiosa, turpiloquio in luogo sacro, sequestro di persona… E anche offese a gente che mi voleva bene”. Un elenco doloroso che testimonia quanto la dipendenza avesse preso il sopravvento su di lui.
La decisione di smettere: “Facevo male a chi mi amava”
Nonostante le cadute e i momenti difficili, Corona ha trovato la forza di cambiare. “Ho smesso di bere perché facevo del male a chi mi voleva bene”, ha raccontato commosso. Una scelta difficile ma necessaria, maturata non per obbligo esterno, ma per un profondo senso di responsabilità verso le persone care. Il percorso di cura intrapreso da Mauro non è semplice: rinunciare a quello che per anni è stato un rifugio richiede costanza e forza di volontà. Ma, come ha sottolineato lui stesso, la consapevolezza di poter ferire gli altri è stata più forte di qualsiasi richiamo all’alcol.
Un nuovo capitolo
Con la sua testimonianza a Verissimo, Mauro Corona non solo ha raccontato la sua personale battaglia, ma ha anche lanciato un messaggio di speranza: è possibile rialzarsi, è possibile riprendersi la propria vita. Con la sua schiettezza, ancora una volta, ha mostrato che anche gli uomini più forti e apparentemente indistruttibili devono, a volte, fermarsi e chiedere aiuto.
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Personaggi e interviste
Elisabetta Gregoraci smentisce ogni coinvolgimento nel caso del padre: «Totalmente estranea ai fatti».
Il legale Lorenzo Pellegrini chiarisce che Elisabetta Gregoraci è «assolutamente estranea» alle vicende giudiziarie che coinvolgono il padre, respinge ogni accusa e denuncia «insulti e minacce» sui social. La showgirl diffida chi diffonde informazioni false e annuncia azioni legali: «Costretta a vivere nella paura».
 
														Elisabetta Gregoraci prende le distanze, con decisione, dalle vicende giudiziarie che riguardano il padre Mario Gregoraci. A parlare è il suo avvocato, Lorenzo Pellegrini, che con una nota sottolinea come la conduttrice sia «totalmente estranea ai fatti oggetto di denuncia e di accertamento giudiziario». Nel mirino delle precisazioni ci sono le informazioni circolate online in merito all’ex compagna dell’uomo, Rosita Gentile, che ha denunciato Mario Gregoraci per maltrattamenti. Secondo alcune ricostruzioni circolate sui social, la showgirl avrebbe avuto comportamenti offensivi o discriminatori nei confronti della donna. Una ricostruzione che il legale definisce priva di fondamento.
Smentita e diffida
Nella nota, l’avvocato Pellegrini ribadisce che Elisabetta Gregoraci «non avrebbe mai offeso né emarginato» Rosita Gentile e che eventuali riferimenti al suo coinvolgimento sono «destituiti di ogni realtà fattuale». La posizione è chiara: la conduttrice non è parte del procedimento e non ha alcun ruolo nei fatti contestati all’uomo. Al contrario, tramite i suoi difensori, Gregoraci ha diffidato chiunque continui a diffondere contenuti ritenuti falsi o diffamatori. Nelle stesse ore, la showgirl ha informato anche Rosita Gentile della volontà di «agire nelle sedi giudiziarie per la propria tutela».
Minacce social e “clima d’odio”
Nella comunicazione diffusa dal legale emerge un altro elemento: la pressione mediatica. La showgirl starebbe affrontando — sempre secondo la nota — un’ondata di insulti e minacce via social, alimentata da ricostruzioni improprie. «Si sta formando nei suoi confronti un clima d’odio che la costringe a vivere nella paura», evidenzia l’avvocato. Un passaggio che richiama, ancora una volta, il tema della responsabilità nell’informazione online e del confine tra cronaca e speculazione.
La vicenda giudiziaria che coinvolge il padre segue il suo corso; per Elisabetta Gregoraci, l’obiettivo dichiarato è evitare sovrapposizioni e tutelare il proprio nome. In attesa degli sviluppi, la linea è ferma: nessun coinvolgimento, difesa legale e richiesta di rispetto.
Personaggi e interviste
Fiorello racconta la caduta in bici: “Volevo fare il figo, sono atterrato di faccia”
“Mi sono svegliato alle quattro e mezza e ho deciso di pedalare. Il cancello si avvicinava, ho cercato il telecomando senza fermarmi e… boom”, ha raccontato ridendo. Tre operai lo hanno soccorso: “Mi hanno detto che mi ero proprio rovinato”.
 
														Rosario Fiorello, anche quando si fa male, riesce a far ridere tutti. Al Festival dello Spettacolo di Milano ha raccontato con la solita ironia la disavventura in bici che lo ha costretto, qualche tempo fa, a comparire in diretta con qualche cerotto sul volto.
«Mi sveglio alle quattro e mezza e dico: “Adesso vado in bici”. A Roma è una delle cose più belle che si possano fare. È come vivere La grande bellezza: la gente dorme, i cinghiali dormono», ha esordito lo showman, scatenando le risate del pubblico.
Poi il racconto diventa una piccola commedia. «C’è una lunga discesa che porta al secondo cancello, che si apre con un telecomando. Non mi sono voluto fermare per prenderlo, volevo fare il figo e prenderlo mentre pedalavo. Ma il cancello si avvicinava sempre di più e mi sono accorto che era troppo tardi. Ho detto “freno”, ma… sono atterrato di faccia!».
Fiorello, fedele al suo stile autoironico, ha precisato: «Non posso dirvi dove abito, sennò vengono i ladri», alludendo al furto subito lo scorso agosto.
Dopo la caduta, tre operai che lavoravano vicino al suo palazzo sono accorsi in suo aiuto. «Mi hanno tirato su, io non sentivo niente. Ho chiesto: “Che mi sono fatto?” e loro, invece di rassicurarmi, mi hanno detto: “Ti sei proprio rovinato!”».
Lo showman ha mostrato anche la foto del suo volto subito dopo l’incidente: qualche cerotto su naso e labbro, ma nulla di grave. «Ora non si vede più niente, ma se aveste visto come ero conciato…», ha scherzato.
Il racconto si è chiuso con il sorriso di sempre e un messaggio implicito: anche dopo una caduta, Fiorello resta in piedi. E, tra un cerotto e una battuta, riesce sempre a trasformare ogni scivolone in uno spettacolo.
Personaggi e interviste
Roberto Bolle laureato honoris causa: “La danza è il mio linguaggio universale”
Il riconoscimento premia l’impegno di Bolle nel trasformare la danza in un linguaggio capace di unire arte, emozione e società. “Un’arte che parla a tutti e che insegna la bellezza come forma di cultura condivisa”, ha detto il ballerino.
 
														L’Università di Firenze ha conferito a Roberto Bolle la laurea magistrale honoris causa in “Pratiche, linguaggi e culture della comunicazione”, riconoscendogli un ruolo unico nella diffusione della cultura attraverso il corpo e il movimento.
Nella motivazione ufficiale si legge che l’onorificenza premia “l’impegno appassionato nell’esaltare la capacità comunicativa della danza”, un’arte che Bolle ha saputo portare fuori dai teatri e dentro la vita delle persone. L’étoile, che da anni incanta il pubblico internazionale, viene celebrato come “interprete di una concezione dell’arte come veicolo di cultura, emozioni e socialità”, capace di contribuire “al processo di crescita culturale e artistica del nostro Paese”.
Durante la cerimonia, tenutasi nell’Aula Magna dell’Ateneo, Bolle ha ringraziato con emozione: «Ricevere questo riconoscimento è un onore immenso. Ho sempre creduto che la danza fosse un linguaggio universale, capace di comunicare senza bisogno di parole. È un ponte tra culture, generazioni e sensibilità diverse».
Nel suo discorso, l’artista ha ricordato il valore della disciplina e della dedizione che la danza richiede, ma anche la libertà che regala a chi la vive con autenticità. «Ho avuto la fortuna di trasformare la mia passione in una missione culturale. Credo che l’arte debba essere condivisa, accessibile, capace di ispirare e di unire».
Con progetti come Roberto Bolle and Friends e Danza con me, il ballerino ha saputo avvicinare il grande pubblico alla danza classica, rompendo le barriere di un’arte spesso percepita come elitaria.
Oggi, a 49 anni, Bolle non è solo un simbolo di eccellenza artistica, ma anche un ambasciatore culturale che continua a portare l’Italia sul palcoscenico del mondo. E questa laurea, più che un punto d’arrivo, sembra una nuova tappa nel suo viaggio tra arte, bellezza e comunicazione.
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