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Personaggi e interviste

Bullizzata da bambina, Carolyn Smith parla della perdita del fratello

Carolyn Smith si racconta senza filtri a “Da noi… a Ruota Libera”. Dalle difficoltà vissute da bambina a causa del bullismo, fino al dramma personale legato alla tragica scomparsa del fratello. Un’intervista intensa che svela il lato più umano e combattivo della presidente di giuria di Ballando con le stelle. Una testimonianza che insegna che si può danzare anche nella tempesta, trasformando il dolore in forza, e la sofferenza in arte.

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    Volto amatissimo di Ballando con le stelle, la Smith ha aperto il suo cuore durante l’intervista a Francesca Fialdini su Rai 1. Ricordando i suoi primi anni a Glasgow, Carolyn ha raccontato di essere stata vittima di bullismo: «Quando ci trasferimmo, ero straniera e diversa. Mi prendevano in giro, mi mettevano anche le mani addosso. Cercavo di resistere, finché mia madre, capendo la gravità della situazione, intervenne. Da quel momento nessuno osò più toccarmi». Un racconto intenso che evidenzia quanto il bullismo abbia segnato la sua infanzia, ma anche quanto l’intervento tempestivo della famiglia sia stato determinante per permetterle di trovare la forza di reagire.

    Il dramma della perdita del fratello

    Durante l’intervista, Carolyn ha affrontato anche uno dei dolori più profondi della sua vita: la perdita del fratello. «Avevo dieci anni quando ebbe un grave incidente d’auto», ha raccontato, spiegando come la sua sopravvivenza fu possibile solo grazie a numerose trasfusioni di sangue. Anni dopo, però, la scoperta terribile: «Il sangue ricevuto era infetto. Mio fratello si ammalò gravemente e, dopo anni di sofferenza, morì a soli 27 anni».

    Una ferita che non si rimargina

    Una ferita che Carolyn Smith porta ancora dentro di sé, nonostante il trascorrere del tempo. «È un dolore che non mi ha mai abbandonata», ha confidato con emozione, ricordando anche le parole di Papa Francesco: «Siate coreografi della danza della vita». Un insegnamento che ha fatto suo, trasformando la sofferenza in creatività e forza di volontà.

    Un ritorno attesissimo: “Sognando… Ballando con le stelle”

    Nonostante le tante prove che la vita le ha riservato, Carolyn Smith non si è mai arresa. Dal 9 maggio tornerà su Rai 1 con uno speciale in occasione dei vent’anni del celebre talent show. Una nuova sfida che la vede protagonista, ancora una volta con l’entusiasmo e la determinazione che da sempre la contraddistinguono.

    Simbolo di coraggio e ispirazione

    Inoltre, Carolyn continua a lottare con coraggio contro la malattia, come lei stessa ha recentemente raccontato in tv: «Il tumore c’è ancora, ma io non mollo». Parole che sono un inno alla speranza e alla resilienza, esempi luminosi per chiunque stia affrontando momenti difficili. La storia di Carolyn Smith è quella di una donna che non si è mai lasciata abbattere dalle difficoltà. Il bullismo, la perdita devastante del fratello e la battaglia contro la malattia non hanno mai spento il suo sorriso né la sua voglia di vivere. Al contrario, l’hanno resa un punto di riferimento per milioni di persone, dentro e fuori la pista da ballo.

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      Michelle Hunziker conquista anche la Germania: nuovo show in diretta su RTL mentre l’Italia aspetta

      Michelle Hunziker continua a macinare successi fuori dall’Italia. La showgirl svizzera sarà al timone di un nuovo programma in diretta il sabato sera su RTL, una delle principali tv commerciali tedesche. Un ritorno forte in un mercato che da anni la considera una star.

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        Mentre in Italia si parla di lei soprattutto in prospettiva, Michelle Hunziker guarda oltreconfine e fa centro ancora una volta. In attesa di capire quali saranno i suoi prossimi impegni televisivi nel Belpaese, la conduttrice svizzera spopola in Germania, dove sta per tornare protagonista del prime time con un nuovo progetto di peso.

        Per Hunziker è infatti in arrivo un importante impegno professionale su RTL, storica emittente commerciale tedesca. Lo show andrà in onda in diretta il sabato sera, una delle fasce più ambite e competitive della tv europea, confermando il ruolo centrale che Michelle continua ad avere nel panorama televisivo tedesco.

        Il nuovo show del sabato sera
        Il programma si intitola Denn sie wissen nich was passiert, tradotto in italiano come “Perché non sanno cosa sta succedendo”. Un titolo che già racconta lo spirito dello show, basato sull’imprevedibilità e sul ritmo serrato. La diretta del sabato sera è una vera prova di forza per qualsiasi conduttore, ma Hunziker arriva a questo appuntamento con un curriculum internazionale che parla da solo.

        Una star europea, non solo italiana
        In Germania Michelle Hunziker non è una novità, ma una presenza consolidata. Da anni il pubblico tedesco la considera una conduttrice di casa, capace di muoversi con naturalezza tra leggerezza, ironia e grande professionalità. Un riconoscimento che va oltre il semplice successo occasionale e che la colloca tra i volti più affidabili del prime time.

        L’Italia resta in attesa
        Nel frattempo, in Italia il suo nome continua a circolare tra ipotesi e possibili ritorni. Per ora, però, la scena è tutta tedesca. Hunziker sembra aver scelto di non restare ferma, puntando su un mercato che le offre spazio, continuità e centralità. Una strategia che, numeri alla mano, si sta rivelando vincente.

        Un percorso che non conosce confini
        Il nuovo show su RTL è l’ennesima dimostrazione di come Michelle Hunziker abbia costruito una carriera capace di superare i confini nazionali. Mentre il pubblico italiano osserva e aspetta, lei è già in diretta, sotto i riflettori del sabato sera tedesco, confermando che il suo nome continua a funzionare, ovunque.

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          Christian Bale costruisce un villaggio da 22 milioni per tenere uniti i fratelli in affido: il suo progetto nel deserto della California

          Per Christian Bale non esiste ingiustizia più grande che vedere bambini divisi dal sistema di affido. Così, a Palmdale, nel cuore della California, sta nascendo un villaggio da 22 milioni di dollari progettato per tenerli insieme e offrirgli una nuova possibilità di vita, sotto lo stesso tetto.

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            Christian Bale, uno che potrebbe limitarsi a godersi i frutti dei suoi film milionari, ha deciso invece di investire tempo, denaro e visione in qualcosa di molto più concreto di un nuovo set hollywoodiano. A Palmdale, in California, l’attore sta costruendo Together California: un villaggio pensato per ospitare bambini in affido senza separarli da fratelli e sorelle. Un progetto dal valore complessivo di 22 milioni di dollari che, giorno dopo giorno, prende forma nell’assolato paesaggio del deserto.

            Bale conosce bene il sistema di affido degli Stati Uniti e ne ha più volte denunciato le fragilità, soprattutto quando costringe i minori a crescere lontani dai propri familiari. Per lui non è una statistica: è una ferita aperta. «Non c’è nulla di più doloroso per un bambino che essere separato da chi ama», ha ripetuto negli anni. Ed è proprio da questa convinzione che è nato il villaggio: un luogo sicuro dove i legami non si spezzano.

            Il progetto prevede abitazioni accoglienti, spazi verdi, centri educativi e un team di operatori specializzati. Un modello nuovo, pensato per ridurre i traumi e dare continuità affettiva ai piccoli ospiti. Quando sarà completato, Together California offrirà un ambiente stabile a decine di minori che oggi vivono in condizioni difficili o rischiano la separazione forzata.

            Bale segue personalmente ogni fase dei lavori, lontano dai riflettori, com’è nel suo stile. Nessuna conferenza stampa, nessun tappeto rosso: solo il rumore dei cantieri e un obiettivo chiaro. Perché per lui questo non è un progetto benefico da aggiungere al curriculum, ma una battaglia che tocca il cuore della sua idea di giustizia sociale.

            Nella città di Palmdale, questo villaggio è già considerato un piccolo miracolo che cresce giorno dopo giorno. Per i bambini che lo abiteranno, potrebbe diventare il luogo dove ricominciare, senza dover rinunciare alla cosa più preziosa che hanno: la propria famiglia.

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              Giorgio Panariello, tra ferite e risate: dall’infanzia segreta al fratello perduto, al sogno di Sanremo con Conti e Pieraccioni

              Panariello racconta la sua infanzia segnata dagli abbandoni, il senso di colpa per il fratello morto assiderato, le spese folli degli inizi e il flop di Sanremo 2006. Ma oggi, tra tournée e nuovi progetti, ritrova l’ottimismo di sempre: “Forse ho pagato lo scotto di essere un comico, in Italia chi fa cabaret resta fuori da certi giri”.

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                La storia di Giorgio Panariello è una traiettoria fatta di scarti emotivi, scoperte improvvise e di un talento nato quasi per autodifesa. Il comico toscano, oggi in tournée con E se domani…, ha ripercorso le ombre della sua vita con una sincerità rara: un’infanzia che molti definirebbero difficile, lui la chiama semplicemente “singolare”.

                L’infanzia segreta e la verità scoperta per caso
                Fino a undici anni era convinto che i suoi fossero due genitori un po’ più anziani del normale. La realtà gli arrivò addosso tutta insieme: «La signora che compariva a Natale era mamma». Era stata lei, a soli 17 anni, ad abbandonarlo all’Ospedalino degli Innocenti di Firenze. A salvarlo fu la nonna, che lo portò a casa imponendosi su un marito contrario. Quelli che credeva fratelli erano zii, e da qualche parte c’era anche un fratello vero, Franco.

                Franco, la droga e un dolore che non passa
                Quando Panariello lo conobbe, gli volle bene subito. Ma la vita di Franco prese la strada peggiore: la dipendenza, la strada, un tentativo di disintossicazione e poi il destino tragico del 2011, quando fu abbandonato per strada e morì assiderato. Il comico non nasconde il tormento: «Mi sentivo in colpa, lo aiutavo dandogli soldi sapendo che fine avrebbero fatto». Una frattura che ancora oggi trattiene negli occhi.

                Il successo, le spese folli e il Sanremo che brucia
                Panariello non nega di essere stato un esteta dalla mano larga: «Se guadagno cinque, tre li spendo e due li tengo». E il palco, fin da ragazzo, era il suo modo per farsi vedere: firmava quaderni per “allenare” gli autografi. Poi è arrivato Sanremo 2006, un tasto dolente: «Ho sbagliato approccio. L’embargo dei discografici ha fatto il resto».

                Il futuro tra amici, teatro e un’idea di Festival
                Eppure, nonostante tutto, Panariello resta ottimista. Il pranzo con Conti e Pieraccioni è già fissato: se nascerà un’idea, il Festival 2026 potrebbe diventare una sorpresa. «Forse ho pagato lo scotto di essere un comico: in Italia chi fa cabaret è escluso da certi giri». Ma lui, al pubblico, chiede solo una cosa: continuare a essere visto per quello che è, un uomo che ha imparato a sorridere anche quando la vita non glielo rendeva facile.

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