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Personaggi e interviste

Con Cannavacciuolo non si scherza: lo chef riscuote un “conto salato”

Fra i condannati all’uso non autorizzato della sua immagine per scopi promozionali spunta anche una vecchia conoscenza del popolare cuoco partenopeo.

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    Proverbiali le sonore pacche che, con fare diciamo “amorevole”, chef Cannavacciuolo assesta sul groppone dei malcapitati partecipanti di Cucine da incubo. E’ quindi normale che se attrezzi manifesti e camion a vela con il suo volto senza chiedergli il permesso, devi mettere in conto precise conseguenze… a nessuno il permesso. E tra i condannati c’è anche una vecchia conoscenza dello chef.

    Tutti in tribunale per vedere Cannavacciuolo

    Presso il Tribunale di Ravenna aula stipata in ogni ordine di posti per la condanna di due ristoratori che utilizzarono Antonino Cannavacciuolo per promuovere il loro menu. “Mai vista l’aula così piena”, ha commentato il giudice, dopo avere ascoltato le dichiarazioni del gigantesco cuoco. Poi la sentenza finale: i coniugi che avevano utilizzato nome e volto dello chef campano per promuovere l’apertura del proprio locale sono stati condannati.

    Riassumiamo la vicenda

    La querelle viene innescata da una denuncia sporta dallo stesso Cannavacciuolo nel settembre del 2018, quando venne a sapere che tre individui (tra cui i coniugi sopracitati) stavano utilizzando la sua figura e volto – marchi registrati per l’utilizzo del quale non era stato chiesto il permesso – per promuovere un ristorante-pizzeria a Marina di Ravenna.

    Il vedretto: 4 mesi e 3000 euro di mula

    Un’azione davvero sciocca che ha portato la coppia ad una condanna a quattro mesi e tremila euro di multa per uso in concorso di marchio registrato. Il “terzo incomodo”, per così dire, è invece stato assolto “per non avere commesso il fatto”: stando a quanto lasciato trapelare, l’uomo amministrava la società di Brescia che si era occupata della gestione del locale, al centro della vicenda.

    Uso non autorizzato del marchio

    Tra settembre e dicembre i tre avrebbero impiegato manifesti pubblicitari e un camion vela facendo bella mostra della figura e del volto riconoscibilissimo di chef Cannavacciuolo, senza però disporre del necessario permesso da parte di quest’ultimo o dal suo gruppo.

    Le segnalazioni dei fan

    All’inizio dello scorso ottobre, chiamato a testimoniare al Tribunale di Ravenna, lo chef campano aveva dichiarato: “C’era un tizio che si faceva pubblicità con il mio nome. Ho quasi sei milioni di persone che mi seguono, mi mandarono un po’ di foto”. Poi la denuncia ai carabinieri e l’iter giudiziario che è giunto all’attuale sentenza. Ma non è finita qui: spunta una vecchia conoscenza di Cannavacciuolo!

    La donna aveva già incontrato il cuoco sul set di Cucine da incubo

    Siamo nel 2016 e il format televisivoCucine da Incubo approda a Mantova. Nel ristorante protagonista della puntata lavora una cameriera: la “lei” dei coniugi condannati, tanto per intenderci. Lo chef si occupa, come al solito, di organizzare un restyling del menu; e quest’ultimo, otto anni più tardi, viaggia da Mantova fino a Marina di Ravenna.

    Condannati a pagare… e non per una cena dallo chef

    La cameriera di un tempo aveva quindi pensato di fare tesoro dell’esperienza passata e di “traslocare” al mare portando con sé le idee dello chef. Peccato solo per un particolore di non poco conto: non poteva usare la sua mmagine se non nel contesto legato alla trasmissione… E ora, insieme al marito, è costretta a pagare un “conto” davvero salato.

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      Personaggi e interviste

      Diego Abatantuono: “La vecchiaia mi fa schifo, ma bisogna prenderla con allegria”

      Il comico e attore milanese torna sul grande schermo con Esprimi un desiderio: “I successi di oggi nascono dalle sconfitte di ieri. Mi sento ancora vicino ai giovani, almeno fino a quando non parlano di social: la sola parola mi provoca mal di stomaco”.

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        A settant’anni Diego Abatantuono non ha perso la battuta pronta, ma nemmeno la lucidità per guardare con ironia e realismo al tempo che passa. Nel nuovo film di Volfango De Biasi interpreta Ettore, ex imprenditore vinicolo che vive in una Rsa ma non rinuncia ai sogni. Un ruolo che lo costringe a misurarsi con la vecchiaia, tema che affronta senza giri di parole: «La vecchiaia mi fa abbastanza schifo, ma bisogna prenderla con allegria, perché non ci sono altre soluzioni. È come una malattia costante, con cui bisogna convivere. L’abilità sta nel non farci troppo caso».

        E se qualcuno gli chiede se ci riesce, risponde con disincanto: «Fino a un certo punto. Se la mattina riesco ad alzarmi va bene, quando diventa più difficile allora sì, me ne accorgo. Ma il brutto non è tanto la mia vecchiaia: è vedere quella degli amici. L’importante è che ci siano, perché quando non ci sono più, quella è la parte peggiore».

        Abatantuono, da sempre legato alla commedia, non rinnega le sue origini, anzi: «I film brillanti li faccio sempre volentieri, penso che la gente abbia bisogno di ridere. È il genere più difficile, ma anche quello che dà più senso al mio lavoro. Se capita un film serio, lo faccio, ma far sorridere resta il compito più complicato e utile».

        Non mancano i ricordi: «Mi fa un bell’effetto sentire ancora oggi le battute di Eccezziunale… veramente. Quel personaggio, che sembrava semplice, in realtà esprimeva una sua verità: c’è sempre qualcuno più a sud di un altro». E sull’altra svolta della carriera: «Ringrazierò sempre Pupi Avati per Regalo di Natale. So che prima di chiamare me aveva sentito Lino Banfi, che rifiutò. Quel film mi cambiò la vita».

        Eppure oggi non si guarda indietro con nostalgia. Si tiene in mezzo ai giovani, anche se con qualche distanza: «Non riesco a vedermi come un vecchio, mi sento alla loro altezza, almeno finché non parlano troppo di tecnologie. I social? La sola parola mi provoca mal di stomaco: se la mattina invece del caffè dico “social”, ottengo lo stesso effetto».

        Infine, uno sguardo al presente: «Ciò che mi preoccupa è la superficialità con cui si accettano eventi assurdi. Da appassionato di storia so che quello che accadde prima della guerra si sta ripetendo. Ma davanti ai miei figli devo simulare allegria, non posso incupirmi. È il prezzo di una vita vissuta tra amici e grandi tavolate».

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          Personaggi e interviste

          Kabir Bedi: da Sandokan a sostenitore di Trump, Robert Kennedy Jr. ed Elon Musk

          Trump? “Adesso mi piace ma più di lui sono un grande fan di Robert Kennedy Jr., che si sta occupando di cibo e di alcune cose contro l’industria farmaceutica”.

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            Geppi Cucciari e Giorgio Lauro su RadioUno, l’attore Kabir Bedi si svela un trumpiano di ferro. Rivela la sua simpatia per Donald Trump anche se fino a qualche anno fa non la pensava proprio in questo modo. Ma si sa noi tutti trasformiamo la nostra vita e cambiamo opinione. Intervistato da un mensile femminile americano nel ruolo di Sandokan a proposito di Donald Trump l’attore rispondeva che “E’ un perfetto James Brooke, il cattivo rajah bianco di Sarawak che crede fermamente nella superiorità della sua razza sulle altre. Una visione del mondo di cui avere paura“.

            Trump: “Adesso mi piace”

            A Un Giorno da Pecora l’attore ha condiviso opinioni inaspettate e controcorrente. Durante l’intervista, infatti, ha espresso simpatia per il Presidente americano, ma ha dichiarato un’ammirazione ancora maggiore per Robert Kennedy Jr. e Elon Musk.
            Trump mi piace, ma sono un grande fan di Robert Kennedy Jr.,” ha spiegato l’attore, intervenuto in diretta da Mumbai. “Sta affrontando questioni importanti legate al cibo e ai problemi causati dall’industria farmaceutica. Tuttavia, è difficile spiegare tutto in italiano.”

            Sostegno a RFK Jr. e critiche a Big Pharma

            Bedi ha ammesso di apprezzare Trump, seppur con meno entusiasmo rispetto a RFK Jr. e Musk. “Mi piace per alcune cose, ma il mio cuore batte più forte per Kennedy e le sue battaglie,” ha spiegato. Quando gli è stato chiesto delle accuse che avvicinano Kennedy al movimento no-vax, Bedi ha replicato con fermezza: “Questa è solo propaganda delle Big Pharma. Lui vuole che le persone abbiano il diritto di scegliere e sostiene la necessità di più ricerca.”

            Ed Elon Musk? Per Kabir Bedi “E’ un eroe moderno”

            Durante l’intervista, l’attore non ha nascosto la sua ammirazione per Elon Musk. “Sono un grandissimo fan. Musk è incredibile, un vero Superman. Ha affrontato e vinto una battaglia titanica contro l’industria dell’automobile. È un uomo straordinario.” Il protagonista di Sandokan continua a sorprendere il pubblico con dichiarazioni che mescolano nostalgia e contemporaneità, dimostrando di avere opinioni forti e controverse su temi globali. Da leggendario pirata della Malesia a sostenitore di cause moderne, Kabir Bedi si conferma un personaggio sempre fuori dagli schemi…

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              Personaggi e interviste

              Andreas Muller: «Vergognarmi di mio fratello invalido mi distruggeva. La danza e il buddismo mi hanno salvato»

              Dall’infanzia segnata dai litigi familiari al successo nel mondo della danza, Andreas Muller si è lasciato alle spalle un passato complicato. Grazie al fratello Daniel, che lo spinse a danzare, e al buddismo, ha trovato una nuova direzione nella vita, trasformando dolore e insicurezze in forza creativa.

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                Nato a Singen, in Germania, il 2 giugno 1996, Andreas Muller cresce a Fabriano, in provincia di Ancona, dove si trasferisce con la famiglia. L’infanzia non è semplice: i litigi tra i genitori e la malattia del fratello maggiore Daniel, colpito da meningite, segnano profondamente il giovane Andreas. «Ero fragile, mi sentivo perso e arrivai persino a vergognarmi di lui», ha confessato nel 2017 a Velvet Mag. Una vergogna che lo tormentava, ma che allo stesso tempo lo spinse a cambiare rotta.

                L’incontro con la danza e la rinascita
                La svolta arriva proprio grazie a Daniel, che amava il ballo e lo incoraggiò a provare. «Passavo le notti fuori, tra alcol e fumo, senza una direzione. Poi mio fratello mi chiese di iniziare a danzare. Gli volevo bene, e decisi di dargli retta. È stato il punto di svolta della mia vita».

                A 15 anni, Andreas inizia a studiare danza. Da autodidatta passa alle accademie, frequentando corsi di hip hop e break dance, fino a unirsi alla compagnia N.ough Company. La passione cresce rapidamente, portandolo a calcare i palcoscenici di tutta Italia. Nel 2014 partecipa a Italia’s Got Talent, dove si classifica secondo, e nel 2016 vince Amici di Maria De Filippi, il talent che lo consacra al successo.

                La filosofia buddista e il cambiamento interiore
                Non solo la danza, ma anche il buddismo ha avuto un ruolo fondamentale nella rinascita di Andreas. «Mi ha insegnato a dipendere solo da me stesso e a credere nelle mie capacità», racconta nel suo libro I sogni non sono nuvole. Una filosofia che lo ha aiutato a liberarsi dalle insicurezze e a costruire una carriera basata su talento, dedizione e resilienza.

                La carriera di successo e l’amore con Veronica Peparini
                Dopo la vittoria ad Amici, Andreas diventa un volto noto del panorama televisivo italiano. Partecipa a eventi prestigiosi come il Festival di Sanremo, si esibisce nei concerti di Claudio Baglioni e diventa coach di Amici Celebrities.

                Nel frattempo, incontra Veronica Peparini, sua insegnante durante il programma. Tra i due nasce un legame che si trasforma presto in una relazione stabile. Nonostante i 25 anni di differenza, la coppia affronta sfide e pregiudizi, costruendo una vita insieme. Dal 2019 lavorano fianco a fianco nella Peparini Academy, una scuola di danza dedicata ai nuovi talenti.

                Il ritorno in TV con This is Me
                Oggi, Andreas è pronto a raccontarsi ancora una volta al grande pubblico. Lo scorso anno è stato tra gli ospiti di This is Me, il nuovo show di Silvia Toffanin in prima serata su Canale 5. Un’occasione per ripercorrere le tappe di una vita straordinaria, trasformata dalla danza e dal coraggio di affrontare i propri demoni.

                Andreas Muller è la dimostrazione che, anche partendo dalle difficoltà più grandi, si può rinascere e costruire un futuro luminoso. Un futuro che, nel suo caso, danza a ritmo di passione e determinazione.

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