Personaggi e interviste
Diavolo d’una donna: Samantha De Grenet sa come vendicarsi con stile
La showgirl Samantha De Grenet racconta a La Volta Buona un episodio clamoroso del suo passato: il tradimento subito da parte del compagno e di una cara amica, e la sua risposta lucida e spietata. Una lezione di forza e astuzia, tutta al femminile, che rivendica il diritto di non perdonare quando il cuore viene calpestato.

50 anni portati con grinta e fascino, ha raccontato un episodio scioccante quanto emblematico della sua vita sentimentale. Samantha De Grenet ha parlato di un tradimento doppio: da parte del fidanzato e di una sua cara amica.
«Più è forte l’amicizia, più è grande il dolore»
ha confidato, ricordando la scoperta avvenuta durante una vacanza in Sardegna. Niente scenate, nessuna reazione impulsiva. Samantha è rimasta in silenzio, osservando e pianificando. E quello che ha messo in atto non è stato un semplice sfogo: è stata una vendetta meticolosa, pensata nei dettagli e, soprattutto, legale.
Il piano perfetto: quando la vendetta ha stile
Tornata a Milano, Samantha ha deciso di far pagare all’amica infedele il prezzo della sua slealtà. Si è finta una manager di eventi, sfruttando le sue reali conoscenze nel mondo dello spettacolo, in particolare in Germania. Ha creato un’identità fittizia, orchestrato una falsa proposta di lavoro per una sfilata internazionale, e ha fatto sì che fosse un’amica a parlare al telefono con la “rivale”.
Il risultato? Un biglietto aereo promesso, una prima classe mai esistita, un evento fantasma, e la truffata costretta a pagare tutto di tasca propria: volo, hotel, taxi. Un’umiliazione costosa, in ogni senso. “Andare a letto con il mio fidanzato le è costato qualcosa”, ha detto con un sorriso tagliente.
Una vendetta che diventa manifesto di autodifesa emotiva
Questo episodio non è solo un aneddoto da talk show. Rappresenta qualcosa di più profondo: la rivendicazione del diritto alla dignità dopo un tradimento. Samantha non ha agito con rabbia cieca, ma con determinazione e lucidità. Un comportamento che molte donne oggi potrebbero interpretare come una forma di empowerment: non porgere l’altra guancia, ma reagire con intelligenza, senza violenza, senza urlare. Solo con stile.
Non solo spettacolo: il messaggio universale dietro il racconto
La storia di Samantha De Grenet ha fatto il giro del web perché racchiude una verità potente: le donne non sono più disposte a essere tradite e poi dimenticate. In un’epoca in cui la sorellanza dovrebbe essere un valore forte, il dolore per un’amicizia violata può ferire anche più dell’amore perso. Il racconto si tinge anche di mistero: chi è la donna dello spettacolo coinvolta? La showgirl non lo rivela, ma lascia intendere che si tratti di qualcuno noto al pubblico. Un’altra prova del suo stile: colpire senza mai perdere classe.
Icona di resilienza e astuzia
A cinquant’anni, la De Grenet si conferma una donna che non ha bisogno di urlare per essere ascoltata. Il suo racconto è diventato virale perché rappresenta ciò che molte donne pensano ma non osano dire: chi ferisce il cuore altrui, deve mettere in conto le relative conseguenze…
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Personaggi e interviste
Achille Costacurta e il periodo buio: papà Alessandro rompe il silenzio e racconta tutto
Alessandro Costacurta parla per la prima volta apertamente delle fragilità del figlio Achille, dei problemi con la giustizia e del ruolo fondamentale della moglie Martina Colombari: “Ci siamo salvati a vicenda. E oggi lui è il ragazzo più bello del mondo”.

Dopo mesi di silenzio e indiscrezioni, è Alessandro Costacurta a rompere il ghiaccio. In un’intervista a Il Giornale, l’ex difensore del Milan e della Nazionale ha parlato per la prima volta a cuore aperto del momento difficile attraversato dal figlio Achille, 20 anni, diventato suo malgrado protagonista delle cronache per una serie di episodi controversi.
“Se mi avessero fatto questa domanda due anni fa, non avrei risposto allo stesso modo”, ha detto l’ex calciatore, riferendosi al proprio ruolo di padre. “Oggi posso dire di essere stato un buon padre. Mio figlio ha delle fragilità, ha avuto dei problemi, ma li ha superati. E adesso è il ragazzo più bello del mondo”.
Parole che rivelano una ferita, ma anche un percorso di consapevolezza. Achille, in passato, ha avuto problemi con le forze dell’ordine, e la vicenda ha messo a dura prova l’equilibrio familiare. “Abbiamo attraversato momenti duri, ma ci siamo sostenuti a vicenda: io, Martina e nostro figlio. Questo ci ha unito ancora di più”.
Il riferimento è ovviamente alla moglie Martina Colombari, ex Miss Italia e madre di Achille, che ha avuto un ruolo centrale in tutto il percorso. “Ho scoperto in quei giorni una forza incredibile in mia moglie”, ha raccontato Costacurta. “Ha una capacità di protezione verso nostro figlio che è pazzesca. È stata lei il nostro punto fermo”.
Il matrimonio con Martina, celebrato nel 2004, è uscito rafforzato dalla crisi. E oggi la coppia si mostra compatta, più consapevole e pronta a condividere anche i momenti difficili. “La famiglia è stata la nostra ancora. E lo è ancora oggi”, ha concluso Costacurta.
Non serve aggiungere molto. In un mondo dove spesso si finge perfezione, il coraggio di raccontare anche le cadute – e le risalite – fa tutta la differenza.
Personaggi e interviste
Perfetti solo in posa: la verità filtrata secondo Aurora Ramazzotti… e i social che ci ingannano
La “Ramazzottina” smaschera ancora una volta le bugie patinate dei social network. Con la solita ironia, mette a nudo il mito della perfezione, ricordandoci che ciò che vediamo online non è realtà, ma posa, filtro e strategia. E mentre continuiamo a scrollare, dimentichiamo che la vera vita… non si ritocca.

Benvenuti nel meraviglioso mondo di Instagram, dove nessuno suda, nessuno ha un brufolo e tutti sono sempre in vacanza. È questo l’universo che Aurora Ramazzotti ha deciso di smontare con un “friendly reminder”: no, non siamo tutti perfetti. Lo sembriamo. Ma solo in posa. La perfezione che vediamo ogni giorno nei feed non è altro che il risultato di luci giuste, angoli studiati e filtri furbi. È uno show permanente in cui nessuno sbaglia scatto. Semplicemente, lo scatto sbagliato non si pubblica… e il gioco è fatto.
La dittatura del “mi piace”
Nel nuovo millennio non contano più i voti a scuola o le strette di mano sincere. A decretare il nostro valore è un numerino sotto la foto: i like. È lì che si gioca la nostra autostima. Se piaci, vali. Se non piaci… be’, forse è il filtro sbagliato. Aurora lo sa bene. Cresciuta sotto i riflettori e bersagliata dagli haters, ha imparato presto che dietro ogni post perfetto si nasconde spesso una fragilità. Per questo continua a usare l’ironia come scudo e come lente per mostrarci quanto tutto sia distorto.
Quando “essere veri” diventa rivoluzionario
In un’epoca in cui il corpo naturale è diventato un atto sovversivo, Aurora prova a rimettere al centro la normalità. Non è una battaglia di Photoshop, ma una rivoluzione silenziosa fatta di smagliature, occhiaie e risate vere. Ha parlato di salute mentale, di body shaming, di pregiudizi e tabù. E lo ha fatto senza filtri, anche quando sarebbe stato più comodo tacere. Perfetta? No. Umana? Sì, e proprio per questo necessaria.
La foto non respira (ma tu sì)
Una fotografia congela un istante. Ma è un istante scelto, costruito, isolato dal resto. Niente respiri, niente movimento. Nessun difetto. Ma la vita vera è un flusso: ci si muove, si cambia, si sbaglia. È fatta di prospettive sbilenche e risate fuori tempo. Ecco perché confrontarsi con le immagini dei social è una trappola: non c’è verità nello scatto perfetto. C’è solo l’illusione di ciò che vorremmo essere, e che, spoiler, nessuno è davvero.
Essere imperfetti non è un difetto: è vita vera!
Aurora Ramazzotti ci ricorda che la vera ribellione, oggi, è mostrarsi per ciò che si è. E dirlo senza vergogna. Tra filtri ed eccessi, c’è bisogno di persone che usino i social non per mostrare una favola, ma per raccontare una realtà. Anche quando è un po’ disordinata. In fondo, la vera perfezione sta proprio nell’abbracciare ogni imperfezione. Anche se non è instagrammabile.
Personaggi e interviste
In ospedale è orario di visita: arriva il Capitano Jack Sparrow!
Johnny Depp ha visitato in incognito l’ospedale Niño Jesús di Madrid, regalando sorrisi nei panni del celebre pirata. In occasione del suo soggiorno a Madrid per le riprese del film “Day Drinker”, Depp ha infatti fatto visita ai piccoli pazienti dell’ospedale pediatrico Niño Jesús. Travestito da Jack Sparrow, ha trascorso oltre cinque ore tra giochi, battute e momenti di commozione con i bambini malati e le loro famiglie. Un gesto sincero e toccante, che conferma come anche le star di Hollywood possano, con semplicità e cuore, fare la differenza nella vita delle persone.

Una giornata che resterà impressa nei cuori di tanti bambini e dei loro genitori. Johnny Depp ha fatto una visita a sorpresa al reparto di oncologia pediatrica dell’ospedale Niño Jesús di Madrid. Non come una celebrità qualunque, ma calato nei panni di Jack Sparrow, il leggendario pirata che ha conquistato milioni di fan in tutto il mondo.
Un gesto di cuore durante le riprese di “Day Drinker”
Depp si trova attualmente nella capitale spagnola per girare Day Drinker, film diretto da Marc Webb con Penélope Cruz. Nonostante i numerosi impegni sul set, ha voluto prendersi una pausa per realizzare un gesto profondo: ha richiesto personalmente che la visita fosse tenuta segreta, per non creare clamore mediatico e garantire un momento autentico con i bambini.
Più di cinque ore con i piccoli pazienti
Durante l’incontro, l’attore ha mantenuto il personaggio di Sparrow per tutta la durata della visita. Ha scherzato, raccontato storie e posato per foto, regalando un’esperienza indimenticabile ai piccoli pazienti. In molti hanno riso, qualcuno si è commosso, e tutti hanno ricevuto un momento di felicità in un contesto spesso segnato dalla sofferenza.
L’importanza del sorriso in corsia
La visita di Depp ha dimostrato ancora una volta quanto la presenza di personaggi amati possa fare la differenza nei reparti pediatrici. Un sorriso, una parola gentile o un abbraccio possono avere un impatto terapeutico reale, sia per i bambini che per le loro famiglie.
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