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Personaggi e interviste

Ecco i fortunati eredi (e gli esclusi eccellenti) del patrimonio dello stilista Karl Lagerfeld

I destinatari del patrimonio dello stilista, dopo 4 anni di attesa, entrano in possesso delle loro quote di eredità. Con alcune sorprese nella composizione dell’asse ereditario.

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    A più di 4 anni dalla scomparsa dell’innovativo e visionario stilista Karl Lagerfeld, finalmente i beneficiari del suo testamento hanno avuto il via libera per l’incasso della loro parte di eredità. Designer di straordinario talento, icona di stile e genio fashion, in attività Lagerfeld ha vestito alcune delle più grandi star internazionali, creando un impero economico di grande importanza. Dopo la sua scomparsa, avvenuta il 19 febbraio 2019, i beneficiari del suo testamento hanno dovuto attendere fino ad oggi per entrare in possesso delle loro quote. Le sorprese non sono mancate: vediamo a chi è andata l’eredità del designer.

    Per colpa del suo contabile il patrimonio era rimasto congelato

    Dal 2019 il patrimonio era rimasto congelato a causa di alcuni problemi col fisco francese: quando lo stilista era ancora vivo, il suo ex contabile aveva investito grandi somme di denaro a Monaco senza fornire spiegazione. Quando è arrivato il momento di ripartire il patrimonio tra gli 8 beneficiari indicati da Lagerfeld nel testamento, si sono resi necessari una serie di accurati controlli fiscali terminati solo di recente.

    I fortunati destinatari

    Prima di tutto Baptiste Giabiconi, modello e amico dello stilista che gli è stato accanto negli ultimi anni di vita: a lui va il 30% del patrimonio. Tra i beneficiari del patrimonio compaiono anche Virginie Viard, la stilista che ha preso il suo posto a capo di Chanel fino allo scorso giugno, Sophie de Langlade, Caroline Lebar e l’attrice Amanda Harlech.

    Un ricordo concreto anche per la governante

    La governante Françoise Caçote si è vista destinare 1,5 milioni di euro per essersi occupata dell’amata gatta Choupette, sperando forse che continui a farlo in futuro. Tra le grandi escluse, invece, Carolina di Monaco e la figlia Charlotte Casiraghi. La prima era legata allo stilista da una grande amicizia fin da quando aveva solo 16 anni: a partire dall’adolescenza cominciò infatti a indossare quasi esclusivamente i suoi capi, diventando il simbolo dello stile chic e iconico di Chanel (proprio come successo a Charlotte, attualmente brand ambassador della Maison). A loro nessuna somma di denaro ma la possibilità di scegliere qualche mobile dal suo appartamento. D’altronde, essendo delle personalità reali… non hanno certo bisogno di denaro extra.

    La questione dell’età rimarrà irrisolta

    Per diversi anni è stato fatto mistero sulla data di nascita del designer. La scrittrice Alicia Drake sostiene che sia nato nel 1933, in quanto Lagerfeld sarebbe stato compagno di classe di alcuni suoi parenti. Una nota sul registro dei battesimi indica come data di nascita il 10 settembre 1933, anche se Lagerfeld sostenne sempre di essere nato nel 1935. I registri di nascita, in Germania, non sono aperti a ispezioni pubbliche, sono stati quindi interpellati i suoi vecchi insegnanti e compagni di classe per avere una conferma della data. Altri, addirittura, sostengono che sia nato nel 1938.

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      Personaggi e interviste

      Enzo Iacchetti: “Vorrei che Giorgia Meloni piangesse per i bambini uccisi a Gaza”

      Durante “È sempre Cartabianca”, Enzo Iacchetti si commuove parlando dei civili massacrati a Gaza e invoca un segnale umano da parte della presidente del Consiglio: “Sono una madre, sono cristiana, e provo dolore per quei bambini. Vorrei sentirglielo dire”.

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        Martedì 10 giugno 2025, durante l’ultima puntata di È sempre Cartabianca, Enzo Iacchetti si è collegato da casa con lo studio di Bianca Berlinguer e Mauro Corona per un intervento che ha rapidamente fatto il giro dei social. Il tono, inizialmente pacato, si è fatto via via più coinvolto, fino a diventare un appello esplicito e toccante rivolto a Giorgia Meloni.

        Il comico e conduttore televisivo ha aperto il suo intervento parlando delle immagini provenienti dalla Striscia di Gaza, dove il numero di vittime civili continua a salire, colpendo soprattutto donne e bambini. “Spero che qualcuno si svegli, anche dall’altra parte, e trovi il coraggio di esprimere almeno un sentimento di pietà per ciò che sta accadendo. È inutile continuare a definirci cristiani se poi restiamo indifferenti”, ha detto con voce rotta.

        Poi, rivolgendosi direttamente alla presidente del Consiglio, ha dichiarato: “Ho un sogno: vorrei sentire il capo del nostro governo dire ‘sono Giorgia, sono una madre, sono cristiana e provo un dolore immenso per tutti i bambini trucidati senza pietà’.”

        Un invito semplice ma potentissimo, che ha scosso il pubblico e gli ospiti in studio. Nessuna polemica diretta, nessun attacco politico, ma una richiesta accorata di umanità, di empatia, di riconoscimento del dolore. E soprattutto, di pietà cristiana. Un concetto che, secondo Iacchetti, sembra svuotato di significato quando non si traduce in parole, gesti e prese di posizione.

        “Non ci tocca sapere che ci sono ventimila bambini morti? Davvero non ci smuove niente?”, ha aggiunto. “Io non riesco ad andare a letto sereno pensando al caldo o al sole di domani. Quando vedo quelle scene, penso che tutti quelli che si professano cristiani e poi tacciono, stanno solo nascondendo la testa sotto la sabbia”.

        Ha poi evocato un’immagine forte: “I bambini con il grano turco in mano mi fanno pena. Non riesco a non pensarci. E mi chiedo perché nessuno dica semplicemente: ‘mi fanno pietà’.”

        Il suo intervento si è chiuso con una riflessione amara, ma chiarissima: “Mi basterebbe questo. Sentire quelle parole dalla premier. Per capire che vivo in una Nazione che ha ancora un senso.”

        Parole che non vogliono dividere, ma chiedere. Che non accusano, ma implorano. Una voce, quella di Iacchetti, che in mezzo a un panorama mediatico sempre più rumoroso, ha scelto il silenzio della coscienza e la semplicità della pietà.

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          La classifica sexy di Gwyneth Paltrow: “Ecco chi era il mio miglior amante fra le lenzuola”

          Gwyneth Paltrow rompe il silenzio su Brad Pitt e Ben Affleck con rivelazioni piccanti che stanno facendo il giro del web. In un’intervista esplosiva, l’attrice ha confessato chi, tra i due celebri ex, è stato il migliore a letto… e chi la faceva ridere di più. Un tuffo nel passato sentimentale di una delle star più chiacchierate di Hollywood.

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            La popolare attrice è in vena di confessioni piccanti di questi tempi: “Con Brad chimica esplosiva, ma Ben era… tecnico” Nel corso di una nuova intervista al popolarissimo podcast Call Her Daddy, Gwyneth Paltrow ha alzato il velo su uno degli argomenti più chiacchierati dai fan: i suoi ex fidanzati più famosi, Brad Pitt e Ben Affleck. L’attrice premio Oscar non si è tirata indietro e ha risposto senza imbarazzo alla domanda da un milione di click: chi era il migliore a letto?

            Chimica contro tecnica

            La risposta è stata sorprendentemente dettagliata. «Con Brad Pitt c’era una chimica pazzesca, quasi elettrica», ha detto sorridendo. Ma poi ha aggiunto: «Ben Affleck era tecnicamente perfetto. Sapeva esattamente cosa fare». Due stili diversi, insomma, ma entrambi indimenticabili per motivi molto diversi.

            Pitt: l’amore travolgente degli anni ’90

            Gwyneth e Brad si sono conosciuti sul set di Seven nel 1994, e per qualche anno hanno rappresentato la coppia d’oro di Hollywood. Un amore romantico e passionale, culminato in un fidanzamento ufficiale. «Ero molto innamorata», ha confessato Paltrow. «Ma eravamo troppo giovani». Nonostante la rottura, tra i due è rimasto un forte affetto e rispetto reciproco

            Affleck: fascino e ironia sotto le lenzuola

            Dopo Brad, è arrivato Ben. La loro relazione è durata dal 1997 al 2000, e Gwyneth ha ammesso che con lui c’era un’alchimia molto diversa. «Mi faceva ridere come nessun altro», ha detto. «Ben era un ragazzo brillante, spiritoso e molto… preciso». Un commento che ha scatenato una marea di reazioni sui social, tra fan divertiti e gossip in fermento.

            Gwyneth oggi: tra successo, famiglia e sincerità disarmante

            Oggi l’attrice è sposata con il produttore Brad Falchuk e vive una vita lontana dai riflettori più scandalistici. Eppure, quando decide di parlare del suo passato, lo fa con una sincerità che sorprende. Le sue rivelazioni non sono mai gratuite: «Non ho nulla da nascondere. Ho vissuto amori intensi, e sono grata per ognuno di loro». Le sue parole non sono solo gossip da tabloid. Sono anche un esempio di come una donna possa parlare apertamente della propria sessualità e delle sue esperienze senza vergogna. In un mondo che ancora stigmatizza la libertà femminile, Gwyneth riesce a trasformare ogni intervista in una lezione di autenticità.

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              Sembrava incinta, ma era diastasi addominale: la drammatica scoperta di Costanza Caracciolo

              La ex velina e moglie di Bobo Vieri, ha raccontato pubblicamente la difficile scoperta della diastasi addominale, una condizione fisica spesso trascurata ma che colpisce moltissime donne dopo la gravidanza. Dopo essere stata bersagliata sui social con commenti sul suo fisico, ha deciso di approfondire e ha ricevuto una diagnosi inaspettata: i muscoli addominali erano separati di ben 5 centimetri. Una testimonianza che apre un importante dibattito sulla salute post-partum e sul giudizio superficiale dei social network.

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                Costanza Caracciolo non si aspettava che un semplice commento sui social potesse portare a una diagnosi medica. Dopo ripetute domande sul fatto che potesse essere incinta, l’ex velina ha iniziato a interrogarsi seriamente sul proprio corpo. “Mi dicevano che sembravo incinta, e lì ho capito che qualcosa non andava”, ha raccontato, ospite del programma La Volta Buona di Caterina Balivo.

                Diastasi addominale: una condizione invisibile ma diffusa

                Dopo visite specialistiche, Caracciolo ha ricevuto la diagnosi: diastasi addominale di 5 centimetri. Una condizione che colpisce circa il 60% delle donne dopo la gravidanza, ma di cui si parla ancora troppo poco. La diastasi si verifica quando i muscoli retti dell’addome si separano, lasciando una sorta di “vuoto” tra loro, con conseguente gonfiore e sensazione di pancia prominente.

                “I muscoli non riuscivano a tornare nella posizione originaria. Il mio addome era semplicemente diverso da prima, ma nessuno te lo dice dopo il parto”.

                Operazione chirurgica o esercizi? Una scelta difficile

                Inizialmente, Costanza aveva valutato l’ipotesi di sottoporsi a un intervento chirurgico. Ma poi ha scoperto un’alternativa meno invasiva: esercizi specifici di respirazione e rieducazione muscolare. “Sono esercizi complicati e noiosi”, ammette, “ma hanno funzionato”. Il percorso non è stato facile, ma oggi Caracciolo si sente più consapevole del proprio corpo e delle sue trasformazioni.

                La lezione: dietro ogni corpo c’è una storia

                Quello che più ha colpito Costanza è stata la superficialità dei giudizi ricevuti online. “I social danno a tutti la libertà di parola, ma spesso si traduce in giudizi taglienti e ignoranti”, ha detto con amarezza. La sua esperienza è diventata così un messaggio importante: non tutto ciò che si vede è come sembra, soprattutto quando si parla del corpo di una donna dopo la maternità.

                Più informazione, meno giudizi

                La storia di Costanza Caracciolo è un invito a riflettere: quante donne, come lei, convivono con sintomi della diastasi senza nemmeno sapere di averla? E quante si sentono giudicate anziché ascoltate? Parlare di queste tematiche è fondamentale per abbattere i tabù sul corpo femminile post-parto, promuovere la salute e ridurre lo stigma.

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