Connect with us

Personaggi e interviste

Il compleanno di Maria Teresa Ruta: “Ho bevuto la vita tutta d’un sorso. E ho ancora sete”

Dalla Domenica Sportiva a Giochi Senza Frontiere, passando per Maradona, Telegatti e Pechino Express: la conduttrice si racconta con ironia, lucidità e un filo di nostalgia.

Avatar photo

Pubblicato

il

    Una carriera lunga 40 anni e una vita che sembra un romanzo avventuroso: Maria Teresa Ruta, volto storico della televisione italiana, il 23 aprile compie 65 anni. Mentre riceve auguri da ogni parte d’Italia seduta su una carrozza business dell’Alta Velocità, ripercorre senza filtri i momenti chiave della sua esistenza davanti alle telecamere. Ma anche quelli lontani dai riflettori, raccontandosi donna, madre, figlia e, soprattutto, instancabile viaggiatrice dell’anima.

    “Ho bevuto la vita tutta d’un sorso, peccato che mi è rimasta ancora tanta sete”, dice con la lucidità di chi non ha mai smesso di rincorrere i propri sogni.

    40 anni di carriera, 40 anni di primati

    “Quest’anno festeggio i 40 anni dal mio primo Telegatto e dai miei esordi nel giornalismo sportivo. Sono stata la prima donna alla Domenica Sportiva, la prima a condurre lo Zecchino d’Oro accanto a Cino Tortorella, la prima a raccontare lo sport da una voce femminile che non fosse di contorno”, racconta. E continua con orgoglio: “Nils Liedholm mi diceva che per vincere lo scudetto bisogna cambiare squadra. Io l’ho fatto. E ho vinto tanti scudetti”.

    Il giornalismo sportivo e la rivoluzione silenziosa

    Quando entra nel mondo dello sport, Maria Teresa non è accolta con ostilità, ma con curiosità. “All’inizio i colleghi uomini non mi prendevano troppo sul serio. Poi, quando ho iniziato a togliergli serate e manifestazioni, hanno detto: ‘Se le merita’. E da lì in poi è stato tutto un crescendo”. Un ricordo indelebile? “Il provino per la Domenica Sportiva. Ero l’unica candidata. Mi ero allenata fin da piccola: facevo telecronache dalla finestra della cucina per mio padre, che mi diceva: ‘Tata, quando segnano chiamami’”.

    “Sono stata una pioniera. Ma certe porte me le sono aperte da sola”

    Nonostante i successi, le delusioni non sono mancate. “Mi fu promessa una partecipazione a Domenica In. Poi cambiò la direzione artistica e tutto svanì. Forse avrei dovuto insistere di più, battere i pugni. Ma io spesso non ho chiesto, e se non chiedi, non ottieni”.

    Il coraggio di restare se stessi

    Nel tempo, ha scelto la coerenza all’apparenza. “Non mi sono mai rifatta. Ho preferito rimanere me stessa, anche se questo forse mi ha tagliato fuori da qualche casting. Vedo colleghe gonfiate che sembrano tutte uguali. Io ho preferito che si ricordassero di me per ciò che ho fatto, non per un viso liscio e identico a tanti altri”.

    Maradona, Goria, l’Isola e i riti d’amore

    La sua storia è fatta anche di incontri straordinari. Come quello con Maradona: “Mi presentai in un campo travestita da raccattapalle. Lo feci palleggiare con mandarini e arance. Poi mi tolsi il berretto. È così che diventai ‘la Ruta di Maradona’”. Anche la vita privata ha avuto i suoi scossoni. “Amedeo Goria accettò di sposarmi con un matrimonio bianco. Avevo subito un trauma e lui mi disse: ‘Ti sposerei anche senza rapporti, perché sei una donna eccezionale’”. Ma poi arrivò il dolore del tradimento, della separazione. “Mi sono sentita ferita come moglie e come madre. Ma oggi so che tutto ha avuto un senso”.

    L’amore vero e una vita in continuo movimento

    Dopo il dolore, il riscatto. “Da vent’anni sto con Roberto. Ci siamo sposati 11 volte, in tutto il mondo. Ora toccherà all’India. Lui mi ha insegnato cos’è l’amore vero. Ai miei figli ho detto: ‘Può capitare di non incontrarlo mai, ma quando arriva, lo riconosci’”.

    Oggi, tra libri, tv e nuovi progetti

    Negli anni dei “no”, ha riscoperto la scrittura. “Ho pubblicato 15 libri. L’ultimo è dedicato ai cimiteri più belli del mondo. C’è un turismo affascinante, poetico, legato a questi luoghi”. E aggiunge: “Sono credente, e so che ci sarà un’altra vita. Ma questa la ringrazio”. A 65 anni, la Ruta oggi non è affatto stanca. “Ho ancora voglia di scoprire, di lottare, di raccontare. La televisione mi ha dato tanto, ma io ho dato a lei tutta me stessa. E non smetterò finché sentirò di avere qualcosa da dire”.

      SEGUICI SU INSTAGRAM
      INSTAGRAM.COM/LACITYMAG

      Personaggi e interviste

      Giorgio Panariello, tra ferite e risate: dall’infanzia segreta al fratello perduto, al sogno di Sanremo con Conti e Pieraccioni

      Panariello racconta la sua infanzia segnata dagli abbandoni, il senso di colpa per il fratello morto assiderato, le spese folli degli inizi e il flop di Sanremo 2006. Ma oggi, tra tournée e nuovi progetti, ritrova l’ottimismo di sempre: “Forse ho pagato lo scotto di essere un comico, in Italia chi fa cabaret resta fuori da certi giri”.

      Avatar photo

      Pubblicato

      il

      Autore

        La storia di Giorgio Panariello è una traiettoria fatta di scarti emotivi, scoperte improvvise e di un talento nato quasi per autodifesa. Il comico toscano, oggi in tournée con E se domani…, ha ripercorso le ombre della sua vita con una sincerità rara: un’infanzia che molti definirebbero difficile, lui la chiama semplicemente “singolare”.

        L’infanzia segreta e la verità scoperta per caso
        Fino a undici anni era convinto che i suoi fossero due genitori un po’ più anziani del normale. La realtà gli arrivò addosso tutta insieme: «La signora che compariva a Natale era mamma». Era stata lei, a soli 17 anni, ad abbandonarlo all’Ospedalino degli Innocenti di Firenze. A salvarlo fu la nonna, che lo portò a casa imponendosi su un marito contrario. Quelli che credeva fratelli erano zii, e da qualche parte c’era anche un fratello vero, Franco.

        Franco, la droga e un dolore che non passa
        Quando Panariello lo conobbe, gli volle bene subito. Ma la vita di Franco prese la strada peggiore: la dipendenza, la strada, un tentativo di disintossicazione e poi il destino tragico del 2011, quando fu abbandonato per strada e morì assiderato. Il comico non nasconde il tormento: «Mi sentivo in colpa, lo aiutavo dandogli soldi sapendo che fine avrebbero fatto». Una frattura che ancora oggi trattiene negli occhi.

        Il successo, le spese folli e il Sanremo che brucia
        Panariello non nega di essere stato un esteta dalla mano larga: «Se guadagno cinque, tre li spendo e due li tengo». E il palco, fin da ragazzo, era il suo modo per farsi vedere: firmava quaderni per “allenare” gli autografi. Poi è arrivato Sanremo 2006, un tasto dolente: «Ho sbagliato approccio. L’embargo dei discografici ha fatto il resto».

        Il futuro tra amici, teatro e un’idea di Festival
        Eppure, nonostante tutto, Panariello resta ottimista. Il pranzo con Conti e Pieraccioni è già fissato: se nascerà un’idea, il Festival 2026 potrebbe diventare una sorpresa. «Forse ho pagato lo scotto di essere un comico: in Italia chi fa cabaret è escluso da certi giri». Ma lui, al pubblico, chiede solo una cosa: continuare a essere visto per quello che è, un uomo che ha imparato a sorridere anche quando la vita non glielo rendeva facile.

          Continua a leggere

          Personaggi e interviste

          Addio alle gemelle Kessler: il legame indissolubile che ha segnato una vita intera e un ultimo gesto scelto insieme

          Le celebri gemelle tedesche, protagoniste assolute della tv anni Cinquanta e Sessanta e amatissime dal pubblico italiano, avevano espresso da tempo il desiderio di “morire nello stesso giorno”. La polizia bavarese conferma che non ci sono terze persone coinvolte e che le due artiste avevano lasciato disposizioni chiare sulle loro volontà.

          Avatar photo

          Pubblicato

          il

          Autore

            La notizia della morte di Alice ed Ellen Kessler ha attraversato l’Europa come un’eco familiare, malinconica, quasi inevitabile. Le due sorelle, inseparabili per natura e per scelta, sono state trovate senza vita nel loro appartamento di Gruenwald, vicino a Monaco. Avevano 89 anni. Secondo quanto riportato dalla Bild, avrebbero optato per il suicidio assistito, una possibilità prevista dalla legge tedesca in condizioni specifiche e con decisione autonoma.

            Un legame oltre la scena
            Per oltre sessant’anni le gemelle Kessler hanno condiviso palcoscenici, camerini, tournée e applausi. Cantanti, ballerine, attrici: amavano definirsi “un’unica storia in due corpi”, un’immagine che oggi pesa di un significato diverso. Nel loro testamento avevano chiesto che le ceneri fossero conservate nella stessa urna, un’ultima conferma di una vita vissuta rigorosamente in duo.

            Le star del varietà internazionale
            Dalla Germania agli Champs-Élysées, il percorso delle Kessler è stato un salto costante verso l’alto. Notate giovanissime a Düsseldorf, conquistarono Parigi nel 1955 con il Lido e da lì si imposero come vere protagoniste dei varietà internazionali. In Italia diventarono volti popolarissimi, tra gambe interminabili e una presenza scenica che pareva scolpita per la televisione dell’epoca. Hanno condiviso il palco con nomi come Frank Sinatra, Fred Astaire e Harry Belafonte, portando la loro eleganza in tutto il mondo.

            Dalla fuga alla libertà alla scelta finale
            La loro storia, però, non è solo spettacolo. A 16 anni fuggirono dalla Germania dell’Est per raggiungere l’Occidente, convinte che la libertà fosse l’unico terreno possibile per il loro futuro. Nel 2024 avevano dichiarato al Corriere della Sera di voler “morire nello stesso giorno”. Così è stato. La Kriminalpolizei di Monaco ha confermato che non vi sono responsabilità esterne: una scelta consapevole, presa insieme, come sempre.

              Continua a leggere

              Personaggi e interviste

              Christian Bale costruisce un villaggio da 22 milioni per tenere uniti i fratelli in affido: il suo progetto nel deserto della California

              Per Christian Bale non esiste ingiustizia più grande che vedere bambini divisi dal sistema di affido. Così, a Palmdale, nel cuore della California, sta nascendo un villaggio da 22 milioni di dollari progettato per tenerli insieme e offrirgli una nuova possibilità di vita, sotto lo stesso tetto.

              Avatar photo

              Pubblicato

              il

              Autore

                Christian Bale, uno che potrebbe limitarsi a godersi i frutti dei suoi film milionari, ha deciso invece di investire tempo, denaro e visione in qualcosa di molto più concreto di un nuovo set hollywoodiano. A Palmdale, in California, l’attore sta costruendo Together California: un villaggio pensato per ospitare bambini in affido senza separarli da fratelli e sorelle. Un progetto dal valore complessivo di 22 milioni di dollari che, giorno dopo giorno, prende forma nell’assolato paesaggio del deserto.

                Bale conosce bene il sistema di affido degli Stati Uniti e ne ha più volte denunciato le fragilità, soprattutto quando costringe i minori a crescere lontani dai propri familiari. Per lui non è una statistica: è una ferita aperta. «Non c’è nulla di più doloroso per un bambino che essere separato da chi ama», ha ripetuto negli anni. Ed è proprio da questa convinzione che è nato il villaggio: un luogo sicuro dove i legami non si spezzano.

                Il progetto prevede abitazioni accoglienti, spazi verdi, centri educativi e un team di operatori specializzati. Un modello nuovo, pensato per ridurre i traumi e dare continuità affettiva ai piccoli ospiti. Quando sarà completato, Together California offrirà un ambiente stabile a decine di minori che oggi vivono in condizioni difficili o rischiano la separazione forzata.

                Bale segue personalmente ogni fase dei lavori, lontano dai riflettori, com’è nel suo stile. Nessuna conferenza stampa, nessun tappeto rosso: solo il rumore dei cantieri e un obiettivo chiaro. Perché per lui questo non è un progetto benefico da aggiungere al curriculum, ma una battaglia che tocca il cuore della sua idea di giustizia sociale.

                Nella città di Palmdale, questo villaggio è già considerato un piccolo miracolo che cresce giorno dopo giorno. Per i bambini che lo abiteranno, potrebbe diventare il luogo dove ricominciare, senza dover rinunciare alla cosa più preziosa che hanno: la propria famiglia.

                  Continua a leggere
                  Advertisement

                  Ultime notizie

                  Lacitymag.it - Tutti i colori della cronaca | DIEMMECOM® Società Editoriale Srl P. IVA 01737800795 R.O.C. 4049 – Reg. Trib MI n.61 del 17.04.2024 | Direttore responsabile: Luca Arnaù