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Personaggi e interviste

Josè Sebastiani compie 16 anni: il figlio di Amadeus festeggia con la famiglia e le tenere foto con i nonni

Josè Sebastiani ha celebrato il suo compleanno con una festa intima, condividendo sui social momenti speciali con la sua famiglia. Tra gli scatti più dolci, le foto con i nonni, una rarità per il giovane, che solitamente preferisce mantenere il riserbo sulla sua vita privata.

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    Josè Sebastiani, figlio di Amadeus e Giovanna Civitillo, ha compiuto 16 anni e ha scelto di festeggiare in modo intimo, circondato dalla famiglia e dagli amici più cari.

    La festa si è svolta in casa, in un clima di affetto e semplicità. Accanto a lui, oltre ai genitori, c’era anche la sorella Alice, nata dal primo matrimonio di Amadeus con Marisa Di Martino, e i suoi amati nonni, protagonisti di alcuni scatti che Josè ha condiviso sui social.

    Uno di questi momenti lo ritrae mentre spegne le candeline su una torta al cioccolato, circondato dall’affetto di tutti. Un gesto che ha emozionato i suoi follower, considerando che il ragazzo è piuttosto riservato sulla sua vita privata.

    L’amore per i nonni: le foto che emozionano

    Tra le immagini condivise, le più toccanti sono quelle con i nonni paterni e materni, segno del forte legame familiare che unisce la famiglia Sebastiani-Civitillo.

    • Corrado e Antonella, genitori di Amadeus, sono originari di Palermo, ma si sono trasferiti a Verona quando il conduttore era ancora un bambino.
    • Paolo e Gelsomina, i genitori di Giovanna, vengono da Alvignano, in provincia di Caserta, e vivono a Napoli.

    Non è un caso che Josè abbia voluto immortalare questo momento speciale con loro. Amadeus stesso, in un’intervista, ha raccontato quanto sia grato ai suoceri:

    «Sono persone disponibili su cui possiamo sempre contare: ci hanno semplificato la vita».

    E quando la famiglia si riunisce a Napoli, Gelsomina non manca mai di preparare al genero la sua specialità: pizza con i friarielli, di cui Amadeus è ghiotto.

    Josè, tra calcio e musica: i sogni di un giovane talento

    Oltre all’amore per la famiglia, Josè ha due grandi passioni: il calcio e la musica.

    Attualmente milita nell’Udinese Under 16, dimostrando di avere talento e determinazione per costruirsi una carriera nello sport.

    «Il mio primo sogno è diventare calciatore. Se non avessi questa fortuna, mi piacerebbe lavorare nella musica, ma dietro le quinte. Riesco a distinguere un bel brano», ha raccontato in un’intervista a Vanity Fair.

    Non a caso, Josè ha anche un format su TikTok in cui parla di canzoni, artisti e tendenze musicali, dimostrando di avere un orecchio raffinato e una spiccata curiosità per il settore discografico.

    Un futuro brillante davanti a sé

    A soli 16 anni, Josè Sebastiani ha già le idee chiare. Il suo compleanno è stato un momento di festa, ma anche una tappa importante di un percorso che potrebbe portarlo lontano, sia sui campi da calcio che nel mondo della musica.

    E chissà, magari un giorno lo vedremo sul palco dell’Ariston, non come figlio di Amadeus, ma come protagonista della scena musicale o sportiva. Per ora, però, il presente è fatto di sogni, passioni e tanto amore familiare.

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      Perfetti solo in posa: la verità filtrata secondo Aurora Ramazzotti… e i social che ci ingannano

      La “Ramazzottina” smaschera ancora una volta le bugie patinate dei social network. Con la solita ironia, mette a nudo il mito della perfezione, ricordandoci che ciò che vediamo online non è realtà, ma posa, filtro e strategia. E mentre continuiamo a scrollare, dimentichiamo che la vera vita… non si ritocca.

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        Benvenuti nel meraviglioso mondo di Instagram, dove nessuno suda, nessuno ha un brufolo e tutti sono sempre in vacanza. È questo l’universo che Aurora Ramazzotti ha deciso di smontare con un “friendly reminder”: no, non siamo tutti perfetti. Lo sembriamo. Ma solo in posa. La perfezione che vediamo ogni giorno nei feed non è altro che il risultato di luci giuste, angoli studiati e filtri furbi. È uno show permanente in cui nessuno sbaglia scatto. Semplicemente, lo scatto sbagliato non si pubblica… e il gioco è fatto.

        La dittatura del “mi piace”

        Nel nuovo millennio non contano più i voti a scuola o le strette di mano sincere. A decretare il nostro valore è un numerino sotto la foto: i like. È lì che si gioca la nostra autostima. Se piaci, vali. Se non piaci… be’, forse è il filtro sbagliato. Aurora lo sa bene. Cresciuta sotto i riflettori e bersagliata dagli haters, ha imparato presto che dietro ogni post perfetto si nasconde spesso una fragilità. Per questo continua a usare l’ironia come scudo e come lente per mostrarci quanto tutto sia distorto.

        Quando “essere veri” diventa rivoluzionario

        In un’epoca in cui il corpo naturale è diventato un atto sovversivo, Aurora prova a rimettere al centro la normalità. Non è una battaglia di Photoshop, ma una rivoluzione silenziosa fatta di smagliature, occhiaie e risate vere. Ha parlato di salute mentale, di body shaming, di pregiudizi e tabù. E lo ha fatto senza filtri, anche quando sarebbe stato più comodo tacere. Perfetta? No. Umana? Sì, e proprio per questo necessaria.

        La foto non respira (ma tu sì)

        Una fotografia congela un istante. Ma è un istante scelto, costruito, isolato dal resto. Niente respiri, niente movimento. Nessun difetto. Ma la vita vera è un flusso: ci si muove, si cambia, si sbaglia. È fatta di prospettive sbilenche e risate fuori tempo. Ecco perché confrontarsi con le immagini dei social è una trappola: non c’è verità nello scatto perfetto. C’è solo l’illusione di ciò che vorremmo essere, e che, spoiler, nessuno è davvero.

        Essere imperfetti non è un difetto: è vita vera!

        Aurora Ramazzotti ci ricorda che la vera ribellione, oggi, è mostrarsi per ciò che si è. E dirlo senza vergogna. Tra filtri ed eccessi, c’è bisogno di persone che usino i social non per mostrare una favola, ma per raccontare una realtà. Anche quando è un po’ disordinata. In fondo, la vera perfezione sta proprio nell’abbracciare ogni imperfezione. Anche se non è instagrammabile.

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          In ospedale è orario di visita: arriva il Capitano Jack Sparrow!

          Johnny Depp ha visitato in incognito l’ospedale Niño Jesús di Madrid, regalando sorrisi nei panni del celebre pirata. In occasione del suo soggiorno a Madrid per le riprese del film “Day Drinker”, Depp ha infatti fatto visita ai piccoli pazienti dell’ospedale pediatrico Niño Jesús. Travestito da Jack Sparrow, ha trascorso oltre cinque ore tra giochi, battute e momenti di commozione con i bambini malati e le loro famiglie. Un gesto sincero e toccante, che conferma come anche le star di Hollywood possano, con semplicità e cuore, fare la differenza nella vita delle persone.

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            Una giornata che resterà impressa nei cuori di tanti bambini e dei loro genitori. Johnny Depp ha fatto una visita a sorpresa al reparto di oncologia pediatrica dell’ospedale Niño Jesús di Madrid. Non come una celebrità qualunque, ma calato nei panni di Jack Sparrow, il leggendario pirata che ha conquistato milioni di fan in tutto il mondo.

            Un gesto di cuore durante le riprese di “Day Drinker”

            Depp si trova attualmente nella capitale spagnola per girare Day Drinker, film diretto da Marc Webb con Penélope Cruz. Nonostante i numerosi impegni sul set, ha voluto prendersi una pausa per realizzare un gesto profondo: ha richiesto personalmente che la visita fosse tenuta segreta, per non creare clamore mediatico e garantire un momento autentico con i bambini.

            Più di cinque ore con i piccoli pazienti

            Durante l’incontro, l’attore ha mantenuto il personaggio di Sparrow per tutta la durata della visita. Ha scherzato, raccontato storie e posato per foto, regalando un’esperienza indimenticabile ai piccoli pazienti. In molti hanno riso, qualcuno si è commosso, e tutti hanno ricevuto un momento di felicità in un contesto spesso segnato dalla sofferenza.

            L’importanza del sorriso in corsia

            La visita di Depp ha dimostrato ancora una volta quanto la presenza di personaggi amati possa fare la differenza nei reparti pediatrici. Un sorriso, una parola gentile o un abbraccio possono avere un impatto terapeutico reale, sia per i bambini che per le loro famiglie.

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              Personaggi e interviste

              Arianna David, dai fasti di Miss Italia al baratro: «Ho tentato il suicidio, mi ha salvata mio marito»

              Ospite della trasmissione condotta da Monica Setta su Rai2, Arianna David condivide un racconto toccante e inedito: il tentato suicidio durante il periodo più acuto dell’anoressia, la violenza subita da un ex compagno e la lenta, dolorosa risalita verso la vita. Un’intervista sincera e potente, che accende i riflettori su disturbi alimentari e violenza sulle donne.

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                Durante l’intervista, Arianna David – Miss Italia 1993 – rivela per la prima volta il momento più drammatico della sua vita. «Nel periodo più acuto dell’anoressia ho tentato il suicidio. Una sera, in preda alla disperazione, sono corsa verso il balcone per buttarmi. Mio marito mi ha afferrata al volo, salvandomi letteralmente la vita». Un’ammissione che scuote e commuove, resa ancor più potente dalla sincerità con cui l’ex reginetta parla delle proprie fragilità.

                Una spirale di violenza e dolore

                Il dramma di Arianna David affonda le radici in una relazione tossica, iniziata in un momento di estrema vulnerabilità. Rimasta sola, con figli a carico e problemi economici, si fidò dell’uomo sbagliato: «Sembrava gentile, ma è diventato il mio aguzzino. Mi ha spezzato il ginocchio con una mazza da baseball, mi ha trascinata per strada, ha tentato di strangolarmi». Un racconto crudo di violenza domestica, che culmina in un grido di aiuto e coraggio: «Ho dovuto trovare la forza per denunciarlo».

                L’anoressia e il senso di colpa

                A seguito dei traumi, Arianna è caduta in una spirale di autocolpevolizzazione e disturbi alimentari: «Mi dicevo “sono una fallita”, e smettevo di mangiare. Un pezzo di insalata, uno yogurt dopo ore di palestra. Pesavo 40 chili». La malattia, come racconta, era invisibile all’esterno ma devastante dentro. Una forma di autopunizione che l’ha consumata per anni.

                La rinascita grazie all’amore

                Il cambiamento è arrivato con l’incontro dell’uomo che sarebbe diventato suo marito: «Con il suo amore mi ha curata. Ha accettato me e i miei figli, mi ha portata a curarmi. Con lui ho ricominciato a mangiare, un po’ alla volta, anche una fettina di patata». Oggi Arianna sorride, consapevole di avere affrontato un lungo percorso: «Ora più che mai so che l’amore cura». La sua storia è un potente esempio di resilienza. Dalle tenebre della violenza e della malattia, è riuscita a risalire, testimoniando con coraggio quanto sia fondamentale parlare, chiedere aiuto e credere che un futuro migliore sia possibile.

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