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Personaggi e interviste

Ornella Muti festeggia i 70, senza gli auguri di Celentano: “Non ci siamo più sentiti”

Ornella Muti celebra i suoi 70 anni ripercorrendo la sua carriera e la sua vita privata. Dal leggendario flirt con Adriano Celentano alla sua visione della bellezza, dall’amore alla politica: “Non mi sono mai sentita perfetta, e la politica? Non ci credo tanto”.

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    Dietro i grandi occhiali tartarugati e lo sguardo che ha incantato generazioni, l’attrice non perde il suo carisma. Il 9 marzo ha spento 70 candeline e ha ricevuto il Premio Stella della Mole al Torino Film Festival, celebrando i 50 anni di Romanzo Popolare di Mario Monicelli, il film che la consacrò. “Quel film è stato una pietra miliare per me. Affrontava temi profondi, come l’adulterio nella classe operaia. Nonostante la mia carriera abbia oscillato tra cinema d’autore e popolare, ho sempre sentito il peso dell’estetica” racconta, svelando anche un retroscena inedito. “Ero incinta quando Monicelli mi propose il ruolo, mia madre cercò di declinare per me, ma lui mi promise che avrebbe tenuto il segreto. E così è stato”.

    Con Celentano? Nessun contatto dopo i loro film di grande successo

    Ornella Muti e Adriano Celentano hanno fatto sognare milioni di spettatori con film cult come Innamorato pazzo e Il bisbetico domato. Ma cosa resta di quel sodalizio? “Non abbiamo più avuto contatti dal film. Del resto mi avrebbero tagliato mani e piedi!” dice, scherzando ma non troppo. “Adriano era molto divertente, sul set si rideva così tanto che a volte non riuscivano nemmeno a battere il ciak”. Sulla presunta relazione con Celentano, ammicca: “Lui dice che ci fu una storia… Io non smentisco”. La presunta relazione, infatti, è da anni uno degli argomenti più chiacchierati del gossip italiano. I due attori hanno lavorato insieme facendo sognare il pubblico con la loro alchimia. Celentano nel 2014, ha ammesso di aver avuto un flirt con la Muti, che non ha mai smentito. L’episodio, però, non fu privo di conseguenze: Claudia Mori, moglie del Molleggiato, reagì con fermezza, ma scelse di perdonarlo. “Il nostro matrimonio ha superato momenti difficili, ma l’amore ha prevalso”, disse in un’intervista. Nonostante il tempo passato, il pettegolezzo non si è mai spento, alimentato dalle dichiarazioni della stessa Muti. Un amore segreto o solo un momento di debolezza? Il mistero resta…

    La bellezza: “Non mi sono mai sentita perfetta”

    Considerata una delle donne più affascinanti del cinema italiano, Muti confessa: “La bellezza è un dono, ma ha anche lati negativi. Si deve lavorare di più per farsi apprezzare. Non mi sono mai sentita perfetta, anzi, ho sempre avuto una grande insicurezza. Poi ho capito che l’importante è essere se stessi”. In merito alla sua visione della femminilità e del femminismo, sorprende dichiarando: “Ho sempre lottato per i diritti delle donne, ma non mi piace definirmi femminista. Credo nella nostra forza, ma non mi sento parte di un movimento”.

    Amore e uomini: “Sono un po’ arrabbiata”

    Oggi Muti è single da molti anni. “Mi vorrei innamorare, ma non è successo. Con gli uomini sono un po’ arrabbiata, spesso non sono onesti con le donne. Però non tutti mi hanno deluso. Con il padre dei miei figli ho un bellissimo rapporto”. E sull’amore? “Non ho ancora capito niente. È sempre una nuova avventura”.

    Politica? “Non ci credo tanto” Da sempre distante dai partiti, Muti ha idee chiare sulla politica: “Me ne sono sempre tenuta lontana. Il più pulito c’ha la rogna, e le campagne elettorali sono solo promesse”. Non si definisce né di destra né di sinistra: “Forse più di sinistra, perché credo nell’uguaglianza, ma non mi piace etichettarmi”. Spesso non va a votare: “Non saprei chi scegliere. La politica non è sempre onesta”.

    La sua vita attuale in campagna

    Oggi Ornella Muti vive nell’Alto Monferrato, in mezzo alla natura. “Curo i fiori, farò un orto. Abito con mia figlia Naike, il suo compagno, due cani, due gatti e due maiali”. Ama il teatro e scrive copioni: “La nonna è un’arte, e io lo sono con orgoglio”. Una cosa è certa: fra aneddoti, sorrisi e riflessioni, Ornella Muti rimane un’icona di fascino e intelligenza, capace di conquistare ancora con la sua autenticità.

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      Giorgio Panariello, tra ferite e risate: dall’infanzia segreta al fratello perduto, al sogno di Sanremo con Conti e Pieraccioni

      Panariello racconta la sua infanzia segnata dagli abbandoni, il senso di colpa per il fratello morto assiderato, le spese folli degli inizi e il flop di Sanremo 2006. Ma oggi, tra tournée e nuovi progetti, ritrova l’ottimismo di sempre: “Forse ho pagato lo scotto di essere un comico, in Italia chi fa cabaret resta fuori da certi giri”.

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        La storia di Giorgio Panariello è una traiettoria fatta di scarti emotivi, scoperte improvvise e di un talento nato quasi per autodifesa. Il comico toscano, oggi in tournée con E se domani…, ha ripercorso le ombre della sua vita con una sincerità rara: un’infanzia che molti definirebbero difficile, lui la chiama semplicemente “singolare”.

        L’infanzia segreta e la verità scoperta per caso
        Fino a undici anni era convinto che i suoi fossero due genitori un po’ più anziani del normale. La realtà gli arrivò addosso tutta insieme: «La signora che compariva a Natale era mamma». Era stata lei, a soli 17 anni, ad abbandonarlo all’Ospedalino degli Innocenti di Firenze. A salvarlo fu la nonna, che lo portò a casa imponendosi su un marito contrario. Quelli che credeva fratelli erano zii, e da qualche parte c’era anche un fratello vero, Franco.

        Franco, la droga e un dolore che non passa
        Quando Panariello lo conobbe, gli volle bene subito. Ma la vita di Franco prese la strada peggiore: la dipendenza, la strada, un tentativo di disintossicazione e poi il destino tragico del 2011, quando fu abbandonato per strada e morì assiderato. Il comico non nasconde il tormento: «Mi sentivo in colpa, lo aiutavo dandogli soldi sapendo che fine avrebbero fatto». Una frattura che ancora oggi trattiene negli occhi.

        Il successo, le spese folli e il Sanremo che brucia
        Panariello non nega di essere stato un esteta dalla mano larga: «Se guadagno cinque, tre li spendo e due li tengo». E il palco, fin da ragazzo, era il suo modo per farsi vedere: firmava quaderni per “allenare” gli autografi. Poi è arrivato Sanremo 2006, un tasto dolente: «Ho sbagliato approccio. L’embargo dei discografici ha fatto il resto».

        Il futuro tra amici, teatro e un’idea di Festival
        Eppure, nonostante tutto, Panariello resta ottimista. Il pranzo con Conti e Pieraccioni è già fissato: se nascerà un’idea, il Festival 2026 potrebbe diventare una sorpresa. «Forse ho pagato lo scotto di essere un comico: in Italia chi fa cabaret è escluso da certi giri». Ma lui, al pubblico, chiede solo una cosa: continuare a essere visto per quello che è, un uomo che ha imparato a sorridere anche quando la vita non glielo rendeva facile.

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          Shakira porta i figli Sasha e Milan sul palco a Buenos Aires: prima esibizione insieme davanti a 45 mila fan e Piqué storce il naso

          Shakira sorprende Buenos Aires invitando sul palco Sasha e Milan per cantare Acróstico davanti a 45 mila persone. Un debutto familiare mai visto prima, tra emozione, abiti scenografici e un retroscena che riguarda Gerard Piqué, tutt’altro che entusiasta dell’idea.

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            Un palco gigantesco, 45 mila persone in delirio e un momento che segna una prima volta assoluta. A Buenos Aires Shakira ha scelto di trasformare il suo concerto in un evento familiare, portando con sé i figli Sasha e Milan per cantare insieme Acróstico. Un gesto simbolico e potente, che ha immediatamente acceso il dibattito tra fan e addetti ai lavori.

            La prima volta di Sasha e Milan davanti al pubblico
            Non era mai successo. Shakira non aveva mai condiviso il palco con i figli in un’esibizione ufficiale davanti a un pubblico così imponente. Acróstico, brano intimo e carico di significati personali, è diventato il veicolo perfetto per questo debutto. Sasha e Milan hanno cantato accanto alla madre con naturalezza, trasformando la performance in un momento emotivo che ha attraversato lo stadio.

            Il pubblico argentino ha reagito con un’ovazione immediata. Applausi, cori e smartphone alzati hanno accompagnato la scena, diventata virale nel giro di poche ore.

            L’abito scenografico e l’effetto wow
            A rendere il tutto ancora più iconico ci ha pensato l’immagine. Shakira è apparsa sul palco con un abito chiaro e voluminoso, talmente etereo da farla sembrare, come hanno scherzato molti sui social, una meringa gigante. Un look che ha accentuato il contrasto tra la dimensione spettacolare del concerto e l’intimità del momento condiviso con i figli.

            La scelta estetica non è stata casuale: dolcezza, protezione, maternità. Tutti elementi che Shakira ha voluto comunicare senza bisogno di spiegazioni.

            Acróstico, la canzone che parla ai figli
            Acróstico non è un brano qualunque nella discografia recente di Shakira. È una canzone scritta come messaggio diretto ai figli, un racconto di resilienza e amore dopo la fine del matrimonio con Gerard Piqué. Portarla sul palco insieme a Sasha e Milan ha amplificato il significato del testo, rendendo la performance un manifesto personale oltre che artistico.

            Per molti fan, questo passaggio segna una nuova fase della popstar: meno centrata sul conflitto, più concentrata sulla ricostruzione emotiva e familiare.

            Il malumore di Gerard Piqué
            Non tutti, però, avrebbero applaudito l’iniziativa. Secondo indiscrezioni, l’ex marito Gerard Piqué non sarebbe stato felice della scelta di coinvolgere i figli in un’esibizione così esposta. Una reazione che, inevitabilmente, riporta l’attenzione sulle dinamiche post-separazione tra i due.

            La questione non è solo artistica, ma riguarda anche i confini tra vita privata e palcoscenico. Shakira sembra aver fatto una scelta chiara, assumendosene la responsabilità e trasformando il momento in un atto di normalità per i figli, nonostante l’enorme cornice mediatica.

            Tra emozione e strategia narrativa
            C’è chi legge la performance come un gesto spontaneo e chi, invece, come una mossa consapevole nella costruzione del racconto pubblico di Shakira. In entrambi i casi, l’impatto è stato fortissimo. La cantante ha dimostrato di saper mescolare pop, autobiografia e spettacolo in modo efficace, senza scivolare nella forzatura.

            L’Argentina, da sempre uno dei Paesi più legati alla sua musica, è diventata il teatro ideale per questo passaggio. Un pubblico caldo, partecipe, pronto ad accogliere un momento che andava oltre la semplice hit.

            Un’immagine che resterà
            La scena di Shakira con Sasha e Milan sul palco è destinata a restare una delle immagini simbolo di questo tour. Non solo per la rarità dell’evento, ma per ciò che rappresenta: una madre che rivendica il diritto di condividere il proprio percorso artistico con i figli, anche sotto i riflettori.

            Tra applausi, polemiche e reazioni contrastanti, una cosa è certa: Buenos Aires ha assistito a un momento unico. E Shakira, ancora una volta, è riuscita a trasformare la sua storia personale in spettacolo globale.

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              Casalegno in crescita tra Radio2, Telethon e premi su Rai1: dalla seconda serata alla ribalta, una scalata silenziosa

              Dopo Radio2 e il ruolo da opinionista a La Vita in Diretta, Elenoire Casalegno aggiunge due nuovi tasselli alla sua crescita: la conduzione di Telethon e del premio “Women for Women against violence – Camomilla Award”, insieme ad Arianna Ciampoli, in seconda serata su Rai1.

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                Scala posizioni, senza proclamazioni e senza clamore, ma con una costanza che in televisione non passa inosservata. Elenoire Casalegno sta vivendo una fase di espansione silenziosa ma continua, fatta di ruoli diversi, passaggi graduali e nuove responsabilità. Da Radio2 al daytime del pomeriggio, fino a una nuova conduzione in arrivo su Rai1, il percorso si fa sempre più fitto.

                Da Radio2 al pomeriggio di Rai1
                Negli ultimi mesi Casalegno ha consolidato la sua presenza a Radio2, spazio che le ha permesso di tornare stabilmente in voce e in diretta, mantenendo quel registro elegante che l’ha sempre distinta. In parallelo è arrivato anche l’impegno televisivo a La Vita in Diretta, dove ha ricoperto il ruolo di opinionista, muovendosi con naturalezza tra attualità, costume e cronaca leggera. Due presidi diversi, ma complementari, che l’hanno riportata con continuità dentro il motore della Rai.

                Telethon e il premio su Rai1
                Ora si aggiunge un altro passo importante: la conduzione di Telethon e del premio “Women for Women against violence – Camomilla Award”. Un evento dal forte valore simbolico e sociale, che Casalegno guiderà insieme ad Arianna Ciampoli. La serata andrà in onda in seconda serata su Rai1, una fascia tutt’altro che marginale, spesso laboratorio per nuovi equilibri e nuovi volti della conduzione.

                Una crescita costruita per tappe
                Non un ritorno esplosivo con botti e fanfare, ma una risalita paziente, per passaggi successivi. Radio, talk pomeridiani, premi, eventi speciali. Casalegno si muove su più fronti senza inseguire l’effetto showgirl a tutti i costi, ma piuttosto un profilo trasversale, credibile e riconoscibile. Un posizionamento che in casa Rai sembra pagare, visto l’aumento progressivo degli impegni.

                Intanto Affari Tuoi resta il termometro di Rai1
                Sul fronte dell’access prime time continua intanto la marcia di Affari Tuoi con Stefano De Martino, vero termometro dell’umore popolare di Rai1. In un palinsesto che alterna certezze e scommesse, la crescita di volti come Casalegno racconta un’altra strada possibile: quella della continuità, lontana dai clamori ma sempre più visibile.

                Una seconda serata che pesa
                La seconda serata di Rai1 non è solo un dettaglio: è uno spazio che può trasformarsi in vetrina vera per chi lo sa abitare. E Casalegno, con Ciampoli, si prepara a giocarci una partita importante, tra racconto, impegno e intrattenimento. Senza proclami, ma con una progressione che ormai non è più un caso.

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