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Personaggi e interviste

Quel giorno ad Arcore con il Cavaliere, nei ricordi di Leonardo Pieraccioni

Leonardo Pieraccioni, l’attore e regista che ha fatto ridere (e innamorare) intere generazioni con film cult come Il ciclone e I laureati, torna a raccontarsi con la sua solita ironia toscana.

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    Lui è davvero un “figlio di provincia”, come ama definirsi. “Un giorno Silvio Berlusconi mi invitò ad Arcore”, racconta al settimanale DiPiù, “e quando lo dissi a mio padre, lui rispose: ‘E gliel’hai detto che Rete 4 qui da noi fa i bruscoli?’”. Tradotto: si vede male. Uno schiaffo comico alla vanità, firmato babbo Pieraccioni.

    Sanremo, Lucio Corsi e la santa bischeraggine

    “Se Carlo Conti mi chiama a Sanremo, io ci vado. Perché no?” dice Leonardo. E poi aggiunge con entusiasmo: “Ha fatto conoscere Lucio Corsi a tutta Italia. Ho girato con lui il video Volevo essere un duro. Finalmente uno che canta e non urla!”. Un Pieraccioni che sogna ancora, ma con l’animo di chi ha fatto della “santa bischeraggine” uno stile di vita.

    Nel videoclip, dove compare anche l’amico Massimo Ceccherini, Pieraccioni interpreta il suolo dell’esorcista

    Teresa, le capsule e una relazione finalmente normale

    Ma la vera rivoluzione nella vita del comico fiorentino ha il nome di Teresa Magni. “Lei vendeva capsule per il caffè. Ci siamo conosciuti così. Con Teresa ho una vita sentimentale appagante”. Un amore semplice, quotidiano, quasi domestico. La normalità come traguardo, dopo il turbolento legame con Laura Torrisi, con cui ha avuto la figlia Martina. “Con Teresa metto il vivavoce e lei memorizza tutto. È il mio hard disk esterno”, confessa con affetto.

    Ciclone di provincia

    L’attore non ha mai lasciato Firenze. “Vivo nella mia provincia, che mi ha insegnato i valori veri: famiglia, semplicità, ironia”. Parla del padre che gli chiede se deve restituire un assegno da un miliardo, della mamma che gli insegnava a contare le fermate dell’autobus (ma lui contava i semafori). Sono aneddoti teneri e surreali, ma profondamente veri. Quelli che fanno di Pieraccioni un comico con radici profonde.

    Il futuro secondo Leonardo

    Cosa c’è nel futuro? “L’intelligenza artificiale… e magari il flyboard, anche se finirei all’ospedale!” scherza. E in fondo lo sappiamo: anche se volasse sull’acqua, Pieraccioni rimarrebbe sempre con i piedi per terra. O meglio, in provincia.

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      Personaggi e interviste

      Selvaggia Lucarelli, la più ricca di tutti: con “Vale Tutto” guadagna più di Mentana e Vespa (e fa rosicare mezza Italia)

      La sua newsletter “Vale Tutto” è diventata un piccolo impero editoriale digitale: articoli, podcast, video e inchieste firmate da lei e dal compagno Lorenzo Biagiarelli. I colleghi la criticano, ma intanto lei incassa più di Mentana, Vespa e Feltri messi insieme.

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        C’è una cosa che agli uomini — non tutti, ma molti — sta sulle balle più di qualsiasi altra: una donna che guadagna più di loro. Che non solo riesce, ma lo fa meglio, prima, con più testa e meno scuse. Io, invece, quando vedo che una donna ce la fa, provo una soddisfazione bastarda. E nel caso di Selvaggia Lucarelli, la soddisfazione è doppia: perché non solo è brava, ma sta facendo soldi veri, quelli che i giornalisti sognano di notte e fingono di disprezzare di giorno.

        La sua newsletter “Vale Tutto”, ospitata su Substack, è oggi la più seguita in Italia e una delle più lette al mondo nella categoria “Culture”. Ha superato 183 mila iscritti, cifra che — per il microcosmo dell’informazione digitale — equivale a un giornale di medio calibro. Ma qui non ci sono direttori, editori o redazioni da mantenere. C’è lei. Con il suo laptop, la sua ironia, la sua ferocia e la libertà di scrivere esattamente ciò che le pare.

        Substack è una piattaforma che permette di pubblicare contenuti — testi, audio, video, podcast — e farli pagare con un abbonamento. La formula è semplice: 7 euro al mese o 70 all’anno, 10 e 90 se ci si abbona via app. Una percentuale va alla piattaforma (14%), il resto finisce dritto al creatore. In questo caso, a Selvaggia. E da qualche mese la voce è diventata certezza: Lucarelli è la giornalista italiana più pagata di tutte.

        Per capire il fenomeno bisogna guardare oltre confine. In America, la giornalista Bari Weiss, dopo essere uscita dal New York Times per divergenze politiche, ha fondato The Free Press proprio su Substack, poi diventato un quotidiano digitale venduto per 150 milioni di dollari alla Cbs. In Italia, nessuno è arrivato a tanto, ma Selvaggia è quella che più si avvicina.

        Dentro “Vale Tutto” c’è di tutto: articoli di attualità, diari di viaggio, inchieste, audioarticoli, video podcast e persino un documentario. È una micro testata indipendente gestita da Boutade srl, la società che Lucarelli ha fondato con il compagno Lorenzo Biagiarelli, cuoco, autore e braccio destro creativo. In pratica, una redazione di due persone e qualche collaboratore.

        Quanto guadagna davvero? Secondo la rivista inglese Press Gazette, a febbraio 2025 “Vale Tutto” incassava circa 600 mila euro all’anno. Da allora gli iscritti sono aumentati, e Substack ha rivelato che le 50 newsletter top al mondo superano il milione di dollari di ricavi annuali. Tutto fa pensare che Selvaggia sia tra quelle cinquanta.

        Facendo due conti — ipotizzando che solo il 10% dei suoi iscritti sia pagante — parliamo di oltre 1,9 milioni di euro lordi, a cui vanno tolte le commissioni e le spese di produzione. Ma non è un segreto che Lucarelli guadagni più di due milioni netti all’anno, rendendola non solo la più seguita ma anche la più redditizia firma giornalistica del Paese.

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          Serena Grandi: “Non mangio a pranzo, al massimo un gelato”. Il nuovo look dopo la malattia e il dolore per la madre

          Dietro il dimagrimento, però, c’è anche la fatica di anni difficili: la morte della madre e il tumore al seno. «Ero gonfia di farmaci e stress. Il male al seno sinistro, vicino al cuore, è arrivato dopo un dolore grandissimo».

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            Serena Grandi è tornata in tv più leggera — nel corpo, ma anche nello sguardo. Ospite di Caterina Balivo a “La Volta Buona”, l’attrice 67enne è apparsa visibilmente dimagrita. «È in forma smagliante», ha detto la conduttrice. Ma dietro quei venti chili in meno c’è una storia di dolore, disciplina e rinascita.

            «Da un annetto sono vegetariana», ha raccontato Serena, spiegando di aver abbandonato carne rossa e pesce ma non del tutto i salumi: «Il prosciutto lo mangio, la pizza e i fritti invece no, da anni. Non mangio a pranzo, al massimo un gelato. Ma se alle quattro ho fame, mi faccio un panino vuoto».

            Una dieta che più che “a zona” sembra “a istinto”, e che non tutti i nutrizionisti approverebbero. Ma lei sorride, fiera del risultato: una silhouette ritrovata dopo un periodo segnato da malattia e lutto.

            Nel 2019 l’attrice era stata operata per un tumore al seno sinistro. «Ero gonfia di farmaci e stress — ha ricordato —. Mi hanno detto che quando il tumore colpisce da quella parte, vicino al cuore, è perché hai vissuto un grande dolore. Ed era vero. Avevo appena perso mia madre Marina, morta d’infarto. È stato come se il mio corpo avesse reagito a quel vuoto».

            Dopo la paura e la sofferenza, Serena ha scelto di cambiare. Alimentazione più leggera, stop alle abitudini disordinate e un nuovo rapporto con sé stessa. «Non mi interessa più la perfezione — ha confidato — ma stare bene. La mia bellezza oggi è la serenità».

            Oggi, a distanza di anni, l’icona di “Miranda” ha smesso di rincorrere il mito di sé stessa. Ha trovato un equilibrio fragile ma vero: tra salute e fragilità, tra leggerezza e consapevolezza.

            E se qualcuno le fa notare che saltare il pranzo non è proprio da manuale, lei risponde con il sorriso che l’ha resa famosa: «Lo so, ma a me funziona. E poi, un gelato non ha mai fatto male a nessuno».

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              Roberta Bruzzone: la criminologa torna su Rai 2 con Nella mente di Narciso e svela i segreti della manipolazione

              Ogni martedì e giovedì in seconda serata su Rai 2 e in streaming su RaiPlay, Roberta Bruzzone guida gli spettatori in un viaggio nella psiche del narcisista. La criminologa parla del suo percorso, dei motivi che l’hanno portata a lasciare Ballando con le stelle e dei suoi due matrimoni.

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                Rigorosa, diretta, mai banale: Roberta Bruzzone torna in tv con la nuova stagione di Nella mente di Narciso, in onda su Rai 2 ogni martedì alle 23.30 e il giovedì alle 24.30, e disponibile anche su RaiPlay. La criminologa e psicologa forense accompagna il pubblico in un viaggio dentro uno dei disturbi più pervasivi e meno compresi della contemporaneità: il narcisismo patologico. Un male silenzioso, ma spesso devastante, che nelle sue forme più estreme può portare fino al delitto.

                Il primo episodio è dedicato al caso di Giulia Cecchettin, la giovane uccisa nel 2023 dall’ex fidanzato Filippo Turetta. Seguiranno le puntate su Veronica Panarello, Andrea Pizzocolo, Antonio De Marco e Mario Perrotta, ognuno dei quali rappresenta un tassello di una mappa più ampia: quella della mente del narcisista. «L’obiettivo – spiega Bruzzone – è aiutare le persone a riconoscere i segnali di manipolazione e a difendersi prima che sia troppo tardi».

                Dietro la criminologa televisiva c’è però una studiosa solida. Laureata in Psicologia clinica e in Scienze dell’investigazione, con un dottorato in Psicopatologia forense, Bruzzone è oggi una delle esperte più ascoltate nelle aule di tribunale e nei talk show di cronaca nera. Ha fondato una scuola di formazione per criminologi e collabora da anni con la Polizia giudiziaria.

                Non tutti sanno che nel 2019 ha lasciato Ballando con le stelle, dove era ospite fissa, per dedicarsi interamente alla divulgazione e alle sue indagini. «A un certo punto ho sentito che la mia immagine rischiava di essere confusa con quella di un personaggio da salotto – raccontò –. Io sono una professionista, non una showgirl». Una scelta che le ha restituito, a suo dire, libertà e credibilità.

                Nella vita privata, Bruzzone è stata sposata due volte: prima con l’imprenditore svizzero Massimiliano Cristiano e poi con il fotografo e sub Simone Bongiovanni, con cui condivide la passione per i viaggi e il mare. Della sua vita sentimentale parla poco, ma ammette che anche lei ha conosciuto da vicino personalità manipolatrici: «È per questo che capisco bene le vittime».

                Nel programma, la criminologa rivela sei segreti per riconoscere i “narcisi” quotidiani: l’egocentrismo spinto, la manipolazione affettiva, la gelosia mascherata da protezione, la svalutazione progressiva, la totale mancanza di empatia e, infine, la distruzione dell’autostima dell’altro. «Il narcisista – spiega – non vuole un partner, ma uno specchio. Quando smetti di rifletterlo, ti cancella».

                Con Nella mente di Narciso, Roberta Bruzzone conferma la sua capacità di unire rigore scientifico e sensibilità umana. E se la cronaca continua purtroppo a offrire nuovi casi di amori malati, la criminologa sembra avere un obiettivo preciso: insegnare al pubblico che riconoscere il male è il primo passo per difendersi da esso.

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