Speciale Festival di Sanremo 2025
Sanremo 2025, ChatGPT svela la classifica finale: Brunori Sas primo, Cristicchi beffato di un soffio
Brunori Sas vince secondo l’intelligenza artificiale grazie a testo e melodia, superando di poco Cristicchi, che trionfa nel miglior arrangiamento e nel premio della critica. Massimo Ranieri domina per autorevolezza, mentre il televoto premia Rocco Hunt, Elodie e Lucio Corsi, lasciando aperto ogni scenario per la finale.

C’è chi lo aspetta con impazienza, chi lo odia ma lo guarda lo stesso, chi lo considera una vetrina di costume più che una competizione musicale. Una cosa, però, è certa: quando il Festival di Sanremo si avvicina, diventa impossibile ignorarlo. Cinque serate che monopolizzano l’attenzione del Paese, un esercito di opinionisti pronti a giudicare ogni singola nota, outfit e stonatura, e una gara che non è mai solo una gara, ma un rito collettivo.
Quest’anno, la 75ª edizione promette scintille: Carlo Conti torna al timone della kermesse e porta con sé due volti popolarissimi, Gerry Scotti e Antonella Clerici, per una conduzione che punta a mescolare tradizione, leggerezza e solidità televisiva. Sul palco, i big della musica italiana si contenderanno la vittoria dal 11 al 15 febbraio, ma le scommesse e i pronostici sono già entrati nel vivo.
Fino a oggi, il totovincitore è stato sempre un affare per bookmaker, giornalisti e fan accaniti. Ma questa volta c’è un nuovo protagonista in scena: l’intelligenza artificiale. Niente algoritmi segreti delle case di scommesse, nessuna fuga di notizie dalla sala stampa, solo una macchina che analizza le canzoni e assegna voti basandosi su criteri precisi.
La City Mag ha chiesto a ChatGPT di elaborare una classifica basata su sei parametri chiave, quelli che da sempre determinano l’esito di Sanremo, almeno sulla carta: miglior testo, miglior arrangiamento musicale, miglior melodia, miglior performance sul palco, autorevolezza artistica e voto popolare. Ogni artista ha ottenuto un punteggio in ciascuna di queste categorie e, sommando i risultati, è stata stilata la graduatoria finale.

A sorpresa, il vincitore assoluto secondo l’intelligenza artificiale è Brunori Sas, che con il brano “L’albero delle noci” si impone su tutti nella miglior melodia e nel miglior testo. Un trionfo di misura, perché nelle altre categorie se la gioca fino all’ultimo con rivali di peso. Nel miglior arrangiamento musicale, ad esempio, viene superato da Simone Cristicchi, che si prende il primo posto e il premio della critica. Nell’autorevolezza artistica, invece, il primato va a Massimo Ranieri, seguito da Giorgia e Noemi, con Brunori che si deve accontentare della quarta posizione. Il vero tallone d’Achille? Il voto popolare, dove chiude solo sesto, mentre a dominare è Rocco Hunt, affiancato da Elodie e Lucio Corsi.
Sommando tutti i fattori, però, è proprio Brunori Sas a spuntarla, grazie all’equilibrio tra i vari punteggi. Dietro di lui, Cristicchi sfiora il colpaccio ma deve accontentarsi della piazza d’onore. Terza Giorgia, che con la sua “La cura per me” si conferma ancora una volta una delle voci più amate della musica italiana.
Il modello di analisi utilizzato dall’IA ricalca, in parte, il meccanismo reale di Sanremo, dove ogni anno giurie tecniche, sala stampa, demoscopica e televoto contribuiscono alla proclamazione del vincitore. In questo caso, però, il calcolo è più chirurgico e suddiviso in sei aspetti distinti. Il miglior testo premia la qualità della scrittura, la profondità del significato e l’originalità lirica. Il miglior arrangiamento musicale valuta la costruzione armonica, l’uso degli strumenti e la modernità della produzione. La miglior melodia si concentra sulla struttura musicale, sulla memorabilità e sull’impatto emozionale del brano. La miglior performance sul palco tiene conto della capacità interpretativa, della presenza scenica e dell’efficacia comunicativa dell’artista. L’autorevolezza artistica riguarda il peso che il cantante ha all’interno della musica italiana, la sua carriera, la qualità della sua produzione passata e l’influenza sulla scena musicale. Infine, il voto popolare riflette il gradimento espresso dal pubblico, misurato attraverso streaming, social media e passate performance di televoto.
Oltre al podio, la classifica generale vede Massimo Ranieri trionfare nella categoria autorevolezza artistica, battendo Giorgia e Noemi. Achille Lauro, Tony Effe e Fedez, invece, si giocano il titolo di miglior performer sul palco, grazie alla loro capacità di infiammare il pubblico con uno show visivo e interpretativo.
Ma la competizione non è fatta solo di vincitori. Emis Killa, inizialmente tra i nomi più chiacchierati, si è ritirato prima ancora di calcare il palco, mentre altri big faticano a imporsi: Fedez e Tony Effe, per esempio, non riescono a superare la media del 7, e si trovano ai margini della top ten. Clara e Sarah Toscano, entrambe giovani e con un buon seguito, non vanno oltre un modesto 6.5, troppo poco per aspirare ai piani alti della classifica.
Questi dati renderanno più facile prevedere il vincitore reale? Non necessariamente. Sanremo è il Festival dell’imprevedibilità: bastano un’interpretazione perfetta, un’emozione trasmessa al momento giusto, o un colpo di scena in diretta per ribaltare tutto. L’intelligenza artificiale ha dato la sua sentenza, ma il palco dell’Ariston ha sempre l’ultima parola.
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Speciale Festival di Sanremo 2025
Quando Sanremo si trasforma in una sitcom, con Bresh nel ruolo principale!
Duetto con Cristiano De Andrè da rifare tre volte, backstage infuocato, bodypack volanti e amici in after party a petto nudo: il Festival di Bresh è stato più un reality che una gara canora.

Se Sanremo fosse una serie TV, quella di Bresh sarebbe stata la puntata più movimentata. Ospite del podcast Supernova di Alessandro Cattelan, il rapper genovese ha raccontato la sua indimenticabile (per vari motivi) esibizione alla serata cover del Festival 2025. Il duetto con Cristiano De André sulle note di Creuza de mä? Ripetuto ben tre volte. Prima per un microfono spento. Poi per un bodypack caduto. Infine, probabilmente, per un esaurimento collettivo dietro le quinte.
“Conti voleva andare spedito, ma non poteva”
Dopo il secondo fallimento tecnico, Bresh racconta: “C’è stato un tafferuglio serio alla genovese, abbastanza sanguigno”. Dietro le quinte, tra un cavo e una bestemmia, pare che i toni si siano alzati. Il commento sul conduttore Carlo Conti è tutto un programma: “Voleva andare spedito, ma non poteva. I suoi capelli sono diventati bianchi in un attimo”. Capelli che, per dovere di cronaca, erano già piuttosto bianchi da anni.
L’importante è il gruppo, anche se viene in after, senza maglia
A rendere la settimana sanremese ancora più surreale ci hanno pensato gli amici di Bresh, portati a Sanremo come una vera squadra di calcio. “Quindici persone, solo numeri 10”, ha detto. La sua fidanzata Elisa Maino? Presente. L’appartamento affittato per il clan? Pagato da lui. E la dirigenza Sony a colazione? Costretta ad assistere all’arrivo di amici in modalità “post-rave a torso nudo”. Se questo non è spirito ligure, non sappiamo cosa lo sia.
Nessun interesse per l’hype, solo vacanza e caos
Bresh ha tenuto a precisare che i suoi amici “non gliene fregava un ca**o di niente dell’hype”. Nessuna voglia di apparire, solo relax. E magari un po’ di caos organizzato. Per lui, la vera vittoria è stata portarsi dietro un pezzo di casa, tra focaccia e after party, microfoni difettosi e discussioni tra fonici e autori.
Ariston, ovvero… il bello dell’imprevisto
Alla fine, la terza esibizione è andata. Bresh e De André hanno salvato la performance e fatto pace con l’audio. Ma a rimanere nella storia non sarà l’intonazione, bensì il dietro le quinte. Dove Conti perdeva la pazienza – forse anche un paio di diottrie – e Bresh faceva del Festival la sua personale vacanza collettiva. A Sanremo si viene per la musica, sì, ma anche per ricordare che l’imprevisto è il vero spettacolo.
Speciale Festival di Sanremo 2025
Sanremo dice addio al Festival? La Rai punta su Torino per la rivoluzione della musica italiana

Per decenni, dire “Sanremo” ha significato dire “Festival della Canzone Italiana”. Ma questa associazione potrebbe presto diventare un ricordo. La decisione del Comune di Sanremo di indire una gara per l’organizzazione del Festival ha fatto infuriare la Rai, che ora lavora a un piano alternativo: portare la kermesse in un’altra città, trasformandola in un evento musicale senza più radici liguri.
Secondo quanto riportato dall’Adnkronos, la Rai starebbe valutando Torino come nuova sede della manifestazione. Il capoluogo piemontese, già apprezzato per l’organizzazione dell’Eurovision Song Contest nel 2022, sarebbe la location perfetta per garantire continuità all’evento. Il cambio di città porterebbe con sé anche un cambio di nome: non più “Festival di Sanremo”, bensì “Festival della Musica Italiana”.
La decisione è tutt’altro che definitiva, ma la tensione tra la Rai e il Comune di Sanremo è ormai evidente. Il servizio pubblico attende di conoscere i dettagli della delibera con cui la città ligure ha istituito il bando di gara, ma nel frattempo sta lavorando per garantirsi un’alternativa sicura, senza più il rischio di restare senza casa.
Sanremo vuole più soldi, la Rai si guarda intorno
Alla base dello scontro c’è una questione economica: il Comune di Sanremo ha alzato la base d’asta per la concessione della manifestazione a 6,5 milioni di euro l’anno, rispetto ai 5 milioni dell’attuale accordo. Oltre a questo, la nuova convenzione impone alla Rai l’obbligo di realizzare altri quattro programmi televisivi in città, ampliando l’impegno economico dell’azienda.
Queste condizioni non sono piaciute ai vertici di Viale Mazzini, che hanno deciso di studiare un’alternativa. L’ipotesi di spostare l’evento a Torino non è campata in aria: la città piemontese dispone di strutture moderne e di un’esperienza recente nell’ospitare eventi musicali di caratura internazionale.
Ma la questione è anche politica e legale. Il Comune di Sanremo ha preso questa decisione dopo che il TAR della Liguria ha dichiarato illegittimo l’affidamento diretto del Festival alla Rai, rendendo necessaria una gara pubblica. Il prossimo 22 maggio si discuterà il ricorso al Consiglio di Stato, ma la Rai non può permettersi di aspettare passivamente il verdetto.
Cosa succederà ora?
L’idea che il Festival possa abbandonare Sanremo dopo oltre 70 anni lascia increduli molti appassionati di musica e televisione. La Rai, dal canto suo, non può rinunciare a un evento che genera un giro d’affari enorme, con oltre 65 milioni di euro di raccolta pubblicitaria solo nell’ultima edizione.
Speciale Festival di Sanremo 2025
Marco Masini e Fedez, la verità su Sanremo: «Con Bella stronza eravamo soli contro tutti»
Marco Masini torna a parlare del suo Sanremo e del duetto con Fedez, tra critiche, censure e rinascita artistica. «Bella stronza? Abbiamo portato a casa un risultato incredibile». Nel podcast del rapper, il cantautore ripercorre la sua carriera tra accuse di sessismo, istigazione alla violenza e il periodo in cui era stato messo da parte dall’industria musicale. «Ma tutto passa, come le polemiche sui social».

La partecipazione di Marco Masini a Sanremo 2025 al fianco di Fedez ha acceso un dibattito acceso ancora prima che i due salissero sul palco dell’Ariston. La scelta della cover da eseguire nella serata dei duetti, Bella stronza, ha scatenato polemiche per il suo testo diretto, accusato negli anni di essere sessista e misogino. A questo si è aggiunto il gossip, con i più maliziosi che hanno collegato la scelta della canzone alla situazione sentimentale del rapper, reduce dalla rottura con Chiara Ferragni.
Ora, a distanza di settimane, Masini ha ripercorso quell’esperienza nel podcast Muschio Selvaggio, condotto da Fedez e Mr Marra, parlando non solo del Festival, ma anche della sua carriera, delle accuse che lo hanno segnato e del suo lungo periodo di allontanamento dall’industria musicale.
«Con Bella stronza eravamo soli contro tutti»
Durante l’intervista, Masini ha difeso il brano portato a Sanremo, sottolineando il successo ottenuto: «Eravamo soli contro tutti e abbiamo portato a casa un bellissimo risultato. Ma poi l’abbiamo portato a casa dopo, perché è l’unica cover che oggi è in classifica». Un’affermazione che sottolinea come, al di là delle critiche, la canzone abbia conquistato il pubblico, raggiungendo i vertici dello streaming e delle radio.
Il cantautore ha poi ripercorso i suoi esordi, ricordando il Festival del 1990, quando vinse tra le Nuove Proposte con Disperato. «È stato pazzesco, perché in un attimo mi sono ritrovato da musicista e autore per altri artisti a essere sul palco di Sanremo davanti a dieci milioni di persone».
Ma quel successo segnò anche l’inizio di un periodo complicato, fatto di censure e accuse pesanti. Disperato, infatti, venne attaccata per i suoi riferimenti considerati espliciti e Masini fu accusato addirittura di istigazione alla droga e alla violenza.
Le censure e il periodo nell’ombra
Se gli anni ‘90 furono segnati da una serie di hit di successo, la situazione cambiò dopo la vittoria sanremese del 2004 con L’uomo volante. Da lì in poi, Masini si trovò sempre più isolato nel panorama musicale, fino a scomparire quasi del tutto dalle scene. «Per un periodo nessuno mi chiamava più, ero stato messo ai margini. Ma nella mia mente c’era la convinzione che comunque queste cose passano, come passa una notizia sui social: oggi ti travolgono, domani c’è già qualcos’altro».
Nel tempo, l’artista ha imparato a vedere le cose con più distacco e a rimettersi in gioco. A Fanpage aveva spiegato: «Bisogna evitare il vittimismo. È sbagliato attribuire tutte le colpe agli altri. Il nemico più grande da fermare sei tu stesso. Devi lavorare su di te, senza farti prendere dal panico».
Oggi Marco Masini è tornato protagonista, con una carriera che continua a rinnovarsi e una nuova generazione di fan che lo riscopre. Sanremo, nonostante le polemiche, è stato un punto di svolta e il duetto con Fedez ha dimostrato che il suo repertorio è ancora attuale. Critiche o meno, la musica ha vinto.
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