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Televisione

Amici 24, Maria De Filippi si scusa con i Ricchi e Poveri: “Sembravamo due deficienti, perdonateci”

La gara di canto diventa occasione per un momento di leggerezza: Maria De Filippi e Zerbi si scusano con il celebre duo, che replica con ironia e complimenti, tra applausi e sorrisi del pubblico

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    Ad “Amici 24”, la scuola più famosa della televisione italiana, non si respira solo aria di competizione. Il programma condotto da Maria De Filippi, ormai al giro di boa della stagione, regala momenti goliardici che stemperano la tensione delle sfide. Durante la puntata del 15 dicembre, andata in onda su Canale 5, protagonista del siparietto comico è stata proprio la padrona di casa insieme a Rudy Zerbi, con i Ricchi e Poveri in veste di giudici di canto della gara settimanale.

    Prima che la competizione entrasse nel vivo e venissero assegnati i verdetti – con Chiamamifaro destinata alla sfida della prossima settimana – Maria De Filippi si è avvicinata agli ospiti per una sorta di “mea culpa” pubblico. Con il tono diretto e ironico che la contraddistingue, ha confessato: “Scusate per quello che abbiamo fatto sabato sera. Mi scuso perché sembravamo davvero due deficienti. Era lavoro, diciamo così.”

    Il riferimento è all’imitazione, volutamente sopra le righe, che la De Filippi e Zerbi avevano fatto dei Ricchi e Poveri durante una puntata di “Tu sì que vales”, il programma del sabato sera di Canale 5. Un momento che aveva già fatto sorridere il pubblico e che evidentemente meritava una chiusura in bellezza, anche ad Amici.

    La reazione del duo non si è fatta attendere e, ovviamente, è stata all’altezza della situazione. Angela Brambati e Angelo Sotgiu, con quella simpatia e autoironia che li hanno resi celebri, non si sono affatto offesi. Anzi, hanno risposto a tono, con leggerezza e buonumore. “Tu eri più bravo a cantare e a ballare di me”, ha scherzato Angelo rivolgendosi a Rudy Zerbi. Dal canto suo, Angela ha rincarato la dose: “Abbiamo visto e ci siete piaciuti tantissimo.”

    A completare la scena, Zerbi, in un’esibizione degna di nota, si è persino inchinato teatralmente davanti al celebre duo, scatenando gli applausi e le risate del pubblico. Un gesto volutamente plateale che ha strappato un sorriso anche ai professori e ai ragazzi, dando il via alla gara con uno spirito decisamente più rilassato.

    Negli ultimi anni, i Ricchi e Poveri hanno vissuto una seconda giovinezza. Nonostante il quartetto originario si sia ridotto a un duo, la loro partecipazione al Festival di Sanremo e il successo della hit “Ma non tutta la vita” li hanno rilanciati come un vero e proprio fenomeno anche tra i più giovani. Grazie ai social e a una serie di partecipazioni televisive di successo, Angelo e Angela sono diventati icone trasversali, capaci di far ballare nonni, genitori e nipoti con lo stesso entusiasmo. La loro presenza ad Amici ha, quindi, avuto un sapore particolare, un ponte tra passato e presente, tra la tradizione della musica italiana e i talenti emergenti che cercano di farsi strada nella scuola di Maria.

    Maria De Filippi, con il suo inconfondibile stile, è riuscita ancora una volta a trasformare un momento “di scuse” in un’occasione per alleggerire la puntata e rendere protagonisti due pilastri della musica leggera italiana. Il pubblico ha apprezzato, come dimostrano le risate e gli applausi scroscianti che hanno accompagnato l’intera scena.

    Tra litigi, sfide e tensioni inevitabili nella competizione, la leggerezza è sempre l’ingrediente che rende “Amici” un format capace di coinvolgere e intrattenere. Il simpatico scambio con i Ricchi e Poveri è stato la dimostrazione che, a volte, basta poco per riportare il sorriso e far capire che, sì, si può anche sembrare “due deficienti”, ma l’importante è farlo con stile.

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      Televisione

      Nikita Perotti si confessa: il legame con Andrea Delogu va oltre Ballando e diventa un punto fermo nella sua vita

      Tra prove, dolore condiviso e una sintonia che sorprende anche loro, Nikita Perotti parla del sentimento profondo che lo lega ad Andrea Delogu, mentre lei ammette che il loro rapporto sta cambiando e che il futuro, dopo il programma, è tutto da scrivere.

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        Certe intese nascono senza volerlo, altre si costruiscono passo dopo passo. Quella tra Nikita Perotti e Andrea Delogu, coppia di Ballando con le Stelle, sembra un po’ entrambe le cose: spontanea, intensa, inattesa. E negli ultimi giorni è diventata un caso mediatico, complice lo sfogo sincero del ballerino a La Volta Buona.

        «Ci tengo tantissimo ad Andrea», ha detto guardando la telecamera senza cercare riparo. Parole che hanno colpito il pubblico perché suonano diverse dal repertorio “da show”: più intime, più vere. «Mi ritengo fortunato ad averla nella mia vita, mi sta insegnando tanto. Mi sentivo in dovere di starle accanto perché anche io avevo bisogno di lei», ha raccontato, spiegando quanto quella connessione sia diventata un appoggio reciproco.

        Il momento più difficile, inevitabilmente, è stato quello del lutto per il fratello Evan. «È una persona magnifica e farò di tutto, sempre, per farle tornare il sorriso», ha aggiunto. Nessun eroismo: solo la naturale conseguenza di una vicinanza che si è trasformata in presenza.

        Perotti non nasconde nemmeno la componente professionale: «Penso sempre ad arrivare alla vetta, ma per tutto quello che sta facendo Andrea e per quello che ha passato, se lo merita tantissimo». Poi la frase che ha fatto il giro dei social: «Io ho già vinto dal primo giorno in cui l’ho incontrata».

        E Andrea? Lei stessa ha ammesso che qualcosa, dentro quel rapporto, si è spostato. «Non so cosa succederà dopo Ballando», ha confessato. Non è incertezza, è consapevolezza: quando un legame cresce dentro settimane di prove, fatica, pressioni e dolori, è difficile capire cosa resterà a telecamere spente.

        Intanto, però, la conduttrice riconosce a Nikita un ruolo decisivo: «Con lui riesco a sentirmi difesa». Una frase che dice molto più di quanto sembri. Significa fiducia, significa protezione, significa che la competizione televisiva è diventata il luogo in cui due persone, arrivando da strade diverse, si sono incontrate davvero.

        Il resto — definizioni, etichette, previsioni — può aspettare. Per ora resta una certezza: tra un passo di tango e un appoggio improvvisato, la pista di Ballando ha restituito a entrambi più di quanto si aspettassero.

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          Televisione

          Kabir Bedi benedice il nuovo Sandokan, ricorda i suoi giorni eroici e confessa il dolore più grande: “Io, la tigre, e il suicidio di mio figlio”

          Tra orgoglio, nostalgia e ferite mai rimarginate, Kabir Bedi racconta la sua epoca d’oro, i rischi sul set senza controfigure, il successo mondiale e la perdita del figlio Siddharth. Sul nuovo Sandokan: “Ogni epoca ha il suo modo di raccontare un classico”.

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            Per molti italiani, Sandokan ha il volto magnetico di Kabir Bedi. Occhi di tigre, fascino indomabile, sguardo che attraversava lo schermo. E oggi, con il ritorno della Tigre della Malesia in versione Can Yaman e con gli ascolti della nuova serie Rai schizzati alle stelle, il confronto è inevitabile. “Ogni epoca ha il suo modo di raccontare un classico”, dice Bedi, che dalla lontana Londra manda un augurio sincero al collega turco: “Can Yaman è molto bravo e molto bello. A me, al trucco, mettevano solo un po’ di matita…”.

            La leggenda, però, comincia nel 1976. “Noi non avevamo effetti speciali”, ricorda. Eppure quelle scene — il salto della tigre, le cavalcate, i duelli — sono rimaste scolpite nella memoria collettiva. “Nessuna controfigura. Una volta ho rischiato di affogare”, racconta ridendo. Il suo Sandokan nasceva da un set povero ma coraggioso: “Gli operatori erano dietro una grata. Io davanti alla tigre vera. Mi dicevano: ‘Stai tranquillo’. Io rispondevo: ‘Venite voi, allora!’”.

            Quell’interpretazione lo trasformò in una star mondiale, ma il successo portò con sé anche una gabbia dorata. “All’inizio fu ingombrante. Ho dovuto accettare ruoli da cattivo per dimostrare che ero un attore completo”. Eppure l’epopea di Sollima resta irripetibile: “Eravamo bravi ed eravamo amici. Con Philippe Leroy e Adolfo Celi ci sentivamo ancora dopo anni”.

            Poi c’è la ferita che nessuna gloria può cancellare: la morte del figlio Siddharth, suicidatosi a venticinque anni. Bedi non la nasconde, non la addolcisce. “Ho fallito. Non sono riuscito a evitarlo. Non può esistere dolore più grande”. Una confessione che restituisce il volto umano dietro l’eroe televisivo che aveva insegnato a intere generazioni il valore della libertà e della giustizia.

            Il resto è storia. L’arrivo in Italia senza cappotto, i provini massacranti di Sollima (“Mi fecero nuotare, cavalcare, tirare di scherma…”), la Perla di Labuan interpretata da una giovanissima Carole André (“Era molto triste, aveva appena perso il padre”), l’amore del pubblico italiano (“L’Italia è casa mia. Essere nominato Cavaliere della Repubblica è un onore immenso”).

            E oggi, mentre il nuovo Sandokan divide, Bedi resta il punto di riferimento. “Dentro di me, un po’ sono ancora lui”, confessa. E i boomer — quelli che alle figurine ripetevano il salto della tigre — lo sanno benissimo.

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              Televisione

              Barbara D’Urso sfida il dolore e torna in pista a Ballando: «Nessuno mi ferma», anche con un tutore al braccio e l’incognita sull’esibizione di sabato

              D’Urso ha annunciato sui social che non rinuncerà alla puntata di sabato. Il ballerino Pasquale La Rocca assicura che la coppia proverà una coreografia adattata per permettere comunque l’esibizione. L’obiettivo è non interrompere il percorso in gara.

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                Barbara D’Urso non ha nessuna intenzione di lasciare Ballando con le stelle. Neppure l’infortunio alla spalla sinistra — uno stop che per molti avrebbe significato ritiro immediato — sembra aver scalfito la determinazione della conduttrice, che sui social ha annunciato la sua decisione con la consueta energia: «Io non mi voglio arrendere, voglio continuare. Nessuno mi ferma». Una promessa più che una semplice dichiarazione, rivolta a chi temeva di non vederla più in pista.

                A tenerla bloccata è una lesione che la costringe a portare un tutore al braccio. Ma nemmeno questo dettaglio, ingombrante e doloroso, sembra aver scalfito il suo obiettivo: esserci comunque, sabato sera, anche a costo di ripensare completamente la coreografia. D’Urso ha voluto rassicurare il pubblico e la produzione, mostrando un mix di grinta e fragilità che ha trovato immediata solidarietà tra i fan.

                A sostenerla c’è il suo maestro di ballo, Pasquale La Rocca, che ha confermato l’intenzione della coppia di presentarsi regolarmente in gara. «Cercheremo di fare il possibile affinché tu possa esibirti sabato. Sono incidenti che possono capitare…» ha detto il ballerino, spiegando che la priorità ora è adattare i movimenti a una condizione fisica inevitabilmente limitata. Una sfida complessa, ma non impossibile: l’idea è costruire una performance che valorizzi la presenza scenica della conduttrice, evitando prese o rotazioni che possano aggravare l’infortunio.

                Nel mondo di Ballando, dove ogni settimana si sfidano resistenza, tecnica e nervi saldi, tornare in pista dopo un trauma non è solo un gesto atletico: è un messaggio simbolico. D’Urso lo sa bene e sta utilizzando questo momento per ribadire il suo attaccamento al programma e la sua voglia di mettersi in gioco senza riserve. La conduttrice, spesso al centro di dibattiti televisivi e social, si ritrova così in una posizione inconsueta: non il personaggio che divide, ma la concorrente che lotta.

                Resta da capire come reagirà la giuria e quale sarà l’impatto dell’infortunio sul voto tecnico. Se da un lato il pubblico potrebbe premiare la tenacia, dall’altro la gara richiede performance all’altezza della competizione. Ma per Barbara, almeno per ora, non è questo il punto: conta esserci, dimostrare che la pista non le fa paura e che l’ostacolo non diventa un alibi.

                Sabato sarà il momento della verità. Con un braccio immobilizzato e una coreografia reinventata, D’Urso tornerà sotto i riflettori. E, comunque vada, lo farà seguendo la sua regola preferita: non arrendersi mai.

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