Televisione
Enrico Papi: «In tv ho sbagliato a fermarmi, per durare bisogna starci sempre»
Dagli esordi da comico nelle piazze fino alla consacrazione televisiva, Enrico Papi rivive il successo di Sarabanda e ammette il rimpianto più grande: essersi auto-eclissato dopo la popolarità.

Enrico Papi ride di sé e della sua carriera con la stessa leggerezza con cui ha condotto Sarabanda, il quiz musicale che lo ha reso un volto amatissimo della tv italiana. «A Sarabanda perderei al primo round», scherza, «riconosco le canzoni ma scordo i titoli». Eppure è proprio quel format, tornato su Canale 5 dopo anni di assenza, a riportarlo al centro della scena. «Sono contentissimo che dopo trent’anni a Mediaset abbiano pensato a me», dice, orgoglioso di essere parte del progetto di evoluzione voluto da Pier Silvio Berlusconi, che punta a rafforzare il preserale come alternativa a “Striscia la notizia”.
Il percorso di Papi non è mai stato lineare. «Ho iniziato facendo il comico alle serate, nelle piazze», racconta. «Un giorno orecchiai per caso il mio manager che diceva: “Questo Papi non fa ridere per niente, ma quando c’è lui non piove mai, porta bene”. Ci rimasi malissimo». L’ironia è diventata la sua corazza e il suo marchio di fabbrica, dai primi passi come cabarettista mancato all’intuizione del gossip in tv con Papi Quotidiani, quando i social non esistevano e nessuno capiva la sua idea di portare i pettegolezzi sul piccolo schermo.
Il successo vero, però, arrivò con Sarabanda. «Fu una follia accettare», ricorda. «Ero il re dei telepaparazzi e all’improvviso mi ritrovai a condurre un quiz. All’inizio non decollava, facevamo ascolti da prefisso telefonico. Mi diedero ancora una settimana di tempo. Apportammo dei piccoli cambi e improvvisamente il programma decollò. Me la sono sudata, quindi non mi sono mai montato la testa».
Oggi Papi guarda al passato con sincerità e un pizzico di rimpianto. «Il mio errore più grande è stato fermarmi dopo il successo di Sarabanda. Mi sono auto-eclissato e non lo rifarei mai: in tv bisogna starci sempre, è quello il segreto per durare». Una lezione imparata sul campo, tra picchi di popolarità e momenti di silenzio.
Il conduttore non risparmia una stoccata ai format concorrenti: «L’idea della lotteria e dell’azzardo non mi è mai piaciuta», dice alludendo ai pacchi di Affari Tuoi. Per lui la tv deve essere gioco, ritmo, intrattenimento familiare. «Sarabanda è costruita su di me, è il vestito perfetto: un’etichetta che non invecchia mai».
Dal ragazzino che passava i pomeriggi alle registrazioni di Zig Zag al conduttore che oggi si gode un nuovo giro di giostra televisiva, Enrico Papi resta fedele al suo pubblico. «Mi sento uno di loro», ripete, «uno spettatore che è diventato conduttore».
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Televisione
Domenica In festeggia 50 anni: Mara Venier regina assoluta con Mammucari, Miccio e Cerno al suo fianco
Ottava stagione consecutiva per “zia Mara”, che spegne le 50 candeline di Domenica In con una squadra inedita: Tommaso Cerno, Teo Mammucari ed Enzo Miccio. Tra talk, musica e ironia, la domenica pomeriggio promette scintille.
Cinquanta anni e non sentirli. Domenica In, lo storico contenitore pomeridiano di Rai1, torna in onda con un’edizione che ha il sapore delle grandi ricorrenze: mezzo secolo di storia, mezzo secolo di intrattenimento che ha accompagnato famiglie, generazioni, mode e polemiche. E a tenere le redini, come ormai da tradizione, c’è sempre lei: Mara Venier. Per la conduttrice veneziana questa sarà la diciassettesima volta in assoluto alla guida del programma, la sua ottava consecutiva. Un record che la consacra, se mai ce ne fosse stato bisogno, regina incontrastata della domenica italiana.
Ma questa volta “zia Mara” non sarà sola. Per celebrare i 50 anni, la Rai ha deciso di arricchire lo show con una squadra di compagni di viaggio che promettono di movimentare il pomeriggio. In studio al suo fianco ci saranno Tommaso Cerno, giornalista e politico dal piglio polemico, Enzo Miccio, guru dell’eleganza e dello stile, e Teo Mammucari, mattatore della tv pronto a portare la sua dose di ironia tagliente. Tre presenze che rappresentano mondi diversi e che avranno il compito di colorare i vari momenti della trasmissione, tra interviste, talk e incursioni fuori copione.
Il format resta quello classico: grandi ospiti, musica, momenti di spettacolo, ma con un’attenzione speciale alle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario. Verranno ripercorsi i decenni del programma, con filmati e ospiti storici, in una carrellata che unisce la nostalgia all’attualità. “È un onore poter festeggiare questo traguardo così importante – ha detto Venier – Domenica In è la mia seconda casa, e spero di farvi emozionare come la prima volta”.
Non mancheranno, naturalmente, i momenti di attualità e cronaca rosa, marchio di fabbrica del pomeriggio domenicale, con la Venier pronta a gestire con la solita schiettezza tanto le lacrime quanto le risate. La vera incognita sarà l’alchimia tra la conduttrice e i tre nuovi compagni di viaggio: Mammucari, Miccio e Cerno non sono certo tipi da restare in disparte, e le scintille in diretta potrebbero trasformarsi in uno degli ingredienti più seguiti della stagione.
Mezzo secolo dopo la sua nascita, Domenica In continua a reinventarsi senza perdere la sua centralità nel palinsesto Rai. E con Mara Venier al timone, il compleanno d’oro promette ascolti da record.
Televisione
Domenica In senza Katia Ricciarelli: Mara Venier dedica la prima puntata a Pippo Baudo
L’omaggio al grande conduttore scomparso sarà al centro della trasmissione del 21 settembre. In studio amici e colleghi storici, ma non l’ex moglie Katia Ricciarelli: le tensioni seguite alle recenti dichiarazioni della soprano hanno spinto la conduttrice a escluderla dal programma.

Un inizio di stagione nel segno della memoria. Domenica 21 settembre, la nuova edizione di Domenica In si aprirà con un ricordo speciale di Pippo Baudo, figura centrale della televisione italiana, scomparso lo scorso giugno. Mara Venier ha voluto dedicare ampio spazio al conduttore che più di ogni altro ha segnato la storia del varietà Rai: «Mi sembrava doveroso, per il legame che avevo con lui e per l’affetto del pubblico», ha spiegato all’Ansa.
In studio interverranno Al Bano, l’avvocato Giorgio Assumma, il regista Ninni Pingitore – che organizzò la festa dove Baudo apparve l’ultima volta in pubblico – e Massimo Giletti, con cui la stessa Venier condivise la conduzione del programma molti anni fa.
L’assenza di Katia Ricciarelli
Tra gli invitati, inizialmente, figurava anche Katia Ricciarelli, ex moglie di Baudo. Ma la sua presenza non ci sarà. La soprano aveva rilasciato nei giorni scorsi dichiarazioni controverse, sostenendo di essere stata esclusa dagli ultimi momenti di vita dell’ex marito e criticando la scelta di destinare parte dell’eredità a Dina Minna, storica assistente del presentatore.
Venier, pur ribadendo il suo affetto per Ricciarelli – «l’ho accompagnata alla camera ardente» – ha espresso la sua contrarietà: «Non condivido quello che ha detto. Pippo non avrebbe voluto tutto questo. Ho grande rispetto per Dina, che è stata al suo fianco per 36 anni. Pippo aveva rapporti con chi desiderava averli».
Lo scontro con Dina Minna
Le parole di Ricciarelli hanno portato anche a uno strascico legale. Minna, tramite l’avvocato Jacopo Pensa, ha diffidato la cantante dal rilasciare ulteriori accuse. «Dina ha sempre seguito le volontà di Baudo, che non desiderava avere contatti con la sua ex moglie», si legge nella lettera, che invita Ricciarelli a moderare i toni e a non pronunciarsi sull’eredità, non avendone titolo.
Il testamento del conduttore ha disposto che il patrimonio, stimato attorno ai dieci milioni di euro, fosse diviso in tre parti tra i figli Tiziana e Alessandro e la stessa Minna. Ricciarelli, da parte sua, ha precisato di non avanzare alcuna pretesa economica: «Il divorzio scioglie i diritti successori. Non ho mai ricevuto neppure un assegno di mantenimento: fu una mia scelta. Io e Pippo avevamo optato per la separazione dei beni, e ho sempre mantenuto la mia indipendenza».
Un’eredità artistica e affettiva
Le tensioni familiari non oscurano l’intento della trasmissione di ricordare l’impronta culturale e televisiva di Baudo. La sua carriera, lunga oltre sessant’anni, ha attraversato generazioni di telespettatori e lanciato decine di artisti. Con l’omaggio di Domenica In, Mara Venier intende sottolineare non solo il legame personale, ma anche la riconoscenza di un intero mondo dello spettacolo.
Televisione
Raoul Bova e il figlio Francesco insieme sul set di Don Matteo: debutto da comparsa e riavvicinamento familiare
Francesco, che non ha mai mostrato interesse per la recitazione, appare in una piccola parte da infermiere. La sua vera passione resta la musica elettronica, coltivata con studi a Berlino e un percorso da deejay già avviato.

Una scena familiare, ma davanti alle telecamere. Raoul Bova e il figlio Francesco si sono ritrovati sul set di Don Matteo, dove il secondogenito dell’attore romano ha fatto una breve comparsa nei panni di un infermiere. Un piccolo debutto che ha sorpreso i fan della fiction Rai, ma che ha soprattutto il sapore di un momento di riavvicinamento familiare, dopo mesi segnati da tensioni e problemi personali.
Francesco, nato nel 2001 dal matrimonio di Bova con Chiara Giordano, non si era mai mostrato interessato alla carriera d’attore del padre. Cresciuto comunque a stretto contatto con il mondo dello spettacolo, ha sempre preferito percorrere una strada diversa, inseguendo la sua grande passione: la musica. Dopo la laurea presso la Catalyst – Institute for Creative Arts and Technology di Berlino, si è infatti affermato come deejay di musica elettronica, con serate e produzioni che lo hanno fatto conoscere in ambienti internazionali.
Il set di Don Matteo, dunque, non rappresenta un cambio di rotta, ma piuttosto un’esperienza curiosa, nata forse dalla voglia di condividere del tempo con il padre in un contesto lavorativo che per Raoul è ormai casa. Subentrato a Terence Hill nella serie, Bova ha consolidato il suo ruolo di protagonista con la consueta eleganza e con il consenso del pubblico. Vederlo accanto al figlio, anche solo per poche inquadrature, ha aggiunto una nota di intimità che non è passata inosservata.
Per Francesco, l’apparizione potrebbe restare un episodio isolato, un aneddoto da raccontare più che l’inizio di una carriera da attore. La sua vita sembra infatti scorrere su altre frequenze, quelle dei beat elettronici e dei club internazionali. Ma questa incursione televisiva mostra una complicità ritrovata tra padre e figlio, un segnale positivo che ha emozionato chi conosce le vicende della famiglia.
In attesa dei prossimi progetti musicali di Francesco e delle nuove puntate di Don Matteo, resta l’immagine di un padre e un figlio che si sono concessi la possibilità di condividere un pezzo di strada. Stavolta, davanti a una macchina da presa.
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