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Televisione

Gaia Messerklinger e il ritorno sul set con Raoul Bova in Don Matteo: “Una bellissima reunion”

Don Matteo 14 si prepara a una stagione di novità, con Gaia Messerklinger nel ruolo della nuova pm Vittoria Guidi. Un debutto atteso con emozioni e sfide, soprattutto per l’attrice che rimpiazzerà un personaggio molto amato dal pubblico.

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    Gaia Messerklinger, in una recente intervista a La Volta Buona, ha raccontato l’emozione di tornare a lavorare con Raoul Bova sul set di Don Matteo 14. Dopo aver condiviso con lui una storia d’amore in una produzione precedente, ritrovarlo nel celebre set della fiction ha reso l’esperienza ancora più intensa e, come lei stessa ha detto, “una bellissima reunion”.

    Dopo l’uscita di scena di Terence Hill

    Bova, che interpreta Don Massimo, si è ormai affermato come nuovo volto della serie dopo l’uscita di scena di Terence Hill, ma all’inizio anche lui ha dovuto affrontare le critiche del pubblico, che lo conosceva soprattutto per i suoi ruoli da “bellissimo” della TV.

    Interpreta il personaggio della pm Vittoria Guidi,

    Messerklinger, classe 1987, è stata scelta per interpretare il personaggio della pm Vittoria Guidi, che prenderà il posto di Maria Chiara Giannetta, molto amata nel ruolo della capitana Anna Olivieri. Non è un compito facile, come ha ammesso l’attrice durante l’intervista: “Subentrare in una serie che va avanti da oltre vent’anni e con un pubblico così affezionato non è semplice. C’è sempre il rischio che il pubblico non accetti i cambiamenti, ma sono fiduciosa”.

    Un pubblico legato ai personaggi

    Il pubblico di Don Matteo è legato ai suoi personaggi, e l’attrice sa che dovrà conquistare la loro fiducia episodio dopo episodio. Tuttavia, Messerklinger si è detta pronta alla sfida: “Spero che il pubblico riesca ad entrare in empatia con Vittoria, perché è un personaggio complesso e pieno di sfumature. Ha una personalità forte ma anche vulnerabile, un aspetto che mi ha affascinato fin da subito”.

    Ruoli di spessore

    Non è la prima volta che l’attrice si cimenta in ruoli di spessore, ma sicuramente questo debutto in Don Matteo rappresenta per lei una grande occasione per consolidare la sua carriera. Messerklinger ha anche confessato che lavorare con Raoul Bova è stato molto stimolante: “È stato bello ritrovarlo, abbiamo lavorato insieme qualche anno fa in una storia d’amore, e questa volta il contesto è totalmente diverso, ma l’affinità sul set è rimasta”.

    Una svolta importante

    Il personaggio di Vittoria Guidi rappresenta una svolta nella trama di Don Matteo e la curiosità del pubblico è già alle stelle. Ci si chiede se Gaia riuscirà a far dimenticare la capitana Olivieri e a creare un nuovo legame con gli spettatori, ma l’attrice sembra determinata a mettere tutto il suo talento in gioco.

    Dopo il successo dell’introduzione di Raoul Bova, il pubblico è ora pronto a vedere come Messerklinger si calerà nel ruolo della nuova protagonista femminile della fiction più longeva d’Italia.

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      Televisione

      Roberta Bruzzone, il dietrofront che sorprende tutti: dopo l’addio annunciato torna a sorpresa a Quarto Grado da Gianluigi Nuzzi

      Roberta Bruzzone aveva risposto seccamente sui social a chi le chiedeva di non andare più a Quarto Grado: “Tranquilli, lì non mi vedrete più”. Una promessa che sembrava definitiva. Venerdì sera, però, la criminologa è riapparsa proprio nello studio di Gianluigi Nuzzi, riaccendendo curiosità, ironie e inevitabili domande sul suo improvviso cambio di rotta.

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        A volte i post restano scolpiti nella memoria collettiva come promesse granitiche. A maggio, Roberta Bruzzone aveva risposto senza giri di parole a chi, sui social, le chiedeva di interrompere la collaborazione con Quarto Grado: «Tranquilli, lì non mi vedrete più». Una frase netta, che molti avevano interpretato come un addio definitivo al programma di Gianluigi Nuzzi.

        La dichiarazione che sembrava un addio
        Quel commento, secco e privo di sfumature, aveva fatto il giro dei social e degli ambienti televisivi. Nessuna spiegazione, nessun “forse”. Solo una certezza apparente: Bruzzone non sarebbe più tornata a Quarto Grado. E per mesi quella scelta è rimasta lì, come una linea tracciata senza possibilità di ripensamento.

        Il ritorno in diretta che spiazza tutti
        Poi venerdì sera, a sorpresa, il colpo di scena. Roberta Bruzzone è riapparsa proprio nello studio di Quarto Grado, ospite di Gianluigi Nuzzi. Nessun annuncio preventivo, nessuna anticipazione. Solo la realtà che smentisce le parole scritte mesi prima. Il pubblico se n’è accorto subito e sui social il ritorno è diventato immediatamente argomento di discussione.

        Il corto circuito tra social e televisione
        Il contrasto tra il “non mi vedrete più” e la presenza in diretta ha acceso ironie, commenti, domande. C’è chi parla di ripensamento, chi di semplice evoluzione delle scelte, chi sottolinea quanto oggi le dichiarazioni sui social siano spesso più istintive che definitive. Fatto sta che il ritorno ha creato un piccolo corto circuito tra ciò che era stato scritto e ciò che è andato in onda.

        Una presenza che fa sempre discutere
        Roberta Bruzzone è da anni una figura centrale nel dibattito televisivo sui casi di cronaca, e ogni sua presenza porta con sé consensi e critiche. Anche questo ritorno non fa eccezione: per alcuni è un normale cambio di idea, per altri una smentita clamorosa di una posizione che sembrava inattaccabile.

        Quando le promesse diventano reversibili
        La vicenda dimostra ancora una volta quanto, nel mondo dello spettacolo e dell’informazione televisiva, nulla sia davvero immutabile. Le parole restano, le immagini anche. E venerdì sera, davanti alle telecamere di Quarto Grado, è andata in scena tutta la distanza tra un post scritto mesi fa e una scelta presa oggi.

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          Televisione

          Sandokan giace tra ruggine ed erbacce: il set pagato 560mila euro con fondi pubblici abbandonato a Lamezia

          È LaC News24, con un reportage di Alessia Principe e Francesco La Luna, a rivelare per prima le condizioni del set di Sandokan acquistato per 560mila euro dalla Calabria Film Commission. Solo dopo l’inchiesta televisiva di Striscia la notizia ha ripreso la vicenda. Oggi la scenografia è ancora lì: stoccata a cielo aperto tra erbacce, ferri arrugginiti e silenzio amministrativo.

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            Sandokan in tv corre tra palme, avventure ed effetti speciali. A terra, a Lamezia Terme, tra capannoni industriali e sterpaglie, resta invece un set vero, pagato 560mila euro con fondi pubblici e lasciato a marcire all’aperto. A documentare per prima questa situazione è stata LaC News24, con un reportage esclusivo firmato da Alessia Principe e Francesco La Luna, che ha portato alla luce lo stato reale della scenografia acquistata dalla Calabria Film Commission come “opera d’arte unica”.

            L’inchiesta di LaCNews24

            Solo dopo quell’inchiesta, la vicenda è approdata anche su Striscia la notizia, che ha ripreso il caso mostrando ulteriori passaggi amministrativi e le anomalie presenti sul sito dell’ente. Ma la fotografia iniziale resta quella dei colleghi di LaC News: pannellature verticali esposte alle intemperie, una recinzione bassa e deformata con varchi liberi, il piazzale in terreno battuto invaso da infestanti e detriti solidi, nessun telo industriale, nessuna vera copertura, solo un cartello di divieto ormai inghiottito dall’erba.

            25 milioni di euro

            Eppure parliamo di una Film Commission che negli ultimi cinque anni avrebbe speso circa 25 milioni di euro. L’acquisto della scenografia di Sandokan per 560mila euro è solo una voce di quella lista. Una voce che sul sito ufficiale dell’ente risulta poco comprensibile, mentre emerge chiaramente nel portale dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, dove l’appalto è registrato come “opera d’arte unica”. Un’opera che, nei fatti, non ha nulla di museale: è stoccata a cielo aperto nella zona industriale di Lamezia, protetta solo da cancelli arrugginiti e catene ossidate.

            Per raggiungerla bisogna attraversare la periferia produttiva, costeggiare i capannoni della Fondazione Terina, superare i cantieri dei futuri Studios cinematografici da quasi 22 milioni di euro. Pochi metri più in là, nascosta da un canneto, appare la “Mompracem calabrese”, che sembra uscita più da un film di Eli Roth che da una produzione Rai.

            Anche Striscia riprende LaCNews24

            Nel servizio di Striscia, l’inviato aveva chiesto conto direttamente al presidente della Film Commission delle modalità di acquisto e della gestione di questo bene. Già allora erano emerse criticità sulla trasparenza degli atti, con documenti non cliccabili e delibere non scaricabili. Oggi, lo stato di abbandono raccontato in esclusiva da LaC News24 completa il quadro.

            Mentre la serie con Can Yaman va in onda e rilancia l’immaginario di Sandokan, sul territorio resta una scenografia da mezzo milione di euro che nessuno protegge, nessuno valorizza, nessuno spiega. In tv scorre l’epica. A terra restano ferri, ruggine e fondi pubblici sepolti tra le erbacce.

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              Televisione

              Escort Boys conquista anche l’Italia: la serie francese cult è ora gratis su Mediaset Infinity con tutti e sei gli episodi

              Escort Boys, la serie francese che sta facendo discutere pubblico e critica, arriva gratuitamente su Mediaset Infinity con l’intera prima stagione. Sei episodi intensi che raccontano la storia di quattro giovani amici costretti a reinventarsi in modo radicale per salvare la loro azienda di famiglia. Tra sensualità, ironia e camei d’eccezione, la produzione è già diventata un piccolo caso.

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                Escort Boys è una di quelle serie che non passano inosservate. E ora che è disponibile gratuitamente su Mediaset Infinity con tutti e sei gli episodi della prima stagione, anche il pubblico italiano può scoprire perché in Francia ha acceso un dibattito così acceso. La storia si muove tra commedia, dramma e provocazione, con un ritmo veloce e una narrazione che non cerca scorciatoie.

                Una crisi che cambia tutto
                Siamo in Camargue, tra paesaggi aperti e un’azienda familiare che rischia di crollare sotto il peso dei debiti. Protagonisti sono Ben, Zack, Mathias e Ludo: quattro amici legati da una vita in comune, costretti a inventarsi una soluzione estrema per non perdere tutto. L’idea che nasce è tanto inaspettata quanto scomoda: vendere il proprio corpo. Da qui prende forma una doppia vita che ribalta equilibri, identità e rapporti.

                Amicizia, segreti e nuove regole
                La forza della serie sta nella dinamica tra i quattro protagonisti. Non sono eroi, non sono martiri: sono ragazzi che sbagliano, che tentano, che si spaventano. La loro scelta li mette di fronte a una realtà che non avevano minimamente immaginato, fatta di compromessi, silenzi e nuove regole da imparare in fretta. L’amicizia diventa la vera linea di resistenza mentre tutto intorno cambia.

                I camei che alzano il livello
                A rendere Escort Boys ancora più pepata sono due apparizioni d’eccezione: Caterina Murino e Amanda Lear, che interpretano due clienti e regalano al pubblico momenti sorprendenti. Non semplici partecipazioni per fare rumore, ma presenze che si inseriscono con intelligenza nel racconto e ne amplificano il gioco di seduzione e ambiguità.

                Una serie che divide e incuriosisce
                Critica e pubblico si sono divisi: c’è chi ha parlato di serie coraggiosa, chi di prodotto volutamente provocatorio. Ma una cosa è certa: Escort Boys funziona perché non cerca di piacere a tutti. Sceglie un tema scomodo, lo racconta con leggerezza solo apparente e costruisce personaggi che restano addosso.

                Ora gratis anche in Italia
                La disponibilità su Mediaset Infinity rende la serie facilmente accessibile e spalanca la porta a un pubblico nuovo, pronto a scoprire una storia che mescola eros, amicizia, crisi economica e scelte radicali. Sei episodi che scorrono veloci e che, puntata dopo puntata, spingono a chiedersi fino a che punto si è disposti ad arrivare per salvare ciò che si ama.

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