Televisione
Giuseppe Conte protagonista a Perfidia: la Grippo affonda i colpi e il talk show di LaC si conferma l’arena più spietata della politica in tv.
Nella nuova puntata del talk di LaC, la conduttrice orchestra un’intervista senza sconti, tra affondi feroci e domande al veleno. L’ex premier regge il fuoco incrociato con fermezza, respingendo gli attacchi su giustizia, Superbonus, Santanchè e scandali elettorali.

Si può fare un’intervista a un importante leader politico nazionale senza inginocchiarsi? La domanda, a tratti blasfema, scuote le coscienze degli spettatori dei talk show italici. E la risposta, a giudicare da quello che accade nei salotti delle grandi reti tv, sembra essere un sonoro no. Il leader va blandito, spesso adorato con la devozione che si riserva alle reliquie. È il galateo della politica-spettacolo, dove i giornalisti, più che domande, porgono ossequi.
Ma non a Perfidia. No, il talk più malandrino della televisione italiana è l’unico posto in cui le regole della deferenza vengono stracciate e gettate nel camino. È qui che i politici non trovano il tappeto rosso, ma il ring. E la puntata di venerdì, dall’evocativo titolo di Ancora tu, ne è stata l’ennesima conferma: in studio, come portata principale della serata, Giuseppe Conte. Il presidente del Movimento 5 Stelle ha accettato di buon grado l’invito della padrona di casa, la sulfurea Antonella Grippo, per un match senza esclusione di colpi.
Ma prima di Conte, Perfidia ha offerto al pubblico un antipasto succulento: l’odissea giudiziaria dell’ex presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio. Comunista della prima ora, veterano della politica calabrese e, a quanto pare, recordman da Guinness dei Primati per numero di indagini e rinvii a giudizio. Tutti finiti con un nulla di fatto. Con lui in studio, a ricostruire la sua personale via crucis, l’avvocato forzista Antonia Postorivo e il giovane blogger Raffaele Florio. La storia? Un classico: cinque anni di processi, accuse, sospetti, titoloni sui giornali. Risultato? Tante bolle di sapone. Non solo nessuna condanna, ma addirittura un giudice che si è spinto a parlare di accanimento giudiziario ingiustificato.
Un caso esemplare, che la Grippo ha usato come trampolino per un tema più vasto: il ruolo di certa magistratura che sembra affezionata agli avvisi di garanzia quanto un collezionista ai francobolli. Oliverio, per parte sua, ha raccontato con un certo aplomb la sua disavventura, tra un sorriso amaro e il sospetto che, in Calabria, i processi politici servano più a stroncare carriere che a fare giustizia.
Poi, la scena si è spostata sull’ospite più atteso. Il presidente del Movimento 5 Stelle si è accomodato sulla sedia dell’interrogatorio per dire la sua sul ribaltone che, in Calabria, ha consentito a Forza Italia di conquistato un seggio in Parlamento con un riconteggio poco trasparente. Proprio a discapito dei pentastellati. E l’intervista è una ghiotta occasione per uscire dai confini della Calabria e affrontare i grandi temi della politica nazionale e internazionale.
D’altra parte, Perfidia chiama e Roma risponde. La trasmissione, dopo la sua trasferta negli studi Diemmecom di ViaCondotti21, ha già visto sfilare sotto il fuoco della bionda inquisitrice un parterre de rois di tutto rispetto: Carlo Calenda, Maurizio Gasparri, Bobo Craxi, Francesca Pascale e Massimiliano Romeo. In un panorama di talk show dove le domande si spengono in un abbraccio confortevole, Perfidia sgomita e conquista spazio. Con una maestra di cerimonie che, più che intervistare, impugna la parola come un fioretto.
Conte, avvocato del popolo e fine schermidore, sa che la posta in gioco è alta e si presenta in forma smagliante. E con il dente avvelenato: “Quello che è accaduto in Calabria non è uno scippo ai cinque stelle. È come se, a fine partita, gli arbitri tornassero in campo per ribaltare il risultato”. Un’immagine potente, che chiunque abbia mai bestemmiato davanti a un VAR può comprendere al volo.
Poi si entra nel vivo: quando si parla di magistratura, giustizia e garantismo, la Grippo non si fa pregare per affondare il coltello E proprio sulle radici giustizialiste e tendenzialmente forcaiole espresse fin dall’inizio dal Movimento 5 Stelle, Antonella Grippo batte forte la grancassa delle domande. A partire proprio da quell’imperativo categorico che – abiurato, dimesso e dismesso dalla destra di governo – sarebbe ora passato in dote pentastellati, assecondando le pulsioni tribali dell’elettorato che vorrebbe vedere i politici condannati. Se non al cappio, almeno alla gogna.
“Siete voi i nuovi campioni del Legge e Ordine?” insinua la conduttrice, mentre Conte si difende: “Noi siamo per il rispetto della persona”, ribatte a muso duro. “I processi penali devono avere il loro corso. Anche se a noi non interessa tanto la sentenza in primo, secondo o terzo grado. Ci interessano i fatti che emergono”.
E se la lingua batte dove il dente duole, ecco arrivare il capitolo Santanchè, la ministra che pare incollata alla poltrona con l’Attak. “Non c’è bisogno di aspettare una sentenza per dare le dimissioni da ministro”, attacca Conte. “L’accusa è di aver truffato l’Inps, prendendo soldi per lavoratori in cassa integrazione che lavoravano lo stesso. E la sua azienda ha già chiesto la sanatoria! Non serve il processo, è una condotta inammissibile”.
La Grippo, però, non è tipo da lasciar correre. Lo incalza, lo provoca: il Movimento ha sempre avuto difficoltà nei territori, dove il voto non è un esercizio di opinione, ma una questione di sopravvivenza. Un sistema che premia i soliti noti e in cui il clientelismo è duro a morire. “Dove i tessuti produttivi sono esangui come in Calabria”, affonda la conduttrice, “si innescano altri meccanismi di mendicanza”. Qui Conte si trasforma in tribuno. Sguardo penetrante, tono messianico, guarda dritto in camera e sentenzia:
“Mi rivolgo direttamente a voi telespettatori. Il Movimento 5 Stelle non vi prenderà mai in giro. Mai. Non baratteremo per nessuna ragione i vostri diritti per un voto”. Scatta l’applauso. Qualcuno – davanti alla tv – forse versa una lacrima di commozione. Se fosse un film, qui partirebbe l’assolo di violino.
Ma non c’è tempo per l’epica romantica, il meglio deve ancora venire. A questo punto, con i motori già roventi, la Grippo sfiora il tasto Trump e il presunto trumpismo del M5S. “Noi non siamo a libro paga di nessuno”, taglia corto Conte, con un’aria di leggero fastidio. E ancora, si parla dei tre miliardi stanziati per il bonus energia: “Un giorno la Meloni dice che sono insufficienti, il giorno dopo li rivendica in un video. Per me sono una miseria”.
E poi difende il superbonus del 110 per cento: “Dicono che abbiamo fatto un buco da cento miliardi, ma è solo nella testa di Meloni, Salvini e Giorgetti. È stata una misura straordinaria in un momento di grave crisi economica. L’ho gestito per sei mesi, poi è passato al governo Draghi. E sa chi era il ministro dello sviluppo Economico? Proprio quel Giorgetti che oggi strilla contro di noi!”.
Insomma, un bel match, con un Conte impegnato a schivare le stoccate della Grippo e partire al contrattacco. Ancora una volta il talk di Diemmecom si conferma l’arena più spietata della politica in tv. Applausi. Il sipario si chiude. Ma una cosa è certa: Perfidia brilla per una dote ormai rara: il coraggio di non essere prevedibile.
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Televisione
Mentana resta il volto di La7, Insinna saluta: nel nuovo palinsesto arrivano Saviano e Gratteri
Cairo conferma il direttore del Tg fino al 2026 e blinda l’informazione in prime time. Al posto di Insinna arriva la serie tv Grantchester. Spazio anche a nuove firme: da Saviano a Gratteri, fino a Gifuni e Mauro

«Enrico Mentana resta con noi ed è felice di farlo». Con queste parole Urbano Cairo ha aperto la presentazione dei nuovi palinsesti di La7, blindando uno dei suoi volti più iconici. Il contratto del direttore del Tg scade nel 2026, ma il rapporto – assicura l’editore – è solido e destinato a continuare. Le celebri maratone, gli speciali e l’appuntamento delle 20 restano dunque al centro dell’offerta informativa della rete, che archivia una stagione record: +9% nel prime time, con uno share medio del 6,3% e oltre 1,2 milioni di spettatori.
A tenere il punto sono anche tutti gli altri protagonisti dell’approfondimento. Da Gruber a Gramellini, da Formigli a Floris, passando per Cazzullo, Augias e Zoro: tutti confermati, molti già rinnovati fino al 2030. Lo scheletro del palinsesto settimanale non cambia, né quello del day time, dove resistono Omnibus, Coffee Break, L’Aria che Tira e Tagadà.
Tra le novità, due ingressi che fanno rumore: Roberto Saviano arriva con La giusta distanza, sei puntate in prima serata; Nicola Gratteri debutterà con Lezioni di Mafie, quattro episodi pensati per raccontare il crimine organizzato con rigore e chiarezza. Ezio Mauro porterà due biografie speciali (su Putin e Papa Francesco), mentre Fabrizio Gifuni – con Gherardo Colombo – racconterà la storia della loggia massonica P2.
L’unico addio è quello di Flavio Insinna, che chiude l’esperienza di Famiglie d’Italia: «Ha fatto un ottimo lavoro – spiega Cairo – ma il game show non è in sintonia con il nostro pubblico». Al suo posto, in autunno, andrà in onda il poliziesco britannico Grantchester.
Infine, Cairo respinge l’etichetta di “rete d’opposizione”: «Siamo una tv libera, non un partito. Invitiamo tutti, ma ci piacerebbe che più esponenti di governo accettassero». Un’apertura che suona come un invito, da una rete che, numeri alla mano, continua a parlare a una fetta sempre più ampia del Paese.
Televisione
Temptation Island parte col botto: fughe, falò disertati e confessioni a luci (quasi) rosse. E il tentatore Flavio diventa già virale
Sonia se ne va, Alessio resta solo a delirare sul programma “che si è studiato nel cervello”. Intanto scoppiano le prime tensioni, si piange per le bollette e il tentatore Flavio sculetta in mutande su TikTok

Il primo scossone arriva da Alessio, che ha rivelato senza troppi giri di parole di non sapere nemmeno se abbia mai amato Sonia: “Io non so se a Sonia la amo, o peggio ancora se non l’ho mai amata”. Una bomba sganciata così, mentre lei, giustamente furiosa, chiede il falò immediato. Ma Alessio non si presenta. Filippo Bisciglia, con l’aria da cerimoniere del caos sentimentale, lo avvisa: “Sonia ha minacciato di andarsene e, se lo farà, anche tu sarai fuori”. Lui risponde come uno che si è perso nel proprio labirinto mentale: “Non me la puoi togliere quest’occasione che mi sono costruito con le mie mani, io questo programma me lo sono studiato nel cervello”.
Risultato? Sonia se ne va. Alessio costretto a uscire. Ma, colpo di scena, lei rientra… come ospite delle altre fidanzate. Misteri della regia o semplice vendetta soft?
Alessio, Sonia… e un tentatore in arrivo?
Secondo le anticipazioni, la soap tra Sonia e Alessio è tutt’altro che conclusa. Pare che nella prossima puntata lui scoprirà che lei, ormai “single” in qualità di ospite del villaggio, ha aperto il suo cuore a un tentatore. Sarà un ritorno di fiamma o un’altra tragedia annunciata?
Antonio e Valentina, bollette e pianti
Altro giro, altro disastro. Antonio Panico ha dato i numeri dopo aver visto un video della compagna Valentina in cui racconta dettagli intimi parlando con Sonia. Lui minaccia di andarsene, poi si mette a piangere pensando ai figli avuti da precedenti relazioni. Una scena da fotoromanzo lacrime e sangue.
Valentina, però, ne ha piene le tasche. “Pago il mutuo, pago le bollette, lui lascia le luci accese e si vanta delle ex. Volevo almeno una macchina, dopo che ha venduto casa. Invece nulla. Solo critiche quando usciamo al ristorante”. Più che una crisi di coppia, sembra il bilancio di fine anno.
Tentatore Flavio superstar
Ciliegina sulla torta, il nuovo eroe (virale) di questa stagione: Flavio Ubirti. Calciatore classe 2001, ha già mandato in tilt tutte le fidanzate del villaggio. Quando Filippo gli chiede chi lo ha colpito, lui non ha dubbi: “Denise”. Ma mentre nei villaggi volano cuori e sospiri, sui social impazza il video in cui Flavio sculetta in mutande davanti allo specchio. Eleganza? No. Intrattenimento? Assolutamente sì.
La vera tentazione, ormai, è continuare a guardare.
Televisione
Svolta estiva su Canale 5: via ‘Striscia’, tornano ‘La Ruota della Fortuna’ e ‘Sarabanda’
Un’operazione nostalgia dal sapore moderno: Mediaset punta su due brand iconici per rinfrescare l’access e il preserale. L’obiettivo? Rilanciare gli ascolti e testare nuovi linguaggi.

A Canale 5 l’estate 2025 segna una svolta inattesa. Dopo anni di palinsesti estivi prevedibili e di access prime time in replica o poco brillanti, Mediaset rilancia scommettendo su due titoli storici: La Ruota della Fortuna e Sarabanda. Due nomi che richiamano immediatamente epoche diverse della TV commerciale italiana, ma che tornano in scena con uno spirito completamente rinnovato.
Striscia va in pausa (lunga)
La notizia che più colpisce è lo slittamento di Striscia la Notizia, che tornerà in onda solo a novembre. Una pausa strategica, fanno sapere da Cologno Monzese, per dare spazio a nuovi esperimenti editoriali. È la prima volta da anni che il tg satirico di Antonio Ricci non presidia l’access estivo. E a sostituirlo, da lunedì 14 luglio, sarà La Ruota della Fortuna, condotta da Gerry Scotti.
La Ruota gira… in musica
Non sarà però un semplice revival: il celebre quiz ispirato al format americano Wheel of Fortune si presenterà in una veste completamente nuova. Studio rinnovato, una band musicale dal vivo a sottolineare ritmo e atmosfera, e un finale inedito pensato per aumentare la tensione e mantenere il pubblico incollato. Mediaset promette una versione moderna e coinvolgente, con Scotti pronto a guidare il cambiamento con la sua consueta affidabilità.
Sarabanda: il ritorno di un cult
Una settimana dopo, il 21 luglio, sarà il turno di Sarabanda. Enrico Papi torna a condurre il quiz musicale che lo ha reso celebre, ma dimenticate le edizioni patinate o “vip”: stavolta si torna all’essenza del gioco, con concorrenti comuni e sfide a colpi di note. Resta la mitica prova del 7×30 — sette canzoni da indovinare in trenta secondi — ma tutto il resto sarà una sorpresa.
Tra innovazione e memoria
L’operazione è chiara: cavalcare la nostalgia, ma aggiornandola ai gusti di oggi. Con questi due programmi, Canale 5 cerca di intercettare un pubblico trasversale, combinando il fascino del ricordo con un impianto visivo e narrativo più contemporaneo. Un banco di prova importante, in attesa delle novità d’autunno. E se la ruota gira nel modo giusto, potrebbe segnare una nuova direzione per l’intrattenimento Mediaset.
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