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Televisione

Gli oscuri percorsi della vita, come quello di Raffaello Tonon, ex GF

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    L’avevamo lasciato come noto personaggio televisivo che, dopo la sua partecipazione al Grande Fratello, si era riciclato in diverse maniere, sempre sul piccolo schermo… ma anche in radio. Negli anni ha rivestito differenti ruoli nel mondo dello spettacolo. Concorrente di reality come il GF e La Fattoria, opinionista dal timbro di voce riconoscibilissimo, oggi ha deciso di cambiare vita e di ricominciare lontano dal mondo della tv.

    Cosa fa attualmente, lontano dal piccolo schermo

    “Il mio primo grande amore è stato l’accoglienza, quella chiaramente a pagamento, in tutti gli hotel della riviera. Ero cliente e desideravo essere proprietario” scriveva Tonon. Dopo alcune segnalazioni da parte di suoi fan, si è scoperto che attualmente fa… il cameriere!

    Indiscrezioni confermate

    Alessandro Rosica, noto come L’Investigatore Social, ha recentemente dichiarato: “Tonon si è rimboccato le maniche e lavora come cameriere. Tanto di cappello a chi come te non scende a sporchi giochi pur di vivere. Come vedete fa il cameriere in Romagna, non è una gag, fa proprio il cameriere. Tanto di cappello a lui che si guadagna la giornata con umiltà. Va a dare una mano spesso in questo locale” rivela Rosica.

    Appare sereno

    Il locale in questione è l’Enio Ottaviani Winery, contesto sul quale è lui in prima persona a raccontare: “Da mesi collaboro in una realtà che mi scalda il cuore perché quando gli altri si divertono e tu con loro, non c’è da porsi domande. Rido con soddisfazione, oggi mi districo tra i piatti d portata e le telecamere”.

    La verve è rimasta intatta

    In un post su Instagram ha scritto: “Quando i clienti mi chiedono: ”È Tonon?” Rispondo si ma il fratello ricco è a Milano, io ho bisogno della pensione.. Grandi risate. Ho chiesto di fare questo scatto seduto, una volta funzionava così. L’oste in mezzo e i clienti affezionati intorno. Rimpiango i tempi andati, ragione per la quale faccio del mio meglio perché possano tornare“.

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      Televisione

      Perché Roberto Bolle non è mai stato ad Amici: l’invito c’è stato, la risposta arriva da Cattelan

      Ospite di Alessandro Cattelan, Roberto Bolle rompe un piccolo tabù televisivo e spiega perché non è mai stato ad Amici. Altro che rifiuti o snobismi: gli inviti ci sono stati, ma il calendario e la Rai hanno sempre inciso più di ogni altra cosa.

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        La domanda prima o poi doveva arrivare, e quando arriva passa sempre per la via più diretta. Alessandro Cattelan la piazza senza troppi giri di parole: perché Roberto Bolle non è mai stato ad Amici di Maria De Filippi? Una curiosità che circola da anni, tra pubblico, addetti ai lavori e appassionati di danza. La risposta, però, è molto meno polemica di quanto qualcuno immaginasse.

        Bolle, un po’ imbarazzato ma sorridente, mette subito le cose in chiaro: “No, devo dire la verità, mi è stato anche chiesto di andare. Non come cast o professore, come ospite”. Fine del mistero sugli inviti mancati: Amici ha bussato alla porta del ballerino più famoso d’Italia, e non una volta sola.

        Gli inviti ci sono stati
        Il punto non è mai stato un no ideologico o una distanza dal format di Maria De Filippi. Bolle lo dice chiaramente, sgombrando il campo da qualsiasi lettura maliziosa. Nessuna proposta di entrare nel cast fisso, nessuna cattedra da professore, solo inviti come ospite. Insomma, il classico passaggio celebrativo che molti si aspettavano da tempo.

        Il nodo Rai e il calendario
        Il motivo dell’assenza, spiega Bolle, è molto più pratico che simbolico: “Ancora non ci sono stato principalmente perché ho sempre fatto il programma su Rai Uno ed è sempre capitato in quel periodo”. Una questione di tempi televisivi che si sovrappongono, più che di scelte editoriali. In particolare, aprile torna come un mese chiave, spesso occupato dagli impegni Rai legati alla danza.

        La giornata della danza come spartiacque
        Bolle cita un esempio preciso: “Ad esempio ad aprile per la giornata della danza”. Un appuntamento che per lui è diventato quasi una tradizione televisiva su Rai Uno, difficile da aggirare senza creare conflitti di palinsesto. Quando Amici è in piena corsa, lui è già impegnato altrove, sotto un’altra insegna.

        Nessun veto, solo incastri mancati
        Il racconto restituisce un quadro molto più semplice di quanto si sia detto negli anni. Nessun veto incrociato, nessuna rivalità tra reti, nessuna presa di distanza dal talent più longevo della tv italiana. Solo una serie di coincidenze che, stagione dopo stagione, hanno reso impossibile quell’incontro tanto atteso.

        Alla fine, la risposta di Bolle smonta il mito dell’assenza “scelta” e lo riporta su un terreno concreto: quello dei palinsesti. E lascia aperta una possibilità implicita. Perché se gli inviti ci sono stati e il problema è sempre stato il calendario, allora non è detto che, prima o poi, quel debutto ad Amici non possa davvero accadere.

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          Televisione

          Da Striscia a Realpolitik: Vittorio Brumotti riparte da Rete 4 e diventa presenza fissa del talk di Labate

          Archiviata l’esperienza a Striscia la Notizia, Vittorio Brumotti trova una nuova collocazione televisiva. Dal 19 novembre è una presenza fissa di Realpolitik, il talk politico condotto da Tommaso Labate su Rete 4, segnando un cambio di passo netto nella sua carriera televisiva.

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            C’è chi sparisce dai radar e chi, invece, cambia campo e riparte. Vittorio Brumotti ha scelto la seconda strada. Dopo la “cacciata” da Striscia la Notizia, l’ex inviato simbolo del programma satirico di Canale 5 è riapparso in modo tutt’altro che timido su Rete 4, diventando una presenza fissa di Realpolitik, il talk politico condotto da Tommaso Labate in prima serata.

            L’approdo è datato 19 novembre, una data che segna uno spartiacque televisivo per Brumotti. Niente più servizi in bici, niente blitz ad alta adrenalina: il contesto è quello del confronto politico, della discussione in studio, dei temi caldi dell’attualità. Un cambio di registro che non passa inosservato.

            Addio Striscia, senza nostalgie pubbliche
            L’uscita da Striscia la Notizia è stata tutt’altro che morbida e ha fatto discutere. Brumotti, però, ha evitato polemiche plateali e regolamenti di conti in diretta. Nessuna lunga autodifesa, nessun racconto dettagliato del retroscena. Il passaggio a Realpolitik sembra piuttosto una risposta indiretta: voltare pagina, mostrando un’altra versione di sé.

            Il nuovo ruolo a Realpolitik
            Nel talk di Tommaso Labate, Brumotti non è una semplice comparsa. La sua presenza è ormai stabile e riconoscibile, inserita in un contesto che richiede interventi più misurati e meno istintivi rispetto al passato. Il programma, abituato a ospitare politici, analisti e giornalisti, assorbe la sua figura in modo diverso, mettendolo alla prova su un terreno più istituzionale.

            Da inviato d’assalto a volto da studio
            Il salto è netto. Per anni Brumotti è stato identificato con l’azione, con l’irruzione, con la denuncia spettacolarizzata. A Realpolitik il ritmo è un altro: contano le parole, le posizioni, la capacità di stare dentro una discussione senza forzarla. Un banco di prova che racconta la volontà di non restare incasellato in un solo ruolo televisivo.

            Rete 4 come nuova casa
            La scelta di Rete 4 non è casuale. La rete negli ultimi anni ha puntato forte sull’informazione e sul dibattito politico in prima serata, costruendo un pubblico fedele e molto identitario. Inserire Brumotti in questo contesto significa offrirgli una seconda chance televisiva, lontana dalla satira e più vicina al racconto diretto dell’attualità.

            Il percorso è appena iniziato, ma il segnale è chiaro: Brumotti non è scomparso dopo Striscia. Ha cambiato palco, linguaggio e pubblico. E, nel bene o nel male, è tornato a farsi vedere.

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              Televisione

              “Sarà Sanremo” dal Casinò: i Big sfilano, rivelano il titolo e svaniscono. J-Ax porta la busta e punge

              È il rito di “Sarà Sanremo”: passerella rapida, «Ciao, ci vediamo a febbraio» come mantra. Tra autobiografie (Raf), nomi nuovi bollati sui social e la busta di J-Ax, spuntano frasi-meme e mantri d’autore: titoli rivelati, emozioni promesse, poi tutti via.

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                Dal Teatrino del Casinò di Sanremo va in onda “Sarà Sanremo” e l’effetto è quello di una sfilata senza brividi: i Big entrano, rivelano il titolo del brano e spariscono. «Ciao, ci vediamo a febbraio», il mantra. Un assaggio rapidissimo che sembra più un appello che un’anteprima.

                A rompere il ghiaccio è Raf. «Voglio divertirmi», dice, ricordando che per lui è la quinta volta all’Ariston e che «l’ultima è stata nel 2015, sempre un festival targato Conti». Il pezzo si intitola Ora e per sempre e racconta «la storia d’amore di due persone che si sono conosciute negli anni 80 e si confrontano con un mondo completamente cambiato». Carlo Conti chiede: «Leggermente autobiografica?». Raf risponde: «Molto».

                Nuovi nomi, vecchia etichetta: “illustri sconosciuti”
                Tra i trenta, a suscitare più curiosità sono Samurai Jay, Sayf, Nayt, Eddie Brock e Bambole di Pezza, inseriti tra i Big. Magari sono fenomeni, ma la reazione vista sui social è sintetica: “illustri sconosciuti”. Più che giudicare, in molte case si prova prima a “riconoscere”.

                J-Ax e la busta “starter pack” che salva il ritmo
                In una serata fatta di titoli detti al volo, J-Ax prova a fare scena con Italia starter pack e una busta in mano per spiegare cos’è un pacchetto base. Poi la stoccata su Conti: «Nel pacco di Conti c’è la camomilla, la tessera per il centro abbronzatura e le scaldaorecchie per non sentire le mia stonature». È uno dei pochi momenti che spezza davvero la liturgia.

                Tra corsa, sogni e mantri: le frasi che restano
                Tredici Pietro, un disco di platino e prima volta al Festival, dice che si prepara correndo (come il papà Gianni Morandi) e andando dal fisioterapista. Il titolo è Uomo che cade. «Per il poco che so della vita è tutto nel percorso… abbiamo questo brutto vizio, noi esseri umani, di non accontentarci». Patty Pravo, all’undicesimo Festival, alla domanda su come si prepara risponde: «Vengo, mi vesto, canto». Il suo brano è Opera, nata «in un sogno, perché tutti noi siamo delle opere d’arte».

                Sesto festival per Malika Ayane: «Canto Animali notturni, siamo tutti noi». Conti chiude con una battuta asciutta: «Io di solito dormo». E nel finale arrivano Fedez e Marco Masini con Male necessario. «È un mantra per ricordare che le tempeste che si affrontano possono essere opportunità», spiega Fedez. Masini si aggancia: «Passare dal dolore è importante per riconoscere la felicità». Poi di nuovo il saluto e la sparizione: ci vediamo a febbraio.

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