Televisione
Inghilterra, le orgie in prima serata: il reality che spinge le coppie a scambiarsi in diretta
Dall’idromassaggio alla camera da letto, la nuova frontiera dei reality inglesi racconta la corsa al piacere di coppie “monogame” pronte a tutto per l’audience. E le telecamere non si spengono mai
Non bastavano più le tentazioni di un’isola esotica o i drammi amorosi tra tronisti e corteggiatrici. In Inghilterra, la nuova frontiera del reality si chiama “Open House: The Great Sex Experiment”, un titolo che sembra un mix tra un esperimento sociologico e un film vietato ai minori. E in effetti, le immagini che arrivano dall’ultima puntata raccontano proprio questo: due coppie di “monogami” che si lasciano andare a uno scambio di partner davanti alle telecamere. Altro che docce e sguardi languidi: qui si parla di vere e proprie orgie, con la regia a inquadrare tutto senza il minimo imbarazzo.
L’ultima puntata è stata una corsa sfrenata verso la promiscuità: Johnny, 43 anni, e la sua compagna Sarah, 37, partono dalla consueta vasca idromassaggio, un bicchiere di vino in mano, e finiscono per scambiarsi di tutto con un’altra coppia e con una quinta “intrusa” a completare la serata. Johnny, che fino a qualche minuto prima si dichiarava ansioso e a disagio, finisce a letto con un sorriso beato e un solo commento: “Wow, è stato pazzesco!”.









Ma la tensione narrativa c’era stata tutta. Prima di lasciarsi andare, Johnny aveva confessato alla telecamera: “C’è decisamente troppa gente in quella stanza per i miei gusti. È uno scenario spaventoso per un uomo!”. Sarah, invece, era più decisa: “Se non lo facciamo ora, non credo che lo faremo mai più”. E quando finalmente la situazione si scalda, la regia indugia su baci appassionati e carezze sempre più esplicite, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Il pubblico inglese è abituato a format audaci, ma qui si va oltre. Il programma – trasmesso in prima serata – mette in scena la caduta di ogni inibizione come una sfida di coraggio. E mentre i protagonisti si scambiano sorrisi e sguardi maliziosi, la regia ci tiene a immortalare tutto: dalla vasca idromassaggio alle lenzuola, ogni dettaglio è buono per fare share.
La trasmissione ha già fatto storcere il naso a più di un commentatore, che la bolla come pornografia travestita da “esperimento sociologico”. Ma gli ascolti premiano la formula: vedere la privacy messa a nudo è evidentemente irresistibile per un pubblico sempre più voyeur. E così, mentre Johnny e Sarah confessano alla telecamera che vogliono “spingersi oltre i propri limiti”, lo spettatore inglese li guarda come un nuovo tipo di soap opera a luci rosse.
La parte più surreale? I dialoghi pre-orgiastici, degni di una sit-com surreale: “Se non lo facciamo ora, quando mai lo faremo?”, “L’orgia potrebbe essere troppo…”, “Dobbiamo darci da fare!”. Poi basta un bicchiere di vino e via: “Vorresti che baciassi Johnny?” chiede una delle protagoniste, e la risposta è un sì grande quanto l’Audience Share.
Johnny e Sarah, al termine della notte bollente, si ritrovano ancora insieme. “Ne vogliamo di più!”, grida Sarah davanti alla telecamera. Johnny annuisce, sorridente: “È solo il primo passo. Questo è ciò che vogliamo fare: divertirci insieme”. Una celebrazione del “tutto e subito”, mentre il programma si presenta come la normalità del divertimento coniugale 2.0.
Dietro la patina di disinvoltura, però, la domanda rimane: siamo davanti a un esperimento sociale o a un porno travestito da prime time? In Inghilterra, il confine è sempre più labile. E intanto, mentre le coppie si lasciano andare alla vasca idromassaggio, gli spettatori si dividono tra il fascino del proibito e l’imbarazzo di chi pensa che forse, questa volta, la televisione ha davvero superato il limite.
La morale della favola? Non c’è. Perché in questo reality, la monogamia è solo un punto di partenza, e la vera sfida è guardare senza distogliere lo sguardo.
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Televisione
La Rai punta ancora su Roberto Benigni: il 10 dicembre lo speciale su San Pietro per risollevare gli ascolti in prima serata
Dopo il successo del Sogno europeo Benigni affronta la figura dell’apostolo Pietro: “Mi sono innamorato di lui, è proprio come noi”. La Rai spera di replicare gli ascolti record.
Gli ascolti scricchiolano, e la Rai chiama di nuovo Roberto Benigni. Il 10 dicembre, in prima serata su Rai1, l’attore premio Oscar torna con Pietro. Un uomo nel vento, una serata evento costruita attorno alla figura di San Pietro. Una scelta che sa di tentativo strategico: nove mesi fa il Sogno europeo aveva conquistato il 28,1% di share e 4,4 milioni di spettatori. Ora l’azienda spera in un nuovo colpo a effetto, affidandosi al volto che negli ultimi anni è diventato sinonimo di grande televisione d’autore.
L’amore improvviso per Pietro: “È come noi”
Durante l’anteprima al Maxxi, Benigni ha sorpreso tutti con una dichiarazione che definisce il tono del programma: “Mi sono innamorato di Pietro. Completamente. Perché Pietro è proprio come noi”. Un’affezione nata mentre preparava il monologo e maturata leggendo la storia dell’apostolo. “Continuavo a pensare: ma quello sono io, avrei fatto le stesse cose! Si arrabbia, sbaglia, piange, ride… è l’umanità di tutti noi”. Da qui l’idea di raccontarlo come un uomo qualunque chiamato però a un compito sovrumano: “aprire o chiudere le porte del Paradiso”.
Due ore senza pause ai piedi della Basilica
Lo speciale è stato registrato a inizio ottobre, all’aperto, con Benigni in scena per due ore senza stacchi né pause d’acqua. La location è insolita e inedita: un angolo nascosto dei giardini vaticani da cui la Basilica appare sotto una prospettiva quasi mai concessa. “Questi sono i giardini segreti dove solo i Papi vengono a passeggiare – racconta – poche ore fa c’era Leone XIV a raccogliere i fiori”. È da questo spazio carico di simboli che prende forma il racconto del pescatore di Cafarnao, il primo tra gli apostoli, capace di difendere Gesù e di rinnegarlo, di cadere e rialzarsi.
Un racconto intimo che punta al grande pubblico
Il monologo, scritto con lo stesso gruppo che aveva lavorato al Sogno europeo, intreccia teologia, storia e aneddoti, ma sempre con il linguaggio riconoscibile di Benigni. L’attore parla a un pubblico reale, seduto davanti a lui, e lo trascina nella relazione più semplice e potente: quella tra Gesù e Pietro, “il suo migliore amico”. È la chiave che la Rai spera possa funzionare di nuovo, riportando in prima serata il pubblico delle grandi occasioni.
Televisione
Amadeus verso un ritorno in Rai? L’aria al Nove si fa pesante e il conduttore potrebbe rientrare dopo l’addio milionario
Il futuro di Amadeus sembra sempre meno legato al Nove. L’ipotesi del rientro a Viale Mazzini guadagna terreno: tra format musicali, access estivi e il post-Conti a Sanremo, la tv pubblica potrebbe tornare a corteggiarlo. Resta il nodo del clamoroso divorzio di un anno fa.
Il passaggio di Amadeus a Warner Bros Discovery doveva essere il colpo del decennio. Ma i numeri raccontano altro: il conduttore non è riuscito a spostare il “suo” pubblico, quello che per cinque Festival di Sanremo lo aveva seguito ovunque. Al Nove gli ascolti restano tiepidi, il traino non decolla e la rete non guadagna la centralità attesa. Una situazione che, a pochi mesi dal debutto, sta alimentando una domanda sempre più insistente: Amadeus tornerà in Rai?
La Rai osserva, De Martino corre, Scotti domina
Negli spazi che un tempo erano segnati dal marchio Amadeus, ora a brillare è Stefano De Martino. Affari tuoi è saldamente suo e l’access lo vede volare, mentre Gerry Scotti, con La Ruota della Fortuna, continua a macinare ascolti dall’altra parte della barricata. Il risultato? Il conduttore che sembrava irraggiungibile ora rincorre due concorrenti che non sbagliano un colpo. E alla Rai qualcuno si chiede se non sia il momento di riaprire le porte.
Quel contratto rifiutato e il nodo “Canossa”
Il vero ostacolo non è creativo, ma politico. Prima di andarsene, la Rai aveva offerto ad Amadeus un contratto sontuoso: rinnovo, struttura dedicata alla creazione di nuovi format, centralità totale nei palinsesti. Rifiutò tutto per approdare a Discovery. Per tornare in Rai, dicono fonti interne, servirebbe “passare da Canossa”, almeno simbolicamente: una mossa di umiltà per ricucire lo strappo.
Mirror, un nuovo access e il dopo-Conti
Ma cosa farebbe Amadeus in Rai? I progetti non mancano. In cima alla lista c’è Mirror (titolo provvisorio), un programma musicale che strizza l’occhio alle storiche Serate d’onore di Pippo Baudo e che potrebbe debuttare con l’amico Fiorello in apertura. Poi un nuovo access estivo da testare su Rai1, un game show pensato come alternativa alla corazzata Affari tuoi. E soprattutto c’è una poltrona che nel 2026 diventerà bollente: il dopo-Conti al Festival di Sanremo. Se la Rai volesse davvero il rientro del suo ex uomo di punta, quello sarebbe il terreno perfetto.
Per ora è solo un sussurro nei corridoi, ma cresce. Perché il Nove non basta, e la Rai aspetta il momento giusto per bussare di nuovo.
Televisione
Stranger Things vola oltre ogni previsione: debutto record su Netflix con 59,6 milioni di visualizzazioni in cinque giorni
Le prime quattro puntate della stagione finale conquistano subito il vertice della top 10 mondiale. Netflix rilascerà altri episodi a Natale e un gran finale distribuito anche nelle sale USA e Canada. Intanto tutte le stagioni tornano in classifica e mandano in tilt la piattaforma.
Il Sottosopra torna e fa saltare ogni previsione. Le prime quattro puntate della quinta stagione di Stranger Things hanno registrato 59,6 milioni di visualizzazioni in appena cinque giorni, un risultato che le colloca al primo posto tra i debutti delle serie in lingua inglese su Netflix. È anche il terzo miglior esordio nella storia del colosso dello streaming, dietro soltanto alla seconda e terza stagione del fenomeno globale Squid Game. La serie dei fratelli Duffer si conferma così un marchio capace di sfidare l’intero ecosistema pop.
Il rilascio in tre atti e un finale “da cinema”
Netflix ha scelto una strategia particolare per questo capitolo conclusivo: quattro episodi subito, altri tre in arrivo il giorno di Natale e un finale di oltre due ore che uscirà in contemporanea nelle sale statunitensi e canadesi, oltre che in streaming globale l’ultima notte dell’anno. Una mossa da blockbuster, pensata per evocare un evento collettivo e accompagnare gli spettatori verso la chiusura di uno dei titoli più iconici dell’ultimo decennio.
Numeri che superano anche la quarta stagione
Il confronto con la stagione precedente rende la portata del successo ancora più evidente. Nel 2022 Netflix misurava ancora gli ascolti in “ore di visione” e il debutto della quarta stagione totalizzò 287 milioni di ore in tre giorni, equivalenti oggi a circa 22 milioni di views. Il balzo è netto: la quinta stagione ha quasi triplicato quei valori grazie al nuovo sistema di misurazione e a un’attesa cresciuta mese dopo mese.
Tutte le stagioni in top 10: un evento mai visto
Il clamore ha riportato in classifica l’intera saga: le prime quattro stagioni sono entrate simultaneamente nella top 10 globale, un fatto mai accaduto prima per una serie Netflix. L’ondata di spettatori è stata tale da causare persino un momentaneo blocco della piattaforma. «Abbiamo aumentato la banda del 30% per evitare un crash», ha rivelato Ross Duffer su Instagram.
Stranger Things, nata nel 2016, ha costruito un immaginario diventato lingua comune: dalla consacrazione di Millie Bobby Brown ai volti di Joe Keery, Natalia Dyer, Charlie Heaton, Finn Wolfhard, Noah Schnapp, Caleb McLaughlin, Sadie Sink e Gaten Matarazzo. Ora la serie corre verso il suo ultimo salto nel buio, con numeri che fanno immaginare un finale da record.
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