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Televisione

L’assurdo reality giapponese: un uomo nudo chiuso in una stanza per mesi

Diventa un filmi l’incredibile storia di Tomoaki Hamatsu, alias Nasubi, protagonista di uno dei reality show più assurdi e controversi della televisione giapponese degli anni ’90. Chiuso in una stanza per oltre un anno, ignaro del pubblico che lo osservava, Hamatsu dovette lottare per la sopravvivenza e la dignità, affrontando prove estreme e umilianti, il tutto per la gioia di milioni di spettatori. Una narrazione mozzafiato che mette in luce l’assurdità dei confini tra intrattenimento e crudeltà sociale.

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    Un documentario recente ha portato alla luce la storia incredibile di Tomoaki Hamatsu, meglio conosciuto come Nasubi, protagonista di uno dei primi reality show giapponesi, Susunu! Denpa Shonen, nel 1998. Il giovane comico, ignaro del fatto che milioni di spettatori lo stessero guardando, si ritrovò chiuso da solo in una stanza per oltre un anno, senza alcuna conoscenza del fatto che le sue azioni fossero trasmesse in diretta.

    Una situazione bizzarra

    Questa bizzarra situazione, resa ancor più straordinaria dal fatto che Hamatsu non era consapevole del pubblico che lo osservava, è stata oggetto di riflessioni e dibattiti dopo la presentazione del documentario “The Contestant” al Toronto International Film Festival nel 2023.

    Concorsi a premi

    Il reality show, ideato da Toshio Tsuchiya, sfidava Hamatsu a procurarsi cibo, vestiti e altre necessità essenziali esclusivamente attraverso concorsi a premi postali, con prove estreme e umilianti. Il tutto veniva registrato da telecamere che lo riprendevano 24 ore su 24, senza il suo consenso, e trasmesso in brevi segmenti settimanali senza che lui ne fosse al corrente.

    Situazioni estreme

    La sua esperienza nella stanza, caratterizzata da situazioni estreme e momenti di solitudine devastante, è stata descritta come una sottile linea tra la produzione di un reality show e un crudele esperimento sociale. Hamatsu, vincitore di premi come riso e spaghetti senza gli strumenti per cucinarli, finì per mangiare persino cibo per cani e intrattenere conversazioni con un pupazzo per combattere la solitudine.

    Truman Show

    Questa storia, che ha ricordato il film “Truman Show” e “Oldboy” per molti, ha portato Hamatsu a vivere esperienze difficili e a soffrire di pensieri suicidi. Oggi, grazie al documentario “The Contestant”, la storia di Hamatsu è di nuovo al centro dell’attenzione, evidenziando l’assurdità di un programma che ha messo alla prova i limiti umani e ha sollevato importanti questioni etiche sulla produzione di contenuti televisivi.

    Nudo e solo

    Un elemento peculiare di questa storia è la nudità di Hamatsu durante la sua permanenza nella stanza, dovuta alla mancanza di abiti vinti nei concorsi a premi. La sua nudità, accentuata dall’uso di un’animazione a forma di melanzana per coprire le parti intime, ha aggiunto un ulteriore elemento di umiliazione e vulnerabilità a questa esperienza già straordinaria.

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      Televisione

      Beppe Convertini e il “gobbo” inseparabile: a Uno mattina in famiglia nasce la battuta dietro le quinte

      Tra ironie di corridoio e sorrisi da studio, negli ambienti Rai si parla del rapporto strettissimo tra Beppe Convertini e il “gobbo”, l’addetto ai cartelli con il copione. Un legame diventato oggetto di battute durante Uno mattina in famiglia.

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        Negli studi Rai di via Teulada, dove le dirette si consumano tra rituali collaudati e piccole manie quotidiane, c’è una battuta che circola con sempre maggiore insistenza. Riguarda Beppe Convertini, volto rassicurante del weekend mattutino e padrone di casa di Uno mattina in famiglia, e il suo rapporto con il “gobbo”. Non quello elettronico, ma l’addetto ai cartelli con il testo del copione.

        Nulla di polemico, sia chiaro. Piuttosto un’ironia bonaria, di quelle che nascono quando un’abitudine diventa così evidente da trasformarsi in marchio di fabbrica. Convertini, raccontano, non se ne separa mai: il gobbo è la sua ombra, sempre a pochi passi, pronto a suggerire ogni passaggio della scaletta.

        Dai saluti iniziali a quelli finali
        La scena, dicono, si ripete identica a ogni puntata. Dai saluti iniziali fino a quelli conclusivi, l’addetto ai cartelli resta incollato al conduttore, accompagnandolo in ogni fase della trasmissione. Un supporto costante, quasi coreografico, che non sfugge agli occhi di chi lavora in studio e di chi passa nei corridoi.

        È da qui che nasce la battuta, pronunciata a mezza voce: Convertini sarebbe “gobbo dipendente”. Un’espressione che strappa sorrisi e che racconta più una sicurezza cercata che una debolezza reale. In tv, soprattutto in diretta, l’appiglio al copione è spesso una garanzia.

        Una sicurezza da diretta mattutina
        Uno mattina in famiglia è una macchina complessa: tempi serrati, cambi di argomento continui, ospiti, collegamenti e improvvisazioni controllate. In questo contesto, affidarsi al gobbo umano diventa una forma di controllo, una rete di protezione che permette di mantenere ritmo e ordine.

        Convertini, del resto, è noto per il suo stile preciso, misurato, mai sopra le righe. Avere sempre sott’occhio il testo significa non lasciare nulla al caso, soprattutto in un programma che vive di equilibrio tra informazione, intrattenimento e leggerezza.

        Dietro le quinte, tra ironia e routine
        Negli studi di via Teulada nessuno parla di problema. Anzi. L’ironia sul “legame indissolubile” tra il conduttore e il gobbo rientra nella normale vita di redazione, fatta di soprannomi, osservazioni e piccole leggende interne. Quelle che non arrivano mai in onda, ma che contribuiscono a costruire il clima di lavoro.

        Alla fine, il gobbo resta lì, fedele e silenzioso, e Convertini continua a guidare la trasmissione con il suo stile. Se poi qualcuno sorride vedendoli muoversi insieme come una coppia rodata, fa parte del gioco. In tv, anche le abitudini diventano spettacolo.

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          Televisione

          Natale al cinema: i film più belli dal 2020 al 2025 da non perdere

          Tra novità assolute, sequel attesi e animazioni di qualità, la stagione festiva degli ultimi anni ha visto fiorire titoli capaci di intrattenere tutta la famiglia, con storie che spaziano dal cuore tenero alla commedia leggera.

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          Natale al cinema

            Il Natale e il cinema sono da sempre un binomio perfetto: luci, famiglie riunite e film che riscaldano il cuore. Tra il 2020 e il 2025 molte piattaforme e case di produzione hanno ampliato il proprio catalogo di pellicole a tema natalizio. Dal musical alle commedie romantiche, passando per animazioni originali e storie che esplorano la complessità delle relazioni umane, ecco una panoramica dei film di Natale più significativi di questo periodo.

            Jingle Jangle: A Christmas Journey (2020)

            Uscito nel 2020 su Netflix, Jingle Jangle: A Christmas Journey è un musical festivo ricco di colori e canzoni originali. La trama segue un eccentrico inventore e la sua famiglia in un’avventura magica piena di ritmo e ottimismo, con un cast di stelle e un’atmosfera che celebra il senso di meraviglia tipico delle feste natalizie.

            A Christmas Story Christmas (2022)

            Questo sequel del classico degli anni ’80 A Christmas Story riprende le vicende della famiglia Parker alcuni decenni dopo, mantenendo lo spirito nostalgico e affettuoso dell’originale. È un titolo perfetto per chi ama i film che evocano calore familiare e tradizione.

            That Christmas (2024)

            That Christmas è un film d’animazione del 2024 disponibile su Netflix che intreccia diverse storie ambientate durante le feste. Con una narrativa che affronta temi come l’unione familiare e le avventure di personaggi diversi, è un’opzione ideale per le famiglie in cerca di un film che sappia divertire e commuovere allo stesso tempo.

            A Merry Little Ex-Mas (2025)

            Tra le nuove uscite più attese del 2025 c’è A Merry Little Ex-Mas, una commedia romantica distribuita da Netflix. Con protagonisti come Alicia Silverstone e Jameela Jamil, il film racconta una storia di amore e seconde possibilità, incorniciata dalla magia del Natale in una piccola città innevata.

            A Very Jonas Christmas Movie (2025)

            Uscito su Disney+ nel novembre 2025, questo film musicale con i Jonas Brothers (Kevin, Joe e Nick Jonas) combina canzoni originali a una trama che celebra la famiglia e lo spirito delle feste. È un esempio di come il Natale possa essere raccontato anche attraverso il linguaggio del musical contemporaneo.

            Film e titoli da scoprire o rivalutare

            Oltre alle produzioni originali emerse negli ultimi anni, molte piattaforme di streaming propongono film natalizi più datati ma ancora molto amati durante le festività, come parte della programmazione stagionale. Anche se non rientrano strettamente nel periodo 2020-2025, opere come Klaus o The Christmas Chronicles continuano ad essere tra i titoli più cercati dagli spettatori per accompagnare le serate in famiglia sotto l’albero.

            La varietà dei film di Natale contemporanei riflette la tendenza del pubblico a cercare storie che combinino nostalgia, romanticismo, avventura e, sempre più spesso, inclusività nei temi affrontati. Dagli umorismi più leggeri alle riflessioni sul valore delle relazioni, il cinema festivo degli ultimi anni ha offerto qualcosa per ogni gusto e fascia d’età.

            Perché guardare film natalizi oggi

            Guardare film a tema durante il periodo delle feste non è solo un modo per passare il tempo: per molte famiglie è una tradizione consolidata, un rituale che rafforza i legami e crea ricordi. Per chi preferisce titoli recenti, le produzioni dal 2020 in poi offrono nuove prospettive sul Natale, spesso integrate con musica originale, cast moderni e narrazioni che rispecchiano la complessità delle relazioni odierne.

            Che si tratti di una commedia romantica, di un musical o di un’animazione corale, i film natalizi dal 2020 al 2025 sono pronti a tenervi compagnia davanti allo schermo nei giorni più freddi dell’anno — con un pizzico di magia sotto l’albero.

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              Televisione

              Amadeus verso il ritorno in Rai? Fiorello spinge, Discovery apre all’uscita e spunta l’ipotesi Sanremo 2027

              Il nome di Amadeus torna a circolare nei corridoi Rai. Tra l’insistenza di Fiorello, l’ipotesi di un nuovo progetto condiviso e un contratto Discovery giudicato troppo oneroso, prende forma lo scenario di un rientro che potrebbe arrivare fino al Festival di Sanremo 2027.

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                Le voci si rincorrono e, questa volta, sembrano più solide del solito. Amadeus potrebbe tornare in Rai, e il suo rientro a Viale Mazzini avrebbe un alleato d’eccezione: Fiorello. Lo showman non ha mai nascosto il desiderio di ritrovare la sua “spalla” televisiva, quella che negli anni d’oro aveva contribuito a costruire un equilibrio vincente tra ironia, ritmo e grande pubblico.

                Il progetto, per ora, resta nel campo delle ipotesi, ma l’idea che circola è chiara: con Amadeus di nuovo al fianco di Fiorello, quest’ultimo potrebbe ritrovare lo slancio dei tempi migliori, fino a immaginare un affiancamento al Festival di Sanremo 2027. Un ritorno in grande stile, dopo una parentesi che non ha mantenuto le promesse.

                Il capitolo Discovery e l’uscita possibile
                L’addio a Rai 1 e l’approdo sul Nove avevano fatto rumore. Ma oggi, secondo i rumor che circolano tra gli addetti ai lavori, l’uscita di Amadeus da Discovery non sarebbe un tabù. Anzi, i dirigenti dell’emittente americana non vedrebbero l’ora di chiudere in anticipo un contratto quadriennale considerato troppo oneroso rispetto ai risultati ottenuti.

                La catena di flop collezionata da “Ama” sul Nove avrebbe pesato anche sul bilancio: tra pubblicità incassata e poi rimborsata per il mancato raggiungimento degli obiettivi di share fissati nei contratti, si parla di una cifra che si aggirerebbe intorno ai 15 milioni di euro. Numeri che, in un mercato sempre più attento ai costi, fanno riflettere.

                Quando manca il format giusto
                Il punto, secondo molti osservatori, è strutturale. Amadeus non è un “personaggio-format” come Crozza o Fazio, capaci di portare con sé un programma forte ovunque vadano. Senza una cornice solida e una rete generalista primaria come Rai 1, il rischio è quello di perdersi nel mucchio. Sul Nove, senza un progetto realmente identitario, il conduttore ha faticato a ritrovare centralità.

                Fiorello come chiave del ritorno
                E qui entra in gioco Fiorello. L’idea di rimettere insieme la coppia non è solo nostalgica: è una mossa strategica. In Rai sanno che il duo funziona, che insieme sanno parlare a pubblici diversi e che il marchio “Ama-Fiore” è ancora spendibile. Sanremo, in questo scenario, diventerebbe la ciliegina: non subito, ma come approdo naturale.

                Per ora siamo nel campo delle manovre sotterranee e delle ipotesi. Ma una cosa è certa: il nome di Amadeus è tornato a rimbalzare dove conta davvero. E quando succede, difficilmente è solo un caso.

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