Televisione
Serie tv: non ne abbiamo mai abbastanza. Ecco le più attese…
Dal 21 al 28 giugno Rimini e Riccione diventano la Hollywood della Riviera: 28 serie in concorso, 8 anteprime mondiali e titoli attesissimi come Squid Game 3, il reboot di Sandokan con Can Yaman e il ritorno de I Cesaroni. È nata ufficialmente la prima edizione dell’Italian Global Series Festival, promettendo di essere la nuova Mecca delle serie TV internazionali… con un’anima tutta italiana.

Altro che fiction di quartiere: l’Italia si mette l’abito da sera (di lino, con vista mare) e lancia il primo Italian Global Series Festival, evoluzione cosmica del vecchio Roma Fiction Fest, ora trapiantato tra Rimini e Riccione. Un totale di 28 serie in gara, pescate tra oltre 150 titoli candidati, e una missione chiara: far dialogare il mondo seriale internazionale con il talento, spesso sottovalutato, della serialità italiana. Vediamo gli highlight, perché ce ne sono, eccome!
Sandokan, Can Yaman e la tigre della Malesia
A cavalcare la nostalgia ci pensa Sandokan, nuova versione dello storico personaggio creato da Salgari. Ad interpretarlo c’è Can Yaman, idolo delle soap e dei red carpet, che rispolvera sciabola, fascino selvaggio e baffi da eroe ottocentesco. Attesissima l’anteprima mondiale, tra meme, attese febbrili e discussioni infinite su Twitter: riuscirà il turco più amato d’Italia a far dimenticare Kabir Bedi?
Squid Game 3: la resa dei conti
È un altro colpaccio del festival: la terza (e ultima) stagione di Squid Game, l’epopea survival coreana che ha riscritto le regole dello streaming. L’anteprima mondiale promette di attirare stampa e fan da ogni angolo del globo, con una storyline ancora più cupa e un finale che — assicurano gli autori — “vi farà ripensare all’umanità”.
Ritorno a casa Cesaroni
E poi c’è lui: Claudio Amendola, con tutta la tribù della Garbatella. I Cesaroni tornano con una nuova stagione dopo più di dieci anni e lo fanno con spirito rinnovato ma cuore antico. “Portare leggerezza in questi tempi orrendi”, ha detto Amendola, ed è difficile dargli torto. Prepariamoci a litri di vino, saggezza da bar e la solita dose di sentimenti semplici ma efficaci.
Un festival davvero globale
Il concorso si divide in tre sezioni: Drama, Comedy e Limited Series, ognuna con una propria giuria d’eccellenza. Da Cristina Comencini a Bille August, passando per Paolo Genovese e Riccardo Scamarcio, il livello è alto e la selezione ancora di più.
Tra i titoli più chiacchierati:
- Frust di Danis Tanovic
- Il Commissario Ricciardi con Lino Guanciale
- Douglas is Cancelled con Hugh Bonneville
- Estranei con Ricky Memphis e Elena Radonicich
- Noi del Rione Sanità di Luca Miniero
Premi, incontri e tigri… di carta?
In palio ci sono i Premi Maximo, ma anche gli Excellence Award, che vanno a grandi nomi come Carlo Verdone, Elena Sofia Ricci, Evangeline Lilly, Adjoa Andoh, Giorgio Moroder e la rivelazione Iria Del Río per Dieci Capodanni, la serie dove (spoiler!) non accade quasi nulla, eppure il pubblico ne è ossessionato. Da segnalare anche le masterclass d’autore con Steven Moffat (Sherlock, Doctor Who) e Mark Gatiss, mentre tra gli eventi collaterali spicca il focus Straordinarie, dedicato alle donne dimenticate dalla Storia e riscoperte dalla serialità.
Un festival da binge-watchare
L’Italian Global Series Festival si candida fin dalla sua prima edizione a diventare un punto di riferimento per la serialità europea e globale. Il mix tra glamour internazionale e cultura pop nazionale (Cesaroni inclusi) sembra funzionare. Perché se è vero che a Hollywood fanno i conti con gli scioperi e le intelligenze artificiali, qui in Italia… abbiamo ancora i Cesaroni, una tigre in salotto e Can Yaman col turbante. E tanto basta per tenerci incollati allo schermo.
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Televisione
Benedetta Parodi fuori da Bake Off: “Addio meno consensuale del previsto”
Mentre Brenda Lodigiani debutta alla conduzione, Benedetta Parodi posta una foto su Instagram davanti alla versione inglese di Bake Off. Ma secondo indiscrezioni, la decisione di sostituirla non sarebbe stata così serena: “Un addio più imposto che concordato”.

Dopo dodici stagioni, Benedetta Parodi non è più il volto di Bake Off Italia. La conduttrice che aveva portato nel programma la sua cifra più riconoscibile — il garbo, la competenza e quella familiarità che la rendevano la “padrona di casa” perfetta — ha lasciato la guida del talent di pasticceria, ora affidato a Brenda Lodigiani, al suo debutto su Real Time.
Il passaggio di testimone è stato presentato come naturale e consensuale, ma dietro le quinte le cose, pare, siano andate diversamente. Secondo quanto trapela, Benedetta non avrebbe preso bene l’uscita di scena, vissuta più come una scelta imposta che come un passo condiviso.
Il giorno della prima puntata della nuova edizione, la Parodi aveva pubblicato su Instagram una foto che in molti hanno letto come una frecciatina: lei seduta sul divano, intenta a guardare la versione inglese del programma che condurrà presto su Netflix, L’amore è cieco. Nessun commento diretto, ma il tempismo non è passato inosservato.
Fonti vicine alla produzione raccontano che la decisione di cambiare volto sarebbe arrivata dopo settimane di riflessioni, per “rinfrescare” il format e rivolgersi a un pubblico più giovane. Ma nel mondo televisivo, dove l’immagine è tutto, l’idea di essere sostituiti dopo un decennio di successi non è mai facile da digerire.
Benedetta, per ora, tace. Si dedica ai suoi progetti digitali e alla nuova avventura su Netflix, ma il suo addio a Bake Off segna la fine di un’epoca. Era stata lei, infatti, a rendere riconoscibile lo show con il suo stile rassicurante, lontano dall’enfasi dei talent tradizionali.
E così, tra fan nostalgici e nuove scommesse, la “regina delle torte” lascia il suo tendone da record. Ma l’impressione è che, dietro la facciata zuccherosa della pasticceria televisiva, questa separazione abbia avuto più il sapore amaro di una torta riuscita a metà.
Televisione
Isabella Rossellini a Belve: l’attrice racconta sé stessa tra successo, famiglia e fragilità
Figlia di Ingrid Bergman e Roberto Rossellini, icona di fascino e intelligenza, Isabella sarà tra le protagoniste della nuova edizione di Belve. Dopo il successo di Conclave e la candidatura come miglior attrice non protagonista, si prepara a un faccia a faccia che promette scintille.

Una carriera costruita tra Europa e Stati Uniti, un fascino che resiste al tempo e un cognome che pesa come la storia del cinema: Isabella Rossellini torna protagonista, questa volta davanti alle telecamere di Belve. Francesca Fagnani l’ha voluta per la nuova edizione del suo talk più graffiante, e l’attrice ha accettato la sfida con l’eleganza che la contraddistingue.
Reduce dal successo internazionale del film Conclave — in cui interpreta una donna forte e complessa accanto a un cast stellare — la Rossellini ha conquistato una nomination all’Oscar come miglior attrice non protagonista, l’ennesimo riconoscimento in una carriera costellata di successi, ma anche di scelte coraggiose.
A Belve la vedremo come non mai: pronta a raccontarsi senza filtri, tra le luci e le ombre di una vita straordinaria. Fagnani promette un’intervista “profonda e tagliente”, in cui non mancheranno domande sul peso del cognome, sulla madre Ingrid Bergman e sul padre, il regista Roberto Rossellini, figure che hanno segnato per sempre la storia del cinema.
Isabella, 72 anni portati con grazia e ironia, ha sempre vissuto fuori dagli schemi: modella, musa di grandi fotografi come Avedon, attrice per registi del calibro di David Lynch e Greenaway, poi ambasciatrice dell’eleganza naturale e del fascino maturo. Negli ultimi anni si è dedicata anche alla sua tenuta agricola a Long Island, dove produce cosmetici biologici e vive in mezzo agli animali.
L’incontro con Fagnani si annuncia come uno dei momenti più attesi della stagione. Tra rivelazioni, ricordi e riflessioni, Isabella Rossellini promette di conquistare ancora una volta il pubblico, con quella miscela unica di ironia, intelligenza e malinconia che ne ha fatto un’icona senza tempo.
Televisione
Scontro infuocato a Ballando con le stelle: Marcella Bella replica a Selvaggia Lucarelli, “Chi ha detto che una donna della mia età deve sparire?”
Selvaggia Lucarelli l’ha punzecchiata: «Ti sei costruita un personaggio forte e indipendente, ma poi ti mostri fragile e dipendente dai giudizi». Marcella non ci sta: «Una donna della mia età ha il diritto di sentirsi viva, bella e sexy. Non devo chiedere il permesso a nessuno».

Il sabato sera di Ballando con le stelle non delude mai in fatto di scintille, e stavolta la pista è diventata un ring verbale tra Marcella Bella e Selvaggia Lucarelli. Dopo l’esibizione della cantante, la giurata non ha risparmiato la sua lingua tagliente: «Sei diventata famosa negli ultimi mesi per il tormentone “forte, tosta, indipendente”, e poi ti riveli dipendente dai giudizi. Non siamo paraculi, non devi allargare il discorso. La verità è che tu ci stai giocando con l’essere sexy, e fai bene, ma poi non puoi sentirti offesa».
Una stoccata che ha infiammato lo studio e spiazzato la stessa Marcella, che ha risposto con tono fermo ma visibilmente irritato: «Io non gioco con niente. Ho 72 anni e non mi vergogno di mostrarlo. Chi ha detto che una donna della mia età deve sparire, smettere di essere sensuale o di piacere?».
Applausi dal pubblico, con Milly Carlucci che ha tentato di riportare la calma mentre gli altri giurati sorridevano imbarazzati. Selvaggia, però, non ha arretrato di un passo: «Io ti apprezzo, ma la coerenza è un’altra cosa. Se decidi di stare in gioco, devi accettare anche le critiche. Non puoi chiedere libertà e poi offenderti quando qualcuno te la riconosce».
Marcella ha replicato con eleganza, ma il tono era quello di chi non ha intenzione di farsi mettere in un angolo: «Io mi sento libera e coerente, e non permetterò a nessuno di farmi sentire fuori posto. Essere una donna matura non significa dover chiedere scusa per la propria femminilità».
Il pubblico si è schierato con lei, applaudendo la sua risposta fiera. Tra sguardi tesi e sorrisi diplomatici, la serata ha dimostrato ancora una volta che Ballando non è solo una gara di ballo, ma anche un’arena dove il confine tra spettacolo e verità si fa sottilissimo.
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