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Televisione

Svolta estiva su Canale 5: via ‘Striscia’, tornano ‘La Ruota della Fortuna’ e ‘Sarabanda’

Un’operazione nostalgia dal sapore moderno: Mediaset punta su due brand iconici per rinfrescare l’access e il preserale. L’obiettivo? Rilanciare gli ascolti e testare nuovi linguaggi.

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    A Canale 5 l’estate 2025 segna una svolta inattesa. Dopo anni di palinsesti estivi prevedibili e di access prime time in replica o poco brillanti, Mediaset rilancia scommettendo su due titoli storici: La Ruota della Fortuna e Sarabanda. Due nomi che richiamano immediatamente epoche diverse della TV commerciale italiana, ma che tornano in scena con uno spirito completamente rinnovato.

    Striscia va in pausa (lunga)

    La notizia che più colpisce è lo slittamento di Striscia la Notizia, che tornerà in onda solo a novembre. Una pausa strategica, fanno sapere da Cologno Monzese, per dare spazio a nuovi esperimenti editoriali. È la prima volta da anni che il tg satirico di Antonio Ricci non presidia l’access estivo. E a sostituirlo, da lunedì 14 luglio, sarà La Ruota della Fortuna, condotta da Gerry Scotti.

    La Ruota gira… in musica

    Non sarà però un semplice revival: il celebre quiz ispirato al format americano Wheel of Fortune si presenterà in una veste completamente nuova. Studio rinnovato, una band musicale dal vivo a sottolineare ritmo e atmosfera, e un finale inedito pensato per aumentare la tensione e mantenere il pubblico incollato. Mediaset promette una versione moderna e coinvolgente, con Scotti pronto a guidare il cambiamento con la sua consueta affidabilità.

    Sarabanda: il ritorno di un cult

    Una settimana dopo, il 21 luglio, sarà il turno di Sarabanda. Enrico Papi torna a condurre il quiz musicale che lo ha reso celebre, ma dimenticate le edizioni patinate o “vip”: stavolta si torna all’essenza del gioco, con concorrenti comuni e sfide a colpi di note. Resta la mitica prova del 7×30 — sette canzoni da indovinare in trenta secondi — ma tutto il resto sarà una sorpresa.

    Tra innovazione e memoria

    L’operazione è chiara: cavalcare la nostalgia, ma aggiornandola ai gusti di oggi. Con questi due programmi, Canale 5 cerca di intercettare un pubblico trasversale, combinando il fascino del ricordo con un impianto visivo e narrativo più contemporaneo. Un banco di prova importante, in attesa delle novità d’autunno. E se la ruota gira nel modo giusto, potrebbe segnare una nuova direzione per l’intrattenimento Mediaset.

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      Televisione

      Striscia la Notizia torna con la 38ª edizione e festeggia i 35 anni del Gabibbo: satira evergreen o format invecchiato?

      Doppio annuncio social: nuova stagione al via e festa per il Gabibbo, che compie 35 anni. Ma il pubblico si divide: c’è chi applaude il mito della satira televisiva e chi chiede un cambio di passo.

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        La macchina di Striscia la Notizia si rimette in moto. La settimana scorsa, dal profilo ufficiale su X, è arrivato l’annuncio che molti attendevano e che altri, onestamente, consideravano scontato: «La 38ª edizione sta tornando! Inviateci le vostre segnalazioni. Segnala ingiustizie, scandali o scoop al Gabibbo, ricordando di inserire i tuoi dati completi di recapito in modo tale che vi possiamo contattare».

        Un messaggio che conferma come, dopo quasi quattro decenni, il tg satirico firmato Antonio Ricci continui a puntare sul rapporto diretto con il pubblico. Denunce, soffiata al volo, scandalo da paese: tutto può diventare servizio in prima serata, confezionato con il tono dissacrante che ha fatto la fortuna del programma.

        Ma non è tutto: ieri, sempre su X, sono apparsi anche gli auguri al Gabibbo. Il pupazzo rosso simbolo del programma ha spento 35 candeline, celebrato con una frase che è già tormentone: «Un compleanno pieno di risate… e di papere! Tanti, tantissimi auguri!». Un anniversario che ricorda come, dal 1990, il gigante rosso abbia visto passare generazioni di conduttori, veline, scandali e tormentoni.

        C’è però chi storce il naso: sui social, accanto agli auguri, fioccano anche i commenti di chi considera il format ormai stanco, ripetitivo, incapace di reinventarsi. «Sempre le stesse cose», scrive qualcuno. «Il Gabibbo compie 35 anni e li dimostra tutti», ironizza un altro. Ma c’è anche il fronte opposto: «Striscia è un pezzo di storia della tv, lasciatela stare», replicano i fan.

        Il dato certo è che Striscia non ha mai smesso di fare notizia. Lo dimostrano i servizi diventati veri e propri casi giudiziari, i tormentoni lanciati e la capacità di infilarsi, con la sua satira caustica, nelle pieghe della politica e del costume italiani.

        Ora la domanda è: riuscirà la 38ª edizione a mantenere intatto lo smalto o sarà davvero l’anno in cui il pubblico decreterà che il vestito è diventato troppo stretto?

        Per il momento, il Gabibbo spegne le sue candeline e si prepara a rimettersi la cravatta. Con o senza papere, sarà ancora lui il simbolo dell’eterno ritorno della satira televisiva italiana.

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          Televisione

          Beppe Convertini risponde alle stroncature di Ballando: «Io sono l’uomo medio e ne vado fiero. Orrido è altro, la guerra è orrida»

          Convertini trasforma le stroncature in orgoglio: «Vado fiero del mio legame con mia madre malata, i miei nipoti sono ragazzi medi, il cuore dell’Italia». E replica a Selvaggia Lucarelli: «Orrido non è un ballo, ma la guerra».

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            A Ballando con le Stelle non si balla soltanto. Si combatte, si sopporta, si risponde colpo su colpo. E Beppe Convertini, dopo una partenza traballante sul parquet del sabato sera di Rai1, ha scelto di non restare in silenzio davanti alle bordate arrivate dalla giuria. Il conduttore pugliese, criticato per la sua rigidità e per un passo a due definito “orrendo” da Selvaggia Lucarelli, ha deciso di ribaltare il tavolo e trasformare le stroncature in bandiera.

            «L’uomo medio sta spaccando!», ha dichiarato con un sorriso, rivendicando con orgoglio quell’etichetta che in altri contesti potrebbe suonare come un’offesa. «Io sono felicissimo di essere un uomo medio. Gli eroi sono pochi, sono quelli che salvano le vite. Io sono un uomo medio e va benissimo così».

            Dietro le sue parole non c’è solo la replica televisiva, ma un racconto più personale. «Amo mia mamma, considerate che è malata, il Parkinson sta degenerando sempre di più, quindi vado fiero del mio legame con lei», ha confidato Convertini, ricordando quanto il sostegno della sua famiglia sia per lui il vero applauso. «A casa si sono creati dei gruppi d’ascolto per seguire me, l’uomo medio. E anche i miei nipoti sono ragazzi medi, ragazzi di provincia, il cuore dell’Italia».

            Poi l’affondo elegante, ma diretto, contro la giurata più tagliente: «Selvaggia Lucarelli è una donna intelligente, è una donna che le parole le conosce e in quel caso quell’“orrido” non mi è piaciuto. Orrido è altro, la guerra è orrida. Magari ho fatto un’esibizione che non le è piaciuta, ma non è bello dire che era orrida».

            Un modo per spostare l’asticella dal giudizio televisivo al peso delle parole, ricordando che la tv del sabato sera è un’arena, sì, ma non un tribunale. E che dietro a una performance può esserci molto di più: la fragilità di un figlio che accudisce la madre, l’affetto di una famiglia che si stringe attorno al proprio beniamino, la volontà di mostrarsi per quello che si è. Medio, forse, ma autentico.

            Convertini ha così trasformato una stroncatura in un assist. Perché se Ballando è anche racconto, lui il suo lo ha già portato in pista. E chissà che non siano proprio gli “uomini medi” a far ballare più di tutti l’Italia.

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              Andrea Delogu: «Non ci si innamora di un’età ma delle persone», dopo il debutto a Ballando con Nikita Perotti

              Accostata al ballerino più giovane, Delogu ha chiarito che l’età non è mai stata un problema nelle sue relazioni. Dopo la fine della storia con Luigi Bruno, durata quattro anni, ha rivendicato il diritto di vivere i sentimenti senza etichette.

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                Andrea Delogu è tornata sotto i riflettori, questa volta in veste di ballerina. Il suo debutto a Ballando con le Stelle, in coppia con il maestro Nikita Perotti, ha conquistato applausi e complimenti, ma non sono mancate le critiche. Come spesso accade, il giudizio non si è fermato alla pista da ballo: sui social diversi utenti hanno ipotizzato che tra lei e il ballerino possa nascere presto un legame sentimentale, con il consueto riferimento al “toy boy”.

                Un’accusa che non ha lasciato indifferente la conduttrice, pronta a replicare in prima persona. «Mamma mia ragazzi uscite da questo loop vi prego. Ci si innamora delle persone e non della loro età», ha scritto su X, smontando in poche righe l’ennesimo stereotipo che accompagna la sua vita privata. Il riferimento è anche alla sua relazione passata con Luigi Bruno, modello e attore più giovane di 18 anni, con cui ha condiviso quattro anni di storia prima della rottura, arrivata la scorsa estate.

                Una storia che aveva fatto discutere per la differenza d’età, mai vissuta come un ostacolo dai diretti interessati. «Non è mai stato un problema, mi ha solo dato fastidio l’etichetta di toy boy», aveva confidato Bruno in un’intervista, sottolineando quanto fosse ingiusto ridurre un rapporto autentico a un cliché mediatico.

                Il loro addio non è mai stato commentato nei dettagli, ma entrambi hanno mantenuto discrezione e rispetto reciproco. Ora l’attenzione si concentra sulla nuova esperienza televisiva della Delogu, che al fianco di Perotti affronta una sfida impegnativa e visibile a milioni di spettatori. Il giovane ballerino, anagraficamente più piccolo, è diventato subito bersaglio di paragoni e insinuazioni, ma la conduttrice ha ribadito con fermezza la sua visione: l’età non definisce il valore di un legame.

                Ballando con le Stelle resta per lei soprattutto un palco inedito, dove mettersi alla prova con energia e autoironia. La prima esibizione ha mostrato la sua voglia di divertirsi e la chimica con il partner di danza, ma al di là delle malizie social la Delogu sembra determinata a vivere questa nuova avventura televisiva senza farsi condizionare da chi la osserva con pregiudizi. Perché, come ha scritto lei stessa, «ci si innamora delle persone, non dei numeri sulla carta d’identità».

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