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Televisione

“The Couple” scoppia prima del previsto: addio anticipato e social blackout di Ilary Blasi

Il reality di Canale 5 condotto da Ilary Blasi si chiude in anticipo per ascolti deludenti. La conduttrice cancella tutti i post legati al programma: segnale di nervosismo o solo pulizie di primavera?

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    Addio a “The Couple”: cinque puntate e… tanti saluti! Che fosse un esperimento rischioso, lo si era intuito. Ma The Couple, il nuovo show Mediaset guidato da Ilary Blasi, non ha retto la prova dell’Auditel. Inizialmente previste otto puntate, il programma chiuderà domenica 11 maggio con solo cinque episodi all’attivo. Colpa di ascolti troppo bassi: meno di un milione di spettatori e uno share fermo al 7,7%. Troppo poco per la prima serata di Canale 5, che ha quindi deciso di tagliare corto.

    Ilary Blasi “ghosta” il programma: spariti tutti i post

    A confermare il gelo tra la produzione e la conduttrice è il suo profilo Instagram. Nelle ultime ore sono magicamente scomparsi tutti i contenuti relativi a “The Couple”: dalle foto promozionali ai dietro le quinte. Tutto rimosso, come se non fosse mai esistito. Un gesto che, nel linguaggio social, equivale a un “non voglio più parlarne”. D’altronde, lo show segnava il rientro di Ilary dopo mesi di assenza: comprensibile che la delusione sia cocente.

    Un flop o un semplice incidente di percorso?

    La domanda che in molti si pongono è: il milione di euro promesso alla coppia vincitrice verrà comunque assegnato? La risposta, per ora, è avvolta nel mistero, come il futuro del format stesso. Quel che è certo è che “The Couple” ha faticato a trovare un’identità precisa e un pubblico fedele, schiacciato dalla concorrenza e forse da un’idea poco innovativa.

    La regola del “non mi interessano gli ascolti” (finché non chiudono il programma)

    Ilary Blasi ha più volte dichiarato di non badare ai numeri e di preferire contenuti che la rappresentino. Eppure la sua reazione – silenziosa ma eloquente – tradisce tutt’altro. Forse è il momento di riconsiderare il peso del pubblico in televisione: perché anche i progetti “di cuore” hanno bisogno di essere visti. Ironia della sorte, il titolo “The Couple” è diventato metafora del rapporto tra conduttrice e programma: partito con entusiasmo e finito con una rottura improvvisa. C’esta la vie, cara Ilary…

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      Televisione

      Can Yaman dimagrisce 10 chili per Sandokan e racconta l’incidente sul set: «Sono rimasto intrappolato sott’acqua»

      Can Yaman presenta la sua versione di Sandokan, lontana dal remake di Kabir Bedi e costruita con mesi di preparazione estrema. Racconta il digiuno intermittente che lo ha fatto scendere di oltre dieci chili, l’incidente sott’acqua che lo ha terrorizzato e la scelta di girare senza controfigure. E sulle scene intime: «Mi imbarazzo solo quando l’attrice è a disagio».

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        Il ritorno di Sandokan non è stato un viaggio semplice. Quattro anni di set interrotti, rinvii, stop and go continui: ma ora la Tigre di Mompracem è pronta a ruggire su Rai1 dal 1° dicembre, con Can Yaman nel ruolo che fu di Kabir Bedi. Un paragone inevitabile, che l’attore turco spezza subito: «Non è un remake. È una versione completamente diversa, non abbiamo mai pensato di rifare la serie del ’76».

        Dieci chili in meno per diventare Sandokan
        Per entrare nella pelle — e nei muscoli — del nuovo eroe, Yaman è passato da un cambio fisico notevole. «Quando ho girato Il Turco pesavo 102 chili. Sandokan invece è felino, asciutto. Ho perso più di dieci chili in un mese, non mangiavo quasi nulla. Ho seguito il digiuno intermittente». Una preparazione durissima, unita a un lavoro emotivo altrettanto intenso: «Sandokan è un combattente con il sorriso, un eroe che non uccide se non serve. Dovevo tirarne fuori l’anima».

        L’incidente che ha spaventato tutti
        Tra gli aneddoti del set, uno ha fatto tremare anche i più esperti. «Giravo la scena dell’esplosione della canoa. Sono finito in acqua e il costume ha fatto effetto vela: mi ha avvolto tutto. Mi sono sentito intrappolato». A salvarlo è stato il regista, Jan, che stava filmando sott’acqua: «Ha capito subito che c’era un problema e mi ha aiutato. Non uso controfigure… sì, lo so, sono un po’ pazzo».

        Le scene intime e l’imbarazzo inatteso
        In Sandokan tornano anche i momenti romantici. Can, abituato alle passioni travolgenti delle sue serie turche, li affronta con naturalezza, ma confessa un limite: «Affronto le scene intime come quelle d’azione: sono parte della storia. Ma mi imbarazzo se l’attrice è a disagio».

        Sandokan sta per tornare, e anche questa volta Yaman promette di far parlare di sé: tra fisico scolpito, stunt senza rete e un personaggio che vive di carisma e contraddizioni.

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          Televisione

          Adelina Tattilo, la Hugh Hefner de’ noantri: la donna che con “Playmen” liberò l’Italia dal tabù del sesso

          Editrice visionaria, giornalista e provocatrice, Adelina Tattilo portò in edicola un erotismo elegante, unendo nudo e cultura. Con Playmen batté Playboy e fece scandalo con lo scoop di Jacqueline Kennedy nuda. Poi il declino, ma la sua lezione resta: la libertà può essere un’impresa editoriale.

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            Quando nel 1967 Adelina Tattilo lanciò Playmen, l’Italia bigotta e cattolica scoprì che anche l’erotismo poteva essere cultura. Nata a Manfredonia nel 1928, la Tattilo fu una pioniera: una donna sola contro i pregiudizi, capace di costruire un impero editoriale partendo da una rivista che mescolava sensualità, ironia e impegno civile. Sessant’anni dopo, Netflix le dedica la serie Mrs Playmen, interpretata da Carolina Crescentini, in uscita il 12 novembre.

            La rivoluzione del porno-chic

            Playmen non era solo una rivista “per uomini”. Tra le sue pagine, accanto alle modelle in pose audaci, comparivano disegni di Jacovitti, articoli di Luciano Bianciardi e interviste a giganti come Fred Astaire, Umberto Eco, Leonardo Sciascia e Fellini. Tattilo spiegava così il suo progetto: “Volevo combattere i bigottismi e affermare una cultura libertaria e socialista. Il sesso è parte della vita, non un peccato”.

            Lo scandalo e il successo

            Nel 1969 Playmen pubblicò la foto di Jacqueline Kennedy nuda nella piscina di Onassis a Skorpios, uno scoop che fece il giro del mondo. Ma anche tante dive italiane – da Ornella Muti a Patty Pravo, da Brigitte Bardot ad Amanda Lear – scelsero di posare per la rivista, contribuendo a farne un simbolo di emancipazione. Negli anni Settanta Tattilo toccò il record di 400.000 copie vendute a settimana e sfidò persino Playboy, che le intentò una causa per il nome, vinta solo nel 1982 negli Stati Uniti.

            Dall’erotismo alla cultura pop

            Quando arrivarono le videocassette hard e poi Internet, Playmen perse terreno. Ma Adelina non si arrese: convertì la sua casa editrice a nuovi settori – tecnologia, fotografia, bricolage – continuando a pubblicare con lo stesso spirito di curiosità.

            Oggi, a distanza di decenni, la sua eredità è quella di una donna che seppe portare il sesso in edicola senza volgarità, anticipando le battaglie femministe e libertarie. In un Paese che ancora arrossiva davanti a un bikini, Adelina Tattilo inventò la rivoluzione più difficile di tutte: quella della libertà di guardare, pensare e desiderare.

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              Televisione

              Alessia Marcuzzi smonta le fake news sulla sua vita privata: «Dicono che ho avuto figli da cento uomini»

              Alessia Marcuzzi rivela a Chi come vive i rapporti oggi: niente miti sulla perfezione e zero leggenda metropolitana sui “cento figli da cento uomini”. La conduttrice parla del tradimento, dei suoi criteri per scegliere un partner, dei rimpianti e del desiderio di una tv che faccia incontrare anime gemelle.

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                Alessia Marcuzzi è tornata nel suo habitat naturale: la tv. E lo ha fatto con The Traitors, il gioco dei doppi fondi su Prime Video che sembra disegnato per lei. «Io scopro tutto, sono tremenda», racconta a Chi. «Studio le espressioni, leggo il labiale, ho memoria. Se penso qualcosa di qualcuno, difficilmente mi sbaglio». Una self-confession da investigatrice consumata, che però si arrende solo sull’amore: «Non ho mai beccato un tradimento. Spero perché non c’è stato».

                “Il vero tradimento? Quando tradisci te stesso”
                La Marcuzzi non gira intorno alle parole. Per lei il tradimento non è solo una questione di cuore: «È quando vieni meno ai tuoi valori, al tuo modo di essere». E quando si parla di fedeltà, non cade nelle romanticherie: «L’essere umano non è fatto per essere fedele. Essere fedeli è un lavoro che si fa insieme. È lì che si misura la forza di un legame». Una dichiarazione che sembra la sintesi perfetta della Marcuzzi di oggi: lucida, pragmatica, ma ancora profondamente sentimentale.

                “Ho avuto due figli e due padri. Il resto è fantasia”
                Sulle voci continue che la circondano, Alessia sceglie l’ironia: «Dicono che ho avuto 100 figli da 100 uomini diversi… ma in realtà i figli sono due e i padri pure». Una battuta che taglia come un laser e spazza via anni di gossip immaginario. E aggiunge: «Le mie storie importanti si contano sulle dita di una mano».

                Oggi cerca altro: complicità, calma, verità
                La Marcuzzi racconta di essersi trasformata: «Ho una consapevolezza diversa. Adesso valuto anche altre cose: complicità, condivisione, curiosità. Cerco ciò che mi fa stare bene». Prima di esporsi, però, vuole essere certa: «Non mi mostro con qualcuno se non mi interessa davvero». E ammette che ora non ha bisogno di completarsi attraverso un’altra persona: «Adesso sto bene. Mi sento libera».

                Il sogno tv: far incontrare chi si ama
                Nonostante anni e anni di programmi diversi, un piccolo desiderio è rimasto: «Vorrei una trasmissione dove far incontrare anime gemelle. Non mi sono mai liberata da Colpo di fulmine».

                Le fake news possono dire ciò che vogliono. Alessia, invece, sembra più chiara che mai: due figli, poche storie vere, e una vita che adesso si sceglie da sola, passo dopo passo.

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