Televisione
Tina Cipollari e l’amore: “Gli uomini sono proprio dei… puntini, puntini, puntini”
La lunga carriera televisiva, fatta di amori, delusioni e grandi successi, ha reso Tina Cipollari una delle figure più riconoscibili e amate del panorama televisivo italiano. Nonostante le difficoltà e i momenti di crisi, Tina continua a essere una presenza costante e influente nel mondo dello spettacolo.
Tina Cipollari ha iniziato il suo percorso a “Uomini e donne” quando aveva solo 30 anni. Oggi, a 58 anni, dice di aver capito che gli uomini “sono proprio dei… puntini, puntini, puntini”. Lo ha raccontato ospite di Silvia Toffanin a “Verissimo” nella puntata in onda su Canale 5 il 7 aprile. Intervistata insieme alla sorella Annarita, l’opinionista più famosa del dating-show di Canale 5 ha ricordato il suo percorso nel programma di Maria De Filippi, iniziato proprio per trovare l’amore corteggiando il tronista Roberto Maltoni, che poi alla fine non la scelse. “Ci sono rimasta male perché non me lo aspettavo”, ha detto Tina dopo 30 anni.
Il corteggiamento di Roberto Maltoni
Era il 2001 quando Tina Cipollari fece il suo esordio a “Uomini e donne”, arrivando nel dating-show di Canale 5 per corteggiare Roberto Maltoni. Da lì, Tina è diventata una presenza fissa su Canale 5 prima come corteggiatrice, poi come tronista e attualmente come opinionista del programma. “Mi sono presentata come corteggiatrice che avevo trent’anni. Indossavo un abito sexy perché il tronista di allora, Roberto, voleva una donna che lo stupisse, così non potevo presentarmi con i jeans, sarei stata una delle tante”, ha raccontato a “Verissimo”.
Da subito, Cipollari ha provato a mettersi in mostra, indossando abiti appariscenti e assumendo un atteggiamento da vamp. Anche sua sorella Annarita ha riconosciuto la trasformazione di Tina: “Tina si è creata un personaggio ed è stata brava, io non ce l’avrei fatta”. Alla fine, però, Tina non fu la scelta di Roberto, che uscì dal programma con un’altra donna. “Mi arrabbiai perché era scontato per me che mi scegliesse – ha dichiarato dopo circa 28 anni – rimasi malissimo e feci un macello”.
Da corteggiatrice a tronista
La partecipazione di Tina a “Uomini e donne” non si è fermata con il rifiuto di Roberto. Cipollari è stata la protagonista di un trono tutto suo poco dopo. La sua scelta alla fine del percorso cadde sul corteggiatore Daniele Scognamiglio, ma la relazione finì dopo appena due settimane. Dopo l’esperienza da corteggiatrice e tronista, è diventata opinionista del programma, ruolo che ricopre dal 2001.
Eccentrica e provocatoria, Cipollari è diventata una protagonista del programma di Maria De Filippi, che le ha regalato non solo successo, ma anche l’amore. Proprio durante le registrazioni della trasmissione, ha incontrato Ilio Cristian Maria Nalli, detto Kikò, che nel frattempo corteggiava un’altra donna. Tra loro è stato un colpo di fulmine, si sono innamorati e dopo poco Kikò ha abbandonato il trono della tronista Zahida per iniziare una relazione con l’opinionista. I due si sono sposati nel 2005 e hanno avuto tre figli: Mattias, Francesco e Gianluca. Il loro matrimonio è finito nel 2018, ma i due sono ancora oggi in buoni rapporti.
L’amicizia con Giucas Casella
Dopo la fine del matrimonio con Kikò, nel 2018 Tina ha reso noto il fidanzamento con l’imprenditore fiorentino Vincenzo Ferrara, una storia che sarebbe finita dopo poco. Attualmente Tina è single e nell’ultima edizione di “Uomini e donne” hanno fatto parlare alcuni rumors su Giucas Casella.
ùL’illusionista, in un’intervista, aveva dichiarato di avere avuto una relazione con Tina circa 30 anni fa, prima che lei diventasse la “vamp” del dating-show. Casella, invitato anche nel programma da Maria De Filippi, ha ribadito quanto già dichiarato e ha spiegato di aver condiviso due bellissimi viaggi con Tina: uno alle Maldive e l’altro a Corfù. Tina, che ha accolto con affetto l’amico in studio, ha confermato i viaggi fatti con Giucas, ma ha smentito la relazione romantica dicendo di non ricordare.
Questa lunga carriera televisiva, fatta di amori, delusioni e grandi successi, ha reso Tina Cipollari una delle figure più riconoscibili e amate del panorama televisivo italiano. Nonostante le difficoltà e i momenti di crisi, Tina continua a essere una presenza costante e influente nel mondo dello spettacolo.
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Televisione
Amadeus verso un ritorno in Rai? L’aria al Nove si fa pesante e il conduttore potrebbe rientrare dopo l’addio milionario
Il futuro di Amadeus sembra sempre meno legato al Nove. L’ipotesi del rientro a Viale Mazzini guadagna terreno: tra format musicali, access estivi e il post-Conti a Sanremo, la tv pubblica potrebbe tornare a corteggiarlo. Resta il nodo del clamoroso divorzio di un anno fa.
Il passaggio di Amadeus a Warner Bros Discovery doveva essere il colpo del decennio. Ma i numeri raccontano altro: il conduttore non è riuscito a spostare il “suo” pubblico, quello che per cinque Festival di Sanremo lo aveva seguito ovunque. Al Nove gli ascolti restano tiepidi, il traino non decolla e la rete non guadagna la centralità attesa. Una situazione che, a pochi mesi dal debutto, sta alimentando una domanda sempre più insistente: Amadeus tornerà in Rai?
La Rai osserva, De Martino corre, Scotti domina
Negli spazi che un tempo erano segnati dal marchio Amadeus, ora a brillare è Stefano De Martino. Affari tuoi è saldamente suo e l’access lo vede volare, mentre Gerry Scotti, con La Ruota della Fortuna, continua a macinare ascolti dall’altra parte della barricata. Il risultato? Il conduttore che sembrava irraggiungibile ora rincorre due concorrenti che non sbagliano un colpo. E alla Rai qualcuno si chiede se non sia il momento di riaprire le porte.
Quel contratto rifiutato e il nodo “Canossa”
Il vero ostacolo non è creativo, ma politico. Prima di andarsene, la Rai aveva offerto ad Amadeus un contratto sontuoso: rinnovo, struttura dedicata alla creazione di nuovi format, centralità totale nei palinsesti. Rifiutò tutto per approdare a Discovery. Per tornare in Rai, dicono fonti interne, servirebbe “passare da Canossa”, almeno simbolicamente: una mossa di umiltà per ricucire lo strappo.
Mirror, un nuovo access e il dopo-Conti
Ma cosa farebbe Amadeus in Rai? I progetti non mancano. In cima alla lista c’è Mirror (titolo provvisorio), un programma musicale che strizza l’occhio alle storiche Serate d’onore di Pippo Baudo e che potrebbe debuttare con l’amico Fiorello in apertura. Poi un nuovo access estivo da testare su Rai1, un game show pensato come alternativa alla corazzata Affari tuoi. E soprattutto c’è una poltrona che nel 2026 diventerà bollente: il dopo-Conti al Festival di Sanremo. Se la Rai volesse davvero il rientro del suo ex uomo di punta, quello sarebbe il terreno perfetto.
Per ora è solo un sussurro nei corridoi, ma cresce. Perché il Nove non basta, e la Rai aspetta il momento giusto per bussare di nuovo.
Televisione
Sandokan 2025: dieci errori imperdonabili della serie che ha conquistato la tv
Dal Sandokan senza patria alla Marianna suffragetta, dal Borneo trasformato in macchia mediterranea a Yanez ridotto a macchietta, fino alla scena della tigre svuotata del suo mito: un decalogo di errori evitabili che ha fatto infuriare gli appassionati.
Si può applaudire il successo televisivo, la macchina produttiva imponente, il clamore del ritorno di un personaggio che appartiene all’immaginario collettivo italiano. Ma per chi conosce Le Tigri di Mompracem e la saga salgariana, la visione di Sandokan 2025 è stata un susseguirsi di cortocircuiti. La serie non si limita a modernizzare; compie una riscrittura così ampia da cancellare identità, motivazioni e simboli.
Gli spettatori occasionali si divertono; i lettori restano a guardare un mondo che non è più quello di Salgari. Ed è un peccato, perché con una produzione da 30 milioni di euro bastava davvero poco per evitare certe cadute.
Ecco il decalogo degli errori più gravi.
1. Un Sandokan senza patria
Nei romanzi è principe del Borneo, ultimo erede di un regno distrutto dall’espansione coloniale. La sua furia nasce dalla perdita della terra, del popolo, del titolo. Nella serie, Sandokan viene reinventato come uomo cresciuto a Singapore, con un’identità vaga e un passato che non affonda più in una storia politica. La Tigre della Malesia diventa un protagonista qualunque, sradicato, pronto per il consumo globale. L’eroismo perde i suoi motivi, resta solo il muscolo.
2. Lord James Brooke riscritto: dal Raja bianco al rivale di turno
Brooke, figura storica, nel libro è il governatore di Sarawak, è il perno britannico del ciclo. La sua ambiguità, la sua potenza e la sua relazione con la giovane sono parti essenziali del conflitto. Qui viene cancellato. Al suo posto nella serie TV appare un giovane cacciatore di pirati, ridotto a rivale romantico di Sandokan, mentre Lord Guillonk (che nel libro è lo zio), diventa padre di Marianna e governatore di Labuan
3. Marianna diventa una suffragetta nel 1840
La Perla di Labuan è uno dei personaggi più delicati della saga: coraggiosa, curiosa, pronta a sfidare le convenzioni, ma sempre dentro i confini della sua epoca.
Nella serie diventa un personaggio da fiction contemporanea: cavalca da sola nella giungla, sfida ufficiali inglesi, usa espressioni moderne (“ipotermia”) e si comporta come una ribelle del XXI secolo. La credibilità storica evapora, e con essa il senso della sua trasformazione nell’incontro con Sandokan.
4. Abiti e armi fuori periodo
L’Ottocento di Salgari ha un’estetica precisa: sciabole, moschetti, uniformi britanniche, vesti coloniali. La serie sceglie un look “alla moda”, con costumi ibridi, armi fuori contesto e uniformi non coerenti. L’effetto è quello di un parco avventura più che di un mondo storico. Anche chi non è esperto percepisce che qualcosa non funziona.
5. L’eliminazione del colonnello Fitzgerald
Un personaggio chiave nella serie del 76 che è rimasto nel cuore di chi amato lo sceneggiato di Sollima è il colonnello Fitzgerald, giovane, carismatico, antagonista credibile, rappresenta l’Inghilterra che osserva Sandokan con rispettosa diffidenza. In Salgari, quel personaggio addirittura non c’è: c’era invece il baronetto Sir William Rosenthal. Nella serie Fitzgerald sparisce e viene sostituito da Murray, un sergente attempato che sfocia spesso nella macchietta comica. La tensione romantica e militare che Fitzgerald incarnava svanisce, e con essa una parte dell’equilibrio drammatico originale.
6. Il Borneo… con il rosmarino italiano
Le scene girate tra Calabria, Toscana e Lazio sono suggestive, ma non possono diventare il Borneo. Nella serie compaiono rosmarini, pini marittimi, macchia mediterranea, colline bruciate dal sole. Nessuna umidità equatoriale, nessuna vegetazione tropicale. L’esotismo salgariano, fatto di giungle fitte e incandescenti, viene sostituito da una botanica evidentemente fuori posto.
7. Terminologie anacronistiche e dialoghi moderni
Marianna che parla di “ipotermia” mentre tira fuori Sandokan da un’acqua a 30 gradi rischia di diventare la scena simbolo dell’incongruenza. Termini medici moderni, espressioni contemporanee, modi di pensare incompatibili con l’epoca: il linguaggio tradisce continuamente il contesto ottocentesco. Un errore di scrittura che rompe l’illusione storica a ogni frase.
8. La scomparsa delle Tigri della Malesia e Yanez diventa un buffone
Nel romanzo, le Tigri sono una confraternita ribelle, un nucleo carismatico. Nella serie diventano pirati occidentalizzati, quasi comparse. Spariscono quasi del tutto figure fondamentali come Sambigliong e Tremal-Naik. Con loro scompare il senso epico del gruppo, l’identità stessa del movimento ribelle, ridotto a un contorno rumoroso che non aggiunge niente. Yanez de Gomera è l’ironia fatta persona: elegante, lucidissimo, fumatore instancabile, la mente che integra la furia di Sandokan.È forse il personaggio più raffinato di Salgari. La serie lo trasforma in un giullare pieno di battutine e risatine, interpretato da Preziosi con un registro leggero che non ha nulla a che fare con l’archetipo originale. È un tradimento profondo: senza il vero Yanez, Sandokan è un eroe dimezzato.
9. Persino Giuseppe Verdi è fuoriposto
Durante la serata organizzata per il compleanno di Marianna nel palazzo del console qualcosa non torna. Ci riferiamo alla musica. Gli appassionati di lirica l’avranno individuato in pochi secondi: l’orchestrina che anima il ballo esegue alcuni brani tratti da La Traviata di Giuseppe Verdi. Una scelta…impossibile! Perché siamo nel1841, mentre l’opera in questione sarebbe stata composta solo nel 1853. Pertanto la distanza di dodici anni trasforma la musica in un messaggio fuori dal tempo.
10. La scena della tigre: addio al mito
Nel romanzo e nello sceneggiato del ’76 è una scena sacra: Sandokan affronta la tigre, rischia la vita, dimostra coraggio, salva Marianna. Nel 2025 assistiamo a un animatronic poco credibile, una Marianna imprudente che si caccia nei guai e un Brooke che uccide la tigre con un colpo di fucile. Il rito eroico diventa un episodio confuso. La magia si dissolve.
A conti fatti, Sandokan 2025 non fallisce per colpa di Can Yaman o dei singoli attori: fallisce perché tradisce l’universo che avrebbe dovuto raccontare. Con un budget da 30 milioni di euro, bastava rispettare ciò che rendeva la storia unica. Invece si è scelta la via del fumettone globalizzato, sacrificando la profondità, la storia, il mito. E una Tigre senza mito, purtroppo, graffia molto meno.
Televisione
Beatrice Luzzi punge ancora Samira Lui: “Bellissima, accomodante… ma con me ha tirato fuori il lato pungente”
Beatrice Luzzi descrive Samira Lui come una donna splendida e accomodante, ma aggiunge che con lei ha mostrato una parte più tagliente. E sul suo futuro in tv affonda con eleganza: “È perfetta per il tipo di televisione che sta facendo”.
Beatrice Luzzi non ha perso la sua inconfondibile schiettezza, e quando il discorso torna su Samira Lui — con cui al Grande Fratello non sono mancati momenti di tensione — la sua analisi è lucida, precisa, tagliente quanto basta. L’attrice riconosce alla modella “una bellezza evidente e un’indole accomodante”, ma poi apre una piccola finestra su ciò che, a suo dire, Samira mostrerebbe solo a pochi.
«È una donna esteticamente molto bella e accomodante, è difficile che lasci uscire la parte più pungente di sé», dice Luzzi, quasi a voler sottolineare che a molti sfugga un lato più tagliente del carattere della giovane ex Miss Italia. Ma quella parte, racconta, con lei è emersa eccome: «Nei miei confronti l’ha fatta uscire».
Il riferimento è agli screzi vissuti nella Casa, mai totalmente sopiti, e che oggi Luzzi rilegge con un certo distacco, ma senza alcuna intenzione di edulcorare la memoria. Anzi, la sua chiosa finale sembra una carezza che diventa stilettata: «Credo che per un certo tipo di televisione sia perfetta. Quale? Quella che sta facendo».
Una frase che dice tutto senza dover spiegare troppo: elegante nella forma, chirurgica nella sostanza. Perché se c’è una cosa che Beatrice Luzzi non ha mai perso, neanche fuori dal gioco, è la capacità di parlare chiaro. E di farlo con un aplomb che, anche nelle critiche, resta impossibile da ignorare.
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