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Televisione

Tra accuse di fascismo, gender fluid e nostalgie distorte, il remake di Goldrake divide i fans

La nuova versione di Atlas Ufo Robot debutta su Rai 1 e accende dibattiti infuocati: tra critiche estetiche e accuse ideologiche, il pubblico degli anni ’70 si scopre ipercritico.

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    La Rai ha riacceso i motori del leggendario Atlas Ufo Robot, ma il remake del 2024, ribattezzato Goldrake U, ha scatenato un’ondata di critiche. E chi poteva essere a far volare accuse su Twitter e Facebook? Ovviamente noi, figli degli anni ’70, cresciuti a pane e Go Nagai, che aspettavamo con ansia la sigla italiana di quel robot invincibile che sprintava tra le stelle.

    Tra fascismo e gender fluid: quando la nostalgia diventa ideologia
    Ma cosa è successo per trasformare il povero Goldrake in un campo di battaglia ideologico? A quanto pare, tutto. Qualcuno ha intravisto nel remake una somiglianza con l’uomo forte del fascismo. Altri hanno storto il naso per un Actarus che – udite udite – sembra “troppo gay” o “gender fluid”. Come se i personaggi di animazione degli anni ’70 fossero degli ipermascolini alfieri della virilità.

    Ricordiamoci che già allora Lady Oscar sfidava i pregiudizi di genere, e Anthony di Candy Candy sembrava uscito da un catalogo LGBTQ+ ante litteram. L’estetica cambia, le storie evolvono, ma chi vede Goldrake come un manifesto ideologico forse dovrebbe prendersela con lo specchio più che con il robot.

    Estetica e doppiaggio: la nostalgia è un’arma a doppio taglio
    La critica estetica non si è risparmiata: “Non è come quello del 1975!”, tuonano i nostalgici. Certo, amici miei, sono passati quasi cinquant’anni, e il mondo dell’animazione non è rimasto fermo. Poi ci sono quelli che invocano il ritorno di Romano Malaspina come voce di Actarus, ignorando il piccolo dettaglio che il celebre doppiatore ha ormai superato gli 80 anni.

    Goldrake e il pubblico cresciuto male
    La verità è che molti di noi guardano questo nuovo Goldrake con gli occhi dei bambini che eravamo, ma con il cinismo e la faziosità degli adulti che siamo diventati. Se il reboot non è di vostro gusto, va bene, ma accusare il povero Actarus di aver tradito i vostri ricordi d’infanzia o, peggio, di essere un simbolo politico, dice molto più di voi che di lui.

    In definitiva, Goldrake U non è l’originale, ma nemmeno pretende di esserlo. È un omaggio, una reinterpretazione moderna che – come tutte le cose – può piacere o meno. E se l’unica cosa che sapete fare è attaccarvi ai ricordi di infanzia, forse è tempo di chiedervi se siete davvero cresciuti.

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      Televisione

      Barbara D’Urso e il maestro Pasquale La Rocca: “Guardate che occhi ha. Io sono la sua geisha”

      Nel video condiviso su Instagram, Barbara D’Urso accarezza il viso del suo maestro di ballo Pasquale La Rocca e commenta: “Guardate che occhi che ha”. Poi scherza: “Io sono la sua geisha”. I social si scatenano, ma chi conosce la conduttrice assicura che si tratta solo di affetto e complicità.

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        Barbara D’Urso sa sempre come attirare l’attenzione, anche senza volerlo. Questa volta è bastato un breve video pubblicato su Instagram per accendere la curiosità dei fan. Nelle immagini, la conduttrice tiene tra le mani il volto del suo maestro di ballo a Ballando con le Stelle, Pasquale La Rocca, e si lascia sfuggire una battuta che in pochi minuti è diventata virale: “Guardate che occhi che ha”. Poi, sorridendo, aggiunge: “Io sono la sua geisha”.

        I commenti si sono moltiplicati immediatamente: tra chi parla di “nuova coppia” e chi ironizza sul tono confidenziale, il video ha raccolto migliaia di visualizzazioni in poche ore. Eppure, chi conosce bene Barbara sa che dietro quel gesto non c’è alcun mistero sentimentale, ma soltanto la sua naturale espansività e un affetto sincero per le persone con cui lavora.

        Pasquale La Rocca, campione di danza e volto amatissimo del programma di Milly Carlucci, è noto per la sua eleganza e professionalità. Tra i due, sullo schermo, l’intesa è evidente: sorrisi, sguardi complici, movimenti perfetti. Ma tutto sembra rimanere nel terreno dell’amicizia e della sintonia artistica.

        Barbara, d’altronde, ha sempre difeso la propria libertà di essere sé stessa, anche quando i social leggono doppi sensi dove non ce ne sono. “Io amo la vita e le persone, e lo dimostro come mi viene”, ha detto più volte in passato.

        Così, tra un passo di danza e una battuta ironica, la D’Urso continua a divertirsi e a far parlare di sé. E se qualcuno ci ricama sopra, poco importa: la sua “geisha” è solo un modo affettuoso per dire che, almeno in pista, Pasquale resta il suo punto di riferimento.

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          Televisione

          Heston Blumenthal, genio e fragilità: “Sono bipolare, ma la diagnosi mi ha salvato la vita”

          Dalle allucinazioni al ricovero coatto, dalla stabilità ritrovata alla paura dell’ansia: Heston Blumenthal si confessa e riflette sul prezzo della genialità, tra medicina, creatività e il bisogno di equilibrio.

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          Heston Blumenthal

            Heston Blumenthal, 58 anni, uno degli chef più innovativi e influenti del mondo, ha deciso di raccontarsi senza filtri. In un’intervista al Corriere della Sera, il fondatore del ristorante tre stelle Michelin The Fat Duck ha parlato per la prima volta apertamente del suo disturbo bipolare, una diagnosi che, come racconta, “ha cambiato tutto”.

            “Non ho un disturbo bipolare: sono bipolare. È parte del mio Dna. Mi chiedo come abbia fatto a sopravvivere per 57 anni prima di scoprirlo.”

            La svolta è arrivata nel gennaio 2024, quando la moglie, Melanie Ceysson, è stata costretta a farlo ricoverare con un trattamento sanitario obbligatorio. “Avevo allucinazioni e pensieri suicidi. Lei mi ha salvato la vita.” Dopo due mesi trascorsi in ospedale, Blumenthal ha iniziato un percorso di terapia e cura farmacologica che, pur stabilizzando il suo umore, gli ha cambiato il rapporto con se stesso e con il lavoro.

            “Se prima vivevo di picchi di euforia e crolli devastanti, ora sono più stabile, ma mi sento meno brillante. Parlo più lentamente, mi manca un po’ quella follia che mi dava energia. Tuttavia, oggi riesco a raccontare chi sono con una chiarezza che il vecchio Heston non avrebbe mai avuto.”

            Lo chef, famoso per la sua cucina sperimentale e scientifica, ha confidato di aver preso peso a causa delle cure e di aver iniziato ad assumere Mounjaro, un farmaco antiobesità oggi diffuso anche tra pazienti non diabetici. “Non è solo una questione estetica”, ha spiegato, “ma di salute e benessere psicologico”.

            Blumenthal ripercorre poi le origini della sua passione: un viaggio in Francia, a 15 anni, con i genitori e la sorella. “È stato come cadere nella tana del Bianconiglio: in quell’istante ho capito che volevo cucinare.” Da autodidatta, trascorse anni a studiare libri di gastronomia e a sperimentare senza sosta. “Credo di aver provato più di sessanta versioni di gelato alla vaniglia. Da quella mania è nato, nel 1997, il mio piatto simbolo: il gelato al granchio.”

            Negli anni Blumenthal ha costruito un impero gastronomico e una reputazione da visionario, ma non senza ombre. Dopo periodi di stress estremo e perfezionismo maniacale, ha rivisto anche il modo di rapportarsi con la sua brigata:

            “Una volta sola ho urlato contro un ragazzo. Poi ho capito che il problema ero io: l’avevo messo in una posizione sbagliata, senza dargli le giuste basi. Da allora non ho più alzato la voce con nessuno.”

            Oggi vive con la moglie in Francia, in una casa immersa nella natura. Nonostante la calma ritrovata, confessa di convivere ancora con l’ansia:

            “Sono più sereno, ma continuo ad avere pensieri oscuri, anche se non concreti. Prima agivo d’impulso, ora ho paura che le cose possano andare storte. È un’ansia costante, ma è anche il segno che sono vivo.”

            Il percorso di Blumenthal è quello di un uomo che, dopo aver reinventato la cucina moderna, ha dovuto reinventare se stesso. Oggi il genio di The Fat Duck sembra aver trovato una nuova forma di creatività, più silenziosa ma più profonda: quella che nasce dalla consapevolezza della propria fragilità.

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              Beppe Convertini lancia il gossip a Ballando con le Stelle: “Andrea Delogu e Nikita Perotti si amano, si vede!”

              Il commento di Convertini accende i riflettori sulla sintonia tra la conduttrice e il suo maestro di ballo Nikita Perotti. Un’intesa che per molti va ben oltre la pista. La reazione di Delogu su X? Una sola emoji, ma più eloquente di mille parole.

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                Un colpo di scena in pieno stile Ballando con le Stelle. A scatenarlo, stavolta, è Beppe Convertini, che nel corso della puntata ha pronunciato una frase destinata a far discutere: «Guardate che sono una bella coppia loro due. Si vede proprio che si amano, ragazzi, è evidente! Ma poi anche quando ballano… il loro ballo è sublime, si nota la passione».

                Il riferimento è chiarissimo: Andrea Delogu e il suo maestro Nikita Perotti, una delle coppie più affiatate di questa edizione, protagonisti di esibizioni sempre intense e cariche di energia. La battuta di Convertini, però, ha fatto il giro dello studio come una scintilla, accendendo immediatamente il gossip.

                Il pubblico ha reagito con un misto di risate e applausi, mentre la Delogu ha sfoderato il suo sorriso ironico, lo stesso con cui da settimane risponde alle allusioni sulla sua presunta intesa con Nikita. Ma stavolta la conduttrice ha preferito spostare il campo di battaglia sui social: su X (Twitter) ha pubblicato un’unica emoji — una faccina che alza gli occhi al cielo —, sufficiente per dire tutto senza aggiungere una parola.

                Una risposta che ha immediatamente fatto impazzire i follower, divisi tra chi prende sul serio le parole di Convertini e chi le archivia come una semplice provocazione da salotto televisivo. Eppure, la complicità tra Andrea e Nikita è sotto gli occhi di tutti: sguardi intensi, risate fuori copione, mani che si cercano anche dopo la musica.

                In molti giurano che tra i due ci sia solo un’amicizia profonda, nata tra prove e coreografie, ma il gossip corre più veloce dei passi di tango. E se Convertini ha voluto scherzare, di certo ha colto nel segno: il suo commento ha regalato a Ballando con le Stelle un nuovo tormentone e alla coppia Delogu–Perotti un’attenzione ancora maggiore.

                Che sia solo sintonia artistica o qualcosa di più, poco importa: la loro danza, fatta di ritmo, emozione e complicità, continua a far parlare il pubblico. Anche quando il ballo è finito.

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