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Televisione

Valerio Scanu, Maria De Filippi e quella denuncia che sa di tragicomico melodramma pop

Valerio Scanu torna a parlare del litigio epocale con Maria De Filippi e, a distanza di dieci anni, lancia un mea culpa pieno di nostalgia, autocritica e un pizzico di autoconsolazione. Tra promesse non mantenute, serali mancati e messaggi velenosi, ecco il riassunto tragicomico di una storia tutta italiana che sa di soap… ma con base musicale.

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    C’erano una volta Maria De Filippi, regina indiscussa del talent televisivo – non a caso soprannominata “Queen Mary – e Valerio Scanu, principe della tonalità acrobatica e dei drammi in punta di petto. Poi, come in ogni favola che si rispetti, arrivò il tradimento (percepito) e tutto andò in frantumi. Il casus belli? Un invito promesso al serale di Amici… che non arrivò mai. Scanu si offese, mandò un messaggio piccato a Maria (“non ti smentisci mai su sta roba”, stile Uomini e Donne versione passivo-aggressiva) e poi, anziché lasciar correre, decise di lanciare una bomba mediatica.

    La bomba, la denuncia e il silenzio stampa

    Il nostro Valerio, forse colpito da un improvviso attacco di sincerità mista a frustrazione, dichiarò pubblicamente che la De Filippi era capace, con uno schiocco di dita, di far finire la carriera a chiunque. Aggiunse che lui, dopo Amici, aveva camminato con le proprie gambe — come dire: “Maria, grazie, ma adesso guido io.” Peccato che Maria, regina sì, ma anche giurista silenziosa, lo abbia querelato per diffamazione. Da lì: gelo. Né caffè né messaggini di Natale. Fine dei rapporti, almeno ufficialmente.

    Il ritorno del pentito (con lacrimuccia annessa)

    Ora, ospite nel salotto di Ciao Maschio, il cantante ha deciso di svuotare il cuore. E lo fa con toni da confessionale serale:

    “Mi dispiace non averle potuto stare vicino quando è morto Costanzo.”

    Aggiungendo che le parole di allora le pensava, ma oggi capisce di aver buttato via un rapporto umano. Insomma, dieci anni di silenzio e adesso il cantante sognerebbe una riconciliazione in stile C’è Posta per Te (solo che la busta stavolta la dovrebbe portare lui).

    E oggi? Nessuna busta in arrivo, ma tante riflessioni

    Scanu ammette che se avessero litigato dal vivo, magari si sarebbero chiariti. Ma no: meglio il teatrino web, con tanto di pubblico in visibilio e gif pronte a immortalare ogni dramma.
    Il bilancio? Un rapporto artistico-affettivo finito in pasto al gossip, con uno strascico legale e una quantità di rimpianti che neanche a Sanremo. La vicenda tra Valerio Scanu e Maria De Filippi è un piccolo classico del nostro intrattenimento nazionale: promesse, litigi, frasi al veleno e (forse) pentimento. Un mix perfetto di talent, tv e telenovela, dove alla fine restano solo le canzoni… e una querela archiviata.

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      Addio Marge, ma con ironia: i Simpson “uccidono” la mamma più iconica della TV

      Dopo 36 stagioni di successo planetario, i creatori dei Simpson hanno deciso di farci un bello scherzetto, dal gusto molto amaro: la conclusione dell’ultima stagione ha mandato in tilt i fan, svelando la presunta morte di Marge. L’episodio finale, dal titolo parodico Estranger Things, ha giocato con il tempo, proiettandoci in un futuro dove Lisa è diventata una donna di successo e Bart… gestisce una casa di riposo fuorilegge

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        Il pubblico si aspettava risate, ma ha ricevuto un testamento emotivo. Letteralmente. Durante l’episodio, una Lisa adulta scopre una lettera di Marge da aprire “solo dopo la mia morte”. Nella missiva, Marge esprime il desiderio che i suoi figli rimangano uniti e che si prendano cura di Homer, il marito non proprio facile da gestire (anche da morto, figuriamoci da vivo). Il momento clou? Marge che sorride dal cielo su una nuvola, accanto a… Ringo Starr. Sì, proprio lui, dei Beatles. Perché nei Simpson, anche l’aldilà prevede le guest star. Quindi anche il nasuto batterista ex Beatles – vivo e vegeto – deve fare gli opportuni scongiuri?!?

        Ma Marge è davvero morta?

        La domanda rimbalza da un fan forum all’altro. La serie non mostra la sua morte in modo esplicito. Anzi, la presenza di Marge nel finale è più simbolica che reale. È un addio? Un sogno? Un’allucinazione da ciambella? Nessuno lo sa con certezza, ma una cosa è chiara: Marge se n’è andata prima di Homer, e questo basta per far saltare i nervi ai fan più fedeli.

        La mamma (quasi) immortale dei Simpson

        Creata da Matt Groening e ispirata a sua madre Margaret, Marge Simpson è stata per decenni la colonna morale della famiglia più disfunzionale della TV. Con quella sua voce nasale (grazie alla doppiatrice Julie Kavner) e l’inconfondibile chioma blu, ha tenuto insieme una casa che sarebbe esplosa mille volte senza il suo buonsenso. La sua scomparsa, anche solo ipotetica, segna una svolta storica.

        I social in rivolta (e un po’ in lutto)

        Su X (ex Twitter), TikTok e Reddit, le reazioni sono esplose: tra meme, lacrime e teorie complottiste (“Marge tornerà come clone, vedrete”), i fan non l’hanno presa bene. D’altronde, chi è cresciuto con Marge che cucina waffle mentre Homer distrugge il divano, non può accettare che la mamma perfetta possa davvero morire.

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          Televisione

          Redenzione in vista per Diletta Leotta, la vedremo in Don Matteo 14: Amen!

          La popolare conduttrice, apprezzata per la sua spigliatezza ma anche – diciamolo – per la sua avvenenza – entra nella storica fiction Rai per una puntata speciale. Tra podcast, calcio, baby Aria e… una tonaca di troppo, Diletta è ovunque. Anche a Spoleto.

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            La notizia è ufficiale: Diletta Leotta reciterà in Don Matteo 14, accanto a Raoul Bova. Sì, proprio quella Diletta: volto (e corpo) della TV sportiva italiana, conduttrice, influencer da milioni di follower e, da oggi, anche attrice nella fiction che da vent’anni sforna preti, misteri e guest star inaspettate. Dopo aver indossato la giacca da bordo campo e le cuffie da podcast, è tempo di indossare… il copione.

            Un’apparizione (per ora) ma che fa rumore

            Secondo quanto rivelato da Santo Pirrotta su Vanity Fair, la partecipazione sarà limitata a un episodio della nuova stagione, ma basta per mandare in tilt fan e telespettatori affezionati al prete-detective. Quale ruolo interpreterà Diletta? Per ora non si sa, tutto è ancora top secret. Ma tra chi scommette sulla “bella forestiera” e chi ipotizza una giornalista in incognito, una cosa è certa: la Leotta porterà a Spoleto una ventata di biondo platino e share assicurato.

            Don Matteo: da Terence Hill a Belen, ora tocca a Diletta

            Che la fiction di Rai1 ami le belle donne con un pizzico di glamour è cosa nota. Dopo Belen Rodriguez (che fece un’apparizione lampo anni fa), ora è il turno di Diletta. Non è proprio una debuttante: ha già calcato i set cinematografici in 7 ore per farti innamorare e Chi ha incastrato Babbo Natale?, dove se l’è cavata egregiamente. La fiction di casa Rai, però, è un’altra cosa: qui si risolve un caso a settimana e non si sbaglia mai il look nemmeno sotto la pioggia.

            Diletta multitasking: tra calcio, radio e… pannolini

            Se pensate che recitare sia l’unico impegno della Leotta, vi sbagliate. È conduttrice su Dazn, voce di Radio 105, host del podcast Mamma Dilettante e soprattutto mamma della piccola Aria, nata dal matrimonio con il calciatore tedesco Loris Karius. E niente tate stellari: ad aiutarla, c’è la madre. Sì, la nonna, vera manager delle emergenze.

            Da San Siro a Spoleto, il passo è breve

            Perché fermarsi alla panchina quando puoi finire direttamente in parrocchia? Con un curriculum così, Diletta è pronta a tutto, anche a tenere testa a Raoul Bova in tonaca nera. Se la puntata andrà bene (e i social esploderanno, com’è certo), chissà: potremmo ritrovarla a indagare misteri nella canonica con stile, selfie e forse un’intervista da inserire nel suo prossimo podcast.

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              Michele Placido su Papa Francesco: “Il suo sostegno morale per la mia fiction su Livatino è stato prezioso”

              Durante l’Italian Global Series Festival, Michele Placido ha raccontato il suo incontro privato con Papa Francesco in occasione della preparazione della serie su Rosario Livatino. Un confronto intenso, che ha offerto alla produzione un appoggio etico fondamentale. In un mondo sempre più disorientato, l’assenza del Pontefice dal dibattito pubblico si fa sentire più che mai.

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                Durante l’evento Masters on Storytelling a Riccione, l’attore e regista Michele Placido ha rivelato un momento speciale:

                “Due o tre anni fa mi chiamò Papa Bergoglio. Pensava fosse importante conoscere chi avrebbe diretto la serie su Livatino. Doveva durare mezz’ora, ma parlammo per più di un’ora. Mi ha dato un forte sostegno morale ed etico”.

                Parole che raccontano non solo la grandezza spirituale di Papa Francesco, ma anche il valore che attribuisce alla cultura, al cinema e alla memoria della giustizia.

                Una serie tra crime e fede

                La miniserie Il giudice e i suoi assassini, prodotta da Goldenart con Rai Fiction, sarà composta da quattro puntate da 50 minuti. Sul set da settembre, il progetto mira a raccontare una figura chiave nella lotta alla mafia: Rosario Livatino, il “giudice ragazzino” ucciso nel 1990 e beatificato nel 2021. Placido promette un taglio diverso dal film del 1994: “Sarà un crime, ma anche un racconto di fede. Livatino scoprì meccanismi incredibili nella criminalità organizzata. È un esempio di coraggio e spiritualità”.

                Un’eredità spirituale che oggi manca

                Nel contesto di una società affaticata, la presenza e le parole di Papa Francesco rappresentano un faro per molti. L’incontro con Placido è il simbolo di un ponte tra Chiesa, cultura e giustizia. Oggi, mentre Bergoglio è meno presente sulla scena mediatica a causa delle sue condizioni di salute, la sua voce si sente mancare, soprattutto in momenti in cui servirebbero guida e discernimento morale.

                Dal successo de La Piovra al ritorno dietro la macchina da presa

                Placido ha ricordato anche la sua storica interpretazione del commissario Cattani ne La Piovra: “Dopo la quarta stagione non ne potevo più. Quando è morto Cattani, perfino la Pravda scrisse che lo avrebbero protetto”. Ora il regista guarda avanti, pronto a dirigere ma non più a recitare, salvo forse un ritorno in teatro.

                Un incontro che ha lasciato un segno indelebile

                Tra cinema, memoria e spiritualità, la serie su Livatino si preannuncia come un progetto di forte impatto civile. E in questo cammino, l’incontro con Papa Francesco ha lasciato un segno profondo. Oggi, in un’epoca di incertezze, la sua assenza dal discorso pubblico pesa come una silenziosa nostalgia.

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