Musica
Ultimo lancia l’album Altrove: Morgan s’infuria
La scelta del titolo scatena una polemica. Il veterano della musica italiana accusa Ultimo di “appropriazioni indebite” per aver utilizzato il nome di una sua celebre canzone.

L’aria della musica italiana è densa di tensione, e questa volta non per una di quelle litigate da bar che spesso vediamo tra fan sfegatati di due artisti diversi. No, questa volta è una vera e propria polemica tra due protagonisti del panorama musicale: Ultimo e Morgan.
Il primo annuncia con orgoglio il suo nuovo album “Altrove”. Ma ecco che il secondo, l’inimitabile Marco Castoldi, meglio noto come Morgan, non perde tempo a mettere il naso dove brilla la luce dei riflettori.
L’accusa? “Appropriazioni indebite”. Sì, avete letto bene. Morgan non è affatto contento del titolo scelto da Ultimo per il suo prossimo lavoro. E quale sarebbe il titolo che ha fatto sobbalzare il talentuoso cantante dal ciuffo impetuoso? Proprio “Altrove”, una delle gemme del repertorio di Morgan, estratta dall’album “Canzoni dell’appartamento” datato 2003.
E così, mentre Ultimo stava già affilando le sue migliori note per il lancio dell’album, ecco arrivare la frecciatina di Morgan, più tagliente di una chitarra elettrica ben accordata. In una lettera pubblicata sul sito Mowmag, Morgan non ha risparmiato nulla al suo giovane collega, definendo la scelta del titolo un atto di “sottrazione indebita di paternità di un’opera”. Ma non finisce qui.
Morgan, con il suo stile inconfondibile, ha fatto notare che, se c’è una citazione, bisogna specificare la fonte, altrimenti è come prendere in prestito l’auto del vicino senza chiedere il permesso. E sì, caro Ultimo, hai fatto un bel giro in macchina, ma senza chiedere le chiavi a chi le aveva prima di te.
Ma Morgan non è soltanto un maestro del sarcasmo, è anche un filosofo della musica. Ha denunciato la tendenza attuale a non osare, a non sperimentare, a riscaldare la minestra invece di cucinare nuove pietanze. Un monito rivolto non solo a Ultimo, ma a tutti quegli artisti che preferiscono ripercorrere le orme degli altri anziché lasciare un’impronta personale nel mondo della musica.
Eppure, nonostante le parole taglienti di Morgan, si apre una finestra per la speranza. Una speranza che, forse, Ultimo potrebbe cogliere al volo. Morgan invita il giovane artista a avere fiducia nelle proprie risorse, a credere in sé stesso e a non ricorrere a “appropriazioni indebite” per emergere.
Adesso la palla è nel campo di Ultimo. Lascerà scivolare tutto addosso come l’acqua sulla piuma di un cigno, o deciderà di rispondere con la stessa verve e arguzia di Morgan? Una cosa è certa: l’aria della musica italiana è carica di tensione, e il duello tra Ultimo e Morgan promette scintille, tanto quanto un concerto live di queste due icone della musica italiana.
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Musica
Beatles forever: 55 milioni di euro di fatturato nel 2025 per la Apple Corps. Yoko Ono, Paul McCartney, Ringo Starr e Olivia Harrison ancora soci in parti uguali
I conti 2024-2025 della Apple Corps Limited confermano l’incredibile potenza economica del marchio Beatles. Fatturato a 55 milioni di euro e utili da 4 milioni. I quattro soci – McCartney, Starr, Olivia Harrison e Yoko Ono – mantengono ciascuno il 25% delle quote. Per la vedova Lennon anche un gettone “ad personam”, mai chiarito nel dettaglio.
Non c’è fine alla Beatlemania. Cinquantasei anni dopo l’ultima esibizione sul tetto della sede di Savile Row, i Beatles restano un marchio che fattura come una multinazionale. La Apple Corps Limited – la holding fondata nel 1963 come The Beatles Limited – ha chiuso il bilancio 2024-2025 con un fatturato lordo vicino ai 50 milioni di sterline (circa 55 milioni di euro). Una cifra da record per una società che continua a gestire il mito dei Fab Four, tra diritti musicali, licenze, merchandising e progetti audiovisivi.
La cassaforte di Liverpool
La società, con sede a Londra, è oggi divisa in quattro quote perfettamente uguali: il 25% a Yoko Ono, 92 anni; il 25% a Paul McCartney, 83; il 25% a Ringo Starr, 85; e il restante 25% a Olivia Harrison, 77, vedova di George, tramite un trust familiare. Ciascun socio siede nel consiglio di amministrazione – per la quota Lennon in due: Yoko e il figlio Sean Ono Lennon, 49 anni – e partecipa ai dividendi, pari a 3,4 milioni di sterline ciascuno, oltre a fee personali da 4,3 milioni.
Ma tra i dettagli più curiosi del bilancio, firmato il 23 ottobre 2025 dal direttore Bruce Grakal, storico legale di Ringo Starr, c’è un’annotazione che non passa inosservata: la società ha riconosciuto un pagamento “extra” di 850 mila sterline a Yoko Ono, dopo i 500 mila del 2024 e i 4,1 milioni del 2023. Un “bonus personale” di cui non è mai stata spiegata la natura, probabilmente legato ad accordi interni tra gli eredi.
L’industria del mito
Dal 2020, i quattro nuclei familiari hanno incassato complessivamente oltre 100 milioni di sterline tra provvigioni e dividendi. I ricavi netti – pari a 32 milioni di sterline – sono in crescita rispetto all’anno precedente (26,6 milioni), mentre gli utili, poco sotto i 4 milioni, risultano in lieve calo per l’aumento dei costi legati a un nuovo progetto cinematografico in sviluppo.
Un dato che conferma come i Beatles restino, oltre che leggenda culturale, una macchina industriale perfetta. Tra ristampe, documentari, diritti digitali e revival, il “marchio Liverpool” continua a generare ricchezza, dimostrando che l’amore — e i profitti — per i Fab Four non passano mai di moda.
Musica
Iva Zanicchi ricorda Ornella Vanoni: «L’ho amata tantissimo», ma riaffiora una vecchia frase che oggi suona davvero imbarazzante
L’Aquila di Ligonchio parla di un legame artistico profondo, ma nella memoria riaffiora un giudizio lontano che oggi stride con il dolore per la scomparsa della cantante milanese
Sono giorni di ricordi, nostalgia e parole pesanti di emozione attorno alla figura di Ornella Vanoni. Tra le voci che l’hanno salutata con calore c’è quella di Iva Zanicchi, che in queste ore ha raccontato di averla «sempre amata tantissimo», ripercorrendo decenni di palcoscenico condiviso. «Insieme abbiamo fatto tante cose. Ho tanti ricordi con lei, abbiamo fatto Sanremo insieme, la Mostra internazionale di musica leggera, Canzonissima. L’ho sempre amata e stimata tantissimo, lei era sincera, spietatamente sincera», ha dichiarato la Zanicchi con evidente commozione.
Due regine della musica italiana
Vanoni e Zanicchi hanno attraversato, da protagoniste, stagioni irripetibili della musica italiana. Diversissime nella voce, nella presenza scenica e nell’immaginario, sono però rimaste legate da un percorso artistico parallelo fatto di incontri, tensioni e rispetto reciproco. Iva oggi ne restituisce un ritratto affettuoso, quasi intimo, ricordando una collega capace di «spietata sincerità», in scena come nella vita.
Quel vecchio giudizio che torna a galla
Eppure, scavando nella memoria collettiva, riaffiora un episodio curioso: quando, molti anni fa, proprio Iva Zanicchi si lasciò sfuggire, con ironia o con leggerezza, la frase secondo cui Ornella Vanoni «non sapesse cantare». Un giudizio che all’epoca fece rumore e che oggi, riletto alla luce delle sue parole, assume tutt’altro sapore. Non c’è polemica, non c’è rievocazione amara: solo il gioco spesso crudele del tempo.
Un addio segnato dall’affetto
Oggi resta la riconoscenza e resta il senso di perdita per una figura che ha segnato un’epoca, oltre la musica, oltre le polemiche e le battute. E nelle parole di Iva c’è l’eco di una stagione in cui due donne, così diverse, hanno visto e costruito pezzi importanti della stessa storia.
Musica
Beyoncé al Gran Premio di Las Vegas in tuta Ferrari super attillata: look da corsa, curve esplosive e tifoseria d’eccezione
Prima l’ingresso nel paddock in pelle bianca stile motociclista, poi la trasformazione in tifosa Ferrari con una tutina rossa e nera aderentissima: Beyoncé ha catalizzato l’attenzione sugli spalti del GP di Las Vegas, mentre in pista la scuderia non è riuscita a mantenere le aspettative.
Il weekend di Las Vegas ha offerto glamour e motori, ma sulle tribune gli occhi erano soprattutto su Beyoncé. La cantante è apparsa al fianco di Jay-Z con un look da motociclista in pelle bianca decorato da inserti neri e rossi, completato da stivali a spillo e guanti senza dita. Un ingresso «da urlo», come l’hanno definito i commentatori presenti al circuito.




La trasformazione da tifosa Ferrari
Per la gara notturna Beyoncé ha scelto un secondo look, ancora più appariscente: una tutina racing rossa e nera con dettagli metallici e una cerniera gioiello dorata, aderentissima e impossibile da ignorare. L’artista si è mostrata sorridente in tribuna, scattando foto e incitando la Rossa, circondata da amici e staff.
In pista non è andata come sperato
L’effetto Beyoncé però non ha portato fortuna alla scuderia. Nonostante l’entusiasmo sugli spalti, la Ferrari ha faticato a trovare ritmo per tutta la gara, con Charles Leclerc che ha chiuso al quarto posto e Lewis Hamilton ottavo. Un esito sotto le attese, soprattutto in un appuntamento così scenografico per la Formula 1.
Il pubblico, intanto, ha continuato a osservare divertito le reazioni della star americana, diventata in poche ore uno dei volti simbolo del fine settimana del GP. E, come sempre, i social hanno amplificato ogni sguardo, ogni posa e ogni curva della popstar texana.
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