Calcio
Antonio Cassano contro Salt Bae: “880 euro per una bistecca? Mai più nel suo ristorante!”
Da 4 antipasti e una bistecca a un conto da 880 euro. La disavventura di Cassano nel ristorante di Salt Bae in Grecia strappa risate in studio e diventa un cult online.
Antonio Cassano continua a essere il protagonista assoluto di Viva El Futbol, il programma streaming condotto insieme a Lele Adani e Nicola Ventola, dove il calcio si mescola spesso a episodi di vita quotidiana. Nella puntata di ieri, l’ex calciatore ha raccontato un episodio che ha fatto ridere fino alle lacrime i suoi compagni di trasmissione.
Si parla di Nusret Gökçe, meglio noto come Salt Bae, celebre chef turco famoso per la teatralità con cui sparge il sale sulle sue pietanze. Cassano ha ricordato una visita nel ristorante di Salt Bae in Grecia, insieme alla sua famiglia: “Abbiamo preso quattro antipasti di carne e una bistecca grande da dividere in quattro”. Fin qui tutto normale, ma la sorpresa è arrivata con il conto.
“Ci hanno portato un conto di 880 euro,” ha raccontato Cassano tra risate e stupore. “Chiamo il cameriere e gli dico: amico, mi sa che hai sbagliato.” Ma no, il conto era giusto: “220 euro a testa per quello che abbiamo mangiato.”
Il racconto ha scatenato l’ilarità di Adani e Ventola, ma la battuta finale di Cassano ha rubato la scena: “Quando in inglese ci hanno chiesto come ci siamo trovati, ho risposto: benissimo, ma non ci verremo mai più!”
Una storia che si aggiunge alla lunga lista di commenti spontanei e taglienti che hanno reso Cassano una delle voci più genuine e divertenti del panorama sportivo e non solo.
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Calcio
Totti, la portinaia e Isabel: la procura non molla sull’inchiesta
Le verifiche dei pm ruotano attorno alla figura della portinaia e alla tempistica dell’intervento della polizia, cruciale per stabilire eventuali responsabilità.
Le indagini sulla vicenda che coinvolge Francesco Totti e la figlia Isabel, di otto anni, proseguono con nuove verifiche da parte della procura. Al centro dell’inchiesta, aperta ormai da un anno e mezzo, c’è un quesito chiave: la piccola è rimasta sola in casa anche solo per pochi minuti la sera in cui la polizia è intervenuta su segnalazione di Ilary Blasi?
Gli agenti, giunti all’abitazione di Totti a Vigna Clara, avrebbero atteso alcuni minuti prima di entrare, in attesa di una collega donna. Durante questo tempo, secondo quanto ipotizzano i pm, l’ex capitano della Roma potrebbe aver contattato la portinaia del palazzo, che è stata poi trovata in casa con Isabel.
Gli inquirenti vogliono ricostruire esattamente la sequenza degli eventi per chiarire se la portinaia fosse già presente nell’appartamento o se sia stata coinvolta successivamente, quando le volanti erano già davanti al palazzo.
Un dettaglio cruciale riguarda il tempo che la bambina potrebbe aver trascorso da sola prima dell’arrivo della portinaia, un elemento che potrebbe definire l’esito dell’inchiesta per abbandono di minore.
Parallelamente, Totti è coinvolto in un’altra indagine per il mancato pagamento dell’Iva, che sembra però avviarsi verso una rapida archiviazione dopo il saldo del debito. La questione legata alla figlia Isabel, invece, resta aperta e complessa.
Calcio
Edoardo Bove si risveglia: «Grazie a tutti». Il cardiologo spiega i possibili scenari
Il giovane calciatore, ricoverato a Careggi, è cosciente e non più intubato. Gli esperti analizzano l’episodio: il ritorno in campo dipenderà dai risultati degli accertamenti diagnostici.
Finalmente un sospiro di sollievo per Edoardo Bove, il centrocampista della Fiorentina che questa mattina ha pronunciato le sue prime parole dopo il grave malore accusato in campo durante la partita contro l’Inter. Ricoverato presso l’ospedale di Careggi, a Firenze, il giovane calciatore non è più intubato e ha parlato con i familiari, tra cui i genitori Giovanni e Tanya e la fidanzata Martina.
Bove è ancora sottoposto a una lunga serie di accertamenti
Nonostante il miglioramento, Bove è ancora sottoposto a una lunga serie di accertamenti diagnostici per chiarire cosa abbia causato l’aritmia che lo ha portato all’arresto cardiaco, costringendo i soccorritori a intervenire con il defibrillatore.
Secondo il cardiologo Massimo Grimaldi, presidente designato dell’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco), l’episodio potrebbe essere stato scatenato da una torsione di punta o da una contusione toracica.
Torsione della punta
«La torsione di punta è un’aritmia fugace, talmente veloce che può portare a un arresto cardiaco oppure risolversi spontaneamente. Può essere causata da bassi livelli di elettroliti come potassio o magnesio, oppure da una predisposizione genetica come il QT lungo. Tuttavia, quest’ultima ipotesi è poco probabile, dato che sarebbe stata rilevata durante i controlli di idoneità sportiva», ha spiegato Grimaldi.
Se le indagini confermassero una causa rimovibile, come un grave squilibrio elettrolitico, Bove potrebbe tornare a giocare. Tuttavia, se venissero individuate alterazioni strutturali del miocardio o cause genetiche, il calciatore potrebbe dover rinunciare alla carriera agonistica.
Grimaldi ha anche sottolineato il rigore delle normative italiane nel rilascio dell’idoneità sportiva: «L’Italia è tra le nazioni più protettive al mondo. Sebbene un defibrillatore possa eliminare il rischio di morte improvvisa, alcune cardiopatie peggiorano rapidamente con lo stress fisico. È per questo che in Italia si tutela anche il rischio di peggioramento delle condizioni sottostanti».
Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha fatto visita al calciatore e ha dichiarato: «L’ho trovato vigile e sereno. È davvero un ragazzo d’oro, con una grande capacità di reazione». La strada per la ripresa è ancora lunga, ma le prime parole di Bove e la sua forza d’animo sono segnali incoraggianti per il futuro.
Calcio
Gigi Buffon: che voglia di fare due paroline con lo scorrettissimo Rodrigo
L’ex portierone azzurro e bandiera della Juventus ricorda l’avversario più scorretto che abbia mai incontrato.
Quella di Buffon è stata una carriera sfavillante, nella quale ha mancato solo la Champions League, vincendo tutto il resto. Affrontando in carriera migliaia di avversari sui campi di tutto il mondo – tra Parma, Juve, PSG e nazionale azzurra – l’attuale 46enne sportivo toscano è sempre stato corretto e cordiale con tutti con tutti, sia compagni che avversari. Con tutti tranne uno, un calciatore che non riesce proprio a togliersi dalla mente per come si comportò con lui in campo, anche se non ne ricorda il nome: “Giuro: l’ho rimosso. Se lo rivedessi ci farei due parole“.
Rimozione psicologica
Ve lo diciamo noi di chi si tratta: Rodrigo Moreno Machado, attaccante brasiliano naturalizzato spagnolo, tuttora in attività a 33 anni. Di lui Buffon dice: “Ricordo un attaccante del Benfica che mi diede un calcio terribile alla mano, palesemente apposta, mi fece un male tremendo, e mi guardò senza nessuna intenzione di chiedere scusa. Chi era? Giuro: l’ho rimosso. Se lo rivedessi ci farei due parole, è per me un punto d’onore essere educato con tutti. Ma le persone negative le dimentico“.
Un match indimenticabile
Torniamo con la moviola all’1 maggio 2014: Juventus-Benfica: l’occasione persa dallo squadrone di Conte. La squadra torinese gioca in casa la semifinale di ritorno di Europa League contro il Benfica, dovendo rimontare la sconfitta per 2-1 dell’andata a Lisbona. Finisce 0-0 con conseguente eliminazione, una grande occasione persa per quello che all’epoca era lo squadrone bianconero allenato da Antonio Conte – che avrebbe stravinto il campionato col record dei 102 punti – visto che la finale della competizione si sarebbe giocata proprio a Torino (all’Allianz Stadium avrebbe poi trionfato il Siviglia, battendo il Benfica ai calci di rigore dopo lo 0-0 al termine dei tempi supplementari).
Furono i portoghesi a qualificarsi per la finale
Una partita di ritono pregna di tensione, con la Juventus costantemente all’attacco a testa bassa nel tentativo vano di far saltare il fortino della squadra portoghese, che aveva titolare a centrocampo quel Ruben Amorim, diventato da poco allenatore del Manchester United. Il secondo tempo si giocò sotto iuna pioggia torrenziale, Conte provò il tutto per tutto inserendo Giovinco e Osvaldo, il Benfica rimase anche in 10 per l’espulsione di Perez al 67′ ed alzò le barricate davanti alla porta di Oblak. Lo 0-0 si confermò fino al fischio finale, con la qualificazione del club portoghese per la finale di Europa League, con tanto di scaramucce a fine gara tra le panchine, con Vucinic e Markovic espulsi.
Meritava il rosso
A Buffon è rimasto in testa quello che accadde all’inizio del secondo tempo, quando un fallaccio di Rodrigo su di lui fu sanzionato dall’arbitro Clattenburg solamente con il cartellino giallo, quando avrebbe meritato l’espulsione. Gigi uscì per anticipare l’attaccante spagnolo, il quale gli tirò un calcio sulla mano, come ricorda perfettamente l’attuale capo delegazione dell’Italia.
Dove gioca oggi
Nella finalissima col Siviglia Rodrigo – per la legge non scritta della compensazione divina – avrebbe poi sbagliato uno dei due rigori decisivi falliti dal Benfica (l’altro fu di Cardozo). Quell’estate l’attaccante si trasferì poi al Valencia, giocandovi fino al 2020. Poi Leeds, Al-Rayyan e oggi Al-Gharafa, sempre in Qatar.
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