Sport
Che fine ha fatto Spalletti? Dopo gli Europei è sparito…
Il nostro calcio ha già rimosso la figuraccia degli Europei? Ci aspettavamo un atteggiamento diverso da un sistema calcio messo totalmente in discussione. E invece…

È passato appena un mese dal match fallimentare contro la Svizzera, eppure il calcio italiano non ha fatto una piega (tanto meno un mea culpa…), mostrandosi già concentrato su calcio mercato e prime amichevoli pre-campionato. E soprattutto e su una nuova, sanguinosa battaglia di potere tra Federcalcio e Lega.
Niente di niente
Nessuna riflessione profonda, neanche per tentare di salvare la faccia, soprattutto per i tifosi che ci hanno fermamente creduto e sono rimasti con un palmo di naso. Mai, a memoria recente, una squadra azzurra è stata così bistrattata sul piano sia tecnico che agonistico. Ma l’Italietta ha già rimosso tutto. Caspita… complimenti!
Un sistema in profonda crisi
Una caduta che non è stata solo quella di una squadra mediocre… ma di un intero sistema calcio tricolore. Tutti a casa, quasi felici e sollevati. Abbiamo già mancato due qualificazioni di seguito ai Mondiali. Una penosa performance, in grado di mettere addirittura in discussione il trionfo di Londra, arrivato – secondo alcuni – per un puro capriccio della fortuna. Del quale l’unica immagine davvero emozionante e al contempo struggente rimane la preenza di Gianluca Vialli, sincera e pura.
Sono solo parole
La cosa che davvero ha lasciato tutti di sasso è l’assoluta mancanza di dimissioni da parte di nessuno. Anche solo per salvare la faccia, per mostrare ancora un po’ di orgoglio, di dignità. E invece niente, solo discorsi di circostanza pregni di retorica. Soltanto chiacchiere e distintivo. O come canta Noemi… “solo parole”. Qualche discorsetto sui giovani, tirati sempre in ballo nei momenti più spinosi, sui quali si dovrebbe investire. Perchè è questa una delle grandi mancanze del calcio italiano: i talenti da schierare in casacca azzurra.
Che fine ha fatto il CT?
Già in vacanza Spalletti? Chissà cosa starà pensando dopo essersi trovato un personaggio come Gigi Buffon nell’inedito ruolo di direttore sportivo? Starà studiando le mosse su come ricucire il rapporto con lo spogliatoio? Oppure starà facebdo la macumba nei confronti di Allegri e Ranieri, che in molti vorrebbero come suoi sostituti? Forse starà studiano le tattiche per il prossimo incontro della Nazionale, tra poco più di un mese a Parigi, contro la Francia, in Nations League. Per evitare l’ennesima figura di palta, quella che il “buon” Emilio fede avrebbe definito in modo più agreste…
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Calcio
Cristian Totti dice addio al calcio a soli 19 anni: «Essere figlio di Francesco è stato un peso insostenibile»
Dopo una breve carriera tra Roma, Frosinone, Spagna e Olbia, Cristian Totti ha detto basta: non reggeva più il confronto con papà Francesco. Ma resta nel calcio, lavorando nell’accademia di famiglia.

La sua ultima apparizione è stata con l’Olbia, in Serie D. Sei partite, una sola ammonizione e pochi minuti per lasciare il segno. Eppure, gli occhi erano sempre tutti su di lui. Cristian Totti, 19 anni, figlio del mitico numero 10 della Roma, ha deciso di dire basta con il calcio giocato. Un addio silenzioso, sussurrato alla stampa locale e confermato senza giri di parole: «Sì, smetto. Ho preso questa scelta».
Una scelta sofferta, ma lucida. Cristian non ce la faceva più a convivere con l’etichetta di “figlio di”. Ogni gesto, ogni tocco, ogni mancata convocazione diventavano materia di paragoni, giudizi, aspettative. Cresciuto tra i vivai di Roma e Frosinone, con una parentesi anche in Spagna nel settore giovanile del Rayo Vallecano, non è mai riuscito a scrollarsi di dosso il fantasma del padre.
Nel 2024 era approdato all’Olbia, dopo una breve firma con l’Avezzano. A portarlo in Sardegna era stato Marco Amelia, ex portiere della Nazionale e suo allenatore ai tempi del Frosinone. «Cristian aveva qualità, visione, intelligenza tattica», ha spiegato Amelia. Ma il contesto – a detta del tecnico – era difficile. Amelia è stato esonerato dopo poche settimane, e Totti jr ha rescisso il contratto a dicembre.
Ora Cristian cambia campo ma non abbandona il pallone. Lavorerà nell’accademia fondata da suo padre, oggi gestita dallo zio Riccardo. Si occuperà di scouting e formazione, cercando giovani talenti che magari, come lui, amano il calcio senza dover portare il peso di un’eredità impossibile.
Nel frattempo, resta l’amaro per una carriera mai davvero cominciata. E il paradosso di un cognome che doveva aprire porte e invece, spesso, le ha chiuse.
Sport
“Physical: da 100 a 1” sbarca in Italia: sfida estrema con Federica Pellegrini e Jury Chechi
Il reality internazionale arriva su Netflix con una versione italiana tutta muscoli, sudore e celebrità. Tra i 100 concorrenti in gara anche Tania Cagnotto, Elisabetta Canalis, Mirco Bergamasco e Luis Sal. In palio il titolo di atleta definitivo

L’Italia è pronta a mettersi alla prova con una nuova sfida targata Netflix. Si chiama “Physical: da 100 a 1”, ed è l’adattamento italiano del celebre format coreano “Physical: 100”. Diventato un fenomeno mondiale grazie al suo mix adrenalinico di sport, spettacolo e resistenza. Il reality, prodotto da Endemol Shine Italy. Sarà presto disponibile sulla piattaforma streaming e promette di portare sullo schermo una competizione fisica ad altissimo tasso di spettacolarità.
A contendersi il titolo saranno 100 concorrenti, scelti tra atleti professionisti, sportivi emergenti e volti noti dello spettacolo. Pronti a mettersi in gioco in prove estreme che testeranno ogni aspetto del loro corpo e della loro mente. Solo uno, alla fine, riuscirà a superare ogni sfida e conquistare la vittoria.
Tra i partecipanti spiccano nomi illustri dello sport italiano: Federica Pellegrini, regina del nuoto, il leggendario ginnasta Jury Chechi, la tuffatrice olimpica Tania Cagnotto. L’ex rugbista Mirco Bergamasco, l’ex calciatore e volto tv Alvise Rigo, e Elisabetta Canalis, oggi anche atleta di kickboxing. A sorprendere il pubblico ci sarà anche il creator Luis Sal, seguitissimo sui social.
Le selezioni sono state rigorosissime: più di 1.000 candidati contattati, 187 colloqui online, 130 ore di provini e 137 incontri finali in presenza. I partecipanti hanno età comprese tra i 22 e i 60 anni, e provengono dai mondi più disparati: triathlon, lotta greco-romana, football americano, skeleton, fino a sport meno convenzionali come l’Hyrox o il Calcio Storico Fiorentino.
Il programma, ambientato in una scenografia imponente firmata da Marco Calzavara e accompagnato dalla fotografia di Ivan Pierri, punta a ricreare l’atmosfera di un’arena moderna, dove forza fisica e strategia si fondono in un unico grande show. Il team creativo è guidato da Roberta Briguglia e Tommaso Marazza, con un gruppo di autori che comprende nomi esperti del settore televisivo.
Dopo il successo delle versioni statunitense e asiatica, Netflix consolida così il suo investimento nei reality ad alta intensità, aprendo la prima edizione italiana di un franchise internazionale di grande richiamo. “Physical: da 100 a 1” non è solo un gioco a eliminazione, ma un vero e proprio test di determinazione, resilienza e spirito di squadra. E per chi guarda da casa, uno spettacolo tutto da vivere.
Calcio
Calhanoglu fa pace con Lautaro e blinda il futuro all’Inter: “Sono felice, voglio restare qui”
Dopo settimane di voci e silenzi, Hakan Calhanoglu è tornato ad Appiano Gentile e ha chiarito tutto: dal presunto gelo con Lautaro Martínez al pressing dei club turchi. “Voglio vincere con l’Inter, il mio futuro è qui”. E sul rinnovo lascia uno spiraglio: “Vediamo cosa succede, ma il mio obiettivo è restare”.

Hakan Calhanoglu torna a parlare, e lo fa per spegnere sul nascere tutte le polemiche e le voci di mercato. Il regista turco, assente per infortunio durante il Mondiale per Club, ha raggiunto Appiano Gentile per iniziare la nuova stagione con l’Inter, mettendo subito le cose in chiaro. A partire dai presunti dissapori con Lautaro Martínez, nati dopo le dichiarazioni post-eliminazione nella rassegna araba.
«Abbiamo parlato – ha chiarito –. Siamo professionisti, non c’è alcun problema. Quando tornerà dalle vacanze lo abbraccerò. Avevamo la testa piena, oggi siamo tutti più rilassati e guardiamo avanti». Un modo elegante per sotterrare l’ascia di guerra, dopo settimane in cui il gelo tra i due sembrava aver incrinato gli equilibri nello spogliatoio nerazzurro.
E a chi gli chiedeva del pressing dei club turchi, in particolare Galatasaray e Fenerbahce, Calhanoglu ha risposto con fermezza: «Ogni anno escono voci di mercato, ma non ho mai detto nulla perché volevo che i tifosi vedessero che sono tornato. Non è giusto fare sempre dichiarazioni. Sono un giocatore dell’Inter e voglio continuare qui».
Il centrocampista ha voluto così ribadire la sua fedeltà al progetto nerazzurro, con cui ha vinto lo scudetto e conquistato la stima di compagni e tifosi. E se sul tema rinnovo ha preferito non sbilanciarsi troppo, lasciando tutto in sospeso con un “speriamo, vediamo cosa succederà”, ha però ribadito con convinzione: «Il mio obiettivo è vincere qui».
La stagione è appena iniziata, ma Calhanoglu ha già lanciato un segnale forte. L’Inter può contare su di lui. E il passato, dissapori compresi, è già archiviato.
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