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Calcio

Il silenzio radio di “Tutto il calcio minuto per minuto”

Questa astensione è un grido di protesta, un modo per alzare la voce e chiedere chiarezza sul futuro della radio. Non si tratta solo di difendere un programma, ma di difendere l’essenza stessa della comunicazione radiofonica. E finché le risposte non saranno date, il silenzio sarà il loro grido più eloquente.

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    Il mondo radiofonico si prepara oggi a un silenzio eloquente. Un giorno di astensione dal lavoro, un gesto coraggioso per difendere l’anima della radio dall’assimilazione televisiva. Sabato, Radio Rai si ferma, unendosi in uno sciopero giornalistico contro l’accorpamento della redazione di Rai Sport. Questa non è solo una protesta per mantenere l’autonomia della radio, ma anche un’opportunità per sollevare interrogativi sul destino della comunicazione radiofonica nel contesto moderno.

    L’onda leggera della radio, con la sua romanticità intrinseca e il suo carattere poco dispendioso, si trova ora minacciata dall’ombra ingombrante della televisione del servizio pubblico. Cosa significa per la radio diventare una costola della televisione? Perché la sua voce, così unica e preziosa, dovrebbe essere inghiottita dalla voragine dei media visivi? Quindi niente radiocronaca di Juventus-Milan e Lazio-Verona, niente serie B, niente MotoGp. Sssssh, silenzio… per alzare la voce.

    L’astensione da “Tutto il calcio minuto per minuto” non è solo una pausa dal lavoro, ma una pausa dalla storia stessa. È un rifiuto del conformismo, una ribellione al dilagare dei media visivi che minacciano di soffocare il potere evocativo delle parole radiofoniche. Filippo Corsini, responsabile del programma, esprime il disorientamento di fronte a un cambiamento che minaccia l’identità stessa di Radio Uno. Le cronache del calcio non sono solo informazione sportiva, ma il cuore pulsante della programmazione radiofonica, una parte integrante dell’identità della stazione. Che ne sarà di loro in questo nuovo panorama?

    La protesta non è solo per difendere un programma, ma per proteggere un patrimonio culturale. “Tutto il calcio minuto per minuto” è molto più di un programma sportivo, è un legame affettivo con milioni di radioascoltatori che lo considerano parte della propria vita. Ma ora, di fronte all’incertezza del futuro, anche la sopravvivenza del programma è messa in discussione. Corsini chiede spiegazioni, perché cambiare se il programma ha sempre funzionato? La radio ha sempre offerto tutto, dalla Serie A alle Coppe europee, mantenendo costi contenuti e diritti garantiti. Ma ora, l’incertezza regna sovrana.

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      Calcio

      Roberto Mancini e Silvia Fortini non si seguono più su Instagram: crisi o semplice distrazione digitale?

      Roberto Mancini e l’avvocatessa Silvia Fortini, coppia riservata e lontana dal gossip, non si seguono più su Instagram. Un gesto apparentemente banale, ma che molti leggono come il segnale di un possibile allontanamento tra i due. Nessun commento ufficiale, ma la curiosità dei social è ormai alle stelle.

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        Nel mondo dei social basta un “unfollow” per far scattare l’allarme. E stavolta tocca a una coppia insospettabile: Roberto Mancini e la moglie Silvia Fortini, sposati dal 2018, sembrano essersi “persi di vista” su Instagram.

        L’ex ct della Nazionale e attuale allenatore dell’Arabia Saudita non segue più la consorte, e lei ha fatto lo stesso. Un gesto minimo, certo, ma in tempi di amore 2.0 anche i dettagli digitali diventano notizie. E per molti fan è bastato quel piccolo movimento per ipotizzare una crisi.

        Mancini, 59 anni, e Fortini, avvocatessa romana di quattordici anni più giovane, sono sempre stati una coppia riservata, lontana dai riflettori e dalle cronache mondane. Nessuna dichiarazione pubblica, poche apparizioni insieme, pochissime foto social. Proprio per questo il gesto ha colpito: una distanza “virtuale” che, per chi li conosce, non sembra nel loro stile.

        C’è chi parla di semplice casualità o di un aggiornamento casuale negli account, e chi invece legge nell’unfollow un sintomo di tensione dopo mesi di vita separata tra Roma e il Medio Oriente. Mancini, infatti, vive da tempo a Riad, dove guida la nazionale saudita, mentre Silvia è rimasta in Italia, impegnata nel suo studio legale e nei progetti personali.

        Nessuno dei due, per ora, ha commentato. Ma nel silenzio cresce la curiosità, alimentata dai social stessi: tra i follower che analizzano ogni like, ogni tag mancato, ogni foto cancellata.

        Solo qualche settimana fa, Mancini aveva postato un’immagine da Gedda con la scritta: “Il lavoro è sacrificio, ma anche libertà”. Un pensiero che alcuni hanno letto come un messaggio personale.

        Crisi vera o semplice coincidenza digitale, il mistero resta. E in un’epoca in cui le relazioni si misurano anche a colpi di “segui” e “non seguo più”, persino un gesto così piccolo può far rumore come un cartellino rosso.

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          Calcio

          La mamma di Lamine Yamal debutta a Londra: cena a pagamento, selfie da 800 euro e un brand da sfruttare

          Nessuna traccia di Lamine: protagonista è solo lei, che dal profilo basso allo stadio passa ora al centro della scena. Il figlio è un campione, ma la madre ha deciso che è anche un marchio da monetizzare.

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            Sheila Ebana, 35 anni, sorride di profilo come una diva su un poster che annuncia il suo esordio in società: una cena esclusiva al Nobu Hotel di Portman Square, a Londra. Non è una serata di beneficenza, non è un evento di moda. È, semplicemente, la presentazione della “mamma di Lamine Yamal in qualità di mamma di Lamine Yamal”. Nessuna deroga al ruolo: lei è la madre del prodigio del Barcellona e della nazionale spagnola, e tanto basta per trasformare la maternità in un marchio. Biglietti da 150 euro per i curiosi confinati in fondo alla sala, 800 euro per chi vuole un selfie con la signora. Nel prezzo, rassicurano gli organizzatori, sono comprese le tre portate e le noccioline dell’aperitivo. Il figlio, invece, non ci sarà.

            La signora Sheila ha già dimostrato di avere fiuto per la scena. Fu lei a orchestrare la discussa festa dei 18 anni del figlio, quella con i nani assunti come intrattenimento. Fu ancora lei a benedire pubblicamente la relazione di Lamine con la cantante argentina Nicky Nicole, quasi a rivendicare un ruolo da futura suocera oltre che da madre. Ora però Sheila sceglie la ribalta per sé, con un’iniziativa che somiglia più a una tournée che a una cena.

            La sua storia parte da lontano. Originaria della Guinea Equatoriale, arrivò in Catalogna da ragazzina con pochi soldi e tante speranze. Ha lavorato ovunque: cameriera al McDonald, addetta in churrascherie, domestica. Poi le difficoltà familiari, la separazione dal marito marocchino Mounir Nasraoui, la nascita del secondo figlio Keyne. Lamine, cresciuto tra Rocafonda e il barrio di Matarò, nel frattempo diventava un talento da milioni. Il padre ha sempre preferito la posa dello spaccone – “vivrò alle tue spalle”, ha dichiarato – salvo finire nei guai, fino a beccarsi una coltellata in una lite di quartiere. Lei, invece, fino a ieri, si teneva in disparte: solo qualche apparizione sugli spalti del Camp Nou e all’Europeo, con la maglia numero 19 della Roja.

            Adesso il cambio di passo: basta profilo basso, Sheila ha capito che suo figlio è un campione ma anche un brand. E un brand, nell’era dei social e degli eventi a pagamento, va sfruttato. Così nello spot che pubblicizza il gala si fa riprendere in accappatoio, mentre si trucca con tacchi a spillo, un bicchiere di champagne in mano e un sorriso nuovo di zecca. Non serve altro. In fondo, nel calcio moderno, non è solo il talento che fa la fortuna: è il contorno che diventa spettacolo.

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              Oriana Sabatini: «Incinta e felice, ma vomito ogni giorno. Paulo Dybala mi vizia, il sesso? Zero voglia»

              La futura mamma si confessa senza filtri: nausea quotidiana, niente intimità e un Dybala trasformato in infermiere personale. Per la piccola in arrivo, caccia a un nome che non faccia sorridere i tifosi.

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                Altro che gravidanza patinata da copertina. Oriana Sabatini, cantante e attrice argentina e moglie di Paulo Dybala, ha scelto la sincerità più cruda per raccontare i suoi primi quattro mesi da futura mamma. Niente arcobaleni, niente foto da fiaba: «Sono molto felice, ma mi sento malissimo. Vomito tutti i giorni», ha confessato in tv, con l’onestà di chi non ha paura di demolire l’immagine patinata da “principessa del calcio”.

                Una confessione che ha subito fatto il giro dei media argentini, soprattutto per i dettagli intimi che la 28enne non ha esitato a condividere. A cominciare dal rapporto con il marito, stella della Roma e idolo delle tifoserie: «Paulo mi vizia, mi mette il pigiama e mi rimbocca le coperte». Altro che Joya in campo: dentro casa, il numero 21 giallorosso si è trasformato in un premuroso badante, pronto a correre in soccorso della moglie ogni volta che la nausea prende il sopravvento.

                E quando si parla di intimità? La risposta di Oriana ha spiazzato i fan che la seguono sui social: «Il sesso? Non ne ho voglia, mi sento troppo male». Una dichiarazione che conferma quanto la gravidanza possa rivoluzionare ogni aspetto della vita di coppia, anche per le coppie più glamour.

                Capitolo nome della bambina: la scelta non è ancora stata fatta, ma la cantante ha voluto sgombrare il campo da equivoci. «Hermione è troppo», ha detto ridendo, con un chiaro riferimento alla saga di Harry Potter. «Cercheremo qualcosa di originale, ma non strano». Insomma, un nome particolare ma che non trasformi la figlia in una mascotte da curva sud.

                Intanto, mentre i tifosi della Roma già fantasticano su futuri cori dedicati alla piccola Dybala-Sabatini, Oriana continua a raccontarsi senza filtri, demolendo con una battuta l’idea che la gravidanza sia solo una passerella glamour. Tra vomiti quotidiani, pigiami infilati dal marito e notti movimentate più per i risvegli che per la passione, l’artista argentina ha dimostrato che la sua favola è tutt’altro che zuccherosa.

                E chissà che proprio questa sincerità brutale non diventi il segreto della sua nuova popolarità: più che la “moglie di”, Oriana sembra intenzionata a essere la futura mamma che dice quello che tutte pensano, ma nessuna ammette.

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