Sport
Sky chiede scusa a Sinner per la gaffe sul Roland Garros: “Errore nostro, malissimo. È la seconda cosa che ci fa più male”
Sinner perde una battaglia di oltre cinque ore con Alcaraz e Sky Sport sbaglia la grafica, annunciandolo vincitore. Reazioni immediate, ma anche la pronta assunzione di responsabilità da parte del direttore Ferri: “Quando si sbaglia, si sta zitti e si chiede scusa. È la seconda cosa che ci fa male oggi”.

Jannik Sinner ha combattuto come un leone nella finale del Roland Garros 2025 contro Carlos Alcaraz. Cinque set epici, 5 ore e 29 minuti di tennis di altissimo livello, ma alla fine ha dovuto arrendersi al fuoriclasse spagnolo. Con la racchetta in mano e lo sguardo nel vuoto, Sinner ha provato a nascondere la delusione dietro l’asciugamano, ma le immagini parlavano da sole.
Eppure, in un momento così delicato e carico di emozioni, la diretta di Sky Sport ha lasciato di stucco i telespettatori. Mentre scorrevano le immagini di un Sinner distrutto, la grafica annunciava erroneamente la sua vittoria: “Sinner vince il Roland Garros”. Bastava un’occhiata per capire che qualcosa non tornava. Il fascione dell’ultim’ora, invece, riportava correttamente la notizia: la sconfitta, con tanto di punteggio esatto e menzione del trionfo di Alcaraz.
A creare ulteriore confusione è stata un’altra immagine: Sinner con le braccia alzate e un sorriso raggiante. Uno scatto di repertorio che, combinato con la grafica sbagliata, ha creato un cortocircuito immediato. I social si sono scatenati: critiche, sfottò e qualche battuta amara. Ma anche la consapevolezza che la diretta, con i suoi ritmi forsennati, può giocare brutti scherzi.
La reazione più importante è però arrivata dal direttore di Sky Sport, Federico Ferri. Nessun tentativo di minimizzare, nessuna scusa di circostanza. Con un post su X, Ferri ha chiesto scusa ai telespettatori e a tutti gli abbonati. “Avevamo preparato due grafiche, una per la vittoria di Sinner e una per Alcaraz – ha scritto – e purtroppo abbiamo mandato in onda quella sbagliata. Malissimo. È la seconda cosa che ci fa stare peggio stasera”.
Il messaggio, chiaro e diretto, è stato apprezzato da molti utenti. Non capita spesso che un direttore di rete ammetta pubblicamente un errore senza mezzi termini. Ma Ferri ha scelto la via più difficile e più giusta: metterci la faccia, scusarsi e spiegare cosa è successo.
In un Paese dove spesso si cerca un capro espiatorio da mandare “al macello”, la trasparenza di Sky Sport è stata un raro segno di responsabilità. Perché, come ha dimostrato anche Sinner accettando la sconfitta con la testa alta, si può cadere e rialzarsi. E quando si sbaglia, l’unico modo per uscirne a testa alta è riconoscerlo. Anche – e forse soprattutto – in diretta.
INSTAGRAM.COM/LACITYMAG
Calcio
Inzaghi, la testa era già in Arabia: l’Al-Hilal lo smaschera dopo la debacle di Monaco
Esteve Calzada, amministratore delegato dell’Al-Hilal, racconta alla BBC che l’arrivo di Simone Inzaghi era già deciso prima della finale di Champions. Il tecnico avrebbe chiesto di rimandare l’annuncio per non destabilizzare la squadra. Intanto l’Inter incassava cinque gol dal Paris Saint-Germain. E ora i tifosi si sentono traditi

Altro che scelta maturata dopo la sconfitta. Simone Inzaghi era già dell’Al-Hilal prima ancora di scendere in campo a Monaco. E mentre i tifosi dell’Inter cercavano consolazione dopo il pesantissimo 5-1 inflitto dal Paris Saint-Germain in finale di Champions League, dalla BBC arriva la conferma che brucia: il tecnico piacentino aveva la testa già tra i petrodollari.
A far esplodere la notizia è Esteve Calzada, amministratore delegato del club saudita, che con dichiarazioni tutt’altro che ambigue mette fine a ogni alibi: «Era già tutto deciso. Simone ci ha solo chiesto di aspettare a firmare, per rispetto della partita e della squadra. Non voleva influenzare l’ambiente prima della finale».
Una richiesta di stile? Forse. Un’ammissione di colpa? Sicuramente. Perché quella frase – “era già tutto deciso” – vale più di mille comunicati stampa. E smentisce apertamente la versione fornita dallo stesso Inzaghi, che solo pochi giorni fa aveva sostenuto di aver accettato l’offerta saudita “dopo la finale”, quando il suo ciclo con l’Inter poteva dirsi concluso.
I dubbi, in realtà, c’erano da settimane. L’insistenza con cui il suo entourage glissava sulle voci dall’Arabia, la lentezza sospetta nel definire il suo futuro con i nerazzurri, e poi quel silenzio post-finale. La sconfitta bruciante contro Mbappé e compagni sembrava aver segnato la fine di un percorso, non solo sportivo ma anche emotivo. Ora, però, i conti non tornano. Perché se il tecnico aveva già deciso di voltare pagina, quanto ha influito questa scelta sull’umore, la tensione e la prestazione della squadra a Monaco?
I tifosi se lo chiedono, e le risposte – amarissime – iniziano ad arrivare. In campo, l’Inter è apparsa stanca, disunita, spenta in modo inspiegabile per una finale di Champions. Una squadra smarrita, con la testa altrove. Ora si scopre che non era l’unica testa altrove: anche quella dell’allenatore era già proiettata a Riyad, verso un contratto plurimilionario, una nuova vita e, per qualcuno, un addio senza onore.
«Potrebbe sembrare qualcosa di improvviso – ha detto ancora Calzada – ma è il frutto di un lungo lavoro». Parole che lasciano poco spazio all’interpretazione. Inzaghi era già stato scelto da settimane, probabilmente mentre l’Inter affrontava le semifinali con grinta e speranza. Eppure, per correttezza apparente, ha chiesto che tutto venisse messo in pausa. Non cancellato, solo messo in pausa.
Ora il puzzle si compone. L’Al-Hilal cercava un profilo internazionale, un tecnico europeo con curriculum solido e temperamento pacato. Inzaghi, da finalista di Champions e vincitore di Supercoppe e Coppa Italia, rappresentava il nome perfetto. Meno ingombrante di un Mourinho, meno costoso di un Klopp, ma con sufficiente esperienza da gestire uno spogliatoio di stelle, da Neymar a Koulibaly.
Il futuro del tecnico, intanto, è già scritto. Un triennale sontuoso e la promessa di un ruolo centrale nella crescita del calcio saudita. Ma il suo passato, quello interista, ora si scolora sotto una luce meno romantica. Le lacrime a fine gara, le mani giunte verso la curva, la panchina vuota e il saluto accennato: tutto rischia di sembrare una messinscena. Anche se fosse stato solo un tentativo di tenere tutto insieme fino all’ultimo.
Nel frattempo, i tifosi dell’Inter si interrogano. Sapevano che Inzaghi se ne sarebbe andato, ma speravano almeno che fosse fino in fondo “uno di loro”. Invece no. Era già altrove. E a Monaco, forse, si è giocato qualcosa di più di una semplice finale persa. Si è perso un legame. Si è spezzata un’illusione.
Calcio
L’Italia di Gattuso: tra moduli, coraggio e l’incognita Chiesa
Il nuovo CT punta su energia e velocità, ma dovrà sciogliere il nodo tattico e rilanciare una squadra in difficoltà.

La Nazionale italiana riparte sotto la guida di Gennaro Gattuso, chiamato a risollevare gli azzurri dopo un avvio difficile nelle qualificazioni ai Mondiali 2026. La sconfitta contro la Norvegia ha fatto scattare l’allarme, e ora il nuovo CT deve trovare la formula giusta per restituire identità e competitività alla squadra. Gennaro “ringhio” Gattuso è stato uno dei centrocampisti più combattivi e instancabili della storia del calcio italiano. Nato nel 1978, ha giocato per anni con il Milan, diventando una figura centrale nella squadra che ha conquistato due Champions League (2003 e 2007), due scudetti e numerosi altri trofei.
Un ringhio padrone del centrocampo
La sua grinta in campo, la determinazione feroce e il modo ruvido di affrontare gli avversari gli hanno valso il soprannome “ringhio“, perché giocava con l’intensità di un mastino, sempre pronto a difendere e recuperare palloni con aggressività. Non era un centrocampista elegante, ma era fondamentale: un gladiatore capace di distruggere il gioco avversario e motivare i compagni. Con la Nazionale Italiana, Gattuso ha vinto il Mondiale 2006, formando con Pirlo una coppia formidabile a centrocampo, un perfetto equilibrio tra tecnica e agonismo. Fu celebrato per il suo spirito indomabile, tanto che diventò uno dei giocatori più amati dai tifosi per il suo modo viscerale di vivere il calcio. Gattuso era un simbolo di grinta, cuore e sacrificio, qualità che oggi cerca di trasmettere nella sua carriera da allenatore. Se c’è una cosa certa, è che il calcio senza “ringhio” sarebbe stato molto meno battagliero!
Quale modulo per la nuova Italia?
Gattuso ha sempre preferito la difesa a quattro, con schemi come il 4-3-3 e il 4-2-3-1, moduli che favoriscono il gioco veloce e offensivo. Se applicato alla Nazionale, questo potrebbe valorizzare giocatori come Orsolini, Zaccagni e Politano, giocatori capaci di colpire in rapidità e creare superiorità numerica. Tuttavia, nelle sue ultime esperienze, il tecnico ha anche sperimentato il 3-4-2-1 e il 3-4-3, configurazioni che potrebbero adattarsi meglio alle caratteristiche attuali della rosa. A pesare sullo schema definitivo sarà il ruolo di Federico Chiesa, un talento su cui Gattuso vorrebbe puntare, ma che resta un’incognita a causa delle sue condizioni fisiche e del futuro nel mercato.
Ci sono però alcuni punti fermi. Gattuso, siamo certi, ripartirà da giocatori con personalità e qualità, come Tonali, Barella e Donnarumma, e punterà su due concetti chiave: adattamento e mentalità. L’obiettivo sarà restituire energia a un gruppo che ha faticato troppo nelle ultime uscite, creando un’identità forte e sfruttando le caratteristiche migliori dei suoi uomini. Ci sarà tempo per sperimentare? A leggere il calendario no. Ringhio deve fare presto. Il tempo per sperimentare è poco, e ogni decisione presa sarà determinante per il futuro della Nazionale. Gattuso dovrà trasformare presto la grinta in punti, per evitare che l’Italia resti fuori dai giochi ancora una volta.
Calcio
Milioni in banca, ma stress da record: il sindacato dei calciatori chiede più pause
FifPro propone dodici misure per proteggere la salute dei giocatori, tra cui otto settimane di pausa tra le stagioni e un limite al numero di partite.

Essere un calciatore professionista può sembrare il sogno perfetto: milioni di euro di stipendio, stadi gremiti e gloria internazionale. Eppure, secondo il sindacato mondiale dei calciatori (FifPro), la realtà dietro le quinte è molto meno dorata. Il carico di lavoro sulle stelle del pallone è talmente elevato che un team di 70 esperti ha richiesto dodici misure di sicurezza per salvaguardarne la salute fisica e mentale. La proposta principale riguarda una pausa di otto settimane tra una stagione e l’altra, suddivisa in quattro settimane di ferie (di cui due completamente prive di impegni mediatici o ufficiali) e quattro di recupero. Ma con il Mondiale per Club dal 14 giugno al 13 luglio, e l’avvio dei principali campionati europei in agosto, questa regola sembra già destinata a essere disattesa.
Più pause, più riposo e meno social
La FifPro insiste anche sull’introduzione di una settimana obbligatoria di riposo a metà stagione. Non solo. Vorrebbe l’imposizione di almeno un giorno libero a settimana, e una particolare attenzione ai giocatori under 18, che rischiano di subire un sovraccarico eccessivo. Secondo il professor Vincent Gouttebarge, direttore medico del sindacato, il problema va affrontato con urgenza. “Se siamo tutti d’accordo che la salute viene prima di tutto, dobbiamo implementare queste misure di protezione”, afferma, sottolineando la pressione fisica e mentale cui sono sottoposti i calciatori.
Non ci sono regolamenti internazionali per tutti i calciatori
L’obiettivo del sindacato è ottenere standard globali nel calcio internazionale, dove ancora oggi non esistono regolamenti chiari per tutelare gli atleti. “Così come i lavoratori edili necessitano di dispositivi di sicurezza e i piloti hanno periodi di riposo obbligatori, i calciatori hanno bisogno di tutele concrete”, sostiene FifPro. Oltre alle dodici misure di base, la maggioranza degli esperti (tra il 60 e il 74%) si è espressa a favore di limitazioni sul numero di partite stagionali e di una programmazione più flessibile per ridurre i rischi di infortuni.
-
Gossip1 anno fa
Elisabetta Canalis, che Sex bomb! è suo il primo topless del 2024 (GALLERY SENZA CENSURA!)
-
Cronaca Nera11 mesi fa
Bossetti è innocente? Ecco tutti i lati deboli dell’accusa
-
Sex and La City1 anno fa
Dick Rating: che voto mi dai se te lo posto?
-
Speciale Olimpiadi 202411 mesi fa
Fact checking su Imane Khelif, la pugile al centro delle polemiche. Davvero è trans?
-
Speciale Grande Fratello9 mesi fa
Helena Prestes, chi è la concorrente vip del Grande Fratello? Età, carriera, vita privata e curiosità
-
Speciale Grande Fratello9 mesi fa
Shaila del Grande Fratello: balzi da “Gatta” nei programmi Mediaset
-
Gossip1 anno fa
È crisi tra Stefano Rosso e Francesca Chillemi? Colpa di Can?
-
Gossip11 mesi fa
La De Filippi beccata con lui: la strana coppia a cavallo si rilassa in vacanza