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Calcio

Terna arbitrale al femminile per la Serie A

Al di là di quello che sarà il risultato finale tra Inter e Torino la partita di domenica 28 entrerà comunque nella storia. Per la prima volta in Serie A scenderà in campo una terna arbitrale tutta femminile,

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    Al di là di quello che sarà il risultato finale tra Inter e Torino la partita di domenica 28 entrerà comunque nella storia. Per la prima volta in Serie A scenderà in campo una terna arbitrale tutta femminile.

    L’ arbitro Maria Sole Ferrieri Caputi di Livorno sarà affiancata dalle assistenti Francesca Di Monte e Tiziana Trasciatti. Era già successo nel Campionato di Serie B tra Frosinone e Ternana nel dicembre del 2023 e nel gennaio dello stesso anno in Coppa Italia nel match tra Napoli e Cremonese. Domenica al Meazza sarà l’esordio per il massimo Campionato.

    Maria Sole Ferrieri Caputi, il primo arbitro in gonnella in Serie A

    Ferrieri Caputi è il primo arbitro donna della storia del movimento calcistico italiano. Nata il 20 novembre 1990 a Livorno si divide tra la passione per il calcio e l’impiego nel centro studi di diritto del lavoro dell’Università di Bergamo. Dopo le lauree in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all’Università di Pisa, e in Sociologia all’Università di Firenze, per diventare arbitro ha dovuto affrontare una lunga formazione accademica che l’ha portata a debuttare in Serie D nel novembre del 2015. In quell’occasione fu chiamata a dirigere Levico-Atletico San Paolo.

    Brecce nelle reti dei maschi

    La prima squadra della massima serie che ha diretto è stata quella del Cagliari, nella sfida dei sedicesimi di finale della Coppa Italia 2021/2022 contro il Cittadella. Un match nervoso che l’ha portata ad annullare ben tre goal, uno dei quali con l’ausilio del VAR, ma che le ha fatto ottenere un riconoscimento in quanto determinazione e sicurezza. In Serie A nella stagione scorsa ha arbitrato la sua prima gara della carriera nella sfida tra Sassuolo e Salernitana finita 5-0 in favore degli emiliani.

    Il suo modello è Stéphanie Frappart ma anche Carina Vitulano, anche lei livornese, oggi osservatrice Uefa che segue la parte tecnica degli arbitri donne.
    Dal punto di vista internazionale il fischietto toscano ha arbitrato la sfida amichevole tra San Marino e Albania il 16 novembre 2023, termina 3-0 in favore degli ospiti, oltre a incontri internazionali Under 21. Inoltre è stata scelta per Mondiali femminili Under 17 e per la Women’s Champions League nelle sfide tra tra Bayern Monaco e Benfica e tra il Lillestrom LSK e le regazze dello Zvezda Perm.

    Frappart e le altre

    La prima terna arbitrale tutta al femminile nella storia dei Mondiali di calcio
    era composta da Stephanie Frappart con le assistenti Neuza Back (brasiliana) e Karen Diaz (messicana). Loro tre hanno arbitrato Costa Rica – Germania nel dicembre del 2022 in Qatar. Una terna arbitrale tutta al femminile per la prima volta in campo in una partita maschile della Coppa del Mondo. L’unico uomo in campo, oltre i giocatori, era il quarto. La Frappart del resto è la donna delle prime volte. “Prima dei Mondiali sono stata la prima donna arbitro in Francia e la prima in Europa“, ha raccontato a The Atlhetic. Stephanie il calco ce l’ha nel sangue. Ha iniziato ad arbitrare a 13 anni. “Giocavo a calcio il sabato e arbitravo la domenica e non mi aspettavo che la mia carriera sarebbe decollata“. Insieme alla giapponese Yamashita Yoshimi e alla ruandese Salima Mukansanga, la Frappart, è tra le tre donne dei 36 arbitri selezionati per un Campionato Mondiale. Altre tre donne, Neuza Back, Karen Diaz Medina e l’americana Kathryn Nesbitt sono tra 69 assistenti arbitrali.

      Calcio

      Il calcio trattiene il respiro per Totò Schillaci, ricoverato a Palermo

      Mentre il mondo del calcio è in apprensione per le condizioni di Totò Schillaci, la famiglia rassicura: “Condizioni stabili, monitorato giorno e notte”. Intanto, su Wikipedia appare un falso e macabro aggiornamento, prontamente smentito.

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        Il mondo del calcio è col fiato sospeso per Totò Schillaci, indimenticato simbolo di Italia ’90 e volto iconico delle “Notti Magiche”. Schillaci è stato ricoverato all’ospedale Civico di Palermo, e la notizia ha immediatamente fatto il giro dei media, suscitando grande preoccupazione tra i suoi fan e tutti gli appassionati di calcio.

        La famiglia del calciatore ha deciso di fare chiarezza, rassicurando tutti attraverso un post sui social, pubblicato sul profilo ufficiale totogoal90: “Vista l’enorme quantità di chiamate da parte di molte testate giornalistiche e considerate le brutte notizie che circolano, informiamo che il nostro amato Totò è in condizioni stabili ed è costantemente monitorato da un’équipe medica giorno e notte. Forza Totò,” accompagnato da un cuore e dalle mani giunte in segno di preghiera.

        Purtroppo, le voci che circolavano erano di ben altra gravità. In un atto di pessimo gusto, il profilo di Wikipedia di Schillaci è stato aggiornato da un mitomane, che ha annunciato la sua scomparsa proprio nella giornata dell’8 settembre 2024. Per fortuna, si tratta di una notizia completamente falsa, che ha aggiunto inutilmente ulteriore ansia a una situazione già delicata.

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          Calcio

          Saudi Pro League in crisi. L’Arabia Saudita cerca investitori in Europa

          L’Arabia Saudita è di fronte a sfide cruciali: mantenere la rotta fino al Mondiale di calcio previsti nel 2034; e rendere il proprio campionato un prodotto attraente su scala globale.

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            Un anno fa il calcio europeo tremava di fronte alla potenza economica dell’Arabia Saudita che, con il suo campionato, sembrava pronta a portare via i migliori talenti del Vecchio Continente. Dopo l’arrivo di Cristiano Ronaldo a Riad nel dicembre 2022, i club della Saudi Pro League hanno speso centinaia di milioni per stelle come Karim Benzema, Neymar e N’Golo Kanté, oltre a calciatori nel pieno della carriera come Sergej Milinković-Savić. Tuttavia, oggi il panorama è cambiato drasticamente.

            Investimenti a picco o quasi

            L’ultimo mercato estivo ha segnato una svolta. Le spese dei club sauditi sono crollate del 65%, passando dai 900 milioni di euro del 2023 ai 330 milioni di quest’anno. Nonostante alcuni acquisti di rilievo, come Moussa Diaby e João Cancelo, la tendenza generale mostra una riduzione degli investimenti e una diminuzione dell’interesse generale verso il campionato. Un declino che potrebbe essere il primo segnale di una crisi più profonda per il calcio saudita, che fatica a mantenere alta l’attrattiva per tifosi, sponsor e giocatori.

            La lega saudita è poco competitiva

            Un problema centrale della Saudi Pro League è la sua scarsa competitività. Le quattro squadre di vertice, Al-Hilal, Al-Ahli, Al-Ittihad e Al-Nassr, sono controllate dal Fondo per gli investimenti pubblici saudita (PIF). Si tratta di uno dei più grandi fondi sovrani del mondo, con un patrimonio totale stimato di oltre 925 miliardi di dollari. Le tre squadre al vertice monopolizzano il campionato, rendendo la lega poco equilibrata. Nonostante i contratti faraonici offerti, diversi top player hanno iniziato a declinare le offerte saudite, come Paulo Dybala e Victor Osimhen, a causa della bassa competitività del campionato.

            Serve un campionato che generi interesse

            La priorità per il calcio saudita ora è fare crescere l’interesse verso il campionato. Gli introiti aggregati sono ancora modesti, attorno ai 450 milioni di euro, ben lontani dai ricavi di grandi club europei come la Juventus. Per stimolare l’interesse, una delle idee emerse è permettere ai giocatori di acquisire quote dei club dopo il ritiro, ma occorrerebbero strategie più solide per attirare spettatori e sponsor.

            Caccia agli investitori europei

            Per dare nuova linfa al campionato, i sauditi hanno lanciato lo “Sport Europe Roadshow“, una serie di incontri nelle principali città europee come Londra, Milano, Monaco e Stoccolma. L’obiettivo è convincere i fondi d’investimento e i dirigenti dei club europei ad acquistare i 18 club sauditi che non sono ancora controllati dal PIF. La Saudi Pro League offre incentivi fiscali importanti, come un’aliquota societaria al 20%, IVA al 15% e zero tasse sulle persone fisiche, oltre a trattati bilaterali per evitare la doppia imposizione fiscale.

            Il Mondiale 2034 come leva strategica

            Un punto di forza nella strategia saudita è l’assegnazione del Mondiale 2034, un evento che secondo i sauditi dovrebbe attrarre ulteriori investimenti. Il governo saudita ha già promesso infrastrutture d’avanguardia, come lo stadio di Al Khobar, progettato dallo studio Populous e definito da molti come uno dei più ambiziosi al mondo. L’obiettivo è che il Paese diventi un hub di riferimento per il calcio internazionale.

            Un piano a lungo termine per il regime saudita

            Nonostante i segnali di crisi, l’Arabia Saudita non abbandona il suo progetto. L’obiettivo dichiarato della Famiglia Reale e il sovrano Salman Bin ‛Abd al-‘Azīz è stabilizzare e affermare il calcio asiatico a livello globale. Non per questioni di sportwashing, ma per consolidare il Paese come una potenza economica e sportiva. Il PIF e le istituzioni saudite sono consapevoli che il successo arriverà solo a lungo termine, con investimenti mirati e una strategia ben definita che vada oltre il semplice acquisto di grandi nomi.

            … e il progetto Mancini?

            Intanto il progetto creato dall’ex Ct della Nazionale Azzurra Roberto Mancini per quel che riguarda la compagine saudita continua. Anzi raddoppia. Alla corte del re infatti arriva un nuovo uomo di fiducia del Ct. Gigi Di Biagio che allenerà l’Under 21 saudita.

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              Calcio

              Il Newcastle riabbraccia Tonali: subito in gol dopo dieci mesi di stop

              Sandro Tonali rientra in campo con il Newcastle e segna subito al suo debutto post-squalifica per il calcioscommesse

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                Sandro Tonali è tornato protagonista in campo con la maglia del Newcastle, dimostrando fin da subito quanto sia fondamentale per la squadra di Eddie Howe. Il tecnico aveva già sottolineato l’importanza dell’italiano, e le sue parole si sono concretizzate nel match di Coppa di Lega contro il Nottingham Forest.

                Dopo dieci mesi di stop forzato per la nota squalifica legata al caso scommesse, Tonali ha fatto il suo rientro in grande stile, indossando nuovamente il numero 8. Il club non ha perso l’occasione per sottolineare il suo ritorno: la formazione è stata annunciata sui social accompagnata proprio dalla sua immagine, seguita da un caloroso “Buonasera, Sandro” scritto in italiano.

                Schierato titolare al centro di un centrocampo a tre con Joelinton e Willock, Tonali ha ripagato la fiducia del mister segnando il gol del vantaggio per i Magpies. Un rientro che non poteva essere più significativo, sia per il giocatore che per i tifosi, che lo hanno accolto con entusiasmo.

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