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Televisione

Giorgia Meloni su “M. Il figlio del secolo”: «Non vedo serie da due anni, ho altre priorità»

La premier si esprime sulla serie dedicata alla vita di Mussolini, spiegando perché non la seguirà.
Tra politica e impegni istituzionali, Meloni rivela l’unica serie che è riuscita a guardare negli ultimi anni.

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    “Non vedo serie televisive da due anni e mi perdonerete se ho altre priorità”. Con queste parole, la premier Giorgia Meloni ha risposto alla domanda se avesse intenzione di guardare M. Il figlio del secolo, la serie Sky Original basata sull’omonimo romanzo di Antonio Scurati, vincitore del Premio Strega. La domanda è stata posta durante la tradizionale conferenza stampa di fine anno, tenutasi oggi nell’Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati.

    Meloni ha dichiarato che, oltre a non seguire serie tv, non riesce a leggere libri che non siano legati agli impegni istituzionali:

    “Non vedo una serie televisiva e purtroppo non riesco a leggere un libro che non sia il Pnrr da più di due anni. Un giorno tornerò a fare cose che fanno gli umani, che attualmente a me non sono tragicamente consentite, e mi mancano devo dire.”

    L’unica eccezione: “Per Elisa”

    Nonostante la sua agenda fitta di impegni, Giorgia Meloni ha ammesso di aver visto e apprezzato una sola serie negli ultimi anni:

    “Anzi, voglio dire che una ne ho vista ed era Per Elisa, la serie su Elisa Claps, che peraltro è bellissima.”

    La premier ha concluso sorridendo e sottolineando che, al momento, le sue priorità sono altre rispetto a seguire serie tv o leggere romanzi, anche quelli di grande successo come quello di Scurati.

    “M. Il figlio del secolo”: un ritratto storico della nascita del fascismo

    M. Il figlio del secolo, in esclusiva su Sky e NOW a partire dal 10 gennaio, è diretto da Joe Wright, regista noto per pellicole come Espiazione e Orgoglio e Pregiudizio. La serie vede Luca Marinelli nel ruolo di Benito Mussolini e si basa sull’omonimo romanzo di Antonio Scurati, che racconta con rigore storico gli eventi che portarono all’ascesa del fascismo in Italia.

    Prodotta da Sky Studios e Lorenzo Mieli per The Apartment, la serie è una co-produzione internazionale che coinvolge Fremantle, Pathé e CINECITTÀ S.p.A. Il team di sceneggiatori include Stefano Bises (Gomorra, ZeroZeroZero) e Davide Serino (1992, Esterno Notte), insieme allo stesso Scurati.

    Con un cast di primo livello e una narrazione basata su documenti storici, la serie punta a raccontare non solo l’ascesa di Mussolini, ma anche le dinamiche sociali e politiche che hanno portato alla fondazione della dittatura fascista.

    L’assenza della premier divide l’opinione pubblica

    La decisione di Meloni di non seguire la serie non sorprende, considerando i numerosi impegni legati alla sua posizione istituzionale. Tuttavia, il suo distacco rispetto a un’opera che esplora un periodo cruciale della storia italiana ha acceso il dibattito. Se da un lato c’è chi comprende le sue motivazioni, dall’altro molti si interrogano sul valore simbolico di una figura pubblica che evita una riflessione su un momento storico tanto importante.

    M. Il figlio del secolo si preannuncia come una delle produzioni più discusse e attese del 2025, pronta a generare interesse e dibattito sul passato e sul presente dell’Italia.

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      Televisione

      Beatrice Luzzi punge ancora Samira Lui: “Bellissima, accomodante… ma con me ha tirato fuori il lato pungente”

      Beatrice Luzzi descrive Samira Lui come una donna splendida e accomodante, ma aggiunge che con lei ha mostrato una parte più tagliente. E sul suo futuro in tv affonda con eleganza: “È perfetta per il tipo di televisione che sta facendo”.

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        Beatrice Luzzi non ha perso la sua inconfondibile schiettezza, e quando il discorso torna su Samira Lui — con cui al Grande Fratello non sono mancati momenti di tensione — la sua analisi è lucida, precisa, tagliente quanto basta. L’attrice riconosce alla modella “una bellezza evidente e un’indole accomodante”, ma poi apre una piccola finestra su ciò che, a suo dire, Samira mostrerebbe solo a pochi.

        «È una donna esteticamente molto bella e accomodante, è difficile che lasci uscire la parte più pungente di sé», dice Luzzi, quasi a voler sottolineare che a molti sfugga un lato più tagliente del carattere della giovane ex Miss Italia. Ma quella parte, racconta, con lei è emersa eccome: «Nei miei confronti l’ha fatta uscire».

        Il riferimento è agli screzi vissuti nella Casa, mai totalmente sopiti, e che oggi Luzzi rilegge con un certo distacco, ma senza alcuna intenzione di edulcorare la memoria. Anzi, la sua chiosa finale sembra una carezza che diventa stilettata: «Credo che per un certo tipo di televisione sia perfetta. Quale? Quella che sta facendo».

        Una frase che dice tutto senza dover spiegare troppo: elegante nella forma, chirurgica nella sostanza. Perché se c’è una cosa che Beatrice Luzzi non ha mai perso, neanche fuori dal gioco, è la capacità di parlare chiaro. E di farlo con un aplomb che, anche nelle critiche, resta impossibile da ignorare.

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          Televisione

          GF una finale lentissima e senza emozioni: non è colpa di Simona Ventura ma di una scelta autoriale che ha spento ritmo e magia

          Nessun vero colpo di scena, poche vibrazioni e tanti momenti riempitivi. L’unico sussulto arriva dal confronto tra Jonas e Omer, poi solo una lunga sequenza di abbracci e comunicazioni “a orologio”. Alla fine vince Anita, ma senza la festa che una finale dovrebbe avere. L’unico vero gossip? Il bacio tra Grazia Kendi e Mattia Scudieri… fuori dalla Casa.

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            È stata probabilmente la finale meno emozionante della lunga storia del Grande Fratello. E, sia chiaro, non per colpa di Simona Ventura. Il problema sta altrove: due puntate invece di una, decisione presa quasi all’ultimo, hanno rallentato il ritmo e annacquato la tensione. Quello che doveva essere il gran finale si è trasformato in una specie di maratona televisiva faticosa persino per i fan più fedeli.

            Il solo vero momento forte: Jonas contro Omer
            L’avvio aveva fatto sperare in qualcosa di più scattante. Lo scontro tra due nemici storici della Casa, Jonas e Omer, prometteva scintille. In realtà è stato l’unico momento davvero interessante. Jonas ammette le differenze, parla di rispetto possibile ma di impossibilità di un rapporto vero. Poi l’intervento di Cristina Plevani, che lanciando una battuta riuscita definisce i due “la ship mancata di questo GF”. Un lampo. Poi il buio.

            Parentele, abbracci e tanta, troppa prevedibilità
            Da lì in poi gli autori hanno scelto la strada più facile e meno efficace: le “sorprese”. Papà emozionati, mamme in passerella, amici commossi, parenti che piangono e incoraggiano. Jonas incontra il padre, Omer abbraccia la madre Shirin (poi primo eliminato della finale), Anita ritrova le amiche e Vincent, Giulia riabbraccia il padre Gabriel, Grazia rivede mamma e sorella. Tutto tenero, tutto dolce, ma anche tutto identico a se stesso. Nessuna vera tensione narrativa. Solo una lunga sequenza di déjà-vu.

            Un televoto flash che non scalda e una vittoria senza festa
            Arriva il televoto flash: Grazia esce, Giulia diventa superfinalista, con lei Anita e Jonas che viene eliminato. Ultimo giro, ultime luci: Anita e Giulia spengono la Casa e la finale si chiude con la vittoria, di misura, di Anita. Un epilogo freddo, quasi triste, senza il senso di celebrazione che dovrebbe accompagnare il momento più importante del programma. Prima si è perso tempo, poi si è chiuso di corsa. Un paradosso.

            L’unico vero gossip… fuori dalla Casa
            Il vero movimento, ironia della sorte, arriva a programma finito. Tra Grazia Kendi e Mattia Scudieri si è acceso un feeling tale da portare lui a lasciare la fidanzata. E appena usciti dalla Casa, davanti alle telecamere e al pubblico, è arrivato il bacio tanto atteso. Paradossalmente, l’unico momento davvero “televisivo” della serata.

            Una finale che avrebbe potuto chiudere con energia una stagione molto seguita e discussa, e che invece ha scelto la via più piatta. E questo, più di ogni eliminazione, è il vero peccato.

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              Paolo Bonolis torna in prima serata su Canale 5: il grande rientro con “Taratata”, tra musica live, duetti imprevedibili e ospiti internazionali

              Mediaset richiama Paolo Bonolis per un evento in grande stile: il revival di “Taratata”, storico format già visto su Rai1 tra il 1998 e il 2001. Il programma porterà sul palco artisti italiani e internazionali, duetti dal vivo e ospiti del mondo dello sport, del cinema e dello spettacolo. Una scommessa per riportare la musica live al centro del prime time.

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                Paolo Bonolis è pronto a tornare dove il pubblico lo ama di più: la prima serata su Canale 5. Un rientro atteso da tempo e ora ufficialmente previsto nel palinsesto tra gennaio e febbraio, quando il conduttore guiderà due serate evento dedicate alla musica dal vivo. Una scelta che segna anche una piccola rivoluzione: riportare nel prime time Mediaset un format cult come Taratata, titolo che molti ricordano per le sue performance spettacolari e per l’energia travolgente degli ospiti.

                Il progetto nasce dal desiderio di ridare spazio alla musica live, un genere spesso sacrificato alle logiche del palinsesto. Taratata torna così con tutto il suo carico di storia: la versione italiana andò in onda su Rai1 dal 1998 al 2001, portando sul palco cantanti italiani e internazionali pronti a mescolarsi in duetti imprevisti e arrangiamenti speciali. Bonolis, che allora ne era il padrone di casa, riprende oggi le redini dello show con la stessa verve di sempre.

                Un palco dove tutto può accadere
                Il cuore del programma resta identico alla sua tradizione: musica suonata dal vivo, esibizioni costruite apposta per lo show, ospiti che arrivano dal mondo dello sport, del cinema e dello spettacolo per unirsi agli artisti in performance inedite. Nessun playback, nessuna scorciatoia: il format punta tutto sulla spontaneità, sulla miscela tra generi diversi e sulla capacità di Bonolis di creare caos organizzato e brillantezza televisiva.

                Una scelta strategica per Canale 5
                Il ritorno di Bonolis si inserisce anche in una fase di rinnovamento dei contenuti Mediaset, con la ricerca di programmi più eleganti, più forti dal punto di vista produttivo e capaci di attrarre pubblico di età differenti. Taratata risponde perfettamente a questa richiesta: è un format riconosciuto, internazionale, con una struttura capace di parlare anche ai più giovani.

                E mentre si avvicina la data della messa in onda, cresce la curiosità per la lista di artisti che saliranno sul palco: la promessa, dietro le quinte, è quella di portare nomi importanti della scena italiana e di affiancarli a ospiti stranieri che possano amplificare l’effetto sorpresa delle esibizioni.

                Bonolis torna così nel suo habitat naturale, pronto a trasformare due serate in un piccolo show-evento che mescola musica, ironia e spettacolo puro.

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