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Gli esami di maturità… in diretta: scopri le tracce con noi!

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    Stamattina per 526 mila studenti è iniziato l’esame di maturità, momento clou del loro percorso all’interno delle scuole secondarie superiori. Oltre 266 mila i candidati arrivano dal liceo, 172mila circa dagli istituti tecnici e 87 ìmila dagli istituti professionali. Ottimo il tasso di ammissione alla prova, che fa registrate una percentuale oltre il 96.4%. Il record lo si registra in Molise con 98.2%, segue la Basilicata con 97.1%, poi Veneto con il 96.9%, Lazio e Campania con 96.8%.

    ​I consigli del ministro Valditara

    La prova scritta di italiano, comune a tutti gli indirizzi, è iniziata alle 8.30 e gli studenti hanno a disposizione 6 ore per completare il loro elaborato. Per molti candidati è tuttora in corso. Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, intervistato dall’emittende radio RTL 102.5, ha rassicurato gli studenti parlando di tracce interessanti: “Credo che non ci saranno traumi o particolari preoccupazioni al termine di questi elaborati. I ragazzi devono, prima di scrivere, riflettere, usare la brutta copia per impostare il ragionamento e poi esprimere i propri sentimenti, cercando soprattutto di cogliere il significato profondo delle tracce”.

    Tutte le tracce

    I maturando hanno a disposizione sette tracce fra le quali scegliere. Tra le quali il poeta dell’ermetismo Giuseppe Ungaretti con la poesia Pellegrinaggio, che fa parte della raccolta L’Allegria. Un altro grande nome che spicca è quello del drammaturgo, poeta e premio Nobel per la letteratura nel 1934, Luigi Pirandello, proposto come traccia con un passaggio del romanzo Quaderni di Serafino Gubbio operatore del 1925. In questa opera si affronta il tema del progresso tecnologico e si riflette sui possibili effetti. Un tema quindi di grandissima attualità, sul quale il candidato è chiamato a sunteggiare il contenuto del brano, esporre la tesi proposta dall’autore, commentare alcune frasi e presentare una serie di riflessioni personali.

    Temi di grande attualità

    Poi troviamo un estratto di Storia d’Europa dello storico Giuseppe Galasso, dove i ragazzi sono chiamati a sviluppare – altro tema di drammatica attualità – una riflessione sulla Guerra Fredda, affrontando anche la questione del conflitto atomico, tra blocchi contrapposti. La Costituzione Italiana è un’altra delle protagoniste della prima prova, con il testo della giurista e docente universitaria Maria Agostina Cabiddu dedicato all’importanza del documento e pubblicato sulla Rivista dell’Associazione Italiana dei Costituzionalisti. In particolare, si chiede una riflessione sul “valore del patrimonio artistico e culturale”.

    Pensiero e valori

    Segue Riscoprire il silenzio. Arte, musica, poesia, natura fra ascolto e comunicazione della giornalista Nicoletta Polla-Mattiot, opera dedicata alle funzioni peculiari del silenzio, ai benefici che fornisce alla comunicazione, alla relazione tra parola, silenzio e pensiero. Anche il premio Nobel per la medicina nel 1986, Rita Levi-Montacini, viene proposta come argomento, attraverso il suo Elogio dell’imperfezione, che invita lo studente a riflettere su quale significato assuma, nella società contemporanea, la questione dell’imperfezione come elemento distintivo e di valore.

    L’attualità del mondo digitale che cambia il quotidiano

    Non poteva mancare uno spunto dedicato alle nuove forme di comunicazione e di riflessione personale incentivate dal digitale, con il testo tratto dal libro Profili, selfie e blog di Maurizio Caminito, bibliografo e bibliotecario. “Il diario segreto, inteso come quaderno o taccuino in cui si annotano speranze, pensieri, riflessioni, sogni, rigorosamente legati alla rilettura personale – osserva l’autore in un passaggio – non esiste più”.


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      Italia

      Villa Crespi sotto la lente: tra eccellenza in cucina e dettagli di sala che dividono i clienti

      Un paradiso del gusto premiato con 3 stelle Michelin, simbolo della cucina di Antonino Cannavacciuolo. Ma una recente recensione su TripAdvisor apre un dibattito: quando le aspettative sono altissime, anche un bicchiere in più sul tavolo può diventare un caso.

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      Antonino Cannavacciuolo
      Villa Crespi sotto la lente: tra eccellenza in cucina e dettagli di sala che dividono i clienti

        Villa Crespi non ha bisogno di presentazioni. Situata sulle sponde del lago d’Orta, la dimora moresca che ospita il ristorante di Antonino Cannavacciuolo è da anni un tempio della gastronomia internazionale, consacrato con le tre stelle Michelin. La cucina dello chef campano, capace di unire tradizione partenopea e tecnica francese, è un marchio di qualità riconosciuto in tutto il mondo. Eppure, anche in un luogo che vive di perfezione, può accadere che un piccolo dettaglio sollevi discussioni.

        È quello che emerge da una recensione pubblicata su TripAdvisor, che nelle ultime ore ha fatto discutere gli appassionati di alta cucina. L’ospite, pur esprimendo grande entusiasmo per i piatti e la loro straordinaria armonia, ha segnalato qualche ombra nel servizio di sala. Nulla di clamoroso: non una protesta urlata, ma la registrazione di sfumature che, in un contesto da tre stelle, diventano significative.

        Il nodo del servizio

        La recensione racconta di una tavola rimasta troppo a lungo affollata da calici usati e bicchieri d’acqua, di tovaglioli non cambiati con la prontezza attesa e persino di piatti ritirati mentre un commensale stava ancora mangiando. Osservazioni che, in un ristorante tradizionale, potrebbero passare inosservate, ma che in una cornice come Villa Crespi assumono tutto un altro peso.

        «Il livello gastronomico è stato memorabile», ha sottolineato l’utente, chiarendo di non voler mettere in discussione il lavoro della cucina. L’accento, piuttosto, è stato posto sull’orchestrazione della sala, dove la precisione e la delicatezza nei gesti sono parte integrante dell’esperienza.

        Aspettative da tre stelle

        Il punto è proprio questo: in un ristorante insignito con il massimo riconoscimento della Michelin, il cliente non si aspetta solo piatti impeccabili, ma anche un servizio al millimetro. Ogni gesto, ogni tempistica, ogni attenzione diventa parte del racconto. È la differenza tra un’ottima cena e un’esperienza indimenticabile.

        E allora, la domanda si ripropone: siamo di fronte a una serata storta, a un dettaglio ingigantito da un ospite particolarmente attento, o a una crepa che merita una riflessione più profonda?

        Reazioni e riflessioni

        Non è la prima volta che i grandi ristoranti si trovano a dover fare i conti con l’“effetto lente d’ingrandimento”: più alta è la reputazione, più severe diventano le valutazioni. In questo senso, il caso Villa Crespi si inserisce in un dibattito più ampio sul rapporto tra aspettative e realtà nell’alta ristorazione.

        Un bicchiere dimenticato o un piatto ritirato con troppa fretta non intaccano certo la grandezza di un ristorante come quello di Cannavacciuolo, ma ci ricordano come l’esperienza gastronomica sia fatta di un equilibrio delicato tra cucina e sala.

        E chissà se, alla prossima visita, quel cliente troverà tutto al posto giusto: i calici lucidi, i tovaglioli freschi e la stessa cucina che, ancora una volta, riesce a lasciare senza parole.

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          Italia

          Ubriaco al volante? Il passeggero ora rischia di perdere parte del risarcimento

          La sentenza 21896/2025, nata dal ricorso dei familiari di una vittima a cui era stato ridotto l’indennizzo del 30%, cambia lo scenario: chi accetta di viaggiare con un autista ubriaco si assume parte della colpa. Un principio che ridefinisce responsabilità e risarcimenti

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            Non sarà più possibile cavarsela con un “non ero io al volante”. Con la pronuncia 21896/2025 la Cassazione ha chiarito che anche il passeggero può vedersi ridurre il risarcimento se era consapevole che l’autista fosse ubriaco. Una decisione che introduce il concetto di corresponsabilità: chi accetta di correre un rischio evidente non potrà pretendere un indennizzo pieno.

            Il caso riguarda i familiari di un uomo deceduto in un incidente. In appello l’indennizzo era stato ridotto del 30% perché la vittima sapeva delle condizioni del conducente. I parenti contestavano, sostenendo che il concorso di colpa si applica solo in caso di “cooperazione attiva”. Ma la Suprema Corte ha ribaltato l’argomento: il concorso di colpa comprende anche chi, pur senza agire, sceglie consapevolmente di esporsi al pericolo.

            Il riferimento è all’articolo 1227 del Codice civile, letto alla luce dell’articolo 2 della Costituzione. Tradotto: la solidarietà sociale e la responsabilità personale valgono anche quando si sceglie di salire in macchina con chi ha bevuto troppo. Il passeggero mantiene il diritto al risarcimento, ma questo potrà essere ridotto in misura proporzionale alla sua colpa.

            Non si tratta di una novità assoluta. Già nel 2019, nel 2020 e nel 2024 la Cassazione aveva ampliato la nozione di “cooperazione colposa”, includendo chi viaggia senza cinture o accetta di farsi trasportare da un conducente privo di patente. La nuova sentenza ribadisce la linea: chi ignora le regole di prudenza non può scaricare tutto sulle spalle dell’autista.

            Il nodo resta quello della prova: per ridurre il risarcimento occorre dimostrare che il passeggero fosse davvero consapevole dello stato del conducente. Non basteranno sospetti o congetture. Ma una volta accertata la consapevolezza, la corresponsabilità diventa automatica.

            Sul piano sociale, la decisione introduce un messaggio netto: la prevenzione non riguarda solo chi guida, ma anche chi accetta di farsi trasportare. L’idea di “mettersi al sicuro” affidandosi a un amico alticcio non regge più. Per la Cassazione è una scelta che comporta conseguenze legali.

            Un monito che pesa come un deterrente. Perché, da oggi, chi sale accanto a un autista ubriaco non è più soltanto una vittima inconsapevole. È qualcuno che ha scelto di correre un rischio. E la legge gli chiederà conto di quella scelta.

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              Italia

              Intelligenza artificiale, truffe reali: deepfake di Giorgia Meloni sui social, la premier clonata promette guadagni facili

              Voci, espressioni e sorrisi perfettamente ricostruiti: nei deepfake la premier assicura guadagni da 30 mila euro al mese con un investimento di 250 euro. Indagini in corso sul fenomeno, già intercettato da agenzie di cybersicurezza internazionali.

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                Giorgia Meloni in studio con Francesco Giorgino, intervistata sul futuro dell’Italia, mentre sponsorizza una piattaforma di trading “garantita dal governo”. Tutto perfetto, realistico, impeccabile. Peccato che sia tutto falso.

                Tre video deepfake — prodotti con tecniche di intelligenza artificiale e già in circolazione sui social — mostrano la presidente del Consiglio in ambientazioni credibili, con voce e volto ricostruiti in maniera quasi indistinguibile dall’originale. Nelle clip la premier si presta a uno spot fraudolento: «Tutti hanno diritto a ricevere un aiuto fino a 3 mila euro al mese, basta registrarsi e versare 250 euro», afferma sorridendo.

                In un altro filmato, ambientato in una finta intervista al Tg5 con Simona Branchetti, la presidente ribadisce: «Io stessa sono coinvolta in questo progetto e questo mese ho guadagnato 40 mila euro. Basta un piccolo investimento e la registrazione sarà attiva».

                Il dettaglio che inquieta è la precisione: la voce della Meloni è sincronizzata alla perfezione, lo sguardo e i sorrisi sono quelli veri. È l’avanguardia del deepfake, un salto di qualità che rende sempre più difficile distinguere realtà e artificio.

                Dietro, il solito meccanismo: i truffatori inseriscono link che promettono facili guadagni, portando invece a piattaforme che raccolgono dati personali e, passo dopo passo, arrivano fino ai conti correnti degli utenti.

                La Protective Intelligence Network di Singapore, guidata dall’ex poliziotto italiano Angelo Bani, ha intercettato i video e li ha segnalati al Global Anti-Scam Summit di Londra. «In Italia c’è un bombardamento di deepfake contro figure pubbliche, specialmente del governo», ha spiegato. Anche Sensity.ai, società italiana specializzata in cybersicurezza, ha registrato un’impennata di casi.

                Non è la prima volta che i deepfake colpiscono personaggi noti, ma questa è la prima volta che un presidente del Consiglio italiano viene clonato con questa precisione, in un’operazione studiata per sembrare più vera del vero. E il messaggio subliminale è fin troppo chiaro: non si può più credere nemmeno ai propri occhi.

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