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Per Tommy Cash il nostro Lucio Corsi è il nuovo… Bod Dylan!

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    Quando il rapper estone, noto per i suoi outfit degni di un rave nei Balcani e per non essere esattamente sobrio nei paragoni, ha detto che Lucio Corsi assomiglierebbe a Bob Dylan in quanto a flow, un brivido ha attraversato le schiene degli appassionati del rock. Ma non un brivido d’emozione. Piuttosto, quello che si prova quando senti il vicino dire che la sua Panda truccata è meglio di una Ferrari.

    Chi è Lucio e perché è vestito così

    Corsi è uno di quei cantautori che sembrano usciti da un armadio anni ‘70. Look da David Bowie in vacanza e testi che oscillano tra il poetico e il mistico, ma con la leggerezza di chi la prende giustamente a ridere. A scanso d’equivoci: Lucio è bravo, è originale, è il nostro Lucio. Ma Bob Dylan? Davvero?

    Tommy Cash, ci vuoi bene ma… anche meno

    Forse Tommy voleva solo fare un complimento, di quelli iperbolici da festival indie dove tutto è “geniale”. Ma paragonare Corsi a Dylan è come dire che un chihuahua è il lupo dei giorni nostri: tenero, ma fuori scala. Dylan ha reinventato la canzone d’autore mondiale. Corsi ci ha regalato Cosa faremo da grandi?, che però non ha ancora spostato gli equilibri della Nobel Foundation.

    Lunga vita al glam-folk toscano

    Con tutto il bene che vogliamo a entrambi, possiamo ammettere che certe dichiarazioni vanno prese con ironia. Lucio è unico, è inimitabile. Ma Dylan… è Dylan! E per ora, il massimo che possiamo fare è ascoltare entrambi. Magari, con le lenti rosa che Tommy sembra amare tanto.

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      Il segreto delle gemelle Cappa: feste, silenzi e quella Garlasco che non c’è più

      Gli inquirenti indagano su nuovi profili genetici: nel mirino non solo Andrea Sempio, ma anche le cugine di Chiara Poggi e il miglior amico di Alberto Stasi. Chiara, riservata e lontana da certe frequentazioni, potrebbe aver pagato con la vita un rifiuto? Un martello trovato in un canale riapre le ipotesi.

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        Nel 2007, Garlasco era una Las Vegas in miniatura. Non quella delle slot e dei casinò, ma di un’adolescenza di provincia in cerca di adrenalina, fatta di serate in discoteca, feste in villa con piscina, comitive che si scambiavano amici e segreti. E poi c’erano loro: le gemelle Cappa, Paola e Stefania, figlie dell’avvocato di grido Ermanno, regine delle notti tra Le Rotonde e le case degli amici più altolocati. Fisicamente identiche, caratterialmente esplosive. Un mondo, quello, a cui la cugina Chiara Poggi sembrava appartenere solo per parentela. Timida, composta, riservata. Diversa.

        Il 13 agosto di diciotto anni fa Chiara viene trovata uccisa nella villetta di famiglia in via Pascoli. Il fidanzato Alberto Stasi sarà condannato in via definitiva a 16 anni, pena ormai quasi interamente scontata. Ma qualcosa, forse, non ha mai quadrato del tutto. Oggi la procura di Pavia ha riaperto il caso, mettendo sotto indagine Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, e ordinando il prelievo del DNA ad altri sei nomi legati in varia misura a quella cerchia ristretta che ruotava attorno alla vittima.

        Nel registro figurano: le gemelle Cappa; Marco Panzarasa, miglior amico di Stasi; Alessandro Biasibetti, oggi frate domenicano; Roberto Freddi e Mattia Capra, amici del fratello Marco e di Sempio. Un gruppo di ragazzi, oggi adulti, ben inseriti, laureati, con famiglie e carriere. Ma che allora – nei racconti di chi li frequentava – si divideva in due mondi paralleli: i “tranquilloni” della PlayStation e le “festaiole” del sabato notte.

        Chiara, raccontano le amiche dell’epoca, apparteneva al primo gruppo. Non le piacevano le situazioni sopra le righe, non amava i locali. Preferiva le cene in famiglia, lo studio, le abitudini rassicuranti. Eppure orbitava, per legami di sangue e per affetto, attorno a personaggi molto diversi da lei. Come le gemelle Paola e Stefania, appunto, oggi richiamate a fornire il proprio profilo genetico. Perché? È solo un atto dovuto, oppure qualcuno ipotizza che Chiara possa aver detto “no” a qualcosa che la infastidiva? A una proposta sgradita? A un patto taciuto?

        Gli investigatori, guidati dai carabinieri di Milano, stanno cercando di dare un ordine a quel caos adolescenziale fatto di gite, viaggi, party. Nel luglio del 2007, un mese prima dell’omicidio, Stasi e Panzarasa erano volati a Londra. Anche Chiara li aveva raggiunti per qualche giorno. Una foto li ritrae sorridenti. Pochi giorni dopo, tutto si infrange.

        Ora, a riaccendere i riflettori sul caso, non è solo il ritorno dei nomi noti, ma un oggetto: un martello. È stato trovato in un canale vicino a una vecchia casa della famiglia Cappa, a Tromello. È davvero quello scomparso dalla villetta di via Pascoli? Saranno gli accertamenti a dirlo. Intanto, il sospetto serpeggia: che quell’arma sia stata nascosta da qualcuno che frequentava quel casolare. Un sommozzatore dei vigili del fuoco lo ha recuperato nella fanghiglia dopo ore di dragaggio. A indirizzare le ricerche, la testimonianza di un conoscente che, molti anni fa, raccontò di aver visto una ragazza gettare un oggetto pesante nel canale.

        Il DNA di sei persone verrà ora confrontato con due tracce maschili trovate sotto le unghie di Chiara. Una sarebbe compatibile con Andrea Sempio, l’altra ancora sconosciuta. E tra i nomi spunta anche quello di Marco Panzarasa, avvocato penalista a Pavia. Lui e Stasi erano amici inseparabili, parlavano fino a quindici volte al giorno. Erano stati compagni di liceo e avevano continuato a sentirsi dopo il diploma. Dopo il delitto, i rapporti si interruppero. Marco, quel giorno, era a Loano: rientrò d’urgenza in treno.

        Nella nuova lista c’è anche il DNA di alcuni carabinieri e del medico legale che per primi entrarono nella casa di Chiara, forse senza i guanti. Si procederà per esclusione, tracciando ogni impronta. Tutto verrà analizzato: dai tappetini insanguinati ai resti della colazione. Gli inquirenti ritengono che Chiara non fosse da sola, quella mattina. Che qualcuno abbia condiviso con lei quegli ultimi attimi di normalità.

        È possibile che la ragazza, troppo diversa da certi ambienti, abbia visto o saputo qualcosa di troppo? Che abbia rifiutato di entrare in un gioco più grande di lei? Forse non lo sapremo mai. Ma è certo che, a distanza di quasi due decenni, Garlasco continua a raccontare se stessa. E oggi lo fa anche con la voce muta del DNA.

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          SuperSimo scatenata: Lady Gaga “le spiccia casa”!

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            Simona Ventura torna a far parlare di sé e stavolta non per un’intervista o un programma TV, ma per l’ennesimo video virale dove balla scatenatissima sulle note di un pezzo di Lady Gaga. La clip, che sta impazzando sui social, la mostra in un tripudio di mosse, piroette e sorriso stampato, come se fosse ancora sul palco di Ballando con le Stelle… o forse non ne è mai scesa davvero!

            Sarà l’effetto di settimane di allenamenti con i maestri del noto show di Rai 1, oppure un’irrefrenabile voglia di far festa? Fatto sta che la Simo sembra aver trovato la sua nuova vocazione: ballerina social a tempo pieno. Tra TikTok, Instagram e meme, il pubblico la acclama: “Simona, sei il nostro spirito guida del weekend!”

            I fan impazziscono, i commenti si moltiplicano, e c’è già chi propone di istituire un Simona Ventura Dance Challenge. Se Lady Gaga sapesse, probabilmente l’arruolerebbe per il prossimo tour! Tra ironia e leggerezza, il web l’ha già incoronata regina del dancefloor digitale. E noi ci chiediamo: riuscirà mai a fermarsi? Ma soprattutto… vogliamo davvero che lo faccia?

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              Rupert Grint, il Ron di Harry Potter, è di nuovo papà: «Vi presentiamo Goldie»

              Rupert Grint e la compagna Georgia Groome, già genitori della piccola Mercoledì, hanno accolto in gran segreto la loro secondogenita. E sui social spunta la prima tenera foto di Goldie.

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                Rupert Grint, il volto amato di Ron Weasley nella saga di Harry Potter, è diventato papà per la seconda volta. A dare la notizia è stato lui stesso, con una mossa a sorpresa che ha subito fatto impazzire i fan.

                «Bambina segreta leggermente rivelata, vi presentiamo Goldie G. Grint», ha scritto su Instagram, accompagnando la frase con una tenera foto della neonata. Con la sua solita ironia, Grint ha scelto di condividere il lieto evento solo adesso, dopo che alcuni tabloid britannici lo avevano paparazzato insieme alla compagna, l’attrice Georgia Groome, mentre passeggiavano per le strade con un neonato in braccio.

                Il secondo capitolo della loro vita familiare è stato, proprio come il primo, avvolto dalla riservatezza. Quando nel 2020 nacque la loro primogenita, chiamata Mercoledì, la coppia aveva mantenuto il massimo riserbo, rivelando la nascita solo qualche mese dopo. Allora Rupert aveva approfittato dell’occasione per aprire anche il suo account Instagram ufficiale, scherzando sul fatto di essere “in ritardo” rispetto agli altri social-addicted.

                In una delle rare interviste in cui si era lasciato andare a confidenze familiari, ospite al Tonight Show di Jimmy Fallon, l’attore aveva raccontato con un sorriso il motivo dietro la scelta del nome “Mercoledì”: «Esito sempre un po’ a dire che è ispirato alla famiglia Addams, però… è così».

                Oggi Mercoledì ha quasi cinque anni, e la nascita di Goldie sembra completare un quadro familiare che Grint e Groome hanno sempre protetto con grande discrezione. Una normalità, la loro, lontana dai riflettori e dal clamore che ha accompagnato la carriera di Rupert fin da giovanissimo, quando interpretava l’inseparabile amico di Harry Potter.

                Ora, a 36 anni, Grint sembra aver trovato il perfetto equilibrio tra la vita privata e quella pubblica, scegliendo di condividere con i suoi fan solo momenti davvero speciali, come la nascita della piccola Goldie. Una sorpresa tenera e discreta, proprio nello stile di chi, nonostante la fama planetaria, è sempre rimasto, in fondo, un ragazzo semplice dal sorriso contagioso.

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