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Perché il mondo riconosce la Palestina, ma l’Italia (e altri 44 Paesi) ancora no

Anche la Francia, da settembre, si unirà al fronte del sì: sarà il primo Paese del G7 a compiere il passo. Intanto cresce il sostegno internazionale dopo l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza.

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    Sono 147 su 193 i Paesi membri dell’ONU che oggi riconoscono formalmente il diritto della Palestina a esistere come Stato indipendente. Un numero che presto salirà a 148 con l’ingresso annunciato della Francia. Il presidente Emmanuel Macron ha confermato che da settembre Parigi ufficializzerà il proprio sostegno, diventando il primo membro del G7 a farlo. Un passo politico importante, che riflette la crescente pressione diplomatica per un riequilibrio nella regione mediorientale dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 e la successiva offensiva militare israeliana nella Striscia di Gaza.

    Nel corso del 2024, il fronte del riconoscimento si è allargato in modo visibile. Giamaica, Barbados, Bahamas, Trinidad e Tobago, Armenia, Norvegia si sono unite al gruppo. All’interno dell’Unione europea, lo stesso hanno fatto Spagna, Irlanda e Slovenia, affiancandosi alla Svezia (che aveva già detto sì nel 2014) e a Paesi dell’Europa orientale come Polonia, Bulgaria e Romania, che avevano espresso il proprio riconoscimento già nel 1988, prima di entrare nell’UE.

    Fu proprio nel 1988, infatti, che l’allora leader dell’Olp, Yasser Arafat, proclamò la nascita dello Stato di Palestina con capitale Gerusalemme. L’Algeria fu la prima a riconoscerlo ufficialmente, seguita da altri 82 Paesi nel giro di pochi mesi. A fine secolo, gli Stati a favore erano oltre cento.

    Nel decennio successivo si aggiunsero Brasile, Argentina, Bolivia, Ecuador, Cile, Perù, Uruguay e Venezuela. Nel 2013 fu il turno dello Stato del Vaticano, che pur non facendo parte dell’ONU riconobbe formalmente la Palestina.

    L’ultimo ingresso è stato quello del Messico: il 21 marzo 2025, la presidente Claudia Sheinbaum ha accolto l’ambasciatrice palestinese Nadya Rasheed, sancendo l’adesione del Paese centroamericano al blocco dei riconoscitori.

    Eppure, la Palestina non ha ancora uno status pieno alle Nazioni Unite. È uno “Stato osservatore non membro” dal 2012, ma per l’adesione completa serve il voto favorevole del Consiglio di Sicurezza. E qui entra in gioco il veto statunitense, esercitato più volte per bloccare ogni risoluzione favorevole. Un ostacolo che ha finora impedito la piena appartenenza.

    Oltre agli Stati Uniti, sono 45 i Paesi che ancora non riconoscono la Palestina. Tra questi, il Canada, l’Australia e diversi membri dell’Unione europea, Italia compresa. Roma continua a sostenere la soluzione dei “due popoli, due Stati”, ma – come ribadito oggi dal ministro degli Esteri Antonio Tajani – “il riconoscimento di uno Stato palestinese può avvenire solo in parallelo a quello dello Stato di Israele da parte palestinese”.

    Una condizione che tiene l’Italia in una posizione interlocutoria. E che rende ancora più evidente il divario tra la realtà diplomatica e la spinta simbolica che attraversa gran parte della comunità internazionale.

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      Lucio Corsi: «Dopo Sanremo la vita è la stessa, passo le giornate con gli amici di sempre»

      «Il giorno dopo Sanremo sembrava un film: le macchine mi salutavano per strada. Ma non è cambiato niente. Suono con gli stessi amici, scrivo con la stessa leggerezza». Dopo il trionfo sul palco dell’Ariston, Lucio Corsi debutta sul grande schermo con un live visionario girato in pellicola 16mm.

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        «Il giorno dopo Sanremo sono uscito di casa e tutte le macchine mi salutavano. Sembrava un film». Lucio Corsi sorride mentre racconta i mesi che hanno cambiato la sua carriera, ma non la sua vita. Dopo l’exploit all’Ariston con Volevo essere un duro, il cantautore toscano si prepara a sbarcare anche al cinema con il film concerto La chitarra nella roccia – Lucio Corsi dal vivo all’Abbazia di San Galgano, in esclusiva nei The Space Cinema il 3, 4 e 5 novembre.

        Un viaggio musicale e visivo diretto dal suo “fratello artistico” Tommaso Ottomano e prodotto da Sugar, che raccoglie il live registrato nell’estate 2024 nella celebre abbazia del XII secolo, tra le più suggestive d’Italia. Girato interamente in pellicola 16mm, è un omaggio alla terra d’origine dell’artista, quella Maremma che continua a essere la sua musa silenziosa.

        «Suono con gli stessi ragazzi e passo le giornate con gli amici di sempre», spiega Corsi. «Nelle cose che amiamo, come scrivere canzoni, non è cambiato niente. Siamo cresciuti insieme e ci teniamo a vicenda coi piedi per terra. È quello che fa anche la Maremma: la casa dove sono nato è circondata da alberi, e loro sono i primi che ti insegnano a guardarti intorno, ma restando piantati dove sei nato».

        La sua musica, sospesa tra fiaba e rock, trova nell’abbazia un tempio naturale. «Se fosse un personaggio delle mie canzoni, sarebbe una balena che nuota nella campagna, con una buona acustica nella pancia», racconta divertito. «È un luogo che ha popolato la mia immaginazione fin da bambino. I miei genitori mi ci portavano spesso, e da anni ci immaginavo dentro un palcoscenico. Questo era l’anno giusto per provarci».

        Nel film, le luci, i suoni e la voce di Corsi si intrecciano con l’architettura gotica del luogo, trasformando ogni brano in una visione. La chitarra nella roccia è anche un disco, in uscita il 14 novembre, che cattura la stessa energia del live. «In adolescenza io e Tommaso siamo stati travolti dalla musica – racconta –. Ci ha portato via dalle nostre camerette e dalla noia che somiglia alla pace di un paese. Da allora, il sogno è stato quello di restituire quella magia».

        E i sogni, per Lucio, continuano a farsi concreti. Dopo il film e l’album, nel gennaio 2026 partirà il suo Tour Europeo, con date nei club delle principali città del continente, cui seguirà Lucio Corsi – Palasport 2026, il primo tour nei palazzetti italiani.

        Una corsa senza artifici, fatta di chitarre, amici e radici. «Sanremo mi ha dato tanto – conclude – ma la mia forza è restare quello di sempre. Nei miei sogni ci sono ancora la Maremma e una balena che canta nel silenzio».

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          Nicolò Zaniolo e Sara Scaperrotta presto genitori bis: “Presto saremo in quattro, l’amore sarà ancora più grande”

          Dopo la nascita di Tommaso nel 2021, l’ex talento della Roma e la sua futura moglie si preparano ad accogliere un nuovo bebè. Tra tenerezza e famiglia, Zaniolo sembra aver trovato finalmente la sua stabilità lontano dai riflettori.

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            La famiglia di Nicolò Zaniolo si allarga. L’ex numero 22 della Roma, oggi al Villarreal, e la sua compagna Sara Scaperrotta hanno annunciato di essere in attesa del loro secondo figlio. Lo hanno fatto nel modo più semplice e tenero possibile: con una serie di foto pubblicate sui social in cui Sara, raggiante, mostra il pancione e tiene per mano il piccolo Tommaso, nato nel 2021.

            Sotto le immagini, la frase che ha commosso i fan: «Presto saremo in quattro e l’amore sarà ancora più grande». Un messaggio breve ma pieno di significato, che racconta una felicità familiare ritrovata dopo anni di alti e bassi personali e sportivi.

            La relazione tra Zaniolo e Scaperrotta ha conosciuto momenti difficili. Dopo la nascita di Tommaso, i due si erano allontanati per un lungo periodo, salvo poi ritrovarsi e decidere di ricominciare insieme. Oggi appaiono più uniti che mai, complici anche le scelte di vita più tranquille che hanno caratterizzato l’ultimo anno del calciatore, lontano dai clamori che spesso avevano accompagnato la sua carriera in Italia.

            Sara, influencer e imprenditrice, ha condiviso sui social alcuni scatti che raccontano la serenità di questa nuova fase: abiti morbidi, sorrisi, mani intrecciate. «Non potrei desiderare di più», ha scritto in una storia su Instagram, lasciando intendere che la gravidanza sta procedendo nel migliore dei modi.

            Zaniolo, che con il Villarreal sta ritrovando continuità e fiducia, non ha aggiunto molte parole, ma ha messo like e cuori a tutte le foto, lasciando parlare le immagini. Per i tifosi, abituati alle cronache sportive e alle vicende sentimentali del calciatore, è un segnale di maturità: l’ex enfant prodige sembra aver trovato finalmente il suo equilibrio.

            In molti si chiedono se il matrimonio, già annunciato, verrà celebrato prima o dopo la nascita del secondo figlio. Per ora nessuna conferma, ma il tono delle loro condivisioni lascia poco spazio ai dubbi: Zaniolo e Scaperrotta sono pronti a vivere insieme una nuova, dolcissima avventura.

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              Belén lancia una frecciatina velenosa a Stefano De Martino: “Con le suocere tutto bene, con i mariti un po’ meno…”

              Il riferimento è chiaro: l’“obbligo” è quello della fedeltà. La showgirl argentina torna a evocare i tradimenti che avevano fatto naufragare il suo matrimonio, mentre Stefano De Martino, tempo fa, ammetteva che “la fedeltà è un ideale difficile da seguire”.

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                Quando si parla di cuore, Belén Rodríguez non è mai banale. E anche questa volta, ospite di Valentina Persia nel suo nuovo programma Sinceramente Persia – One Milf Show sul Nove, la showgirl argentina ha regalato una delle sue frecciate più sottili (e riconoscibili).

                Con il suo solito sorriso ironico, Belén ha raccontato: «Con tutte le suocere sono andata d’accordo. Se con i mariti un po’ meno? In realtà di marito ne ho avuto solo uno. Diciamo che non ha rispettato uno dei tanti obblighi». Un’allusione che non lascia spazio ai dubbi: quel “marito” è Stefano De Martino, l’uomo con cui ha condiviso un amore lungo, tormentato e più volte interrotto.

                Belén non lo nomina, ma il bersaglio è evidente. L’“obbligo” in questione è quello della fedeltà, che lei stessa ha più volte dichiarato essere stato tradito. Negli anni, la conduttrice non ha mai nascosto la delusione per i comportamenti dell’ex ballerino, pur cercando di mantenere toni eleganti. Stavolta, però, la battuta arriva dritta come un dardo, in pieno stile Belén.

                Del resto, era stato lo stesso De Martino, in un’intervista di qualche tempo fa, ad ammettere con una sincerità disarmante: «Se ritengo che i tradimenti siano incidenti scollegati dall’amore? Devo dire che non è bello ammetterlo, ma sì. La fedeltà è un ideale molto difficile da seguire. Poche persone che conosco sono fedeli davvero. La differenza è farsi scoprire o no».

                Un pensiero che all’epoca fece discutere e che oggi, alla luce della nuova stoccata di Belén, suona quasi come una confessione preventiva.

                La showgirl, nel frattempo, sembra aver ritrovato la serenità lontano dal suo ex e dalle polemiche, ma ogni sua parola continua a pesare come un titolo di copertina. Perché, che lo voglia o no, la storia tra Belén e Stefano è una delle telenovele più seguite dello spettacolo italiano.

                E come in ogni saga, anche quando cala il sipario, restano sempre le battute finali — quelle che fanno ancora rumore.

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