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Festival della Canzone Vaticana: Tagle contro Prevost, chi merita il microfono d’oro?

In Vaticano si cantano non solo gli Osanna! Ma chi trionfa tra il cardinale Tagle, che intona “Imagine” di John Lennon, e il neo-prefetto Prevost, che lancia invece un gioioso “Feliz Navidad”? Un duello musicale che neanche Sanremo osa sognare. Una sfida a colpi di note (e fede)!

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    Nel cuore della cristianità, dove l’organo sacro domina e il gregoriano regna sovrano, spunta l’imprevisto: due cardinali che fanno concorrenza a Michael Bublé e Mariah Carey! Da una parte il cardinal Luis Antonio Tagle che, con voce ispirata canta Imagine (esatto… proprio quella che sogna un mondo senza religioni), dall’altra Robert Prevost, che si lancia in una Feliz Navidad piena di entusiasmo natalizio e ritmo da villaggio turistico.

    Tagle e la hit eretica (ma dolcissima)

    Tagle, con occhioni da boy band e voce vellutata, canta Lennon come se fosse un inno liturgico. Ironia della sorte: “Imagine there’s no heaven…” pronunciato da un principe della Chiesa! Una scelta audace o un raffinato colpo di genio teologico? Il pubblico, tra risate e standing ovation, lo promuove con lode.

    Prevost, tra palme e presepi

    Poi arriva lui: Prevost, che trasforma la sala stampa vaticana in una balera caraibica con Feliz Navidad. Occhiali da sole? Quasi. Maracas? Manca poco. L’atmosfera è quella di un Natale in sandali, tra panettoni e mojito. Una performance così allegra da convertire anche il più grinch degli agnostici.

    Il verdetto: chi vince?

    Se per un attimo vogliamo essere seri… Tagle si fa portavoce di un messaggio, mentre Prevost porta la festa. Ma a vincere è il Vaticano stesso, che mostra un lato pop, umano e un po’ karaoke. Altro che conclave: qui sarebbe servito un televoto! A questo punto li aspettiamo insieme, per la serata dei duetti, magari in una cover di Like a prayer di Madonna…

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      Papa Leone XIV, prima uscita a sorpresa: torna al Palazzo del Sant’Uffizio per salutare i fedeli

      Il Pontefice è tornato al Palazzo del Sant’Uffizio, dove ha vissuto prima del Conclave, sorprendendo un gruppo di fedeli con saluti, sorrisi, foto e una benedizione improvvisata.

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        Gesto spontaneo e inatteso del nuovo pontefice. Papa Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost, ha lasciato per qualche ora le mura vaticane per tornare al Palazzo del Sant’Uffizio, dove ha vissuto prima dell’elezione. Qui ha incontrato un piccolo gruppo di fedeli e visitatori che si trovavano nei pressi dell’ingresso. Il Papa si è intrattenuto con loro con grande semplicità, ha scambiato qualche parola, si è lasciato fotografare con chi glielo chiedeva e, alla fine, ha impartito una benedizione collettiva. Un momento breve ma significativo, che conferma lo stile diretto e cordiale del nuovo Pontefice, già definito da molti come un uomo dal cuore missionario e dallo sguardo attento alle persone. Nessun discorso ufficiale, solo sorrisi, strette di mano e uno sguardo che, in pochi minuti, ha conquistato chi si è trovato per caso sulla sua strada.

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          Papa Leone XIV: un ingresso secondario per “sfuggire” al calore dei fedeli…

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            Un video amatoriale sta facendo il giro dei social, suscitando emozione e simpatia tra i fedeli di tutto il mondo. Le immagini, girate con uno smartphone, mostrano Papa Leone XIV – da poco eletto – mentre transita in una zona apparentemente tranquilla nei pressi di Piazza San Pietro.

            È un momento informale, non previsto dal protocollo: il Pontefice appare senza scorta visibile, quando alcuni fedeli lo riconoscono e iniziano a esultare con entusiasmo. La scena si riempie rapidamente di voci emozionate e mani alzate in segno di saluto. Il Papa, colpito dalla spontaneità del momento, sorride calorosamente e benedice la piccola folla con un gesto lento e paterno. L’atmosfera, semplice ma carica di significato, ha colpito migliaia di utenti, che commentano il video elogiando l’umiltà e la vicinanza del nuovo Pontefice. Un inizio di pontificato che promette dialogo e umanità.

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              Prevost benedice un fedele: sarà un futuro miracolato?

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                Essere benedetti da un futuro Papa è un po’ come ricevere una notifica divina su WhatsApp: breve, intensa e con zero possibilità di risposta. Quando ti dicono “sei stato benedetto da quello che poi è diventato Leone XIV”, non è che ti svegli con l’aureola o che il caffè non ti finisce mai. No, la realtà è più semplice: sei entrato per un secondo nel radar del Vaticano, hai fatto ciao con la mano e ne sei uscito con un +1 al karma.

                Ma cosa significa davvero essere benedetti da un persona così importante? In teoria un’esperienza del genere dovrebbe avvicinarti a Dio in corsia preferenziale. In pratica, ti avvicina ai like su Instagram. “Ecco me col futuro Papa”: 3000 cuori in 10 minuti. Miracolo social. È il potere del branding divino.

                La benedizione papale è anche il massimo del multitasking celeste. Il Papa solitamente ne distribuisce a migliaia: ai fedeli, agli sposi, ai neonati, ai cani con cappottino fuori da San Pietro. C’è persino la benedizione apostolica su pergamena, da ordinare online. Sì, Amazon ti manda la benedizione, mica solo il frullatore. Essere benedetti in questa modalità è come avere l’approvazione del CEO del Cielo. Non ti cambia la vita, ma fa curriculum. E vuoi mettere la soddisfazione di dire: “Oh, io ho la benedizione di Prevost. Tu… manco quella di tua suocera”.

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