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Musica

L’AI adesso se la canta e se la suona… ma noi continuiamo a preferire la voce umana

Le nuove frontiere dell’Intelligenza Artificiale fanno intravedere un mondo sempre distopico più dominato dalle macchine. Ma è davvero quello che vogliamo realmente?!?

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    Mentre i programmi basati sull’AI per generare testi – come ChatGPT o Google Gemini – hanno fino ad oggi monopolizzato l’attenzione degli utenti, sembra che i generatori di musica e video stiano gradualmente trovando il loro posto nell’affollato panorama dell’intelligenza artificiale. Nelle ultime settimane svariate start-up specializzate nella generazione di contenuti audio e video, sono “cresciute ancora più velocemente” di ChatGPT.

    Ma ne avevamo davvero bisogno?

    C’è una sostanziale differenza con gli strumenti AI dedicati alla produttività, che i professionisti ritengono ancora poco adottati al lavoro: i tool di generazione musicale – musicale – stanno guadagnando popolarità tra gli utenti. Applicazioni che creano musica orecchiabile utilizzando i prompt., che sono passate da un traffico prossimo allo zero alla fine dello scorso anno a diversi milioni di visitatori“. Questo grazie anche all’utilizzo sui social come TikTok e Instagram.

    Non è solo sciocca nostalgia, c’è chi rimpiange il passato

    Ma ve lo ricordate voi che belli quei tempi nei quali era la sensibilità e le doti umane a produrre una delle arti più sublimi come la musica? In questi tempi per certi versi “dannati” assistiamo al rilascio di una canzone firmata da autori in carne ed ossa… ma cantato dall’intelligenza artificiale. Si intitola Basta basta basta, il singolo d’esordio di Fenice Music, che racconta la storia di una donna in grado di tagliar corto con una relazione “tossica”, riprendendosi totalmente in mano con coraggio la propria vita. Un brano di atmosfera dance-pop, disponibile sulle principali piattaforme di streaming.

    L’inganno della tecnologia

    Dove sta il problema? E’ presto detto: su un panel di 50 persone a cui è stato fatto ascoltare in anteprima, il 92% non è stato in grado di riconoscere l’utilizzo dell’intelligenza artificiale né nella musica né nella voce.

    Chi c’è dietro

    Fenice Music è il nome d’arte di un giornalista italiano che vive tra Roma e Milano. Una scelta, quella di non apparire direttamente, per mettere al centro il messaggio del brano. Lui dichiara: “Amo la musica e nutro un immenso rispetto per gli artisti italiani ma non avendo molti contatti in questo mondo, utilizzare l’IA era l’unico modo per trasformare i pensieri in musica”. Mah…

    Non potevamo evitare?

    Anche se, aggiunge (fortunatamente): “Resto convinto che il calore e la passione di una ‘voce umana’ non potrà mai essere sostituita dall’intelligenza artificiale”. La voce artificiale canta: “Basta, basta, basta, sto bene così / sono nostalgica di quello che ero e non di te / basta, basta, basta, sto bene così, / cado a pezzi ma riparto da qui”… e un sottile brivido di angoscia ci pervade. Era proprio necessario? Un’insulsa canzonetta che sarà preda, velocemente, del più totale oblio, ricordata solo perchè a cantarla fu un software…

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      Musica

      Victoria Beckham riaccende i sogni dei fan: “Una reunion delle Spice Girls? Mai dire mai, allo Sphere di Las Vegas sarebbe fantastico!”

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        C’è un barlume di speranza per i fan delle Spice Girls, e arriva proprio da chi meno se lo aspettavano: Victoria Beckham. Intervistata sulla possibilità di una reunion, l’ex Posh Spice ha lasciato intendere che un ritorno sul palco non è del tutto escluso.

        «Non solo non rinnego nulla – ha detto – ma ti dico che amo le ragazze. Non sarei quella che sono oggi se non fossi stata con loro. Prima di entrare nel gruppo ero insicura, poi loro mi hanno dato forza, identità, coraggio». Parole che suonano come un atto d’amore verso le sue ex compagne Mel B, Mel C, Emma Bunton e Geri Halliwell, con cui negli anni ha condiviso la leggenda di una delle band più iconiche degli anni Novanta.

        Ma Victoria resta, come sempre, la più razionale del gruppo. Quando le chiedono se sarebbe pronta a tornare a cantare, risponde con il suo consueto aplomb britannico: «Non so nemmeno se saprei ancora farlo, insomma… non sono mai stata così brava!». E poi aggiunge, ridendo: «Allo Sphere di Las Vegas? Devo ammettere che sarebbe allettante. Quanto sarebbero brave le Spice Girls in quello show! Mi piace l’idea, tanto. Ma un tour mondiale? No, non posso. Ho un lavoro…».

        Un mix perfetto di nostalgia e autoironia, che ha scatenato i fan sui social: c’è chi sogna già il grande ritorno e chi si accontenterebbe anche di un’unica serata celebrativa, magari proprio nel futuristico Sphere di Las Vegas, il nuovo tempio delle performance immersive.

        Dopo oltre venticinque anni dal debutto di Wannabe, le Spice Girls restano un simbolo culturale che va oltre la musica: cinque donne che hanno rivoluzionato il pop e incarnato lo “girl power” in un’epoca che di femminismo parlava ancora sottovoce.

        E se Victoria Beckham non promette nulla, il suo “mai dire mai” basta a riaccendere la speranza di milioni di fan. Perché, in fondo, una volta Spice, sempre Spice.

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          Musica

          Irama, tra vita e morte: il ritorno più intimo del cantautore con Antologia

          A tre anni dall’ultimo album, Irama torna con Antologia della vita e della morte, un viaggio tra ricordi, addii e rinascite. Un disco maturo e profondamente personale che segna una nuova fase della sua carriera, in attesa della grande sfida live a San Siro nel 2026.

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          Irama

            Dopo tre anni di silenzio discografico, Irama torna con un progetto che promette di lasciare il segno. Antologia della vita e della morte, in uscita il 17 ottobre 2025 per Warner Music Italy, è molto più di un semplice album: è un racconto esistenziale, un mosaico di emozioni e memorie che si intrecciano come capitoli di una storia personale e universale insieme.

            «Volevo fare un disco che fosse come una casa», spiega il cantautore. «Un luogo dove ogni stanza rappresenta un ricordo, un dolore o un amore che mi ha formato». Così nasce Antologia della vita e della morte, un lavoro che alterna malinconia e speranza, oscurità e luce, in perfetto equilibrio tra introspezione e teatralità musicale.

            Tra addii e rinascite

            Il disco esplora il tema del ricordo e della perdita, ma anche quello della rinascita emotiva. Brani come Senz’anima e Mi mancherai moltissimo affrontano con delicatezza la fragilità degli addii, mentre Arizona (con Achille Lauro) e Ex (in duetto con Elodie) raccontano la fisicità dei sentimenti e la complessità delle relazioni.

            Non manca la collaborazione con Giorgia, che presta la sua voce a Buio, una delle tracce più intense del progetto. «Sono felice di aver condiviso queste canzoni con artisti che stimo e con cui ho un legame vero. Ogni collaborazione è nata in modo naturale, senza calcoli», racconta Irama.

            Un titolo che è un manifesto

            Il titolo Antologia della vita e della morte è arrivato solo alla fine del processo creativo, ma oggi appare come il simbolo perfetto del disco. «È un omaggio a Fabrizio De André e all’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters», spiega l’artista. «Come in quei racconti, anche qui c’è la voce di tante anime che si confrontano con la propria esistenza».

            Il dualismo tra vita e morte, tra bene e male, tra luce e ombra attraversa tutto l’album. «È un equilibrio eterno — racconta — che appartiene a tutte le culture e che mi affascina da sempre. La mia musica cerca di raccontarlo senza paura».

            Una lunga gestazione tra tour e riflessione

            Scritto in gran parte durante il tour successivo a Il giorno in cui ho smesso di pensare (2022), il disco è frutto di un lungo periodo di viaggi, concerti e introspezione. «Sono quasi dieci anni che non mi fermo — confessa Irama — e a volte questo ritmo ti aliena. Ma ho cercato di restare in contatto con la realtà, di vivere esperienze che potessero arricchirmi davvero, non solo artisticamente».

            È un album pensato per il live, con arrangiamenti organici e una forte componente strumentale. «Voglio che le canzoni respirino, che si senta il suono della band, il calore del palco. Ogni brano è nato per essere suonato davanti alle persone».

            Tra mito e realtà: la poesia di “Circo”

            Tra le canzoni più narrative c’è Circo, una favola moderna che racconta la storia di una ballerina cacciata dagli dèi per invidia. «È una metafora dell’utopia della perfezione — spiega —. Spesso guardiamo le vite perfette degli altri senza vedere le loro crepe. È un brano sull’illusione e sulla fragilità umana».

            “Il giorno”: la chiusura come nuovo inizio

            Il disco si conclude con Il giorno, una traccia che affronta temi difficili come l’ansia e gli attacchi di panico, ma con una sonorità luminosa. «Volevo chiudere con una canzone che fosse un respiro, una porta aperta. Dopo il buio, arriva sempre un nuovo giorno».

            Verso San Siro: la consacrazione live

            Il percorso artistico di Irama troverà il suo culmine l’11 giugno 2026, quando il cantautore si esibirà per la prima volta allo Stadio San Siro di Milano. «Sto già lavorando a uno spettacolo che voglio sia indimenticabile. Sul palco saremo in trenta: voglio portare la mia musica alla sua forma più viva e autentica».

            Con Antologia della vita e della morte, Irama compie un passo decisivo nella sua evoluzione artistica. È un disco che abbraccia la vulnerabilità come forza, la memoria come bussola, la musica come spazio sacro di verità.

            «Ho imparato che la perfezione non esiste — conclude —. Ma la sincerità, quella sì, è l’unica forma di perfezione che vale la pena inseguire».

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              Arisa canta l’Ave Maria sul sagrato del Duomo: svolta mistica per la cantante e l’omaggio commosso di Amii Stewart

              Un’Ave Maria da brividi, un Duomo gremito e un silenzio assoluto: Arisa sembra vivere un periodo di profonda ricerca spirituale che le ha restituito equilibrio e serenità. Assente però il fidanzato Walter Ricci, con cui la distanza appare ormai definitiva.

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              Arisa

                C’è una nuova luce nella vita di Arisa. Una luce che non arriva dai riflettori dello spettacolo, ma da un percorso interiore che, come raccontano persone a lei vicine, le sta regalando un inedito senso di pace e armonia. Forse anche per questo la cantante lucana ha accettato con entusiasmo l’invito a cantare l’Ave Maria sul sagrato del Duomo di Milano, durante la serata per i 25 anni della Fondazione Francesca Rava, impegnata da anni nell’aiuto ai bambini di Haiti.

                Vestita di bianco, la voce limpida e vibrante di Rosalba Pippa (questo il suo vero nome) ha riempito la cattedrale come una preghiera, conquistando un silenzio reverente. In prima fila, tra i presenti, il sindaco Giuseppe Sala, la cantante Paola Turci e tanti ospiti del mondo della cultura e dello spettacolo. Ma il momento più emozionante è arrivato alla fine: Amii Stewart, la celebre voce soul americana, si è letteralmente inginocchiata di fronte ad Arisa, in segno di ammirazione. Un gesto raro, potente, che ha commosso l’intera platea.

                Chi la conosce racconta che, da tempo, Arisa ha intrapreso un cammino di crescita spirituale. Una ricerca che passa anche attraverso il silenzio e la meditazione, lontano dalle polemiche e dalle cronache mondane che in passato l’avevano spesso coinvolta. Oggi, la cantante sembra aver trovato un nuovo equilibrio tra arte e fede, tra la musica e l’anima.

                Assente, invece, quello che è ancora ufficialmente il suo compagno, il musicista Walter Ricci. Dopo il riavvicinamento di giugno, i due non appaiono più insieme da diverse settimane e i rumors parlano di una nuova crisi. Lei, intanto, sembra concentrata su se stessa, sulla voce e su quel misterioso “qualcosa” che la sta portando a un nuovo capitolo di vita.

                Forse, come ha detto di recente in un’intervista, “bisogna attraversare il buio per capire la luce”. E ieri sera, nel cuore di Milano, quella luce aveva il suono di un’Ave Maria.

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