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Salute

Che fai svapi? Evita. Svapare è dannoso per polmoni e muscoli

Una ricerca scientifica fornisce ulteriori prove a sostegno delle campagne contro il fumo e lo svapo.

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    Una ricerca scientifica mette in discussione l’idea che svapare faccia meno male che fumare delle sigarette, La nuova ricerca scientifica getta un’ombra ancora più cupa sul mondo del fumo e dello svapo. Gli studi condotti su un gruppo di fumatori e svapatori hanno rivelato un quadro preoccupante. Entrambi i gruppi mostrano segni di un deterioramento della salute cardiovascolare e respiratoria, con conseguenze dirette sulla capacità di svolgere attività fisica.

    Svapare fa male

    A sostenerlo è stato un gruppo di ricercatori della Manchester Metropolitan University in uno studio al congresso della European Respiratory Society (ERS) a Vienna. Questi risultati vanno ad aggiungersi alle prove scientifiche che mostrano quanto l’uso a lungo termine delle sigarette elettroniche è dannoso e mettono in discussione la convinzione che svapare possa essere un’alternativa più sana al fumo.

    Polmoni affaticati ma soprattutto muscoli indolenti

    Gli esami del sangue e le ecografie hanno evidenziato come sia i fumatori che gli svapatori presentino un malfunzionamento dei vasi sanguigni, compromettendo così l’afflusso di ossigeno ai tessuti. Questo si traduce in una sensazione di affanno e stanchezza anche durante sforzi moderati, come una semplice pedalata sulla cyclette. Inoltre, i livelli di lattato nel sangue, un indicatore della fatica muscolare, risultano significativamente più alti nei fumatori e negli svapatori, anche prima di raggiungere il massimo sforzo fisico. Questo significa che i loro muscoli si affaticano più rapidamente e recuperano più lentamente.

    Giovani, ma non solo, nel mirino

    Le sigarette elettroniche vengono vendute a basso costo e in una varietà di gusti per attirare i giovani“, sottolinea Filippos Filippidis, esperto di controllo del tabacco dell’Imperial College London. “Purtroppo, molti ragazzi iniziano a svapare senza essere consapevoli dei rischi a lungo termine per la loro salute.”

    Appello per una maggiore consapevolezza

    Alla luce di questi risultati, gli esperti lanciano un allarme. “Le persone che svapano devono essere consapevoli che questa pratica può compromettere la loro forma fisica e la loro capacità di svolgere attività fisica“, afferma Azmy Faisal, autore principale dello studio. È fondamentale che anche i medici e i decisori politici siano informati sui rischi dello svapo e agiscano di conseguenza. “Dobbiamo fare tutto il possibile per aiutare i giovani a evitare o smettere di svapare“, conclude Filippidis.

    Svapare è nocivo

    Sia il fumo che svapare hanno un impatto negativo sulla salute cardiovascolare e respiratoria con un danno davvero reale. Le sigarette elettroniche, con i loro gusti accattivanti, rappresentano una seria minaccia per la salute dei giovani sempre più attratti da questo metodo. È necessario intensificare gli sforzi per prevenire l‘inizio del fumo e dello svapo tra i giovani e per aiutare coloro che già ne fanno uso a smettere. La ricerca scientifica fornisce ulteriori prove a sostegno delle campagne contro il fumo e lo svapo. È, quindi, fondamentale che tutti siano consapevoli dei rischi associati a queste pratiche e che si impegnino per promuovere stili di vita sani.

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      Salute

      Ci mancava anche la scabbia. E’ boom di casi, si salvi chi può

      L’infestazione da acaro sta dilagando in scuole, Rsa e ospedali: ecco cos’è la scabbia, come si trasmette e quali sono i sintomi da non ignorare.

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        Non bastavano i missili sulle centrali nucleari, non bastavao le guerre in corso, e il caldo che si preannuncia davvero torrido. No, ci voleva anche un pericolo sanitario a dare colore all’estate 2025. Questo pericolo si chiama scabbia.

        Attacca scuole, ospedali e comunità

        Negli ultimi anni i casi di scabbia in Italia sono aumentati in modo preoccupante, con una crescita fino al 750% in alcune realtà, come le Rsa e le strutture di lunga degenza. Secondo gli esperti della Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST), si tratta di una vera e propria minaccia emergente per la salute pubblica, con focolai sempre più frequenti in scuole, ospedali e comunità.

        Cos’è la scabbia e perché sta tornando

        La scabbia è una malattia infettiva della pelle causata dall’acaro Sarcoptes scabiei, un microscopico parassita che scava cunicoli nella pelle, dove deposita le uova e si riproduce. Nonostante sia conosciuta da secoli – fu descritta per la prima volta nel 1687 da Giovanni Cosimo Bonomo e Diacinto Cestoni – negli ultimi anni è tornata a diffondersi rapidamente in Europa e in Italia. Gli studiosi hanno individuato diverse cause dell’aumento dei casi, come la resistenza ai farmaci tradizionali, che rende più difficile il trattamento. Inoltre le condizioni di sovraffollamento in strutture come Rsa, carceri e centri di accoglienza. E da non sottovalutare la mancata diagnosi tempestiva, che favorisce il contagio. La scabbia è altamente contagiosa e si diffonde attraverso il contatto diretto con persone infestate o tramite oggetti contaminati. Per esempio la biancheria, le asciugamani e i vestiti.

        Il sintomo principale è un prurito intenso e persistente, che tende a peggiorare di notte. Altri segnali che non devono essere trascurati sono e le papule rosse – piccole protuberanze sollevate sulla pelle, di colore rosso o rosa – e le lesioni cutanee. Queste ultime si formano soprattutto tra le dita, ai polsi, sull’ombelico, sotto le ascelle e nell’area genitale. Nei bambini, invece, le manifestazioni cutanee possono comparire anche su viso, sul cuoio capelluto, nei palmi delle mani e piante dei piedi.

        Come curare e prevenire la scabbia

        Una volta confermata la diagnosi, il trattamento più comune è l’applicazione di lozioni e creme a base di permetrina, da lasciare agire per almeno 8 ore prima di risciacquare. Gli esperti consigliano di ripetere il trattamento a distanza di una settimana e di curare anche i conviventi o chi ha avuto contatti stretti, anche se non presentano sintomi. Per prevenire il contagio, è fondamentale lavare lenzuola, indumenti e asciugamani ad alte temperature (minimo 60°C). Inoltre si consglia di sigillare oggetti non lavabili in sacchetti per almeno due settimane, per eliminare eventuali acari.

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          Salute

          Torcicollo: i rimedi della nonna per sbloccare il collo senza farmaci

          Che sia colpa di una posizione sbagliata durante il sonno, dello stress o di un colpo d’aria, il torcicollo può essere una vera seccatura. Per fortuna, i rimedi della nonna vengono in soccorso con soluzioni naturali, dagli impacchi caldi al massaggio con oli essenziali, fino a esercizi mirati per sciogliere le tensioni.

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            Il torcicollo è una contrattura dei muscoli del collo che provoca dolore e difficoltà nei movimenti. Può essere causato da:

            • Una postura scorretta (soprattutto al computer o dormendo male).
            • Colpi d’aria o sbalzi di temperatura.
            • Stress e tensione nervosa.
            • Sforzi improvvisi o movimenti bruschi.

            Se il dolore è lieve o moderato, si può provare a scioglierlo con rimedi naturali prima di ricorrere ai farmaci.


            I rimedi della nonna per il torcicollo

            1. Il calore rilassante 🔥

            Il calore aiuta a sciogliere la contrattura e favorisce la circolazione. Puoi provare:

            • Borsa dell’acqua calda: applicala sulla zona dolente per 15-20 minuti.
            • Impacco di sale caldo: scalda del sale grosso in padella, avvolgilo in un panno e appoggialo sul collo.
            • Asciugamano caldo: bagnalo con acqua calda, strizzalo e applicalo sul collo per un effetto decontratturante.

            2. L’olio di rosmarino: il massaggio che scioglie la tensione 🌿

            L’olio essenziale di rosmarino è un potente antinfiammatorio naturale. Basta scaldare qualche goccia tra le mani e massaggiarlo delicatamente sul collo con movimenti circolari. In alternativa, si può usare l’olio di arnica, perfetto per rilassare i muscoli.

            3. Il rimedio della sciarpa di lana 🧣

            Le nonne lo sanno bene: tenere il collo al caldo accelera la guarigione! Una sciarpa di lana avvolta intorno al collo, anche di notte, aiuta a mantenere il calore e a ridurre la rigidità muscolare.

            4. L’infuso di zenzero e miele 🍵

            Lo zenzero è un antidolorifico naturale. Prepara un infuso con:

            • 1 cucchiaino di zenzero fresco grattugiato
            • 1 tazza di acqua bollente
            • 1 cucchiaino di miele
              Bevilo due volte al giorno per ridurre l’infiammazione dall’interno.

            5. Gli esercizi per sbloccare il collo 🏋️

            Se il dolore lo permette, fai qualche movimento dolce per rilassare la muscolatura:

            • Inclinazione laterale: inclina lentamente la testa verso una spalla e mantieni la posizione per 10 secondi, poi ripeti dall’altro lato.
            • Movimenti circolari: ruota il collo lentamente, prima in senso orario e poi antiorario.
            • Stretching con le mani: appoggia le mani dietro la testa e premi leggermente per allungare i muscoli.

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              Salute

              L’Italia riconosce l’obesità come malattia: approvata la legge alla Camera, è la prima al mondo

              La proposta di legge firmata da Roberto Pella passa con 155 voti a favore. Cure nei Lea, fondi dedicati e un Osservatorio nazionale: il nostro Paese potrebbe essere il primo al mondo a dotarsi di una legge organica sulla materia

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                L’obesità sarà riconosciuta per legge come una vera e propria malattia. Non un problema estetico, non una “cattiva abitudine”, ma una patologia da prevenire e curare con risorse pubbliche, assistenza nei Lea e dignità sanitaria. È quanto prevede la proposta di legge approvata ieri alla Camera con 155 voti a favore, 103 astenuti e nessun contrario. Il testo, presentato dal deputato di Forza Italia Roberto Pella, ora passa all’esame del Senato. Se approvata in via definitiva, l’Italia diventerà il primo Paese al mondo ad adottare una norma di questo tipo.

                Il provvedimento, intitolato “Disposizioni per la prevenzione e la cura dell’obesità”, si articola su sei articoli e affronta il tema con un approccio integrato, tra prevenzione, diagnosi, trattamento clinico e sensibilizzazione sociale. Il cuore della legge è nel riconoscimento giuridico dell’obesità come malattia cronica, progressiva e recidivante, da inserire nei livelli essenziali di assistenza (Lea) e quindi coperta dal Servizio sanitario nazionale.

                «L’obesità è un’emergenza globale, che coinvolge anche il nostro Paese», ha dichiarato Pella. «L’approvazione alla Camera rappresenta un traguardo storico. Un ricordo speciale va al presidente Silvio Berlusconi, che fin dal 2019 sostenne questa iniziativa». Il testo prevede, tra l’altro, l’istituzione di un Osservatorio nazionale sull’obesità presso il ministero della Salute, il finanziamento di campagne informative su alimentazione e attività fisica e l’attivazione di percorsi clinico-terapeutici per pazienti adulti e pediatrici.

                I numeri parlano chiaro. In Italia il 12% della popolazione adulta è obesa (circa sei milioni di persone), e il 40% è in sovrappeso. Tra i bambini europei, uno su tre è in eccesso ponderale, e l’Italia non fa eccezione. Si tratta quindi di una condizione epidemiologica di massa, che comporta rischi elevati per la salute (cardiopatie, diabete, tumori) e costi pesantissimi per il sistema sanitario.

                Oltre alla legge, già a dicembre è stato istituito un Fondo ad hoc per la cura e la prevenzione dell’obesità, con 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2025, 2026 e 2027, a cui si aggiungono altri 1,2 milioni previsti dalla nuova norma a regime. Il ministero della Salute potrà disporre anche di 100mila euro l’anno per campagne di educazione alimentare, mentre i fondi per gli anni successivi sono garantiti attraverso la riduzione di altri stanziamenti nella legge di bilancio.

                «Il nostro obiettivo – ha aggiunto Pella – è anche culturale. Vogliamo ridurre lo stigma, il bullismo, le discriminazioni che questa condizione porta con sé. Ci saranno campagne collegate agli eventi sportivi, ai Comuni e alle Regioni, per far passare l’idea che l’obesità è una malattia e non una colpa».

                In attesa del via libera dal Senato, la legge segna una svolta nel modo in cui il sistema italiano intende affrontare una delle sfide sanitarie e sociali del XXI secolo. Non solo diagnosi e terapie, ma dignità e consapevolezza.

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