Musica
Quella volta che i Beatles snobbarono il potere dei Marcos nelle Filippine
In un nuovo libro tutte le voci del mondo Beatles (ad eccezione di John Lennon) raccontano la loro versione dei fatti sullo scioglimento della band “più famosa di Gesù Cristo”.

Siamo nel 1966. Per i Fab Four si tratta di un anno cruciale, che li vede impegnati nell’ultimo loro tour mondiale. Durante le varie conferenze stampa svoltesi fra un concerto e l’altro, John Lennon affermerà lo storico commento sul fatto che la sua band sia «più alla moda di Gesù», con l’intera band che si schiera apertamente contro la Guerra del Vietnam, causando numerose polemiche nel pubblico conservatore.
Rifiutano un invito di regime
I Beatles raggiungono Manila per una tappa live nelle Filippine. Compiendo un errore madornale: snobbando bellamente le lusinghe di Imelda Marcos, moglie del dittatore locale, per un ricevimento a Palazzo con duecento bambini. Chiaramento i Marcos ci rimangono malissimo e, guarda caso, appena l’aereo con la band atterra a Manila, un uomo in uniforme intima ai quattro musicisti di seguirlo. Solo loro quattro.
Vengono letteralmente sequestrati
Alcuni soldati armati scortano i musicisti, ordinando loro di lasciare i bagagli (con dentro cannabis e stimolanti) sulla pista. A tutti gli effetti un sequestro di persona in perfetto stile dittatoriale. McCartney e compagni vengono poi trascinati su uno yacht dove è stato organizzato un party affollato di potenti locali. Solo una trattativa delicatissima riuscirà a liberare la band. Il mattino dopo alcuni ufficiali si presentano in albergo per riproporre l’invito presidenziale da parte dei coniugi Marcos.
Il “no” ad un nuovo invito crea la bagarre all’aeroporto
Il manager Brian Epstein dice no. Dopo i concerti a Manila l’atmosfera è tesissima, con tipacci armati di bastoni – mandati dal governo – all’aeroposto. Ringo Starr e John Lennon si nascondono dietro un gruppo di suore. Prima di riuscire a salire sul velivolo vengono strattonati e presi a sputi.
Tutto in un libro che promette faville
Un avvenimento nella loro storia rievocato dai protagonisti nelle interviste realizzate per il libro All You Need Is Love – La fine dei Beatles (che esce per Rizzoli Lizard), scritto da Peter Brown, l’ex braccio destro di Epstein e direttore operativo della Apple Corporation, insieme al giornalista Steven Gaines. Un libro che segue il saggio saggio pubblicato dalla stessa coppia nel 1981, il controverso The love you make, una sorta di versione “rivista, corretta ed ampliata”.
Lennon, l’unico a non essere intervistato per il volume
Un libro basato sulle vicende personali della band che creò scalpore e forte disappunto nei protagonisti: McCartney bruciò letteralmente – il tutto documentato da foto scattate dalla moglie Linda – la propria copia. Interessante vedere cosa farà di questo nuovo volune… Le interviste ai vari membri furono registrate nel 1980, eccezione fatta per Yoko Ono, che i due autori incontrarono qualche mese dopo l’assassinio del marito John Lennon, l’unico che gli autori non fecero in tempo a convolgere nella realizzazione del libro.
McCartney non voleva lo scioglimento
Fra le varie storie riportate in All You Need Is Love – La fine dei Beatles, McCartney si pronuncia sui dissidi legali che portarono allo storico strappo: “Sono persone molto sospettose, John e Yoko, e una delle cose che più mi ferisce di questa vicenda è che dopo tutto quello che abbiamo passato insieme non sono mai riuscito a convincerli che non avevo alcuna intenzione di fregarli. Colpa, forse, del mio carattere, o forse della loro capacità di comprendere come stanno veramente le cose. Questa è la situazione, ancora oggi”. Dichiarazioni fatte agli autori del libro un mese prima dell’appuntamento di Lennon con il suo killer a New York, sotto casa.
Il ruolo molesto e le pesanti responsabilità del manager Allen Klein
Paul giura di non essere stato lui ad aver spinto per lo scioglimento, pur confermando per l’ennesima volta di essersi opposto alla decisione di John di ingaggiare Allen Klein come manager dopo la prematura scomparsa di Epstein. Klein, lo dimostreranno i fatti in seguito, è stato uno de manager più ingordi del rock-system anni 60. Prima dei Beatles i loro “rivali” di sempre (più che altro come voleva la stampa) Rolling Stones avevano avuto modo di testare la sua cupidigia. Il suo ruolo nei confronti degli affari dei suoi celebri clienti fu spesso causa di polemiche e conseguenti cause legali, godendo di una fama di persona volitiva e risoluta, che non lesinava il ricorso ad un linguaggio verbale anche violento, al limite dell’intimidazione, nell’atto di perseguire i suoi scopi.
L’inganno del concerto per il Bangladesh
Anche se non riuscì ad impedire lo scioglimento dei Beatles o a convincere McCartney a fidarsi di lui, Klein rimase nel giro del gruppo anche dopo lo scioglimento. Aiutando, per esempio, George Harrison ad organizzare lo storico, grande concerto in favore del Bangladesh. Fu a questo punto che la popolarità di Klein iniziò a calare anche agli occhi degli altri tre Beatles. Invece di contattare l’UNICEF prima del concerto per stabilire la quota di beneficenza da destinarsi, Klein aspettà di vedere i ricavi del concerto per prendere accordi, provocando anche un’inchiesta fiscale da parte del governo degli Stati Uniti d’America. I ricavi maggiori destinati all’UNICEF, guarda caso, rimasero “congelati” in un conto bancario fino alla fine degli anni ’80 per motivi mai ben precisati. Nel 1979, Klein finì per essere condannato a due mesi di prigione per evasione fiscale derivante dalla vendita di copie promozionali dell’album triplo Concert for Bangladesh.
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Musica
Alle prove del tour 2025 che farà nuovamente tremare gli stadi: quello di Vasco!
Il “Vasco Live 2025” si avvicina e con lui il ritorno di una band ormai leggendaria. Conferme, novità e un’anticipazione inedita sulla scaletta: eccovi tutti i dettagli sui musicisti che accompagneranno il Blasco nel tour dell’estate.

Il conto alla rovescia per il “Vasco Live 2025” è ufficialmente iniziato. Le prove sono entrate nel vivo al Cromie di Castellaneta Marina, in provincia di Taranto, quartier generale scelto da Vasco Rossi per mettere a punto gli ultimi dettagli prima del debutto. Attraverso i suoi canali social, il rocker di Zocca ha già regalato ai fan qualche gustosa anticipazione: video e foto che svelano volti noti e piccole sorprese sulla formazione che lo accompagnerà nei concerti in programma per l’estate.
La band, una squadra che non si cambia
Vasco non ha dubbi: squadra che vince non si tocca. Infatti, anche per il tour 2025 ha deciso di confermare in blocco i musicisti già visti sul palco lo scorso anno. A dirigere la band sarà ancora una volta Vince Pastano, chitarrista e direttore musicale, considerato l’erede spirituale di Guido Elmi, storico collaboratore di Vasco scomparso nel 2017. Accanto a Pastano ci saranno:
Stef Burns alle chitarre elettriche
Andrea Torresani al basso e cori
Alberto Rocchetti alle tastiere e ai cori
Donald Renda alla batteria (subentrato nel 2024 a Matt Laug)
Antonello D’Urso alla programmazione, chitarra acustica e cori
Roberta Montanari ai cori
Andrea Ferrario (sax), Tiziano Bianchi (tromba) e Roberto Solimando (trombone) alla sezione fiati.
Una formazione solida e affiatata, capace di regalare quella potenza sonora che è ormai marchio di fabbrica dei concerti del Blasco.
Il ritorno del Gallo: una guest speciale per i fan storici
Tra le presenze più emozionanti del tour ci sarà anche quella di Claudio “il Gallo” Golinelli, bassista storico della band di Vasco. Dopo i problemi di salute che lo hanno tenuto lontano dal palco dal 2018 (e un trapianto di fegato affrontato nel 2020), Golinelli tornerà come special guest per alcune tappe, regalando un’emozione unica ai fan di lunga data.
Una scaletta da brivido
I fan più attenti hanno colto un’altra chicca nei video delle prove: in sottofondo a una clip si sente chiaramente Mi si escludeva, brano tratto dall’album Nessun pericolo… per te del 1996. Già a gennaio Vasco aveva parlato di un pezzo “molto interessante”, rivisitato con un nuovo arrangiamento, che avrebbe avuto un significato speciale in questo periodo storico. Sarà proprio questa la sorpresa della scaletta 2025?
Un’estate live tutta da vivere
Con una band di altissimo livello, un frontman sempre carico e una scaletta che promette emozioni e sorprese, il Vasco Live 2025 si annuncia come uno degli eventi musicali più attesi dell’estate. Non resta che prepararsi a cantare a squarciagola sotto il cielo degli stadi italiani, insieme a Vasco e alla sua straordinaria squadra.
Musica
La nuova vita dell’ex Suor Cristina, con una punta di sottile nostalgia
Cristina Scuccia, l’ex suora più pop della TV italiana, racconta come Papa Francesco l’abbia ispirata a uscire dal convento… per entrare in un talent show. Tra nostalgia di abiti religiosi, successi pop e qualche riflessione spirituale.

Dall’Ave Maria al Tuca Tuca… può essere un attimo. Se qualcuno vi avesse detto che una suora sarebbe salita sul palco di The Voice grazie a un consiglio del Papa, probabilmente avreste immediatamente pensato a una barzelletta. E invece no: è successo davvero! Cristina Scuccia, alias l’ex Suor Cristina, lo confessa all’Adnkronos:
“Ho partecipato a ‘The Voice’ grazie a Papa Francesco. Diceva che i veri pastori devono puzzare di pecore, non di muffa!”.
Tradotto dal “bergogliese”: meglio rischiare e sporcarsi le mani che rimanere chiusi nel convento ad accumulare ragnatele spirituali. Cristina ha preso la palla al balzo… e pure il microfono.
Un album per il Papa (e magari pure un selfie)
La carriera di Suor Cristina parte in grande stile: vincere The Voice nel 2014, team J-Ax (sì, proprio quello dei tatuaggi e delle rime da strada), e poi regalando il suo primo album direttamente a Papa Francesco.
“Ricordo che lui ascoltava tutti con attenzione. Gli raccontai del talent e gli diedi il mio disco”
Il Papa che chiama al telefono e scende in strada (altro che Vaticano 2.0)
Cristina ricorda con affetto l’effetto “boccata d’ossigeno” portato da Bergoglio. Un Papa che preferisce le scarpe comode alle pantofole dorate e che telefona direttamente ai fedeli: altro che segreteria vaticana! “Tutto quello che ha fatto è stato spiazzante”, racconta Scuccia.
Nostalgia canaglia… e pure un po’ mistica
Anche se oggi Cristina si esibisce senza velo, confessa che ogni tanto la nostalgia dell’abito da suora si fa sentire:
“Mi manca l’abito, anche se non il convento. Mi manca Gesù”.
In fondo, cambiare look non significa cambiare fede. E lei, tra una canzone e l’altra, si interroga ancora su come viverla nel mondo dello spettacolo. Per lei niente ritorno al convento in vista, ma tante nuove strade da esplorare.
Dall’Isola dei Famosi” a Io Canto: una seconda vita pop, con qualche inciampo
Dopo aver lasciato il velo nel 2022, Cristina non si è fatta mancare nulla: singoli pop, talent show e persino una naufragata a L’Isola dei Famosi.
“Questa seconda vita mi piace, anche se mi sembra di averne già vissute miliardi”
In cerca di serenità e, magari… di un contratto discografico migliore
Oggi Cristina cerca di ascoltare quella vocina interiore che chiama “serenità”, anche se il mercato musicale non è esattamente un convento di clausura.
“Laddove sento pace, resto. Dove non c’è serenità, dico: ‘non è opera di Dio’ e cambio strada”.
E noi siamo sicuri che, che sia su un palco, su una spiaggia tropicale o su un marciapiede romano, Cristina continuerà a sorprenderci.
Musica
Non c’è pace per Katy Perry… neanche sulla Luna!
Il “Lifetimes Tour” di Katy Perry decolla… ma finisce subito in avaria. Tra balletti “cringe”, intelligenza artificiale cheap e polemiche social, la popstar è sotto assedio. Scopri tutte le accuse, i meme più feroci e i vecchi scandali tornati a galla.

Partita lo scorso 23 aprile da Città del Messico, la tournée mondiale di Katy Perry, The Lifetimes Tour, si è trasformata in una vera e propria odissea. I fan, o meglio gli ex-fan, non hanno risparmiato critiche: “Deve cancellare questo tour prima che questo cancelli la sua carriera”, scrive un utente su X, sintetizzando il pensiero di molti. Il problema? Coreografie goffe, uso massiccio di visual in AI (“Eppure è milionaria, potrebbe permettersi di meglio”, ironizzano) e un’interazione col pubblico che ricorda più un karaoke stonato che un grande show.
Nello spazio… e fuori dalla realtà
A peggiorare la situazione, l’eco della famigerata missione spaziale con Blue Origin, che ha scatenato un’ondata di scherno. “È stata nello spazio 4 minuti e si è messa a baciare il terreno come se fosse tornata da Marte”, ironizza qualcuno. Nonostante il bacio “tattico” al suolo abbia infiammato i social, il web è stato spietato: “La popstar perfetta per una trovata stupida”, sentenzia senza pietà il magazine The Atlantic.
Feminismo “spaziale” e… senza ballerine
La performance di Woman’s World ha sollevato critiche feroci: il brano, che inneggia all’emancipazione femminile, è stato proposto senza una sola ballerina sul palco. “Questo dice molto sul tipo di femminismo che rappresenta”, accusano in molti. Una scelta percepita come incoerente, che alimenta il sospetto di una Perry più interessata al marketing che a reali battaglie sociali.
Non solo il tour: tutte le polemiche riesplose
Quando si apre il vaso di Pandora, è difficile richiuderlo. E infatti sono riaffiorate vecchie accuse. In primis la disputa legale con alcune suore per l’acquisto di un convento a Los Angeles, culminata tragicamente con la morte di una consorella. Poi le accuse di Josh Kloss, modello di “Teenage Dream”, che raccontò di essere stato “umiliato sessualmente” dalla cantante. Senza dimenticare la collaborazione con Dr. Luke, produttore al centro di un processo mediatico dopo le accuse di Kesha.
Il web è impietoso: “State lontani da lei!”
Non mancano inviti al boicottaggio: “Non mettete like, non condividete, ignoratela completamente”, si legge su Threads. E mentre Katy tenta di limitare i commenti su Instagram, la valanga sembra inarrestabile: tra meme, video virali e recensioni al vetriolo, il “Lifetimes Tour” rischia di diventare l’anti-tour per eccellenza.
Prossima fermata Bologna
Il “Lifetimes Tour” dovrebbe arrivare in Italia il 2 novembre, all’Unipol Arena di Bologna. Ma viste le premesse, qualcuno scommette che la data potrebbe trasformarsi in un’astronave fantasma. Houston, abbiamo un problema. Anzi, Katy ha un problema. Grosso.
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