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Cinema

Che fai durante le feste? Che ne dici di un bel film?

C’è solo l’imbarazzo della scelta:
commedie, film di animazione, drammi, comici e noir, come da tradizione il pubblico italiano è chiamato a scegliere i titoli che allieteranno le festività natalizie. C’è solo l’imbarazzo della scelta!

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    Il Natale cinematografico italiano 2024 sarà segnato da una vasta scelta di film d’animazione, tante commedie (per lo più di nostra produzione) e perfino un ritorno al “cinepanettone”, formula che in passato ha rappresentano un must al botteghino. Chi non ama viaggiare troppo con la fantasia potrà rifugiarsi nei drammi interiori, in arrivo durante queste festività. La stanza accanto di Pedro Almodovar, suo primo film in inglese, apre le danze, a seguire il biopic su Maria Callas con Angelina Jolie, mentre gli amanti dell’horror e dei fumetti avranno a disposizione il Nosferatu versione Robert Eggers e Kraven il cacciatore, per un Natale dall’atmosfera tutt’altro che rassicurante.

    Le feste nella Terra di Mezzo

    Il titolo più curioso è Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim che fonde il mito della Terra di Mezzo tolkieniano con la tradizione anime di matrice giapponese. Il compito di ampliare il canone con un prequel che racconta le origini del mito del Fosso di Helm è stato, infatti, affidato a Kenji Kamiyama. Anche se dietro il progetto ci sono le menti delle trilogie de Il signore degli anelli e Lo Hobbit, Peter Jackson, Fran Walsh e Philippa Boyens.

    Pharell Williams fatto di Lego

    Tra esperimenti curiosi che potrebbero non attecchire nel pubblico italiano come Piece By Piece, che usa i mattonicini Lego per raccontare la carriera del cantautore Pharell Williams, e sequel come Sonic 3 – Il film, Disney gioca la carta di Mufasa: Il Re Leone, prequel de Il re Leone, con il tipico tripudio di buoni sentimenti e attenzione alla natura selvaggia.

    Due assi della comicità

    Grande attesa (anche in odore di Oscar) su Conclave, acclamata pellicola che racconta i retroscena della Chiesa e dell’elezione papale attraverso lo sguardo privilegiato del Cardinale interpretato dall’ottimo Ralph Fiennes, i titoli italiani puntano a strappare risate facendo leva sulla voglia di spensieratezza natalizia. Alessandro Siani e Leonardo Pieraccioni fanno coppia per la prima volta nei panni di due agenti di polizia inetti e naif, Fausto Brizzi e Angelo Pintus si imbarcano alla volta della Spagna per raccontare il disperato tentativo di fare un figlio attraverso la fecondazione assistita, e tutte le conseguenze che comporta. Infine i Me contro Te tornano a rivolgersi al loro pubblico di bambini con una nuova avventura natalizia.

    Il ritorno di Christian De Sica

    Cortina Express ì una commedia vecchio stile interpretata da Christian De Sica, Lillo Petrolo, Isabella Ferrari. Una commedia corale vecchio stile ambientata tra le nevi di Cortina in un tripudio di pellicce, corna e doppi sensi un po’ pecorecci.

    Il grande Natale degli animali

    Animazione classica rivolta ai più piccoli in questa opera corale di sei giovani registe francesi che raccoglie cinque storie a tema natalizio. Faremo così la conoscenza di un piccolo e coraggioso pulcino che si accolla la guida di un pollaio in un momento di difficoltà del gallo capofamiglia o di un simpatico procione capace di trasformarsi in un essere umano. Storie rivolte ai più piccoli, ma non prive di un sottofondo di riflessione sul mondo che ci circonda.

    Mufasa: Il Re Leone

    Prequel del classico Disney che si concentra sulle origini di Mufasa, cucciolo orfano che viene preso sotto l’ala protettrice di Taka, leone che discende da una stirpe reale. La storia viene raccontata, attraverso una serie di flashback, da Rafiki alla giovane Kiara, figlia di Simba e Nala nonché nipote di Mufasa.

    Me contro Te presenta: Cattivissimi a Natale

    I Me contro Te continuano ad affascinare i più piccoli con le loro divertenti avventure. Stavolta, la coppia formata da Luì e Sofì se la dovrà vedere con un elfo dispettoso che, con le sue malefatte, minaccia di rovinare il Natale a tutti i bambini buoni. Solo la coppia di Youtuber più popolare del web potrà intervenire per rimettere a posto la situazione.

    L’omaggio al femminile di Ferzan Ozpetek

    Ozpetek stavolta si supera, riunendo un cast stellare in quota rosa con Luisa Ranieri, Jasmine Trinca, Elena Sofia Ricci, Geppi Cucciari, Anna Ferzetti, Lorenzo Franzin, Aurora Giovinazzo, Nicole Grimaudo, Carla Signoris, Kasia Smutniak, Mara Venier, Giselda Volodi e Milena Vukotic. La pellicola, ambientata negli anni ’70, racconta di una sartoria di cinema diretta da due sorelle, concentrandosi sulle vicende sentimentale delle donne che ci lavorano.

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      Cinema

      Michele Morrone, il divo che si crede Hollywood: da Dolce & Gabbana a Scervino, ma fuori c’erano solo trenta fan

      Dopo aver “scoperto” il circolino del cinema italiano, Michele Morrone ha puntato tutto sulla mondanità delle passerelle. Tra una foto con Meryl Streep e un invito a un evento di cosmesi, però, l’entusiasmo del pubblico non è stato all’altezza delle aspettative.

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        Alla Milano Fashion Week chi si è tirato più delle star di Hollywood? Manco a dirlo, Michele Morrone. L’attore di 365 giorni si è calato nel ruolo di protagonista assoluto, muovendosi tra sfilate e party con l’aria di chi pensa che ogni flash sia lì solo per lui. A partire da Dolce & Gabbana, dove sedeva in prima fila accanto a Stanley Tucci e Meryl Streep, sfoderando lo sguardo intenso e la posa studiata a favore di camera.

        Poi è passato da Ermanno Scervino, stesso copione: sorriso accennato, giacca aperta, occhi socchiusi e quell’atteggiamento da influencer più che da attore. Il pubblico, però, non sembrava particolarmente impressionato. Molti lo hanno riconosciuto, sì, ma pochi si sono fermati a chiedere selfie o autografi.

        Il vero banco di prova è arrivato durante la presentazione di una nuova linea di cosmesi di cui Morrone è testimonial. L’attesa, almeno secondo il suo entourage, doveva essere da red carpet: folla di fan, urla, telefonini alzati. E invece, sorpresa. All’ingresso dell’evento si contavano una trentina di curiosi, per lo più passanti o clienti di un vicino bar attirati dal trambusto.

        Certo, lui ha fatto finta di nulla. È arrivato con passo da star internazionale, giacca chiara e occhiali da sole, dispensando sorrisi come se davanti ci fossero migliaia di persone. Una performance impeccabile, se non fosse per il piccolo dettaglio del pubblico semi-deserto.

        Morrone, che negli ultimi mesi ha cercato di conquistare la scena italiana dopo il successo globale del film Netflix, sembra aver sposato in pieno la filosofia del “vedo, non vedo”: visibilità a ogni costo, anche quando l’eco dei flash è più rumorosa della folla.

        Insomma, la Fashion Week lo ha accolto, ma non proprio incoronato. E se il red carpet resta la sua passerella preferita, forse è arrivato il momento di capire che, per brillare, non basta un completo su misura. Serve anche qualcuno disposto a guardarti.

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          Cinema

          Miuccia Prada furiosa: nel sequel de Il diavolo veste Prada la sfilata sarà di Dolce & Gabbana

          Dopo Valentino nel primo capitolo, ora tocca a Dolce & Gabbana rappresentare il mondo della moda nel sequel del cult con Meryl Streep. E a quanto pare Miuccia Prada non l’ha presa con filosofia.

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            Gira voce, nei salotti della moda milanese, che Miuccia Prada sia tutt’altro che contenta. Nel sequel de Il diavolo veste Prada, film che già nel titolo porta il suo cognome, la sfilata scelta dalla produzione non sarà infatti quella della maison Prada, ma di Dolce & Gabbana. Un dettaglio che a molti sembrerà marginale, ma che nel mondo patinato delle passerelle vale come un affronto simbolico.

            D’altronde, un po’ di ragione la stilista ce l’ha: se c’è un nome che, anche solo per assonanza, dovrebbe essere presente nel film, è proprio il suo. E invece, per la seconda volta, Prada resta fuori. Già nel primo capitolo, uscito nel 2006 e diventato un cult grazie all’interpretazione di Meryl Streep e Anne Hathaway, la sfilata mostrata sullo schermo era quella di Valentino, nonostante il titolo rendesse omaggio – seppur ironicamente – al suo brand.

            A quanto si dice, la decisione sarebbe arrivata direttamente dai produttori americani, desiderosi di dare un tocco più mediterraneo e sensuale al nuovo episodio della saga ambientato tra Milano e Parigi. Una scelta strategica per attrarre il pubblico globale, ma che nella capitale della moda italiana ha fatto storcere più di un naso.

            Fonti vicine alla maison milanese raccontano di una certa irritazione: «Capiremo le ragioni commerciali, ma resta una scelta discutibile – mormora un insider –. Non puoi chiamare un film così e poi mostrare un’altra casa di moda».

            Il sequel, ancora top secret nella trama, dovrebbe vedere il ritorno di Meryl Streep nei panni della temutissima Miranda Priestly, ispirata ad Anna Wintour, e una nuova generazione di giovani assistenti alle prese con un’industria sempre più dominata dai social e dall’intelligenza artificiale.

            Intanto a Milano si alimenta il gossip: Miuccia non commenterà mai pubblicamente, ma il suo silenzio – come spesso accade nel mondo della moda – vale più di qualsiasi comunicato stampa. In fondo, quando il diavolo veste Dolce & Gabbana, qualcuno all’inferno del fashion system un po’ si scalda.

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              Cinema

              Roma come Fantozzi: salta la “Coppa Cobram”, trenta ciclisti partono lo stesso tra nuvole finte e amare risate

              Tra biciclette travestite, “bombe” mancanti e permessi fantasma, la gara più folle dell’anno si è trasformata in un pasticcio all’italiana. Ora il Municipio promette una nuova data per ottobre e l’organizzatore, accusato di dilettantismo, promette rimborsi e “un pensierino”.

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                È finita come in un film di Fantozzi, ma senza risate registrate. Doveva essere la prima edizione romana della Coppa Cobram, la mitica gara ciclistica aziendale nata nel film Fantozzi contro tutti. E invece si è trasformata in un piccolo disastro organizzativo.

                Alle 10 del mattino, una trentina di concorrenti si sono comunque presentati davanti al Forte Antenne. Vestiti da impiegati anni ’70, con caschetti d’epoca e perfino con nuvole di cartone legate alle bici. Non sapevano che la Questura non aveva autorizzato il percorso per la concomitanza con Roma–Verona all’Olimpico. L’annullamento era stato comunicato solo poche ore prima, alle 1.16 della notte, tramite una mail che molti non hanno nemmeno letto.

                Delusi ma determinati, i fantozziani moderni sono partiti lo stesso lungo via di Ponte Salario. Scivolando in discesa come nel celebre film, con tanto di caduta collettiva “alla Filini”. Una parodia diventata realtà, tra amarezza e risate forzate.

                Chi aveva pagato i 45 euro d’iscrizione si è sentito preso in giro. L’organizzatore, Riccardo M., ha scritto in fretta e furia agli iscritti promettendo rimborsi e una nuova data, il 12 ottobre. Assicurando che “la prossima volta ci sarà anche un pensierino per tutti”. Ma in molti sospettano una leggerezza imperdonabile. Già nei giorni precedenti il II Municipio lo aveva avvertito che il percorso andava modificato e che era in ritardo per ottenere il via libera.

                L’Uisp Roma, che aveva patrocinato l’iniziativa, si è trovata a pagare le spese di un evento mai partito: ambulanza, assicurazione, 300 pasti preparati dal catering e perfino la “trattoria al Curvone”, ricreata per l’occasione.

                Ora sarà il Municipio a occuparsi della prossima edizione, escludendo l’organizzatore, segnalato alle autorità competenti. Un epilogo tragicomico degno del ragionier Ugo: tra permessi mancati, ciclisti delusi e figuracce all’italiana, la “Coppa Cobram” romana è già entrata nella leggenda — ma dalla parte sbagliata della storia.

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