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Musica

E’ uscito il nuovo album di Lady Gaga: le frasi misteriose sul suo sito ufficiale

Little Monsters, tenetevi forte: Lady Gaga sta per tornare con Mayhem, il suo attesissimo nuovo album in uscita il 7 marzo. E come sempre, lo fa a modo suo, lasciando indizi criptici e aumentando l’hype alle stelle!

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    Sull’home page del sito web di Miss Germanotta erano apparse alcune frasi tratte dall’album che stava per arrivare, mostrate con un effetto visivo che sembra uscito da un thriller psichedelico. Trascinando il cursore sullo schermo, lettere fluttuanti si combinavano in frasi che lampeggiavano per un istante, lasciando i fan a bocca aperta. Alcuni esempi? “Choke on the fame and hope it gets you high”, “I’m the perfect celebrity”, “I’ll burn a hole right through your eyes” e la più inquietante “Tap on my vein, suck on my blood diamond”. Se non fosse Lady Gaga, penseremmo a un film horror. Ma si sa, lei ama giocare con le aspettative!

    Il nuovo album in versione vinile

    I singoli di Mayhem: da Die With A Smile a Abracadabra

    Il primo assaggio di Mayhem era arrivato lo scorso agosto con Die With A Smile, una collaborazione esplosiva con Bruno Mars che ha già fatto incetta di premi, vincendo il Grammy per Miglior Performance di un Duo/Gruppo Pop. Secondo Gaga, questo brano avrà un ruolo chiave nel disco, quindi aspettatevi qualcosa di epico.

    Poi è stato il turno di Disease, un singolo che Lady Gaga ha presentato su Instagram con una confessione profondamente personale: “Non è mai stato facile per me mostrare come sia stata sedotta dal caos e dal disordine”. Una riflessione intensa sui suoi demoni interiori che ha colpito i fan dritto al cuore.

    Infine, a febbraio, Gaga ha sorpreso tutti con Abracadabra, presentato live durante i Grammy. Un singolo che promette magia pura, con un mix di elettronica, grunge anni ‘90 e un tocco di rock psichedelico che rimanda ai grandi del passato. Insomma, ci aspetta un viaggio sonoro completamente fuori dagli schemi!

    Mayhem: un disco che crea scompiglio (e leggenda)

    A cinque anni da Chromatica, Lady Gaga ha lanciato il suo nuovo capolavoro, descritto dal suo ufficio stampa come “un completo disordine”. Le influenze? Un cocktail esplosivo che mescola alternative anni ‘90, elettro grunge, funky, dance elettronica francese e persino un po’ di Prince e Bowie. Se vi aspettavate un disco pop tradizionale, dimenticatelo: Mayhem è il disco che scardina e ribalta ogni regola.

    E come se non bastasse, Gaga ha recentemente rivelato di aver pensato di abbandonare la musica, ammettendo di essere stata “messa alla prova” in passato. Per fortuna, ha deciso di restare e regalarci questa nuova era musicale che si preannuncia iconica.

    Un’esibizione a sorpresa (con risate garantite!)

    Mentre i fan aspettavano di sentire Abracadabra durante il SNL 50: The Homecoming Concert, Gaga ha deciso di fare di testa sua (tanto per cambiare!). Invece di esibirsi nel nuovo singolo, ha duettato con Andy Samberg in una versione assurda di Shallow, trasformandola poi in un’inaspettata performance del classico dei Lonely Island, Dick In A Box. Caos allo stato puro, servito su un piatto d’argento, come solo la Germanotta è in grado attualmente di fare!

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      Musica

      La stroncatura di Maria Elena Barnabi su Elodie divide il pubblico: noi di LaCity Mag l’avevamo preceduta!

      L’attacco frontale della collega Maria Elena Barnabi su Gente al concerto-evento di Elodie a San Siro riaccende un dibattito mai sopito: è autentica evoluzione del pop italiano o un’imitazione tardiva di Madonna? La polemica sull’“erotic pop” divide pubblico e critica: noi di LaCity Mag l’avevamo già sottolineato: la messa in scena da sola non basta. Tra mise sexy, concerti a prezzo scontato e coreografie studiate, resta una domanda scomoda: è tutto marketing o c’è ancora spazio per la musica vera?

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        Maria Elena Barnabi non le manda a dire. Sul settimanale Gente, la giornalista firma una vera e propria requisitoria contro Elodie e la sua svolta pop-erotica. Il bersaglio? Il maxi show a San Siro, evento da prima pagina in Italia, che però secondo la Barnabi si sarebbe risolto in una sequenza prevedibile di tutine, pizzi, ammiccamenti e coreografie forzate. Il titolo scelto per l’articolo è una domanda al veleno: “Ha senso provare a rifare Madonna in Italia 40 anni dopo Madonna?”.

        Dov’è la novità?

        Un’accusa esplicita: Elodie, soprannominata “la Beyoncé del Quartaccio”, secondo la giornalista insegue con troppa convinzione un modello ormai distante e irripetibile, senza aggiungere una reale novità al panorama musicale italiano.

        Lo avevamo già scritto: “Show curato, ma senz’anima”

        Non è la prima critica arrivata al live di San Siro. Su LaCity Mag, qualche giorno fa, avevamo definito l’esibizione uno spettacolo formalmente impeccabile, ma assolutamente privo di tensione emotiva reale. Secondo noi, a mancare è stata proprio l’urgenza artistica, quella forza che separa un evento curato nei dettagli da un momento davvero iconico.

        L’audience divisa in due

        E mentre Barnabi rincara la dose, parlando apertamente di “stanchezza” nei confronti del look sexy e delle hit da club, il pubblico resta spaccato: da un lato chi applaude una donna libera, autodeterminata, capace di dominare il palco con sensualità e presenza scenica; dall’altro chi sente puzza di copia, di modello importato male.

        Musica o spettacolo? Il dilemma eterno del pop italiano

        Elodie non è sola. La critica sfiora anche Dua Lipa, accusata implicitamente di offrire lo stesso tipo di intrattenimento confezionato. Ma mentre la popstar anglo-albanese gioca in Serie A mondiale, Elodie – sostiene Barnabi – resta ancora prigioniera della sua italianità. “Lei è troppo italiana per essere davvero internazionale”, scrive la giornalista, con una frase che è già diventata virale. Eppure, anche in questo caso, il nodo resta: può una donna che balla, canta e usa il corpo per comunicare essere presa sul serio in Italia? O è ancora condannata a doversi giustificare, a ogni passo di danza? La nostra risposta è… sì, può farlo, a patto di unire un’equivalente dose di talento.

        Critica feroce o paura del cambiamento?

        Elodie divide, provoca, scuote. E forse è proprio questo il segno che qualcosa si sta muovendo. Che piaccia o no, ha imposto un’estetica nuova al pop italiano, fatta di corpi, politica, femminilità fluida e potenza scenica. Ma resta la domanda, legittima e pungente: serve davvero tutto questo per fare musica? O basterebbe solo… cantare?

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          Musica

          La Beatlemania è sempre viva: la lettera d’amore di un Lennon pre-mito battuta all’asta

          Il 9 luglio a Londra sarà battuta all’asta da Christie’s una rarissima lettera autografa scritta da John Lennon nel 1962 alla sua prima moglie Cynthia Powell. Tra dichiarazioni d’amore, allusioni sessuali e lamenti notturni su Paul McCartney, il documento offre uno spaccato intimo del giovane Lennon, ancora lontano dal mito ma già carico di genio e contraddizioni. Stimata tra i 35.000 e i 46.000 euro, la missiva conferma l’intramontabile fascino dei Beatles nel cuore dei collezionisti di tutto il mondo.

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            “Ti amo, per favore aspettami”: così scriveva John Lennon a soli 21 anni, in una lettera indirizzata alla sua compagna Cynthia Powell mentre si trovava ad Amburgo con i Beatles, ben prima dell’esplosione mondiale del fenomeno. Oggi quella pagina vissuta, intrisa di emozione e umanità, torna alla luce e sarà battuta all’asta il prossimo 9 luglio da Christie’s a Londra.

            Una lettera tra malinconia, ironia e desiderio

            Lennon non si limita a parole dolci: confessa a Cynthia di sentirne terribilmente la mancanza, la esorta a non essere triste, ma anche a lavorare sodo. Nello stesso tempo, fa allusioni a sfondo sessuale, con il tono irriverente e tagliente che lo avrebbe sempre contraddistinto.

            Un ricordo per il primo bassista

            Parla anche del dolore per la recente morte dell’amico Stuart Sutcliffe, il primo bassista dei Beatles, e dell’imbarazzo provato al pensiero di visitare la fidanzata di lui, Astrid Kirchherr. “Sarei troppo goffo”, scrive, lasciando emergere un lato vulnerabile spesso oscurato dall’icona ribelle. Non manca neanche l’ironia, cifra stilistica che ha sempre accompagnato l’artista in tutta la sua vita: Lennon si lamenta delle notti insonni causate dal russare incessante di Paul McCartney, che già allora divideva con lui le stanze dei tour.

            Culto senza fine: il mercato impazzisce per ogni reliquia

            La stima della lettera, tra i 35.000 e i 46.000 euro, conferma l’incredibile valore affettivo e culturale che ogni oggetto legato ai Beatles continua a generare. Non si tratta solo di memorabilia: ogni frammento, ogni parola scritta, è una tessera del puzzle di un’epoca. Il culto per i Fab Four resta vivo, alimentato da generazioni di fan e da collezionisti pronti a spendere cifre esorbitanti pur di possedere un pezzetto della leggenda. John, Paul, George e Ringo non sono più solo musicisti, ma simboli universali di creatività, rottura e rivoluzione culturale.

            Cynthia e John: amore, famiglia e addio

            Cynthia e John si sposarono pochi mesi dopo quella lettera, nell’agosto 1962. Dal loro amore nacque Julian Lennon, nell’aprile 1963. Ma il matrimonio non sopravvisse alla pressione della fama e al cambiamento di Lennon, che divorziò nel 1968 per poi sposare Yoko Ono. Tuttavia, lettere come questa restituiscono l’autenticità di un amore giovane, travolto dal vento della storia.

            L’eternità, tra carta e memoria

            Ogni inchiostro steso da Lennon sembra ancora pulsare. Questa lettera non è solo un documento privato: è una testimonianza storica, un frammento d’anima che racconta l’uomo dietro il mito. E a dimostrarlo è l’asta da Christie’s, dove anche l’amore scritto su carta può valere quanto un’opera d’arte

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              Musica

              Patty Pravo si confessa: “Io e Riccardo Fogli? Non sono assolutamente la Yoko Ono italiana!”

              La liaison con Riccardo Fogli è cosa nota… ma la Pravo rispedisce al mittente le accuse di essere stata lei la causa della rottura di lui con i Pooh.

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                Finalmente sono stati svelati i retroscena dell’abbandono dei Pooh da parte di Riccardo Fogli. O almeno questa è la versione di Nicoletta Strambelli, in arte Patty Pravo. Che ha risposto per le rime all’ex fidanzato e collega. Non sentendosi minimamente responsabile della crisi che portò il suo ex ad abbandonare la band, nel 1973.

                La versione di Fogli davanti a Mara Venier

                Vediamo prima cos’aveva affermato Fogli durante un’intervista in tema. Il cantante toscano aveva dichiarato: “È successo che io mi ero fidanzato con Nicoletta, Patty Pravo. La storia iniziò quando io ero ancora sposato con Viola Valentino, e le prime settimane abbiamo fatto tutto di nascosto. Poi iniziarono a uscire i primi articoli. Né io né Nicoletta parlavamo con la stampa ovviamente, ma poi la questione divenne una cosa sempre più grande e grave. Viola mi cacciò di casa. E Patty era una donna troppo nota, stava diventando troppo invadente per il gruppo. La verità è che molto amichevolmente con tanto affetto i miei migliori amici mi hanno detto questa faccenda si complica si parla di te e di Nicoletta, si mescola questa cosa e non va bene mi è stato chiesto che cosa decidi?”.

                Ha fatto tutto lui, io non c’entro nulla

                Trascorre un po’ di tempo e la Pravo replica in questo modo: “Non c’entro niente con il suo abbandono. Anzi, mi sarebbe piaciuto fosse rimasto. Era un gruppo meraviglioso, che faceva pezzi bellissimi. Perché avrei dovuto dirgli di andarsene? Ipotizzo che all’origine dell’addio ci fosse un desiderio di intraprendere una carriera solista. Ha deciso lui”. Ammettendo sul finale di trasmissione “Io non sono una ragazza fedelissima” in merito alla separazione con Fogli, con il quale si sposò simbolicamente in Scozia nell’anno nel quale lasciò la band di Facchinetti e compagni.

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